Accordo Fondazione Lazio-Dap per attività sportive e formative nelle carceri
L’intesa, siglata dal capo del Dap Giovanni Russo e dalla presidente della Fondazione Cristina Mezzaroma, prevede l’avvio di una serie di attività a beneficio della popolazione reclusa negli istituti penitenziari del Lazio
Coinvolgere i detenuti in un percorso di carattere sportivo e formativo finalizzato anche a migliorare la socializzazione all’interno degli istituti. È questo l’obiettivo dell’accordo di collaborazione fra Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Fondazione S.S. Lazio 1900, sottoscritto oggi al S.S. Lazio Training Center di Formello (Rm). L’intesa, siglata dal capo del Dap Giovanni Russo e dalla presidente della Fondazione Cristina Mezzaroma, prevede l’avvio di una serie di attività a beneficio della popolazione reclusa negli istituti penitenziari del Lazio da realizzarsi attraverso il coinvolgimento di atleti, ex atleti ed esponenti della Polizia Penitenziaria. Insieme a loro, anche professionisti appartenenti a staff tecnici di diverse discipline sportive messi a disposizione dalla Società Sportiva Lazio che, con 88 sezioni sportive, circa 10mila atleti iscritti e 400 tecnici, è la società polisportiva più grande e antica d’Europa.
Le attività sportive dei detenuti saranno inoltre integrate da una serie di incontri formativi con docenti di diritto e di diritto dello sport, medici e paramedici. Il programma punta a incidere positivamente sulla socializzazione interna agli istituti e, al tempo stesso, a fornire loro le giuste motivazioni per la risocializzazione una volta usciti dal carcere. Una apposita cabina di regia, composta da rappresentanti dell’Amministrazione Penitenziaria e della Fondazione, monitorerà regolarmente l’andamento del programma, lo svolgimento e lo sviluppo delle attività.
“Lo sport, insieme al lavoro -afferma il responsabile del Dap Giovanni Russo- costituisce la più importante leva per favorire la rieducazione e il reinserimento del detenuto nella società. Come Dipartimento abbiamo sottoscritto fin qui numerosi accordi finalizzati sia alla promozione dell’attività sportiva e motoria in generale, sia alla diffusione fra la popolazione reclusa dei principi che sottendono alla cultura sportiva. Ringrazio la Società Sportiva Lazio per aver voluto condividere i nostri stessi obiettivi”.
La presidente della Fondazione S.S. Lazio 1900 Cristina Mezzaroma ha espresso la sua soddisfazione per il protocollo appena firmato: "La Fondazione S.S. Lazio 1900 è onorata di aver sottoscritto questa intesa di collaborazione con il Dap. Sentiamo la responsabilità di dover essere all'altezza del progetto, visto che è la prima volta che il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria volge lo sguardo verso una società sportiva o ad una Fondazione legata ad essa. Siamo altrettanto consapevoli di poter svolgere al meglio il nostro compito, in quanto la Fondazione, con le sue molteplici sezioni, e la S.S. Lazio calcio, in particolare, sono da sempre in prima linea nella formazione, educazione e trasmissione dei valori umani, come il rispetto, da sempre rappresentati dai colori biancocelesti".
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Neymar, giallo in Arabia: un tifoso gli sfila un anello e...
L'attaccante brasiliano non sta vivendo un gran periodo in Saudi League
Giallo in Arabia Saudita. Nelle scorse ore è diventato virale un video che ritrae Neymar, attaccante brasiliano oggi all'Al Hilal, perplesso dopo che uno spettatore gli avrebbe sfilato un anello dalla mano. Il tutto è accaduto a margine dell'ultima partita di Champions League asiatica, vinta dalla squadra saudita per 3-0 contro gli iraniani dell'Esteghlal. Mentre si preparava a entrare in campo per il riscaldamento Neymar alza la mano per dare il cinque ad alcuni tifosi sulle tribune, con uno di loro che sembra sfilargli dal dito un anello. Neymar si guarda la mano e si volta verso gli spalti piuttosto perplesso.
🚨 AHORA: Medios #ArabiaSaudita informan que un aficionado le robó un anillo a #NeymarJr mientras ingresaba al campo de juego con el #AlHilal y lo puso a la venta por € 14.792,69. M#Neymar #LigaSaudi pic.twitter.com/zkokb1STfl
— Santiago Ravidlas (@SantiRavidlasPy) November 7, 2024
Indiscrezioni arrivate dal Brasile riportavano come il tifoso avesse poi rivenduto lo stesso anello ricavandone circa 15 mila euro. La notizia è stata però smentita dall'ex giocatore di Barcellona e Psg, che ha attaccato i media brasiliani: "Stanno impazzendo! Ci sono state tre notizie false questa settimana. Diffondono bugie. Questo rende le cose difficili... è una vergogna che il Brasile mi tratti così", è stato il messaggio, piuttosto piccato, condiviso sui propri profili social.
La presunta disavventura va ad aggiungersi a un periodo non certo fortunato per Neymar in Arabia Saudita. Nonostante l'ingaggio dorato, da circa 320 milioni in due anni, il brasiliano si è visto pochissimo in campo e proprio nell'ultima partita è caduto nell'ennesimo infortunio.
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Milan, Fonseca: “Camarda titolare contro il...
Il tecnico portoghese ha annunciato la grande novità di formazione in conferenza stampa
Il tecnico del Milan Paulo Fonseca ha parlato in conferenza stampa, alla vigilia della sfida di campionato contro il Cagliari. Tra i temi toccati le novità di formazione, con la sorpresa Camarda tra i titolari per sostituire l’infortunato Morata: “Giocherà lui al posto di Abraham e per me non è sorprendente. Lavora tutti i giorni con noi. Tutti nel club credono in lui, lavora bene e capisce bene il ruolo. Per me i giocatori non hanno età, hanno qualità. E lui dimostra tutti i giorni che ha qualità”.
Camarda titolare
“Morata – ha chiarito Fonseca - in questo momento ha un ruolo molto specifico, non è sempre un attaccante, ma tante volte è un giocatore che sblocca le linee di passaggio. Penso che Camarda in questo momento sia più pronto di Abraham per fare questo ruolo. Io ho fiducia totale in Camarda. Si è allenato molto bene. Ha l'età che ha, ma ha una maturità molto grande. Ha coraggio, lavora tanto per la squadra difensivamente. Ieri abbiamo avuto questo problema di Morata. Non ho avuto un solo dubbio su chi avrebbe dovuto giocare domani". Il tecnico è tornato anche sull’infortunio del centravanti spagnolo, commentando le parole del ct della Spagna: "De la Fuente ha detto che Alvaro giocherà la prima o la seconda partita in nazionale? Non so come abbia detto queste cose, so che c'è un protocollo. Dopo una contusione alla testa il giocatore deve fermarsi 10 giorni. Io ho l'indicazione che il giocatore per 10 giorni deve fermarsi. È il protocollo, non è un'opzione, non so come possa dire questo".
Anche Leao dal 1'
Tra i titolari si rivedrà anche Leao: “Rafa giocherà. Ha fatto una buona partita con il Real. Io ho detto che poteva fare anche meglio e fare alcune scelte migliori. Dobbiamo capire tutti che sarà una partita totalmente diversa per lui però, con marcatura individuale, senza lo spazio avuto a Madrid. Mi aspetto che possa stare allo stesso livello. Ho cercato di avere una strategia con lui, magari non è stata la migliore. Ora ho adottato un'altra strategia che pare avere avuto effetto, ma non ho mai avuto problemi. Ha avuto una reazione, che è quello che voglio. Mi aspetto che continui così”. La grande vittoria al Bernabeu si aggiunge al successo nel derby contro l’Inter: "Possiamo avere diverse spiegazioni. In primis devo dire che questo tipo di partite sono una grande motivazione per i giocatori. Se possiamo dire la verità i giocatori affrontano queste partite più motivati che le altre partite. E per questo sono più preoccupato oggi per il Cagliari che prima della partita con il Real. Quando si gioca contro squadre come il Real, il peggio che può succedere è non avere coraggio perché c'è tanto spazio. Le squadre quando giocano queste partite vanno con un po' di paura e pensano a difendersi. Ma ai giocatori dico che c'è spazio, che possiamo fare le nostre cose e poi si prende fiducia. In questo tipo di partita abbiamo spazio per giocare”.
Il rapporto con i tifosi
Fonseca ha parlato anche del rapporto con i tifosi: “Se ora mi vogliono bene? È normale. Per me non è cambiato niente, io devo seguire la strada in cui credo. Non è che cambio perché ho vinto con il Real, devo essere sempre equilibrato. Io non guardo niente, continuo così per la mia strada”. Poi, un’altra considerazione sulla predisposizione europea della squadra: "Siamo da coppa? Onestamente non ho pensato a questo, ma mi piace. Mi piace anche che la squadra capisca che qui in Italia è la priorità. Dobbiamo avere lo stesso atteggiamento, lo stesso coraggio per vincere partite qui. Per me, la Serie A è la priorità. Abbiamo giocato sempre bene contro grandi squadre, dobbiamo farlo anche contro le altre. Questa è la mia preoccupazione".
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Domenica parte il Vendée Globe, la regata più dura. Un solo...
Breve storia dell"Everest della vela", giro del mondo in solitaria e senza assistenza. E ora ci sono anche le barche con i foil
Domenica prossima parte la decima edizione del Vendée Globe, la regata più dura del mondo unanimemente definita "l'Everest della vela" per le sue straordinarie difficoltà di portarla a termine. Un giro del mondo in solitaria, senza scalo e con il divieto di assistenza pena l'esclusione dalla gara, ma -diversamente dai tempi analogici- con l'unico sollievo di strumentazioni di ultima generazione e facoltà di comunicazione che i pionieri neanche potevano sognare. Quaranta gli skipper iscritti, con la maggioranza schiacciante composta dai 27 francesi. Sei le donne, e un solo italiano al via, il fiorentino Giancarlo Pedote sul Prysmian con cui aveva ottenuto l'ottavo posto nell'edizione precedente, miglior piazzamento di sempre per un azzurro. Ora il Prysmian, opportunamente "ristrutturato", riparte per l'avventura sportiva più dura che ci sia, con passaggi tra i 40 ruggenti e i 50 urlanti, le latitudini più estreme e il passaggio tra i tre leggendari capi: Horn in Sudamerica, Buona Speranza in Africa e Leeuwin in Australia.
La partenza è come di consueto da Les Sables d'Olonne, in Vandea, le barche hanno seguito l'evoluzione della nautica d'altura da competizione e, a partire dal 2016, alcune di esse navigano sui foil che il grande pubblico ha imparato a conoscere con l'America's Cup: sulla linea di partenza del Vedée 2024-2025 ci saranno 12 scafi di nuova generazione insieme alle barche senza appendici, ma naturalmente anch'esse progettate per planare non appena possibile anche su onde alte come palazzi. Di seguito una breve storia della regata.
Vent’anni dopo la leggendaria e unica Golden Globe Race del 1968, la prima circumnavigazione a vela per solitari, nove partiti e uno solo arrivato a Falmouth, in Inghilterra, il francese Philippe Jeantot vara l’idea di una nuova regata intorno al mondo, ma senza la possibilità di scendere a terra tra la partenza e l’arrivo: nasce il Vendée Globe Challenge, e la sua casa è subito una cittadina sulla costa atlantica francese, regione della Vandea: Les Sables d’Olonne. Da qui si parte e qui si arriva, dopo aver percorso 25.000 miglia (circa 45.000 chilometri), lasciando a sinistra il Capo di Buona Speranza, il Capo Leeuwin, il Capo Horn e aggirando l’Antartide. Il 26 novembre 1989, tredici velisti partono per la prima edizione, durata oltre tre mesi, ma solo sette la concludono. Vince Titouan Lamazou in 109 giorni e 47 minuti.
La seconda edizione (1992-93) ha 15 iscritti, ancora 7 arrivati e purtroppo ben due dispersi in mare (Mike Plant e Nigel Burgess). Tra i partecipanti il primo italiano: è Vittorio Malingri con il Moana 60 Everlast, costretto al ritiro nel Pacifico per la rottura di un timone. Il primo sul traguardo è Alain Gautier in 110 giorni. Nella terza (1996-97) ancora 15 iscritti, 6 arrivati, 9 ritirati e ancora un disperso, Gerry Roufs. Vince Christophe Auguin in 105 giorni.
Nell’edizione 2000-2001 sono al via 24 solitari e due italiani. Vince Michel Desjoyeaux in 93 giorni davanti all’inglese Ellen MacArthur, prima donna sul podio. Simone Bianchetti è 12°, Pasquale De Gregorio 15° in 158 giorni, ultimo sul traguardo è accolto da una folla di 20.000 appassionati. E’ l’edizione che consolida il mito del Vendée Globe. Nel 2004-2005 vince Vincent Riou in 87 giorni, 20 iscritti e 9 ritirati. Le barche sono sempre più veloci e simili, i primi tre arrivano staccati di poche ore tra loro. Nel 2008-2009 (30 iscritti, record di ritirati, ben 19) vince ancora Michel Desjoyeux in 84 giorni. Si arriva al 2012-2013, i partecipanti scendono a 20, in 11 concludono la gara, tra questi l’italiano Alessandro Di Benedetto, ultimo in 104 giorni, popolarissimo in Francia perché due anni prima ha fatto lo stesso giro su un barchino di soli 6 metri, un record. Il vincitore Francois Gabart è il primo a scendere sotto gli 80 giorni (78). Quattro anni dopo, 2016-2017, 29 partecipanti e 19 arrivati, Armel Le Cleac’h abbassa ancora il tempo vincendo in 74 giorni. E’ l’edizione in cui fanno la comparsa i primi foil montati su barche oceaniche.
Nel 2020-2021, record di iscritti (33), in 25 concludono la regata. Primo sulla linea è Charlie Dalin (80 ore e 6 ore), ma il vincitore è Yannick Bestaven (80 giorni e 3 ore) grazie all’abbuono di 10 ore per una deviazione di rotta in soccorso a un concorrente rovesciato. Giancarlo Pedote è il quinto italiano a correre il Vendée e fa segnare il miglior risultato: è 8° in 80 giorni e 22 ore, appena 19 ore dal primo.
L’edizione 2024-2025 è la decima e batte il record di iscritti con 40 skipper al via. Tra essi c’è ancora Giancarlo Pedote, alla sua seconda partecipazione.