Tifosi israeliani aggrediti ad Amsterdam, Netanyahu: “E’ tornata la Notte dei Cristalli”
Il primo ministro israeliano: "Ieri sera come allora l'attacco agli ebrei sul territorio europeo". La presidente del consiglio Giorgia Meloni: "Antisemitismo dilagante inaccettabile e spaventoso". Il premier olandese: "Mi vergogno di quello che è successo"
Con gli agguati e le aggressioni ai tifosi israeliani del Maccabi Tel Aviv "ad Amsterdam è tornata la Notte dei Cristalli". Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, oggi si è espresso così - durante una visita al ministero degli Esteri a Gerusalemme - sui fatti accaduti ieri a Amsterdam, con una notte di violenze dopo la sfida di Europa League tra Maccabi e Ajax.
"Domani celebreremo l'86esimo anniversario della drammatica Notte dei Cristalli - l'attacco contro tutti gli ebrei sul territorio europeo. Questo è quello che è successo ieri sera. Ma c'è solo una grande differenza rispetto ad allora, è stato creato lo Stato ebraico e noi dobbiamo occuparci di questo problema". "Questa situazione mette in pericolo innanzitutto noi e loro, nonché gli Stati liberi e i Paesi Bassi - ha aggiunto Netanyahu -. Dobbiamo prendere la cosa sul serio. Non possiamo lasciar passare una cosa del genere".
Meloni: "Antisemitismo dilagante inaccettabile e spaventoso"
La presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha espresso al primo ministro olandese Dick Schoof profonda preoccupazione per l’aggressione subita dai tifosi israeliani ad Amsterdam."L'antisemitismo dilagante è inaccettabile e spaventoso ed è nostro dovere garantire piena sicurezza ai cittadini di religione ebraica", ha dichiarato la premier.
Premier Olanda: "Israeliani venite, sarete al sicuro"
"Il mio messaggio agli israeliani è che spero che continuino a venire in Olanda, perché faremo tutto quello che è in nostro potere perché si sentano al sicuro", il messaggio del premier olandese Dick Schoof, a margine del Consiglio Europeo informale a Budapest, dopo gli scontri. "Ci sono sempre problemi nelle partite di calcio - continua l'ex capo dei servizi segreti - quelle che coinvolgono squadre israeliane ricevono un'attenzione speciale da parte della Polizia. Le cose che sono successe la notte scorsa sono terribili, orrende e, ripeto, mi vergogno che siano successe in Olanda".
"Mi vergogno che sia successo in Olanda". Quello contro i tifosi del Maccabi Tel Aviv ad Amsterdam "è stato un terribile attacco antisemita. Non lo tollereremo. Perseguiremo chi lo ha perpetrato. Mi vergogno profondamente del fatto che sia successo" nei Paesi Bassi.
"Dopo la partita - aggiunge Schoof - diverse persone hanno attaccato i tifosi israeliani" del Maccabi Tel Aviv, "ed è per questo che lo definisco un attacco antisemita". A chi gli chiede che cosa intenda fare il suo governo per impedire che episodi simili si ripetano, l'ex capo dei servizi segreti risponde che "non si può mai dire che una cosa non accadrà mai più. Ma quello che si può fare è tentare di prevenirlo. E' su questo che si orienta il mio governo. Per questo ci assicureremo che i responsabili siano perseguiti".
Che cosa è successo
Ieri sera ad Amsterdam è scattata una vera e propria 'caccia all'ebreo' contro i tifosi del Maccabi Tel Aviv, dopo la partita di Europa League con l'Ajax, a due giorni dall'anniversario della Notte dei cristalli. I media dello Stato ebraico hanno parlato di un attacco "organizzato" da parte di "rivoltosi anti-Israele" che, divisi in bande e a volto coperto, hanno assaltato e picchiato i tifosi al grido di 'Palestina libera', mentre attivisti filo-palestinesi hanno denunciato "provocazioni" da parte israeliana.
Dopo il fischio finale della partita, vinta dall'Ajax 5-0, è dilagata la violenza (VIDEO) in diverse zone della città. La polizia ha parlato chiaramente di un "comportamento antisemita". Ai sostenitori del Maccabi è stato consigliato di non indossare simboli ebraici e di non uscire dagli alberghi. Sono stati almeno 10 i feriti e 62 le persone arrestate. Una decina quelle che sono rimaste, poi, dopo i controlli dietro le sbarre.
Esteri
Chi sono i tifosi del Maccabi Tel Aviv aggrediti ad...
Ultras israeliani gemellati con l'Ajax e vicini a Netanyahu
C'era il timore che la partita di Europa League tra Ajax e Maccabi Tel Aviv potesse sfociare in scontri e disordini, e così è stato. Il gemellaggio tra le frange più estreme delle due tifoserie, i 'Maccabi fanatics' e gli 'Ultras Amsterdam', unitamente alla forte presenza ebraica tra le file dei tifosi dei 'lancieri', avevano convinto le autorità olandesi a permettere la trasferta ad Amsterdam per i tifosi del Maccabi, che si sono quindi riversati nel settore ospiti della Johan Cruijff Arena. Nonostante le proteste dei gruppi pro-Palestina, che avevano chiesto di poter manifestare il proprio dissenso nei pressi dello stadio, senza ottenere il permesso dalla sindaca Femke Halsema.
Il Maccabi Tel Aviv, club più antico della città fondato nel 1906 e rappresentazione del ceto borghese, vive un accesissimo derby con i rivali cittadini dell'Hapoel Tel Aviv, club dal colore 'rosso' per le sue origini proletarie e da sempre espressione sportiva della sinistra israeliana, confermata dalla frequente presenza di simboli comunisti durante le partite interne allo stadio 'Bloomfield'. Se il Maccabi, anche attraverso i suoi colori giallo e blu si è sempre professato 'nobile' discendente del condottiero Giuda Maccabeo, l'Hapoel è noto per il suo impegno per la pace israelo-palestinese e la divisione di Gerusalemme. La grande rivalità tra le due tifoserie è politica oltre che sportiva, e non di rado i derby cittadini sono terminati con scontri e sospensioni.
I Maccabi Fanatics sono un gruppo ultras di estrema destra, fondato nel 2012 dopo lo scioglimento del precedente e più moderato gruppo di supporter, HaShachen Ha-12 (Il dodicesimo uomo). Vicini al Likud del premier Benjamin Netanyahu e famosi per le coreografie spettacolari e il calore con cui supportano la squadra in patria e in Europa, portano avanti da anni un rapporto d'amicizia con gli Ultras Amsterdam, gruppo di sostenitori dell'Ajax, con cui condividono la matrice giudaica. I tifosi lancieri, noti anche come Super Joden ("Super Ebrei"), abbracciano simboli ed identità ebraica, sebbene molti non siano realmente di origine ebraica. Negli anni, hanno sempre più frequentemente sventolato bandiere israeliane come simbolo d'appartenenza e sfottò verso i rivali.
L'amicizia tra le due tifoserie non è bastata ad evitare gli scontri, anche se non è ancora chiaro se gli assalitori fossero tifosi dell'Ajax o manifestanti pro-Palestina slegati dalla partita. Già da ieri pomeriggio circolavano sui sociali video di tifosi israeliani che strappavano bandiere palestinesi e intonavano cori inneggianti all'Idf e contro gli arabi. Lo scorso marzo, in occasione della partita contro l'Olympiacos ad Atene, i tifosi del Maccabi avevano assalito fisicamente un tifoso con una bandiera palestinese.
Nel 2015, i Maccabi Fanatics di fatto forzarono la cessione del giocatore arabo-israeliano Maharan Radi, costantemente bersaglio di cori razzisti nonostante la trafila nelle giovanili della squadra.
Esteri
Trump presidente, il bookmaker 2.0 ha previsto la vittoria...
"Ho saputo che Trump ha scoperto da Polymarket che avrebbe vinto", ha scritto su X il fondatore e Ceo della piattaforma di scommesse
I siti di scommesse sono più accurati dei sondaggi? Nel caso delle elezioni americane 2024 sembra proprio di sì. Se nei giorni che hanno preceduto il voto, i sondaggi avevano dato l'esito della gara in stallo, mettendo Kamala Harris e Donald Trump praticamente sullo stesso piano, sulla piattaforma di scommesse Polymarket - con puntate in cryptovalute - le probabilità erano molto più a favore del tycoon. "Ho saputo che Trump ha scoperto da Polymarket che avrebbe vinto", ha scritto su X il fondatore e CEO della piattaforma, Shayne Coplan.
La piattaforma, che utilizza la tecnologia blockchain, consente di 'scommettere' su eventi di ogni tipo attraverso l'acquisto di 'azioni' in un meccanismo abbina scommesse e trading. Se il pronostico effettuato si rivela corretto, le azioni vengono riscattate dallo scommettitore che si gode il profitto.
In queste ore i media americani, dalla Cnn al Washingon Post, si stanno interrogando su come sia stato possibile. In tanti spiegano che l'accuratezza di siti di scommesse come Kalshi e PredictIt non è affatto sorprendente. La teoria di base è che tanti scommettitori possano prevedere un risultato meglio di qualsiasi esperto, anche se non sono ben informati. "La saggezza collettiva - scrive la Cnn - emerge dall'avversione di chiunque all'idea di perdere dei soldi".
Storicamente i siti di scommesse hanno spesso previsto le vittorie americane, ma ovviamente proprio come i sondaggi, non sono perfetti. Nel 2016 secondo i siti di scommesse la Gran Bretagna sarebbe rimasta nell'Unione Europea mentre Hillary Clinton aveva sulla piattaforma PredictIt l'82% di probabilità di battere Donald Trump: la storia, in entrambi i casi, è andata diversamente.
Esteri
Meloni: “Musk è un interlocutore, ha fatto cose...
La premier dal Consiglio Ue torna a lodare il patron di Tesla "valore aggiunto in questo tempo"- E sull'investimento in Difesa dice: "Ue e Italia devono fare molto di più"
Giorgia Meloni torna a elogiare Elon Musk. Il fondatore di Tesla e Space X che ha appoggiato Donald Trump fino alla vittoria alle elezioni americane. Elon Musk è "un interlocutore", oltre che un imprenditore che ha fatto "cose straordinarie", dice la presidente del Consiglio allo stadio Puskas di Budapest, a margine del Consiglio Europeo informale.
Musk "sicuramente è una persona che si è schierata nella campagna elettorale di Donald Trump, come migliaia di altre persone si sono schierate nella campagna elettorale americana, da una parte e dall'altra. Mi sembra che sia nel diritto dei cittadini aderire alle campagne elettorali".
"Dopodiché - aggiunge - posso dire che considero Elon Musk, un valore aggiunto in questo tempo, una persona che sicuramente ha fatto delle cose straordinarie, delle cose importanti. Penso che debba e possa essere un interlocutore, una persona con la quale confrontarsi", conclude.
Nato e investimento 2% Pil
La premier ha parlato poi anche degli investimenti in difesa. Nel nuovo patto di stabilità ci sono delle "aperture" per permettere anche ai Paesi più indebitati di arrivare a spendere per la difesa almeno il 2% del Pil, come chiede la Nato, ma su questo bisogna fare "molto di più". Lo sottolinea la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, arrivando allo stadio Puskas di Budapest per il Consiglio Europeo informale.
"E' una bella domanda", risponde a chi le chiede se con le nuove regole Ue sia possibile rispettare gli obiettivi Nato. "Io sono assolutamente convinta - aggiunge - che l'Europa e quindi anche l'Italia debbano riuscire a garantire la loro maggiore indipendenza, la loro maggiore autonomia, anche investendo di più in difesa. Chiaramente servono gli strumenti per poterlo fare".
"Questo è un grande dibattito che l'Italia ha posto - prosegue - ci sono nel nuovo patto delle aperture. Secondo me va fatto molto di più. Penso che sia un altro di quei dibattiti che bisognerà prima o poi riaprire perché, al di là della volontà, poi c'è quello che si può fare. E le risorse vanno individuate in qualche modo".
Ucraina
Quanto al futuro dell'Ucraina, se oggi si parla di uno "scenario di pace", sostiene, è solo perché "l'Occidente" ha sostenuto Kiev nella guerra contro l'invasore russo. "Noi abbiamo sempre - afferma - lavorato tutti per la pace, questo è corretto. Dopodiché, come io ho spiegato molte volte, dal mio punto di vista per costruire pace bisognava impedire che ci fosse un'invasione".
"Oggi, se si parla della possibilità che si vada, come tutti speriamo e come tutti abbiamo lavorato perché accadesse - continua - verso uno scenario di pace, è perché gli ucraini hanno avuto un coraggio straordinario e perché l'Occidente ha sostenuto l'Ucraina. Penso che questo sia l'elemento che fa la differenza. Dopodiché, ovviamente, vedremo come evolve lo scenario nelle prossime settimane. Ma - conclude - ribadisco che, finché c'è una guerra, l'Italia sarà al fianco dell'Ucraina".
Ue e il nodo risorse
Il vero "dibattito" che l'Ue deve affrontare, torna a ribadire Meloni, è come trovare le "risorse" necessarie a effettuare gli investimenti indispensabili per ridurre il divario che la separa da Usa e Cina. "A me pare - dice Meloni - che l'Europa debba trovare una quadra e prendere le misure di se stessa. Sembra che scopriamo dei dibattiti oggi: penso al tema della competitività, dei dazi".
"Ricordo che il dibattito sulla competitività europea - aggiunge - è iniziato mesi fa. Ebbe un'impennata all'indomani dell'Inflation Reduction Act, il piano imponente di aiuti di Stato che l'amministrazione Biden metteva in campo per proteggere l'economia americana, che rischiava di creare un disequilibrio con l'attrattività europea. Alla fine il dibattito è sempre, con una battuta che ricorda i presidenti americani, non chiederti cosa gli Stati Uniti possano fare per te, chiediti cosa l'Europa debba fare per se stessa. E' il dibattito di questa mattina, che è un dibattito particolarmente importante".
"Partendo dal piano presentato da Mario Draghi - continua - un altro italiano che è stato incaricato di individuare le priorità per i prossimi anni dell'Unione Europea, credo che ci siano molte sfide. Più o meno, noi sappiamo che cosa dobbiamo fare. La grande domanda alla quale dobbiamo rispondere adesso è se davvero vogliamo dare gli strumenti agli Stati membri per centrare gli obiettivi e le strategie che ci poniamo di fronte. Su tutte, la questione delle risorse è certamente quella che va affrontata, perché sappiamo che gli investimenti necessari per fare tutte le cose che vorremmo fare sono molti. Questo è secondo me il vero dibattito, che non so se stamattina arriverà a soluzioni concrete, perché sono sempre dibattiti molto lunghi. Ma è l'elemento centrale sul quale intendo concentrarmi", conclude.