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Ucraina, i soldati di Kim in guerra scoprono il porno: “Distratti dal web”

Molti militari sono giovanissimi: nessuno è mai uscito dal Regno Eremita, dove l'accesso al web è limitatissimo

Soldati in Ucraina - Afp

I soldati della Corea del Nord vanno in guerra per la Russia contro l'Ucraina e scoprono il porno online. Kim Jong-un ha inviato migliaia di uomini in Russia e li ha messi a disposizione di Vladimir Putin, che usa i militari di Pyongyang in particolare nella regione russa di Kursk, invasa dall'Ucraina all'inizio di agosto.

Al fronte, i soldati nordcoreani avrebbero scoperto una novità sostanzialmente ignora sinora: l'accesso al web e ai contenuti più o meno liberi. I militari, alcuni giovanissimi, avrebbero quindi navigato per la prima volta sui siti pornografici accessibili ad ogni latitudine. La notizia è riportata su X da una fonte affidabile: Gideon Rachman, giornalista e firma illustre degli esteri del Financial Times, si sofferma sul tema con un post sul suo profilo X.

"Una fonte solitamente affidabile mi dice che i soldati nordcoreani che sono stati dispiegati in Russia non hanno mai avuto accesso illimitato a Internet prima. Di conseguenza, si stanno abbuffando di pornografia", ha scritto Rachman.

Nelle ultime settimane, sono trapelate informazioni diffuse dall'intelligence sudcoreana e ucraina. In Russia sarebbero arrivati oltre 10mila soldati nordcoreani, smistati tra diverse basi per l'addestramento in vista dell'impiego in guerra. Nei giorni scorsi, Kiev ha fatto riferimento - senza fornire particolari - al primo scontro con i reparti asiatici, che avrebbero accusato già perdite ingenti.

Le unità messe a disposizione da Kim comprenderebbero elementi giovani, addestrati ma poco esperti e per nulla abituati all'azione in una guerra 'vera'. Nel Kursk, così come su tutto il fronte del conflitto russo-ucraino, Mosca fa ampio ricorso alla fanteria. I soldati nordcoreani consentono alla Russia di lanciare una controffensiva nel Kursk, per riconquistare il proprio territorio, senza scoprire altre zone sensibili del fronte, a cominciare dal Donetsk.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Trump presidente, Biden: “Gli ho assicurato...

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Il Presidente uscente: "Onorerò la costituzione, è quello che meritano gli americani. Non si può amare il nostro Paese soltanto quando si vince". E ringrazia Kamala Harris: "Ha dato tutta se stessa"

Joe Biden - Afp

Sarà un passaggio di consegne "pacifico e ordinato" quello tra Joe Biden e Donald Trump alla Casa Bianca, dopo il risultato netto delle elezioni americane che hanno consegnato la vittoria al tycoon.

Nel corso di un colloquio avuto con Donald Trump, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti in un discorso alla Nazione, "l'ho rassicurato sul fatto che darò istruzioni alla mia Amministrazione per una transizione pacifica e ordinata. E' ciò che meritano gli americani".

"Per oltre 200 anni, l'America ha portato avanti il più grande esperimento di autogoverno nella storia del mondo - ha ricordato Biden, parlando dal Giardino delle rose della Casa Bianca - Non è un'iperbole. È un dato di fatto", in un'America in cui "il popolo vota e sceglie i propri leader, e lo fa in modo pacifico. Siamo in una democrazia. La volontà del popolo prevale sempre”.

"Noi accettiamo la scelta che è stata fatta dal Paese. L'ho detto tante volte - ha ribadito - non si può amare il nostro Paese soltanto quando si vince. Non si può amare il tuo vicino solo quando sei d'accordo con lui. Non importa per chi si è votato, spero che possiamo vederci non come avversari ma come concittadini americani".

"Onorerò la costituzione ed il 20 gennaio ci sarà una transizione pacifica dei poteri in America", ha aggiunto in un passaggio successivo del suo intervento.

"Orgogliosi della campagna di Harris"

Biden ha poi speso parole anche per la vice presidente Kamala Harris, sconfitta dalla competizione elettorale: "Ha portato avanti una campagna che è stata fonte di ispirazione. Lei ha la scorza dura, ha un carattere forte, ha dato tutta se stessa e lei ed il suo team devono essere orgogliosi della loro campagna elettorale", ha scandito.

Quindi il ringraziamento al suo staff. "E' stata una presidenza storica non perché sono stato io il presidente ma per quello che avete fatto".

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Esteri

Ucraina-Russia, Zelensky: “No concessioni a Putin,...

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Il presidente ucraino a Budapest: "La Corea del Nord combatte in Europa. Faremo concessioni anche a Kim?"

Volodymyr Zelensky e Viktor Orban

Fare concessioni a Vladimir Putin sarebbe "inaccettabile" per l'Ucraina e "suicida" per l'Europa. Volodymyr Zelensky, presidente dell'Ucraina, ribadisce la propria totale opposizione ad aperture alla Russia. Il numero 1 di Kiev interviene a summit dell'Epc allo stadio Puskas di Budapest e le sue parole sono ovviamente dedicate alla guerra in corso da quasi 1000 giorni contro la Russia. Zelensky ha sempre bocciato ogni ipotesi relativa a sacrifici territoriali dell'Ucraina per porre fine al conflitto.

"La Corea del Nord combatte in Europa"

"Ci sono molte sfide - prosegue - dal nostro ultimo incontro in questo formato, la guerra in Russia si è intensificata in modo significativo. Ed è stata proprio la Russia a causare questa escalation. La Corea del Nord ora, di fatto, sta facendo la guerra in Europa. I soldati nordcoreani tentano di uccidere il nostro popolo sul suolo europeo".

"Dal vertice della Comunità Politica Europea svoltosi in Gran Bretagna a luglio - dice - si è parlato molto della necessità di cedere a Putin, di fare marcia indietro, di fare alcune 'concessioni'. E alcuni di voi qui presenti hanno fortemente sostenuto che l'Ucraina dovrebbe fare 'concessioni' a Putin. È inaccettabile per l'Ucraina e un suicidio per tutta l'Europa".

"E quale sarebbe il prossimo passo? L'Europa dovrebbe cercare il favore di Kim Jong Un, nella speranza che anche lui lasci l'Europa in pace?", chiede riferendosi alla presenza di migliaia di soldati nordcoreani nella regione russa di Kursk, che l'Ucraina ha invaso all'inizio di agosto.

"Chi abbraccia Putin sbaglia"

"Nessun leader forte che abbia contribuito a costruire un'Europa unita, forte e pacifica, si sarebbe neanche lontanamente immaginato di fare una cosa del genere. Il concetto di 'pace attraverso la forza' ha dimostrato più volte di essere realista ed efficace. Adesso serve, ancora una volta", aggiunge.

Abbracciare Putin, come "alcuni" leader europei fanno "da vent'anni", non aiuta, perché le cose non fanno che "peggiorare". "Ringrazio tutti voi - afferma - per il vostro sostegno all'Ucraina e al nostro popolo. Noi ci difendiamo non dalle parole russe, ma dagli attacchi russi. Pertanto, abbiamo bisogno di armi, non di sostegno nei colloqui. Gli abbracci con Putin non aiuteranno. Alcuni di voi lo abbracciano da 20 anni e le cose non fanno che peggiorare. Pensa solo alla guerra: non cambierà. Solo la pressione può mettergli dei limiti".

"Non ci dovrebbe essere - continua - l'illusione che, mostrando debolezza o svendendo alcune posizioni europee o la posizione di qualsiasi Paese europeo, si possa comprare una pace giusta. Semplicemente non funziona così".

"La Russia - evidenzia - ha iniziato questa guerra non perché avesse bisogno di più territorio. La Russia ha più terra di chiunque altro. Volevano il potere globale, a cominciare dal controllo sull'Ucraina e poi su tutti voi, come facevano una volta sotto il dominio sovietico o imperiale. Budapest ricorda com'erano i carri armati sovietici. Le città ucraine non dimenticheranno le bombe russe. E proprio come Budapest, ogni città dell'Ucraina e tutti i nostri Paesi meritano sicurezza e pace", conclude.

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Esteri

Elezioni Usa, Litvak: ”Trump pensa solo a sé stesso e...

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Il professore dell'Università di Tel Aviv preoccupato per la ''decisione pericolosa e assurda'' di rimuovere Gallant, che dimostra che Netanyahu non vuole la fine della guerra

Elezioni Usa, Litvak: ''Trump pensa solo a sé stesso e non aiuterà Israele come Biden''

Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ''non sarà generoso come Joe Biden nel fornire aiuti a Israele''. Perché ''pensa solo a se stesso, figuriamoci se pensa a Israele''. Lo ha dichiarato Meir Litvak, professore di storia del Medio Oriente, commentando con l'Adnkronos l'esito delle elezioni americane e l'effetto della vittoria di Trump sul Medio Oriente. ''Sono preoccupato per la vittoria di Trump. Non mi fido di lui'', ha affermato Litvak. L'esperto riflette sulle promesse fatte dal candidato repubblicano in campagna elettorale: ''Dice che porrà fine alla guerra in fretta, come? Qual è la sua visione? Non credo che sarà generoso come Biden nel fornire aiuti a Israele''.

Le preoccupazioni di Litvak riguardano anche l'approccio che la nuova Amministrazione americana avrà rispetto all'aggressione russa dell'Ucraina. ''Temo che Trump venderà l'Ucraina alla Russia e questo avrà conseguenze molto negative per la nostra regione'', ha avvertito Litvak.

Lo storico ha inoltre definito una ''decisione assurda e molto pericolosa'' quella di sollevare dall'incarico di ministro della Difesa di Israele Yoav Gallant. Una mossa che dimostra che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ''non vuole porre fine alla guerra'' nella Striscia di Gaza e in Libano e ''dà la precedenza ai suoi interessi personali''. Una decisione che, sul fronte interno di Israele, potrebbe portare alla ''rimozione del procuratore generale'', aprendo così la strada a nuove contestazioni sociali.

''Ritengo che la decisione'' di rimuovere Gallant ''sia insensata e molto pericolosa'', afferma Litvak sottolineando che ''prima di tutto dimostra che, anche nel mezzo di una guerra difficile, Netanyahu dà la precedenza ai suoi interessi personali egoistici su ogni altra considerazione''. Ma non è solo questo. Secondo l'esperto, la decisione di Netanyahu è ''irragionevole'' anche perché ''rimuove una persona esperta e capace e la sostituisce con un leccapiedi che non ha esperienza in questioni di sicurezza e non ha avuto successo nei suoi precedenti incarichi ministeriali''. Ovvero Israel Katz, già ministro degli Esteri, la cui nomina è stata contestata da migliaia di israeliani scesi in piazza la stessa notte dell'annuncio dato da Netanyahu e ancora ieri sera, per la seconda manifestazione in meno di 24 ore. Numerose anche le petizioni presentate all'Alta Corte, alla quale è stato chiesto di intervenire, e le contestazioni dei politici di opposizione.

In politica estera, oltre che interna, la sostituzione di Gallant con Katz ''significa che Netanyahu sarà l'unica persona che prenderà decisioni su qualsiasi questione, senza che nessuno offra una visione o una prospettiva diversa''. Descritto da Litvak come ''un adulatore, un ruffiano'', il nuovo ministro della Difesa ''Katz avrà molto poco rispetto o autorità rispetto al comando militare''.

Diverso, invece, era lo spessore di Gallant che ''ha sottolineato varie debolezze nella nostra strategia, ad esempio pensando al 'giorno dopo' di Hamas'' per la Striscia di Gaza, spiega l'analista. Inoltre aveva evidenziato ''la nostra mancanza di obiettivi strategici in Libano''. Per cui, prosegue Litvak, ''rimuoverlo significa che Netanyahu intende portare avanti la sua linea il più possibile, che non vuole porre fine alla guerra''. Inoltre, allontanare Gallant potrebbe essere solo un primo passo di un disegno più ampio. ''Rimuovere Galant potrebbe essere un passo avanti verso la rimozione del Procuratore generale e per consentire alla corruzione di regnare sovrana'', avverte l'esperto. ''Felice'', di questa mossa, è invece il ministro per la Sicurezza nazionale Itamar ''Ben Gvir perché crede che il sogno del suo partito di cacciare i palestinesi da Gaza e costruire lì insediamenti ebraici si realizzerà''.

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