Bellucci (Fdi): “Governo Meloni ha raggiunto record importanti sull’occupazione”
Il Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali è intervenuta, ad Andria, nel corso del convegno “Prima le idee- Ritorno al futuro”, organizzato dal gruppo parlamentare della Camera di Fratelli d’Italia
Maria Teresa Bellucci (Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali) è intervenuta, ad Andria, nel corso del convegno “Prima le idee-Ritorno al futuro”, organizzato dal gruppo parlamentare della Camera di Fratelli d’Italia. Il Viceministro, che ha preso parte al panel dal titolo “Dai sussidi al lavoro. L’Italia torna a correre”, ha dichiarato: "Il Governo Meloni ha stabilito, come anche Mattarella ci ha riconosciuto, dei record importanti. In primis quelli che riguardano i titoli di Stato, ma non solo. Abbiamo raggiunto il record di occupazione e il record di occupazione femminile, abbiamo risollevato l’occupazione nel mezzogiorno, che oggi cresce a ritmi superiori alla media nazionale e dell’Italia settentrionale. Il gap è ancora grande, ma indubbiamente il puntare sulle risorse che ci sono in Italia permette di agire sulla leva dello sviluppo e della crescita".
"Odiare il lavoro è il modo peggiore per affrontare il problema della povertà, mentre amarlo significa credere nelle persone, favorire la nascita di liberi pensatori che possono e debbono partecipare alla crescita dell’Italia. Noi certamente non abbiamo puntato su misure che mirassero al mero assistenzialismo, ma anzi abbiamo voluto cambiare il paradigma puntando sul lavoro, sull’inclusione sociale e lavorativa di giovani e donne e, in modo particolare, sul sud per i suoi enormi margini di crescita. Ciò di cui non si è parlato per troppi anni non è ciò che non si può fare, ma ciò che non si è voluto fare, una logica figlia di un assistenzialismo esasperato che rende schiave e dipendenti le persone dagli aiuti di Stato e dai sussidi. Noi lavoriamo per politiche sociali diverse, per cambiare il paradigma, favorendo un’alleanza tra Istituzioni privato sociale e privato, ascoltando tutti e riconoscendo il lavoro di tutti. Nel DL coesione, per esempio, ci sono quasi 3 miliardi messi a disposizione non solo per il lavoro dipendente, che pure abbiamo sostenuto in diverse maniere, ma anche per dare supporto all’auto imprenditoria, favorendo le nuove competenze. Noi siamo le idee che abbiamo e certamente nelle nostre idee viene prima il lavoro, perché è libertà".
"Mi auguro che tutte le nazioni in Europa possono crescere, perché attraverso la crescita delle nazioni avviene la crescita dell’Europa stessa. Non dobbiamo avere paura di Trump, ma dobbiamo preoccuparci e occuparci di avere una stabilità, una crescita e un’autodeterminazione per la nostra Europa. Autosostentarci, autoaffermarci e poter partecipare a livello internazionale alle scelte decisionali, la nostra stabilità e forza ci dà credibilità; mi auguro che tutte le nazioni possano acquisire maggiore spazio di crescita. L’Italia ha una grande responsabilità in tal senso, perché gli interlocutori stranieri stanno riconoscendo a Giorgia Meloni una leadership importante e stabile. Le persone e le comunità devono essere al centro delle politiche di sostenibilità. È per questo che potremmo lanciare e usare un nuovo vocabolario che metta al centro le persone e i bisogni della gente, al Green Deal rispondere con il Social Deal. È una questione di semplice buon senso, che in passato è stata troppo spesso negata sia in Italia che in Europa".
Economia
Giustizia, task force Ministero-Università incrementa...
Il progetto UPP-Task Force ha coinvolto 56 atenei e 162 Uffici Giudiziari
Competenze, innovazione tecnologica e formazione sono i tre capisaldi dell’UPP-Task Force, il progetto realizzato dal Ministero della Giustizia, Dipartimento per l’innovazione tecnologica della giustizia - Direzione generale per il coordinamento delle politiche di coesione per favorire una sinergia vincente tra gli Uffici Giudiziari e le università nell’ambito dell’obiettivo “Miglioramento dell’efficienza e della qualità delle prestazioni del sistema giudiziario” del Pon Governance e Capacità Istituzionale 2014-20. I risultati del progetto, si legge in una nota, sono stati illustrati mercoledì scorso a Roma in occasione di un evento organizzato dal Ministero della Giustizia, cui hanno partecipato, tra glia altri: Andrea Ostellari, Sottosegretario alla Giustizia; Ettore Sala, Capo Dipartimento per l’innovazione tecnologica per la giustizia; Gaetano Campo, Capo Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi; Gabriella De Stradis, Direttore Generale per il coordinamento delle politiche di coesione.
Il progetto mira alla diffusione dell’Ufficio per il Processo (UPP) e all’implementazione di modelli innovativi per gli Uffici Giudiziari. È stato realizzato coinvolgendo università pubbliche in forma singola o associata in 6 macroaree territoriali che hanno coperto l’intero territorio nazionale. Sei i progetti ammessi a finanziamento, realizzati dal mese di aprile 2022 fino a settembre 2023, per un investimento complessivo di oltre 51 milioni di euro. Ciascun intervento fa riferimento a un Ateneo capofila (rispettivamente nelle città di Torino, Bologna, Viterbo, Napoli, Bari, Palermo) con un tasso di partecipazione pari all’85% degli Atenei statali in partenariato con le Università capofila.
“In questi ultimi anni, il Ministero della Giustizia ha intrapreso un percorso di rinnovamento, mirando con determinazione al conseguimento dell’efficienza e dell’innovazione del sistema giudiziario, traguardi fondamentali per la riforma in corso nel nostro Paese - ha ricordato Sala - Il progetto UPP-Task Force ha contribuito a stimolare il percorso di transizione digitale della Giustizia tramite la sperimentazione congiunta, tra Uffici Giudiziari e centri di ricerca, di iniziative sperimentali in tema di digitalizzazione, volte a sopperire a specifici fabbisogni espressi dagli stessi uffici giudiziari, tra cui: l’uso di strumenti digitali di supporto all'attività istruttoria; l’uso di strumenti digitali di supporto all’attività decisoria; raccolta degli indirizzi giurisprudenziali e alimentazione di banche dati giurisprudenziali; Strumenti digitali di court management. Il progetto UPP-Task Force ha contribuito e potrà continuare a contribuire anche dopo la chiusura delle attività attraverso l’utilizzo degli output rimasti a disposizione degli Uffici Giudiziari”.
Il contributo da parte del mondo accademico è stato rilevante ai fini della realizzazione della Task Force, poiché ha riguardato complessivamente 56 atenei, 666 assegnisti e 790 borsisti di ricerca a supporto di 170 Uffici Giudiziari, considerando anche Tribunali per i Minorenni e Procure. La parte formativa, “cuore pulsante” del progetto proprio perché destinata a strutturare negli anni a venire i risultati raggiunti, ha contribuito alla definizione ed introduzione di nuovi modelli per la gestione delle pratiche che hanno interessato 162 Uffici Giudiziari. Sempre nel settore della formazione, ulteriore novità riguarda la possibilità di creare nuovi profili professionali altamente specialistici. I risultati ottenuti alla conclusione del percorso rappresentano un bagaglio significativo sia in termini di formazione e preparazione specialistica sia in termini di creazione di modelli innovativi: 86 sono state le iniziative collegate alla formazione, 225 i modelli organizzativi creati e adottati, 171 gli strumenti di supporto digitale introdotti per facilitare la lavorazione dei fascicoli e prevenire blocchi e ostacoli gestionali.
“Il capitale umano rappresenta una risorsa fondamentale per l’efficacia e l'efficienza del sistema giudiziario. Investire sul fattore organizzativo, in particolare attraverso l'Ufficio per il Processo, significa in primo luogo migliorare la gestione delle risorse umane, combinando competenze e capacità di diverse figure professionali e razionalizzando i carichi di lavoro - sostiene Gaetano Campo, Capo Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi - L'implementazione di modelli organizzativi innovativi e la formazione del personale giudiziario sono ulteriori elementi chiave per garantire un servizio di giustizia più rapido ed efficace. Questo approccio integrato non solo valorizza il capitale umano ma promuove anche una cultura organizzativa orientata all'innovazione e alla qualità delle prestazioni”.
Sei le azioni su cui si sono concentrati gli interventi: dalla maggiore integrazione tra sistema giudiziario e mercato del lavoro al potenziamento del rapporto tra università e tirocini formativi in ambito giudiziario, passando per una maggiore offerta post lauream in funzione delle necessità degli uffici del processo. Ridefinizione dell'organizzazione negli uffici, affinamento delle competenze specifiche del personale amministrativo, supporto a digitalizzazione e innovazione tecnologica e definizione di strategie procedurali e organizzative nel civile, le altre aree di intervento.
A conclusione del percorso, la Direzione generale per il coordinamento delle politiche di coesione ha previsto un’indagine conoscitiva per un bilancio complessivo dei progetti finanziati che ha interessato le Università capofila e partner e gli Uffici Giudiziari destinatari delle attività, i quali hanno espresso le proprie valutazioni sull’esperienza. Per le Università è infatti risultato evidente quanto sia importante aggiornare l’offerta formativa, introducendo nuovi corsi e intensificando la sinergia con l’amministrazione pubblica e gli ordini professionali. Mentre gli Uffici Giudiziari hanno evidenziato l’importanza dei progetti realizzati.
“L’indagine è stata realizzata dalla Direzione Generale per il coordinamento delle Politiche di coesione in qualità di Organismo Intermedio del Pon Governance e capacità istituzionale 2014-2020 con la finalità di acquisire elementi conoscitivi di tipo qualitativo sui progetti UPP-Task Force - ha spiegato De Stradis, Direttore Generale per il coordinamento delle politiche di coesione - Tra gli obiettivi principali: identificare e analizzare i risultati raggiunti dai progetti e raccogliere proposte rispetto a eventuali iniziative analoghe da realizzare in futuro. È significativo come l’indagine sia stata realizzata proprio nell’ambito del PON Governance. Difatti, considerate le motivazioni alla base della scelta, ovvero 'rendere conto' a stakeholder e cittadini circa le attività svolte e 'apprendere' dall’esperienza realizzata, può essere considerata un esempio di rafforzamento della capacità amministrativa e istituzionale nella gestione complessiva dei progetti, in coerenza con la strategia complessiva del Programma. L’approccio sperimentato in occasione del progetto UPP-Task Force potrà, quindi, essere replicato nell’ambito di altri progetti comunitari e nazionali”, ha concluso.
Un’ulteriore dimostrazione di come la creazione di una sinergia fra l’Amministrazione giudiziaria e il mondo accademico abbia rappresentato un positivo catalizzatore di competenze ed esperienze, segnando la via lungo cui procedere per continuare a innovare il 'sistema Giustizia'. “Università e Giustizia sono due componenti fondamentali per lo sviluppo di un Paese: le Università sono alla base del progresso scientifico, tecnologico, culturale, sociale ed economico, mentre la Giustizia ha il compito di garantire che questo progresso avvenga nel rispetto delle regole proprie di uno Stato di diritto - ha osservato lOstellari - In Italia la collaborazione tra Giustizia e Università è stata già sperimentata nell’ambito del sistema giurisdizionale, ma attraverso il progetto UPP-Task Force, il Ministero della Giustizia ha voluto rilanciare un modello di miglioramento del sistema di governance basato sulla collaborazione tra Uffici Giudiziari e Università, - ha proseguito OStellari - dimostrando come quest’ultima possa essere stimolata, sviluppata e rafforzata lungo tre dimensioni. Una prima dimensione 'territoriale', intesa in termini di numero di attori e di distretti giudiziari coinvolti; una dimensione “strategica”, intesa come integrazione e diversificazione di competenze e strumenti a supporto dell’apparato giudiziario; e una dimensione “temporale”, intesa come la capacità di creare collegamenti che abbiano ricadute anche nel medio termine. Ora l’obiettivo comune sarà passare dalla collaborazione a un’effettiva sinergia tra Università e Uffici Giudiziari come la giornata di oggi ci ha dimostrato essere possibile”, ha concluso.
Economia
Moby: “Collegamenti con Isola Elba rappresentano...
Sono 60 anni che, Navarma prima, e ora Moby collega l’Isola d’Elba con il continente. Insieme a Toremar diamo lavoro a centinaia di persone dell’Elba, senza considerare l’indotto. "Un residente per il passaggio paga a Toremar 3,88 euro e a Moby 4,10 euro, poco più della metro a Milano. Eppure - sottolinea Moby in una nota - è opinione diffusa che il costo del traghetto inibisce la continuità territoriale per i residenti. Se facciamo una media tra le due compagnie, circa 4 euro a residente, sono necessari 500 residenti a partenza per pagare le spese per una sola corsa da Piombino o da Portoferraio e viceversa. Infatti una sola corsa conta, al minimo della media, 2.000 euro di costi operativi".
D’inverno, rileva Moby, "tra le due compagnie, 500 residenti non li trasportiamo in un giorno intero, non in un’unica partenza. Per Moby i collegamenti per l’isola d’Elba rappresentano una perdita milionaria l’anno, coperte dai ricavi delle altre linee Moby al di fuori del perimetro Elba. Certamente non si può chiedere ad una Compagnia privata di esercire una linea in perdita economica".
La Toremar, considerata la sovvenzione, "chiude i bilanci con utili risicati. Esiste in materia di collegamenti marittimi una diffusa ignoranza. L’Elba è certamente l’isola italiana che ha la maggior frequenza di collegamenti con il continente nel nostro Paese, anche oggi, a regime invernale, ridotto a 13 partenze al giorno da Piombino a Portoferraio, e viceversa, fra tutte le compagnie".
Economia
Manovra, Manca (Pd): “Abbandona imprese e uccide...
Con la manovra il governo "lascia sole le imprese" già colpite dal forte calo della produzione e "aggredisce e uccide i servizi pubblici" mettendo a rischio il sociale e la sicurezza. Così in un'intervista all'Adnkronos il senatore Pd Daniele Manca commenta il ddl sulla scia delll'audizione di ieri del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti in Parlamento.
Parlamentare di lungo corso della commissione Bilancio a Palazzo Madama, secondo Manca "il punto più debole del provvedimento è l'assenza di politiche economiche ed industriali, di un'idea sviluppo, tanto più che il paese si trova davanti ad una situazione di forte calo della produzione industriale nell'ordine del 4% su anno, oltre alla contrazione in Germania e al rischio di dazi da parte degli Usa con la presidenza di Donald Trump".
Con questa situazione, incalza, "sarebbe stato necessario aprire una stagione di confronto su salari e produttività con tutti i corpi economici e invece si continua a pensare di farcela senza nessun incontro, patto sociale o piano sviluppo". Per Manca in particolare "delude la risposta di Giorgetti in audizione secondo il quale 'le politiche industriali le fanno gli imprenditori e lo Stato può aiutare'". Invece "di un patto per capire come sostenere i cambiamenti , si lasciano gli imprenditori nella solitudine e si fanno operazioni di mera ragioneria che a questo punto - dice il senatore provocatoriamente - può fare la Ragioneria generale ma le aziende ci chiedono politiche industriali".
Secondo 'vulnus' della manovra secondo l'esponente Pd sono poi i tagli indiscriminati alla spesa pubblica che mettono a rischio servizi e sociale. "Se mettiamo il blocco del turnover la pa sarà sempre meno efficiente, inoltre i tagli mettono a rischio sicurezza, trasporti (servirebbe 1 mld e invece ci sono 100 milioni) ma anche le politiche sociali dei Comuni che a causa dei tagli dovranno ridurre i servizi, come l'infanzia".
Tutt'altro interventismo invece sul fronte fiscale da parte del governo, dice sarcastico il senatore. "Sul fisco invece sono velocissimi e spregiudicati a lavorare con concordati e ravvedimenti che con il tempo demoliscono i pilastri del sistema fiscali che sono la fedeltà e progressività". Il tutto con rischio di "grandi errori" nelle stime perché "io temo che nel lungo periodo il gettito sarà calante ma questo governo pensa al consenso immediato e far cassa nel breve periodo", conclude Manca.