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Trump presidente, boom di pillole abortive negli Usa. Da 600 a 10.000 ordini al giorno

Pillola Abortiva Usa

Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca preoccupa le donne americane, che temono un grave ridimensionamento del diritto all’aborto. A dirlo sono i numeri: dopo il trionfo elettorale del tycoon, negli Usa si è registrata un’impennata mai vista nelle richieste di pillole abortive. Aid Access, tra i principali fornitori di mifepristone negli Stati Uniti, ha dichiarato di aver ricevuto circa 10.000 ordini del farmaco nelle 24 ore successive alla vittoria elettorale di Trump: un numero che è quasi venti volte maggiore rispetto alle 600 richieste giornaliere abituali.

Il dato si consolida con le informazioni riportate da Just the Pill, un’organizzazione no-profit che prescrive la pillola tramite consulti di telemedicina, che ha visto aumentare le richieste a 125 ordini in pochi giorni. Tra le donne che vi hanno fatto richiesta, alcune non sono neppure in gravidanza ma preferiscono fare una scorta, nel timore che il farmaco diventi inaccessibile nell’immediato futuro.

Aborto, i timori delle donne americane

I timori delle donne americane, invece, si consolidano guardando al vicepresidente scelto da Donald Trump per il suo secondo mandato, ovvero J.D. Vance che ha posizioni platealmente anti-aborto. Secondo LGBTI Washington Blade, in passato l’ormai ex senatore dell’Ohio si sarebbe opposto al diritto di aborto persino per le vittime di stupro e incesto, a differenza di quanto dichiarato dal tycoon che ritiene valide queste eccezioni.

Il tema è molto sentito nella popolazione americana, tanto che a pochi giorni dalle elezioni persino Melania Trump si è spesa pubblicamente a favore del diritto all’aborto: “È fondamentale garantire che le donne abbiano autonomia nel decidere se avere figli, in base alle proprie convinzioni, libere da qualsiasi intervento o pressione da parte del governo”, ha scritto nel suo libro di memorie pubblicato un mese fa. Per alcuni, quelle dichiarazioni erano il segno della rottura con i repubblicani, per altre un modo per avvicinare parte dell’elettorato (soprattutto) femminile. Ciò che è certo è che, come ribadito dalla presidente della National Abortion Federation Brittany Fonteno, le donne americane temono che l’accesso all’assistenza sanitaria di cui hanno bisogno possa essere drasticamente ridotto nei prossimi mesi.

Le richieste di mifepristone, dunque, sono una conseguente forma di autodifesa, un modo per garantirsi il diritto di scelta indipendentemente dai futuri cambiamenti legislativi. La paura diventa tangibile non solo guardando alla scorta di pillole abortive, ma anche ai dati dell’organizzazione Plan C, che si occupa di fornire informazioni sull’accesso alla pillola abortiva e ha registrato un traffico straordinario sul proprio sito, con circa 82.000 visite in un giorno rispetto alle 4-5.000 visite quotidiane di media.

L’ambiguità di Trump e il pressing dei gruppi antiabortisti

Trump si è sempre definito un sostenitore della causa “pro-life”, promuovendo e vantando le sue nomine alla Corte Suprema, grazie alle quali è stato possibile rovesciare la storica sentenza Roe v. Wade. Tuttavia, la sua posizione sull’aborto è ambivalente, anche per ragioni strategiche: nonostante l’appoggio alla causa conservatrice, il tycoon ha affermato che porrà il veto a eventuali leggi federali che proibiscano totalmente l’interruzione di gravidanza. I numerosi cambi di direzione sul tema (qui per approfondire) da parte del presidente repubblicano non offrono rassicurazioni alle donne, soprattutto in un contesto in cui molti Stati a guida repubblicana stanno approvando restrizioni all’aborto sempre più severe.

I gruppi antiabortisti, sostenuti dalla destra cristiana, sono in prima linea nel portare avanti azioni legali contro il mifepristone, uno dei farmaci più usati per l’aborto farmacologico. Questi gruppi sostengono che il farmaco sia pericoloso per la salute e ne chiedono la rimozione dal mercato, anche se la comunità scientifica ha più volte ribadito la sicurezza del mifepristone. Recentemente, la Corte Suprema a maggioranza conservatrice ha respinto una richiesta per vietare l’acquisto online e la spedizione del farmaco, ma lo ha fatto solo per questioni procedurali, lasciando aperta la possibilità che la questione torni presto sui banchi della giustizia.

Pillole anticoncezionali gratis: la proposta di Biden (caduta nel vuoto)

Due settimane prima delle elezioni, l’ex presidente Joe Biden aveva rilanciato il suo impegno per la tutela della salute riproduttiva delle donne con una proposta di riforma che superava la questione dell’aborto. Il testo proponeva di rendere completamente gratuiti i contraccettivi, inclusa una nuova pillola anticoncezionale disponibile senza ricetta. Con la sconfitta del partito democratico la proposta è caduta nel vuoto. Secondo le stime, avrebbe permesso a circa 52 milioni di donne in età riproduttiva, coperte da assicurazione sanitaria privata, di avere accesso gratuito a contraccettivi di emergenza, spermicidi e preservativi, offrendo una maggiore libertà di scelta e rafforzando l’Affordable Care Act (Aca).

Roe v. Wade ribaltata, sterilizzazioni in aumento

La corsa alle pillole abortive replica qualcosa di già visto. Infatti, dopo la sentenza Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization (2022) con la quale la Corte Suprema Usa ha annullato la tutela costituzionale dell’aborto stabilita dalla sentenza Roe v. Wade (1973), molte più donne americane hanno deciso di ricorrere alla sterilizzazione per evitare gravidanze indesiderate.

La tendenza sembra chiara: più la legge diventa restrittiva, più le donne ricorrono a strumenti abortivi o simili. Una conferma arriva da uno studio della Columbia University Irving Medical Center di New York, guidato dal ricercatore Xiao Xu: i tassi di sterilizzazione femminile, in particolare la legatura delle tube, sono aumentati di circa il 3% al mese negli Stati dove l’aborto è stato reso illegale o pesantemente limitato. L’analisi, pubblicata sul Journal of the American Medical Association, ha preso in esame un campione di 4,8 milioni di donne in 36 Stati americani, ha confermato che negli Stati dove la procedura abortiva è rimasta legale e non ha subito restrizioni, i tassi di sterilizzazione non hanno subito variazioni significative.

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Russia, multe a chi promuove una propaganda child free

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Il presidente russo Vladimir Putin

In Russia è vietata la propaganda child free. Il provvedimento è stato votato ieri, martedì 12 novembre, dalla camera bassa del parlamento russo. Con il parere favorevole all’unanimità il provvedimento sarà legge e prevede il divieto di quella che le autorità hanno definito una “propaganda perniciosa a favore di uno stile di vita senza figli”, nella speranza di rilanciare un tasso di natalità in calo.

E sono previste anche multe per chi contravviene e promuoverà “uno stile di vita Occidentale”, contro i valori tradizionali della famiglia.

La natalità in Russia

Il tasso di natalità in Russia è arrivato, lo scorso settembre, ad essere il più basso degli ultimi 25 anni. Dai dati ufficiali pubblicati è emerso che nascono meno bambini, mentre aumentano i tassi di mortalità con la guerra di Mosca in Ucraina. Il Cremlino ha definito le cifre “catastrofiche per il futuro della nazione”.

Il numero di neonati nella prima metà del 2024 è stato pari a circa 599.600 bambini, 16.000 in meno rispetto alla prima metà del 2023 e il numero più basso dal 1999. Il numero di decessi è aumentato di 49.000. Tuttavia, l’immigrazione è aumentata del 20%.

Il presidente Vladimir Putin ha, così, incoraggiato le donne ad avere almeno tre figli, dicendo che ciò aiuterà a garantire il futuro dei russi e del Paese. Ma a pesare sulle scelte delle donne ci sarebbero i “valori tradizionali dell’Occidente” che promuovono una propaganda child free.

Il provvedimento si unisce alle restrizioni alla libertà di espressione, al divieto di relazioni omosessuali e al divieto di adozione da parte di coppie formate da due persone dello stesso sesso o all’estero (Italia compresa, la cui sospensione di adozioni internazionali con la Russia risale già al 2022 da parte del Bel Paese).

Multe in arrivo

Cosa succede a chi promuove una vita senza figli? Le multe saranno fino a 400mila rubli (3.840 euro) per i cittadini, 800mila (7.680 euro) per i funzionari pubblici e fino a 5 milioni di rubli (47.992 euro) per enti giuridici.

“Stiamo parlando di proteggere i cittadini, in primo luogo le giovani generazioni, dalle informazioni diffuse dai media che hanno un impatto negativo sulla formazione della personalità delle persone”, ha affermato Vyacheslav Volodin, presidente della Camera bassa e alleato di Putin. “Bisogna fare tutto il possibile per garantire che le nuove generazioni dei nostri cittadini crescano incentrate sui valori tradizionali della famiglia”.

Per il World Factbook della Cia, la Russia rientra tra i 40 Paesi col tasso di natalità più basso nel 2023: circa 9,22 ogni 1.000 abitanti. Nei prossimi 20 anni, sostiene l’agenzia di statistica statale Rosstat, la popolazione passerà da 146,1 milioni di abitanti a 130 milioni. Il presidente russo aveva proclamato il 2024 come “anno della famiglia”: ma qualcosa sembra essere andato storto.

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Una mamma su quattro si addormenta mentre allatta il...

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Allattare Al Seno Canva

Un quarto delle madri che allattano al seno ammette di addormentarsi mentre il neonato è impegnato a nutrirsi. Un comportamento che, purtroppo, può aumentare i rischi di soffocamento e di sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS). A rilevarlo è una ricerca condotta dal team dell’Università della Virginia a Charlottesville, che ha evidenziato che quando un bambino si addormenta in ambienti con cuscini morbidi e spazi angusti, come quelli di divani, poltrone o letti, il rischio di improvvisa morte aumenta significativamente.

Nell’80% dei casi, le madri non avevano intenzione di addormentarsi, ma è accaduto spontaneamente.

Lo studio

La dottoressa Fern Hauck, ricercatrice e esperta di sonno sicuro presso l’Università della Virginia Health and School of Medicine, ha spiegato che “mentre il fatto di addormentarsi quando si allatta non è sorprendente di per sé, ciò che è allarmante è che la maggior parte delle madri non aveva pianificato di addormentarsi, creando quindi un ambiente potenzialmente pericoloso per il bambino mentre entrambi dormivano”.

Il team di ricerca, infatti, ha sottolinea l’importanza di educare i genitori sui rischi legati al sonno durante l’allattamento e sulla necessità di pianificare lo spazio in cui il bambino si trova. “È essenziale preparare l’ambiente per garantire che la via respiratoria del bambino rimanga libera“, ha aggiunto la dottoressa Hauck.

Ciò include la rimozione di cuscini e coperte, per evitare che il neonato possa trovarsi in una posizione pericolosa.

Lo studio si basa su un’indagine condotta su 1.250 neomamme intervistate in 16 ospedali negli Stati Uniti. I bambini avevano tra i 2 e i 3 mesi al momento dell’intervista. Più del 28% delle donne ha dichiarato di essersi addormentata “a volte” o “solitamente” durante l’allattamento nelle due settimane precedenti alla rilevazione.

Molte mamme che si sono addormentate durante l’allattamento hanno scelto di farlo su un divano o su una poltrona, piuttosto che sul letto, per cercare di evitare di addormentarsi. Tuttavia, spesso questa precauzione non ha funzionato.

L’importanza della posizione e delle raccomandazioni ufficiali

Le raccomandazioni attuali dell’American Academy of Pediatrics (Aap) non supportano la condivisione del letto con un neonato, per evitare il rischio di rotolarsi sopra il bambino o che quest’ultimo si ritrovi intrappolato nei cuscini o nelle coperte.

Lo studio ha mostrato che le probabilità di addormentarsi durante l’allattamento sono molto più alte quando il bambino è nel letto (circa il 34% dei casi) rispetto a quando è su un divano o una poltrona (circa il 17%).

Tuttavia, le linee guida sottolineano anche che se la madre teme di addormentarsi, il letto è un posto relativamente più sicuro rispetto a un divano o una poltrona. La questione principale, spiegano i ricercatori, è trovare soluzioni per aiutare le mamme ad evitare il sonno mentre allattano, specialmente quando sono particolarmente stanche.

Soluzioni pratiche e consapevolezza

“È importante venire incontro alle esigenze delle famiglie e aiutarle a pianificare un programma per l’allattamento e il sonno che funzioni per loro e che sia il più sicuro possibile”, ha affermato la dottoressa Ann Kellams, pediatra e specialista in medicina dell’allattamento presso il dipartimento di Health Children’s dell’Università della Virginia. “I nostri dati suggeriscono che troppi incidenti di sonno non sono pianificati, quindi è fondamentale discutere di come gestire l’allattamento quando si è molto stanchi“.

L’educazione delle madri sui pericoli potenziali legati al sonno durante l’allattamento è cruciale, affermano i ricercatori. “Speriamo che i genitori di neonati pensino proattivamente a cosa potrebbe accadere nel mezzo della notte”, ha concluso la dottoressa Rachel Moon, pediatra e esperta di sonno sicuro. “Allattare il proprio bambino nel letto è più sicuro che farlo su un divano o una poltrona, se si rischia di addormentarsi”.

Lo studio, che è stato pubblicato nel numero di novembre della rivista Pediatrics, invita quindi le famiglie a riflettere sui rischi e a prendere precauzioni per garantire un sonno sicuro per il neonato, senza compromettere la sicurezza durante i momenti di allattamento.

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Un quarto delle madri che allattano al seno ammette di addormentarsi mentre il neonato è impegnato a nutrirsi. Un comportamento che, purtroppo, può aumentare i rischi di soffocamento e di sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS). A rilevarlo è una ricerca condotta dal team dell’Università della Virginia a Charlottesville, che ha evidenziato che quando un bambino si addormenta in ambienti con cuscini morbidi e spazi angusti, come quelli di divani, poltrone o letti, il rischio di improvvisa morte aumenta significativamente.

Nell’80% dei casi, le madri non avevano intenzione di addormentarsi, ma è accaduto spontaneamente.

Lo studio

La dottoressa Fern Hauck, ricercatrice e esperta di sonno sicuro presso l’Università della Virginia Health and School of Medicine, ha spiegato che “mentre il fatto di addormentarsi quando si allatta non è sorprendente di per sé, ciò che è allarmante è che la maggior parte delle madri non aveva pianificato di addormentarsi, creando quindi un ambiente potenzialmente pericoloso per il bambino mentre entrambi dormivano”.

Il team di ricerca, infatti, ha sottolinea l’importanza di educare i genitori sui rischi legati al sonno durante l’allattamento e sulla necessità di pianificare lo spazio in cui il bambino si trova. “È essenziale preparare l’ambiente per garantire che la via respiratoria del bambino rimanga libera“, ha aggiunto la dottoressa Hauck.

Ciò include la rimozione di cuscini e coperte, per evitare che il neonato possa trovarsi in una posizione pericolosa.

Lo studio si basa su un’indagine condotta su 1.250 neomamme intervistate in 16 ospedali negli Stati Uniti. I bambini avevano tra i 2 e i 3 mesi al momento dell’intervista. Più del 28% delle donne ha dichiarato di essersi addormentata “a volte” o “solitamente” durante l’allattamento nelle due settimane precedenti alla rilevazione.

Molte mamme che si sono addormentate durante l’allattamento hanno scelto di farlo su un divano o su una poltrona, piuttosto che sul letto, per cercare di evitare di addormentarsi. Tuttavia, spesso questa precauzione non ha funzionato.

L’importanza della posizione e delle raccomandazioni ufficiali

Le raccomandazioni attuali dell’American Academy of Pediatrics (Aap) non supportano la condivisione del letto con un neonato, per evitare il rischio di rotolarsi sopra il bambino o che quest’ultimo si ritrovi intrappolato nei cuscini o nelle coperte.

Lo studio ha mostrato che le probabilità di addormentarsi durante l’allattamento sono molto più alte quando il bambino è nel letto (circa il 34% dei casi) rispetto a quando è su un divano o una poltrona (circa il 17%).

Tuttavia, le linee guida sottolineano anche che se la madre teme di addormentarsi, il letto è un posto relativamente più sicuro rispetto a un divano o una poltrona. La questione principale, spiegano i ricercatori, è trovare soluzioni per aiutare le mamme ad evitare il sonno mentre allattano, specialmente quando sono particolarmente stanche.

Soluzioni pratiche e consapevolezza

“È importante venire incontro alle esigenze delle famiglie e aiutarle a pianificare un programma per l’allattamento e il sonno che funzioni per loro e che sia il più sicuro possibile”, ha affermato la dottoressa Ann Kellams, pediatra e specialista in medicina dell’allattamento presso il dipartimento di Health Children’s dell’Università della Virginia. “I nostri dati suggeriscono che troppi incidenti di sonno non sono pianificati, quindi è fondamentale discutere di come gestire l’allattamento quando si è molto stanchi“.

L’educazione delle madri sui pericoli potenziali legati al sonno durante l’allattamento è cruciale, affermano i ricercatori. “Speriamo che i genitori di neonati pensino proattivamente a cosa potrebbe accadere nel mezzo della notte”, ha concluso la dottoressa Rachel Moon, pediatra e esperta di sonno sicuro. “Allattare il proprio bambino nel letto è più sicuro che farlo su un divano o una poltrona, se si rischia di addormentarsi”.

Lo studio, che è stato pubblicato nel numero di novembre della rivista Pediatrics, invita quindi le famiglie a riflettere sui rischi e a prendere precauzioni per garantire un sonno sicuro per il neonato, senza compromettere la sicurezza durante i momenti di allattamento.

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