Georgia: l’ombra di Ivanishvili sulle elezioni, gli interessi del tycoon coincidono con quelli di Mosca
Bidzina Ivanishvili non è più Premier e neanche deputato. Ma con il suo Sogno georgiano e il patrimonio - valutato in 7,6 miliardi di dollari, un quarto del prodotto interno lordo della Georgia - continua a essere l'ombra che si proietta sul Paese in cui si vota sabato. L'oligarca di 68 anni che tutti in Georgia chiamano "Bidzina" è sceso in campo nel 2012, accolto a braccia aperte dalla comunità internazionale che aveva invece sostenuto Mikhail Saakashvili nei suoi primi anni al potere.
Un terzo dei georgiani continua a sostenere Sogno georgiano - nome derivato da un brano rap del figlio del tycoon, Bera - che rimane il partito più popolare, malgrado la svolta filorussa impressa alle sue politiche. Ed è un paradosso che rende incerto il risultato del voto di sabato, perché l'80 per cento dei georgiani è invece favorevole all'ingresso del Paese nell'Unione europea.
Se in Georgia c'è una influenza di Mosca, e le leggi 'russe' varate negli ultimi mesi sembrano confermarlo, è a Bidzina che bisogna guardare si dice. Anche se il suo percorso autoritario, pur se dietro le quinte, ricalca quello dei precedenti 'salvatori' del Paese, Eduard Shevardnadze e Mikhail Saakashvili.
In questo momento di crisi, Sogno georgiano presenta l'Occidente come la 'fazione della guerra". Ma sostenere che ci sia una "mano russa" dietro la svolta politica dell'ambiguo tycoon semplifica troppo. "La situazione è un poco più complicata", sottolinea l'analista Thomas de Waal indicando piuttosto l'insieme degli interessi personali di Ivanishvili intrecciati alla deriva verso il nazionalismo conservatore alla Viktor Orban che ben si sposa con l'ideologia sovietica della Georgia come bastione della civiltà circondato da nemici impegnati a combattere contro continue ondate di invasori. In questo contesto, gli interessi di Ivanishvili coincidono con quelli di Mosca.
Dopo una prima laurea in ingegneria a Tbilisi, che si è pagato lavando i pavimenti in fabbrica, Ivanishvili ha proseguito i suoi studi in economia a Mosca. E' lì, nei ruggenti anni Novanta che ha accumulato capitale vendendo componenti elettroniche. Ha quindi fondato la sua prima banca, la Rossiyskiy Kredit e partecipato alla privatizzazione della produzione di alluminio in Siberia. Il fratello è stato rapito in un tentativo di estorsione. E Bidzina ha chiesto la protezione dei servizi russi, con un debito che secondo alcuni mai si estingue, e si è trasferito in Francia e poi in Georgia.
Ha portato via la maggior parte dei suoi asset dalla Russia, investendo la gran parte del suo capitale in Credit Suisse con cui è poi stato in causa, fino a che nel 2022, in seguito all'inizio della guerra in Ucraina, sono stati congelati 2,7 miliardi del suo patrimonio, un passo considerato dal governo di fatto come una sanzione, innescando la svolta di Tbilisi.
Sono state quindi introdotte leggi per blindare la Georgia da misure restrittive: la Banca nazionale ha cambiato le norme sull'attuazione delle sanzioni rendendo più difficile congelare il patrimonio di un georgiano soggetto a sanzioni, il Premier ha assunto il controllo del Fondo pensione georgiano che vale 1,68 miliardi di euro ed è stato adottato un provvedimento per facilitare, e detassare, il rientro in Georgia di capitali mantenuti nei paradisi fiscali. Lo scorso anno la Georgia ha firmato un accordo di partnership con Pechino che apre il Paese agli investimenti cinesi. Dopo l'inizio della guerra, la Georgia ha aumentato i suoi scambi con la Russia, autorizzato la ripresa di voli diretti, e probabilmente aggirando le sanzioni autorizzando il transito di beni sanzionati verso la Russia. Il processo di avvicinamento all'Unione europea mette a rischio questo modello di business. Da qui la necessità di fare un passo indietro.
Padre minatore, minore di cinque figli, cresciuto a Chorvila in campagna "a piedi nudi", secondo la mitologia che si è costruito - "ma felice, molto più felice dei miei figli". La parabola politica di Ivanishvili la riassume Giorgi Gakharia, ex Premier fra il 2019 e il 2021 ed ex esponente di Sogno georgiano e Premier, in una intervista a Politico. "E' organizzato, orientato sugli obiettivi, con una chiara etica del lavoro. Ma non ha idea di come funzioni lo Stato, in modo diverso che una impresa", testimonia, ricordando di essersi dimesso dopo che Bidzina aveva iniziato a controllarlo in modo ossessivo. "I ministri, incluso il Premier, fanno fatica a prendere decisioni durante i negoziati con i partner perché ogni passo deve prima essere approvato da Ivanisvili", ha aggiunto.
Il tycoon non controlla solo i ministri. Lo fa anche con le istituzioni come il sistema giudiziario e i servizi di sicurezza oltre che l'economia e il suo partito. "La cosa più importante per lui è il potere", ha testimoniato Eka Beselia, ex cofondatrice di Sogno georgiano passata all'opposizione,, nel 2018, dopo che Bidzina aveva esercitato pressioni perché rinunciasse a una riforma della giustizia in programma da tempo. "Si è reso conto che se vuoi mantenere il potere senza accogliere la democrazia devi controllare i tribunali. Ha deciso di mettere il controllo dei tribunali nelle mani del suo partito".
All'inizio del suo percorso politico Bidzina ha donato al Paese quasi un miliardo di dollari per finanziare progetti pubblici, per costruire strade, parchi, chiese, e ristrutturare siti storici. E della sua cittadina natale, interamente ristrutturata, con forniture gratuite di gas.
Lo scorso febbraio ha installato come Premier Irakli Kobakhidze, vicino ai conservatori riuniti ogni anno da Orban a Budapest, che non nasconde critiche all'Occidente. "La Georgia avrà un brillante futuro europeo. Ma sarà possibile arrivarci solo mantenendo la pace e proteggendo la nostra dignità", ha dichiarato in un Paese in cui nessuno si dichiara più apertamente anti europeo, così come avviene in Moldova, d'altronde.
"Ivanishvili non è filoamericano, non filo europeo, non pro russo, non pro Cina, e neanche pro Georgia. He solo per se stesso", dice Gakharia che ora guida uno dei quattro gruppi all'opposizione "Per la Georgia".
Esteri
Chi sono i tifosi del Maccabi Tel Aviv aggrediti ad...
Ultras israeliani gemellati con l'Ajax e vicini a Netanyahu
C'era il timore che la partita di Europa League tra Ajax e Maccabi Tel Aviv potesse sfociare in scontri e disordini, e così è stato. Il gemellaggio tra le frange più estreme delle due tifoserie, i 'Maccabi fanatics' e gli 'Ultras Amsterdam', unitamente alla forte presenza ebraica tra le file dei tifosi dei 'lancieri', avevano convinto le autorità olandesi a permettere la trasferta ad Amsterdam per i tifosi del Maccabi, che si sono quindi riversati nel settore ospiti della Johan Cruijff Arena. Nonostante le proteste dei gruppi pro-Palestina, che avevano chiesto di poter manifestare il proprio dissenso nei pressi dello stadio, senza ottenere il permesso dalla sindaca Femke Halsema.
Il Maccabi Tel Aviv, club più antico della città fondato nel 1906 e rappresentazione del ceto borghese, vive un accesissimo derby con i rivali cittadini dell'Hapoel Tel Aviv, club dal colore 'rosso' per le sue origini proletarie e da sempre espressione sportiva della sinistra israeliana, confermata dalla frequente presenza di simboli comunisti durante le partite interne allo stadio 'Bloomfield'. Se il Maccabi, anche attraverso i suoi colori giallo e blu si è sempre professato 'nobile' discendente del condottiero Giuda Maccabeo, l'Hapoel è noto per il suo impegno per la pace israelo-palestinese e la divisione di Gerusalemme. La grande rivalità tra le due tifoserie è politica oltre che sportiva, e non di rado i derby cittadini sono terminati con scontri e sospensioni.
I Maccabi Fanatics sono un gruppo ultras di estrema destra, fondato nel 2012 dopo lo scioglimento del precedente e più moderato gruppo di supporter, HaShachen Ha-12 (Il dodicesimo uomo). Vicini al Likud del premier Benjamin Netanyahu e famosi per le coreografie spettacolari e il calore con cui supportano la squadra in patria e in Europa, portano avanti da anni un rapporto d'amicizia con gli Ultras Amsterdam, gruppo di sostenitori dell'Ajax, con cui condividono la matrice giudaica. I tifosi lancieri, noti anche come Super Joden ("Super Ebrei"), abbracciano simboli ed identità ebraica, sebbene molti non siano realmente di origine ebraica. Negli anni, hanno sempre più frequentemente sventolato bandiere israeliane come simbolo d'appartenenza e sfottò verso i rivali.
L'amicizia tra le due tifoserie non è bastata ad evitare gli scontri, anche se non è ancora chiaro se gli assalitori fossero tifosi dell'Ajax o manifestanti pro-Palestina slegati dalla partita. Già da ieri pomeriggio circolavano sui sociali video di tifosi israeliani che strappavano bandiere palestinesi e intonavano cori inneggianti all'Idf e contro gli arabi. Lo scorso marzo, in occasione della partita contro l'Olympiacos ad Atene, i tifosi del Maccabi avevano assalito fisicamente un tifoso con una bandiera palestinese.
Nel 2015, i Maccabi Fanatics di fatto forzarono la cessione del giocatore arabo-israeliano Maharan Radi, costantemente bersaglio di cori razzisti nonostante la trafila nelle giovanili della squadra.
Esteri
Tifosi israeliani aggrediti ad Amsterdam, Netanyahu:...
Il primo ministro israeliano: "Ieri sera come allora l'attacco agli ebrei sul territorio europeo". La presidente del consiglio Giorgia Meloni: "Antisemitismo dilagante inaccettabile e spaventoso". Il premier olandese: "Mi vergogno di quello che è successo"
Con gli agguati e le aggressioni ai tifosi israeliani del Maccabi Tel Aviv "ad Amsterdam è tornata la Notte dei Cristalli". Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, oggi si è espresso così - durante una visita al ministero degli Esteri a Gerusalemme - sui fatti accaduti ieri a Amsterdam, con una notte di violenze dopo la sfida di Europa League tra Maccabi e Ajax.
"Domani celebreremo l'86esimo anniversario della drammatica Notte dei Cristalli - l'attacco contro tutti gli ebrei sul territorio europeo. Questo è quello che è successo ieri sera. Ma c'è solo una grande differenza rispetto ad allora, è stato creato lo Stato ebraico e noi dobbiamo occuparci di questo problema". "Questa situazione mette in pericolo innanzitutto noi e loro, nonché gli Stati liberi e i Paesi Bassi - ha aggiunto Netanyahu -. Dobbiamo prendere la cosa sul serio. Non possiamo lasciar passare una cosa del genere".
Meloni: "Antisemitismo dilagante inaccettabile e spaventoso"
La presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha espresso al primo ministro olandese Dick Schoof profonda preoccupazione per l’aggressione subita dai tifosi israeliani ad Amsterdam."L'antisemitismo dilagante è inaccettabile e spaventoso ed è nostro dovere garantire piena sicurezza ai cittadini di religione ebraica", ha dichiarato la premier.
Premier Olanda: "Israeliani venite, sarete al sicuro"
"Il mio messaggio agli israeliani è che spero che continuino a venire in Olanda, perché faremo tutto quello che è in nostro potere perché si sentano al sicuro", il messaggio del premier olandese Dick Schoof, a margine del Consiglio Europeo informale a Budapest, dopo gli scontri. "Ci sono sempre problemi nelle partite di calcio - continua l'ex capo dei servizi segreti - quelle che coinvolgono squadre israeliane ricevono un'attenzione speciale da parte della Polizia. Le cose che sono successe la notte scorsa sono terribili, orrende e, ripeto, mi vergogno che siano successe in Olanda".
"Mi vergogno che sia successo in Olanda". Quello contro i tifosi del Maccabi Tel Aviv ad Amsterdam "è stato un terribile attacco antisemita. Non lo tollereremo. Perseguiremo chi lo ha perpetrato. Mi vergogno profondamente del fatto che sia successo" nei Paesi Bassi.
"Dopo la partita - aggiunge Schoof - diverse persone hanno attaccato i tifosi israeliani" del Maccabi Tel Aviv, "ed è per questo che lo definisco un attacco antisemita". A chi gli chiede che cosa intenda fare il suo governo per impedire che episodi simili si ripetano, l'ex capo dei servizi segreti risponde che "non si può mai dire che una cosa non accadrà mai più. Ma quello che si può fare è tentare di prevenirlo. E' su questo che si orienta il mio governo. Per questo ci assicureremo che i responsabili siano perseguiti".
Che cosa è successo
Ieri sera ad Amsterdam è scattata una vera e propria 'caccia all'ebreo' contro i tifosi del Maccabi Tel Aviv, dopo la partita di Europa League con l'Ajax, a due giorni dall'anniversario della Notte dei cristalli. I media dello Stato ebraico hanno parlato di un attacco "organizzato" da parte di "rivoltosi anti-Israele" che, divisi in bande e a volto coperto, hanno assaltato e picchiato i tifosi al grido di 'Palestina libera', mentre attivisti filo-palestinesi hanno denunciato "provocazioni" da parte israeliana.
Dopo il fischio finale della partita, vinta dall'Ajax 5-0, è dilagata la violenza (VIDEO) in diverse zone della città. La polizia ha parlato chiaramente di un "comportamento antisemita". Ai sostenitori del Maccabi è stato consigliato di non indossare simboli ebraici e di non uscire dagli alberghi. Sono stati almeno 10 i feriti e 62 le persone arrestate. Una decina quelle che sono rimaste, poi, dopo i controlli dietro le sbarre.
Esteri
Trump presidente, il bookmaker 2.0 ha previsto la vittoria...
"Ho saputo che Trump ha scoperto da Polymarket che avrebbe vinto", ha scritto su X il fondatore e Ceo della piattaforma di scommesse
I siti di scommesse sono più accurati dei sondaggi? Nel caso delle elezioni americane 2024 sembra proprio di sì. Se nei giorni che hanno preceduto il voto, i sondaggi avevano dato l'esito della gara in stallo, mettendo Kamala Harris e Donald Trump praticamente sullo stesso piano, sulla piattaforma di scommesse Polymarket - con puntate in cryptovalute - le probabilità erano molto più a favore del tycoon. "Ho saputo che Trump ha scoperto da Polymarket che avrebbe vinto", ha scritto su X il fondatore e CEO della piattaforma, Shayne Coplan.
La piattaforma, che utilizza la tecnologia blockchain, consente di 'scommettere' su eventi di ogni tipo attraverso l'acquisto di 'azioni' in un meccanismo abbina scommesse e trading. Se il pronostico effettuato si rivela corretto, le azioni vengono riscattate dallo scommettitore che si gode il profitto.
In queste ore i media americani, dalla Cnn al Washingon Post, si stanno interrogando su come sia stato possibile. In tanti spiegano che l'accuratezza di siti di scommesse come Kalshi e PredictIt non è affatto sorprendente. La teoria di base è che tanti scommettitori possano prevedere un risultato meglio di qualsiasi esperto, anche se non sono ben informati. "La saggezza collettiva - scrive la Cnn - emerge dall'avversione di chiunque all'idea di perdere dei soldi".
Storicamente i siti di scommesse hanno spesso previsto le vittorie americane, ma ovviamente proprio come i sondaggi, non sono perfetti. Nel 2016 secondo i siti di scommesse la Gran Bretagna sarebbe rimasta nell'Unione Europea mentre Hillary Clinton aveva sulla piattaforma PredictIt l'82% di probabilità di battere Donald Trump: la storia, in entrambi i casi, è andata diversamente.