Trump, vittoria in elezioni può far salire tassi dei mutui: ecco perché
Le pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti potrebbero costringere la Fed, la Banca centrale americana, ad abbracciare una politica più restrittiva
Con la vittoria di Donald Trump alle elezioni americane, i tassi fissi dei nuovi mutui italiani potrebbero salire. Perché? A spiegarlo sono gli esperti di Facile.it, che evidenziano come l'elezione di Trump a nuovo presidente potrebbe portare ad un incremento delle pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti e quindi costringere la Fed, la Banca centrale americana, ad abbracciare una politica più restrittiva moderando il ritmo dei tagli dei tassi intrapreso negli ultimi mesi. Una scelta che, se si realizzasse, potrebbe avere effetti anche sui mercati europei e, a cascata, sui tassi dei mutui italiani, in particolare i fissi, che potrebbero tornare a crescere.
Si tratta, spiegano gli esperti di Facile.it, di una logica di mercato: l’eventuale scelta della Fed di rallentare con il taglio dei tassi comporterebbe un aumento dei rendimenti dei titoli di Stato americani, che diventerebbero così ancora più appetibili rispetto a quelli europei. Questo comporterebbe una fuga di capitali verso gli Usa con l'effetto di aumentare le vendite, e quindi i rendimenti, dei titoli obbligazionari europei, e con inevitabili ricadute anche sugli Irs, gli indici di riferimento per i mutui a tasso fisso italiani.
Se l’Irs dovesse aumentare, quindi, anche i tassi dei nuovi mutui salirebbero. A riprova del fatto che questo sia uno scenario tutt’altro che remoto, già da qualche giorno è possibile notare come il mercato obbligazionario europeo (ad esempio l'Etf euro government bond 15-30yr) stia vedendo, trainato dai titoli di Stato americani, un aumento dei propri rendimenti, con i primi movimenti rialzisti anche per gli Irs.
Economia
Rifiuti, Carnimeo (Ecopneus): “Dallo sport alle...
"Negli anni raggiunti risultati straordinari che saranno confermati anche quest'anno"
Isolanti acustici e antivibranti per l'edilizia, asfalti 'modificati', arredo urbano. Negli anni Ecopneus, società senza scopo di lucro tra i principali responsabili della gestione di pneumatici fuori uso (i cosiddetti Pfu) ha raccontato e svelato i mille usi del riciclo della gomma. "Siamo qui ad Ecomondo per promuovere e ricordare le mille applicazioni di questa risorsa importante. Quest’anno abbiamo voluto concentrarci sulle applicazioni nello sport e abbiamo incontrato proprio le maggiori associazioni dello sport per parlare del percorso della sostenibilità", dice all'Adnkronos Giuseppina Carnimeo, direttore generale Ecopneus, ricordando il protocollo d'intesa siglato a luglio dal ministero dell’Ambiente e dal Coni "per spingere sulla sostenibilità dello sport".
Le superfici sportive sono infatti le principali applicazioni della gomma riciclata da pneumatico fuori uso. Ma non solo: "ad agosto di quest’anno è stato pubblicato il decreto ministeriale sui criteri ambientali minimi nelle infrastrutture stradali, criteri che premiano strade di lunga durata con minore impatto acustico e maggiore resistenza: tutte qualità e prestazioni che possono essere garantite dall’uso di polverino da gomma riciclata nel bitume e negli asfalti", spiega.
"Negli anni abbiamo raggiunto risultati importanti: nel 2023 una raccolta di 187.000 tonnellate di pneumatici fuori uso che significa anche aver contribuito ad evitare l’emissione di circa 300.000 tonnellate di CO2 e un risparmio di 81 milioni di euro in termini di importazioni di materie vergini. Sono risultati molto importanti in termini di sostenibilità ed economia circolare, risultati che raggiungeremo anche quest’anno. E abbiamo dato ancora una volta disponibilità al ministero dell’Ambiente per il 2024 per superare del 10% il nostro target. Purtroppo, ci sono delle quantità di pneumatici fuori uso che sfuggono alle attività di monitoraggio e controllo, ma noi siamo pronti ad intervenire con interventi urgenti con una pianificazione di attività logistica straordinaria", assicura Carnimeo.
Economia
Nissan, utile crolla del 90%: annunciati 9mila licenziamenti
Deludenti risultati primi sei mesi. L'Ad si taglia del 50% lo stipendio, rivista al ribasso guidance vendite e profitti
Dopo i gruppi automobilistici europei, anche Nissan deve fare i conti con risultati deludenti e vara un piano d'emergenza con una ristrutturazione che include la perdita di 9.000 posti di lavoro - pari a quasi il 7% percento della forza lavoro complessiva (133.580 a fine marzo) - e il taglio volontario del 50% dello stipendio per l'amministratore delegato Makoto Uchida. Il gruppo giapponese ha annunciato le misure dopo la diffusione dei risultati semestrali che hanno mostrato un leggero calo dei ricavi netti consolidati, diminuiti di 79,1 miliardi di yen a 5.980 miliardi (36,1 miliardi di euro), ma con un utile operativo crollato del 90%, da 303,8 a 32,9 miliardi di yen (195 milioni di euro), con un margine operativo dello 0,5%. L'utile netto è stato di 19,2 miliardi di yen. In calo nei primi sei mesi anche i volumi di vendita globali diminuiti a 1,6 milioni di unità.
Il gruppo sottolinea come la redditività è stata influenzata da maggiori spese di vendita e dagli sforzi di ottimizzazione dell'inventario, in particolare negli Stati Uniti: pesa sui risultati anche il rallentamento della Cina - dove Nissan non offre una gamma di veicoli elettrici come quella richiesta dal mercato e proposta dai costruttori locali - fattori che hanno spinto il gruppo a comunicare la volontà di ridurre la capacità produttiva globale del 20% nel tentativo di ridurre i costi fissi di 300 miliardi di yen e i costi variabili di altri 100 miliardi di yen. Le misure annunciate oggi prevedono anche la riduzione della quota di Nissan in Mitsubishi Motors che scende dal 34 al 24%.
Alla luce di questo scenario per la seconda volta nel 2024 Nissan ha rivisto la sua guidance, abbassando le sue previsioni di produzione per l'intero anno a 3,2 milioni di auto (era di 3,45 milioni) e tagliando le stime di utile operativo annuale del 70%, da 500 a 150 miliardi di yen. "Di fronte a una situazione grave, Nissan sta adottando misure urgenti per invertire la rotta e creare un'attività più snella e resiliente", ha affermato la società in una dichiarazione. "Questa è stata una lezione che dobbiamo imparare: non siamo stati in grado di stare al passo con i tempi", ha detto Uchida in una conferenza stampa a Tokyo. Il Cda di Nissan ha anche deciso la creazione di una nuova posizione, quella di Chief Performance Officer, che entrerà in funzione da dicembre, e che dovrà seguire la ripresa delle vendite e degli utili.
Economia
Clima: Guerri (Mase), rapporto Draghi può essere bussola...
La prossima apertura della Cop29 di Baku offre l’occasione di sottolineare che alcune politiche europee, per quanto giuste a livello regionale, non sono valide su scala internazionale perché penalizzano “la competitività e la capacità dell’Ue di essere un polmone di ricerca e nuove tecnologie per la transizione”. Così Alessandro Guerri, capodelegazione italiana alla Cop29 di Baku, in occasione del briefing stampa pre-Cop organizzato dal think tank italiano per il clima Ecco.
Il riferimento di Guerri, che è anche direttore generale per gli affari europei, internazionali e di finanzia sostenibile del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, è alle stringenti regole europee in materia di tassazione e contenimento delle emissioni, in particolare nell’ambito del trasporto marittimo e aereo sotto il sistema Ets e dei target di cattura e stoccaggio della CO2.
“La locomotiva non si può fermare”, continua, parlando di transizione ecologica; “assicuriamo il nostro impegno per tenere il punto sulle strategie più efficaci”. Visto che ricerca applicata, sviluppo e investimenti nell'industria sono elementi “strategici” per “traguardare l’obiettivo della transizione”, ragiona Guerri, è opportuno che il sistema-Europa si concentri sulla competitività a livello internazionale. In quest’ottica il rapporto in materia di Mario Draghi può agire da “bussola”.