Ricerca, come Ia e medicina precisione trasformano la sanità: convegno a Roma
Esperti riuniti a Palazzo Rospigliosi su focus promosso da Sanofi su innovazione, programmazione e sostenibilità della salute
La rapida evoluzione delle tecnologie digitali e della medicina di precisione, amplificata dall'uso dell'intelligenza artificiale (Ia), sta aprendo nuovi orizzonti per il settore sanitario. Questi avanzamenti promettono di elaborare strategie di stratificazione dei pazienti, identificare bersagli terapeutici specifici e descrivere le malattie a livello molecolare, riducendo radicalmente il tempo di sviluppo dei trattamenti e migliorando la sicurezza e l'efficacia delle terapie, così da elevare la qualità e le aspettative di vita di milioni di persone. In un contesto in cui l’Italia punta a rafforzare il proprio ruolo come leader nella sanità, diventa cruciale coniugare innovazione, programmazione e governance. Questa sinergia potrà facilitare l’accesso alle nuove tecnologie e alle terapie più avanzate, rendendo il Ssn capace di affrontare e vincere le sfide sanitarie di oggi e di domani.
Da questo obiettivo nasce il confronto proposto da Sanofi in occasione dell’Health Innovation Show organizzato promosso da Mesit – Fondazione Medicina Sociale e Innovazione Tecnologica, a Roma presso il Centro congressi di Palazzo Rospigliosi – ieri e oggi - dal titolo “Innovazione, IA e prevenzione. Immunoscience, l’ambizione di Sanofi” che ha visto la partecipazione di membri di Sanofi insieme a diversi rappresentanti della comunità scientifica e istituzionale per parlare di come fare sistema con tutti gli attori chiave e focalizzarsi su strategie collaborative, dove innovazione e sostenibilità camminino insieme, garantendo una sanità moderna, accessibile e orientata al futuro.
Attraverso l’incontro e due tavole rotonde dedicate, Sanofi ha ribadito il suo impegno nel trasformare il panorama della salute globale, attraversando un momento straordinario nella sua storia di innovazione. Grazie a un flusso scientifico senza precedenti e a una pipeline di ricerca e sviluppo che negli ultimi anni ha quadruplicato il suo valore, Sanofi oggi si posiziona come leader nella medicina di precisione. La pipeline di R&S include 78 progetti in fase clinica, con 32 terapie trasformative in fase avanzata o in attesa di approvazione da parte delle autorità regolatorie, 12 entità molecolari potenziali terapie ‘first in class’ o ‘best in class’ per patologie, patologie riconducibili all’infiammazione o di origine immunologica come BPCO, diabete di tipo 1, oltre a sclerosi multipla, RSV e altre malattie prevenibili attraverso l’immunizzazione.
Alla tavola rotonda “Fare Sistema: il contributo dell'Ia nella ricerca per affrontare le sfide future della salute” presenti Eugenio Di Brino, Altems, Diana Ferro, Direttivo Siiam, Francesco Dotta, Università Siena, Antonio Maria Tambato, Direzione Innovazione e transizione digitale di Agid (Agenzia per l’Italia Digitale, PCdM), Walter Ricciardi, Mission Board for Cancer, Commissione Europea, Alice Borghini, Agenas e Stefano da Empoli, I-Com.
Per Ricciardi la "sanità italiana", e in generale la "sanità europea" sull’Ia sono in "grandissimo ritardo – spiega - perché di fatto l'intelligenza artificiale si basa su dati e in Italia e in Europa sui dati c’è una protezione estrema che in altri Paesi non c'è, ed è per questo che stanno andando a velocità elevatissima. Il rischio che corriamo, e che abbiamo già visto con Google, Facebook, Microsoft e Apple, è quello di creare grandi colossi extraeuropei che gestiranno l'Ia in sanità. Sta già succedendo e noi ci dovremmo dare una svegliata".
"Per il benessere dell'umanità bisogna fare rete tra ospedale, azienda, sociale e privato - sottolinea Ferro -. L’Ia non arriva a letto del paziente se ci mettiamo troppo tempo a formalizzare i processi. Il comitato etico impiega in media un anno e mezzo per approvare il protocollo clinico, nel frattempo quella tecnologia sarà già vecchia. Quindi se io posso usare l’Ia per portare a letto del paziente una terapia che mi migliora la condizione domani, non devo aspettare 20 anni".
Nella Tavola rotonda "Coniugare Innovazione, prevenzione e programmazione per favorire l’accesso delle nuove tecnologie e terapie" hanno partecipato Francesca Lecci, Università Bocconi, Raffaella Buzzetti, Università Sapienza Roma, Walter Canonica, Università Humanitas, Alessandro Crevani, GM General Medicine, Sanofi Italia, Mario Merlo, GM Vaccini, Sanofi Italia, Salvatore Iasevoli, Delegato Presidenza Fimp, Michele Tonon, coordinamento Tavolo prevenzione Conferenza delle Regioni, Francesco Saverio Mennini, Direttore Dipartimento Programmazione Ministero Salute e Fulvia Filippini, Public Affairs Country Head, Sanofi.
"La prevenzione è per definizione programmabile – sottolinea Lecci - se diventa urgente è perché non l'abbiamo programmata. Quindi poter avere a disposizione delle informazioni, dei dati ci aiuta a spostare la prevenzione dal concetto di urgenza - come gestita in questo momento - al concetto di rilevanza".
"Come società scientifiche tutti i giorni lavoriamo per prevenire le complicanze del diabete, utilizzando farmaci innovativi che danno una protezione cardiorenale – sostiene Raffaella Buzzetti neo-presidente della Società italiana di diabetologia (Sid) - Obiettivo primario è prevenire la malattia altrimenti destinata ad aumentare in maniera esponenziale, si stima che entro il 2030 possa interessare 100 milioni in più rispetto agli attuali 540 milioni nel mondo. Per questo è necessario fare sistema con la sanità pubblica e le Istituzioni”. Per quanto riguarda la prevenzione del diabete "siamo molto avanti tanto che nel settembre 2023 L’Italia – primo Paese al mondo – ha approvato la legge 130 che introduce lo screening per individuare il rischio di diabete 1 in età pediatrica, nella fascia 1-17 anni. Obiettivo principale è la prevenzione della chetoacidosi nei bambini e speriamo che anche in Italia presto possano essere utilizzati farmaci in grado di posticipare l’insorgenza della malattia" conclude.
Salute e Benessere
La proposta del pediatra: “Fare a scuola lo screening...
Farnetani: "Per garantire una piena applicazione, il programma diagnostico introdotto per legge dovrebbe approdare nelle aule"
"La diagnosi precoce è una grande risorsa della medicina e lo sarà ancora di più con l'estensione che potrà avere con l'intelligenza artificiale. Pensiamo al valore che può avere per il diabete, ad esempio. La recente legge 130/2023 dispone l'avvio di un programma diagnostico su base nazionale nella popolazione pediatrica per l'individuazione del diabete di tipo 1 e della celiachia. Come far sì che questo programma abbia una piena applicazione? Per avere la certezza di poter fare uno screening efficace che valuti la totalità delle persone da esaminare per l'infanzia e l'adolescenza è necessario effettuare questi esami a scuola". E' la proposta lanciata dal pediatra Italo Farnetani, da sempre convinto del 'potere dei banchi' nel campo della prevenzione, a pochi giorni dalla Giornata mondiale del diabete che si celebra giovedì 14 novembre.
Per l'esperto, in attesa che l'Ai esprima tutto il suo potenziale su questo fronte, proporre iniziative di salute attraverso le scuole è una chiave di successo per arrivare a raggiungere il maggior numero possibile di famiglie. Tanto che il camice bianco aveva lanciato un appello in questo senso anche per la vaccinazione anti-Covid ai tempi della pandemia, ricordando alcuni esempi precedenti: su tutti la vaccinazione anti-rosolia, che fino alla metà degli anni Ottanta si faceva a scuola e "si arrivava così a una risposta superiore al 90%". Mentre quando i genitori devono attivarsi, prenotare, spostarsi "non si arriva al 40%". Lo stesso effetto 'boost' si potrebbe avere sullo screening per il diabete facendolo approdare nelle scuole, assicura all'Adnkronos Salute.
Farnetani affronterà il tema della diagnosi precoce del diabete mellito di tipo 1 nell'ambito di un convegno organizzato in Sicilia dal Rotary Club di Mazara del Vallo, dall'azienda sanitaria provinciale di Trapani e dall'Associazione volontari ospedalieri di Mazara del Vallo, in occasione della Giornata del diabete. "Se mi fosse chiesto di fare il gioco della torre, la diagnosi precoce sarebbe l'ultimo elemento che butterei - ribadisce l'esperto - E' fondamentale. Però per rendere efficace il riconoscimento tempestivo del diabete di tipo 1 è necessaria l'alleanza fra minore, genitori, insegnanti, pediatra, diabetologo", elenca.
"Rispetto alla possibilità di effettuare lo screening dal pediatra o dal medico di famiglia, va ricordato che in certe aree geografiche si raggiunge anche una quota del 10% della popolazione pediatrica che il pediatra non lo vede mai. Potrebbero quindi rimanere delle lacune nel bacino di pazienti da sottoporre allo screening", riflette Farnetani, che è professore ordinario di pediatria dell'università Ludes-United Campus of Malta.
Un appello l'esperto lo lancia anche ai genitori e agli adulti che vivono intorno a bambini e adolescenti: "Cercate di individuare eventuali 'spie' - suggerisce - sintomi che possono far pensare al diabete di tipo 1, segni premonitori. Per esempio se un bambino o un adolescente in poco tempo inizia a mangiare molto più del solito e a perdere peso, o a fare più spesso la pipì e a ricominciare a bagnare il letto di notte, se inizia a essere svogliato, stanco, ad avere sonnolenza durante il giorno. In presenza di questi sintomi è opportuno che i genitori consultino in modo tempestivo il pediatra, il medico curante. Dopo questa visita potrebbe essere necessario consultare un diabetologo". Allo stesso modo è importante per Farnetani "il ruolo della scuola e la collaborazione con gli insegnanti: anche loro possono notare comportamenti diversi rispetto ai mesi precedenti - se lo studente è stanco o chiede spesso di andare in bagno, beve spesso durante le lezioni oppure al momento dello spuntino di metà mattinata mangia con voracità. Segnali che vanno riferiti ai genitori".
"La ricerca della presenza degli anticorpi del diabete di tipo 1 nel sangue come screening di massa è davvero strategica. Prima si fa la diagnosi prima si può dare l'insulina garantendo all'organismo un apporto sempre sufficiente. E' importante e opportuno fare una diagnosi precoce" per questa malattia "anche perché in una quota fino al 40% dei casi si scopre che il bambino o l'adolescente, ma in alcuni casi anche l'adulto, presenta il diabete mellito di tipo 1 quando viene una crisi di chetoacidosi diabetica che richiede un ricovero urgente in ospedale e che mette in pericolo la vita".
Salute e Benessere
Ricerca, Centro nazionale Rna e gene therapy a Shanghai per...
Il presidente Rizzuto, 'grande vivacità su sperimentazione di nuovi farmaci'
Una delegazione del Centro nazionale Rna e terapia genica guidata dal presidente, Rosario Rizzuto, è stata impegnata per 4 giorni a Shanghai in un fitto programma di incontri di alto livello scientifico. Un'occasione preziosa per conoscere da vicino alcune delle realtà più dinamiche della ricerca medica mondiale e per consolidare un canale di comunicazione tra le strutture di ricerca italiane e cinesi.
"La sperimentazione cinese sul fronte dei nuovi farmaci basati sull'Rna e sulla terapia genica dimostra una grande vivacità - afferma Rizzuto - Se da una parte l'accademia ha un forte presidio in tutte le avanguardie più promettenti della ricerca, anche l'iniziativa imprenditoriale gioca un ruolo di primo piano, grazie al fiorire di start-up che sviluppano know-how specifico, fondamentale per affiancare le strutture mediche del futuro, attivando, ad esempio, protocolli di sequenziamento tempestivi che permetteranno di proporre terapie personalizzate ai pazienti, grazie anche alla creazione di centri di diagnosi e trattamento specifici per le varie tipologie di malattie. Lo scambio con i colleghi cinesi - aggiunge - ci consegna nuove prospettive utili per il nostro lavoro e ci permette di trarre ispirazione da un sistema accademico e di ricerca diverso dal nostro, ma fortemente concentrato sulle opportunità offerte dalla medicina del futuro".
La delegazione - si legge in una nota - ha potuto visitare lo Shanghai Institute for Advanced Immunochemical Studies (Siais), che opera in vari ambiti di ricerca quali immunochimica, biologia cellulare, biologia computazionale e intelligenza artificiale e biochimica strutturale. Di grande interesse anche gli incontri presso la ShanghaiTech University School of Biomedical Engineering (Bme) e la Shanghai Clinical Research and Trial Center (Scrtc), dove si formano le nuove leve della bioingegneria che affiancheranno il personale medico negli ospedali cinesi. Tra le start-up incontrate: InnoStellar Biotherapeutics, che ha recentemente avviato con successo studi clinici per il trattamento della distrofia retinica ereditaria; CorrectSequence Therapeutics, azienda biotecnologica che lavora su cinque sistemi di base editing, e la RongCan Biotech, che opera nel campo del sequenziamento dell'mRna, dei sistemi di rilascio basati su Lnp, fino ai prodotti farmaceutici finali a base di mRna.
Il Centro nazionale di ricerca 'Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia Rna', finanziato con oltre 320 milioni di euro dal programma NextGeneration Eu, in base a un progetto dell'Università di Padova, coinvolge a livello nazionale oltre mille scienziati e 500 ricercatori e dottorandi di 32 atenei e istituti di ricerca e 14 aziende private.
La struttura è finalizzata a rendere disponibili al più presto cure innovative, di precisione e sostenibili per un'ampia gamma di patologie, spesso incurabili. Il lavoro di ricerca e sperimentazione è guidato dall'omonima Fondazione che svolge il ruolo di Hub e coordina 10 Spoke: 5 verticali dedicati alla ricerca e 5 orizzontali che si occupano dello sviluppo tecnologico.
Salute e Benessere
Sanità, Ciocchetti: “Nei prossimi 3 anni circa 12 mld...
"Stiamo mettendo più risorse per specializzazioni meno attrattive"
“Stiamo cercando di mettere più risorse. Il ministro Schillaci ha posto proprio come priorità il problema di rendere più attrattivo il Servizio sanitario nazionale per gli operatori sanitari. Nei prossimi 3 anni la legge di bilancio prevede circa 12 miliardi di euro di stanziamento in più sul Servizio sanitario nazionale e si stanno rinnovando i contratti degli operatori del servizio pubblico del Ssn Stiamo cercando di recuperare il gap che abbiamo avuto di medici che” erano “pochi prima del Covid.” Dopo la pandemia “sono finalmente aumentate sia la possibilità di iscrizione a medicina ma anche il numero delle borse di studio per la specializzazione. Nella legge di bilancio finanziamo un'integrazione alle borse di studio per le specializzazioni che sono meno attrattive, che negli ultimi anni hanno avuto poche iscrizioni e che però sono assolutamente fondamentali per il Servizio sanitario nazionale e per la cura di molte patologie”. Lo ha detto Luciano Ciocchetti, vicepresidente Commissione Affari sociali alla Camera, oggi a Roma, in occasione del convegno sul valore sociale del pubblico impiego nel Ssn, organizzato da Aaroi-Emac, il sindacato dei Medici anestesisti rianimatori e dell’emergenza-urgenza.
“Sappiamo bene - continua - che bisogna fare di più: riorganizzare”, mettere a terra “davvero i finanziamenti del Pnrr con la creazione, finalmente, delle strutture della sanità territoriale, con le case di comunità e con tutto quello che potrà essere alternativo all'ospedale e al pronto soccorso”, per portare le cure “vicino a casa, potenziando dell'assistenza domiciliare. Serve una riorganizzazione che” non può prescindere dalla “ricerca di nuovi finanziamenti e di nuove risorse - conclude - che possono essere messe sul Servizio sanitario nazionale”.