Emanuela Orlandi, fratello Pietro: “Usata per far diventare vittima papa Wojtyla”
"Ci sono persone che hanno voltato le spalle a mia sorella, hanno voltato le spalle alla nostra famiglia che stava in Vaticano. Mi chiedo perché il nome Emanuela Orlandi continua ad essere un tabù là dentro"
"Io non ce l'ho con la religione, la fede, io sto parlando del Vaticano, sono due cose diverse, parlo delle persone che hanno gestito questa vicenda, ci sono persone all'interno che indossano l'abito ma sono in realtà personaggi politici. Persone che hanno voltato le spalle a Emanuela, hanno voltato le spalle alla nostra famiglia che stava in Vaticano". Lo ha detto Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, in un incontro con gli studenti alla facoltà di Giurisprudenza dell'università 'La Sapienza', a Roma.
"Mi chiedo perché il nome Emanuela Orlandi continua ad essere un tabù là dentro, io vado spesso, mia madre vive ancora all'interno del Vaticano, e quando incontro qualcuno, vedo che sono agitati, c'è la paura, si è creata una sorta di omertà negli anni neanche fosse mafioso il nome Orlandi - ha aggiunto - Giovanni Paolo Il venne a casa nostra e ci disse che si trattava di terrorismo internazionale, ma il Vaticano ha usato questa storia perché così la vittima è diventato Giovanni Paolo II, il cattivo l'Unione sovietica".
"Dopo 40 anni - ha affermato Orlandi - continua ad esserci questa volontà anche da parte del Vaticano che è a conoscenza di molte cose, di ostacolare, di non fare chiarezza ma per quanto possa essere brutta la verità su Emanuela, la dovrebbero tirare fuori. Un passo così importante sarebbe positivo invece fino all'ultimo hanno cercato di nasconderla e sicuramente sono stati aiutati, le istituzioni italiane in passato sono sempre state succubi del Vaticano".
"Sarebbe difficile raccontare le tante situazioni, i tanti ostacoli, le persone che cercano di screditare quello che stai facendo, ho avuto situazioni non bellissime con la procura - ha detto il fratello di Emanuela - è gravissimo quando un magistrato chiude un'inchiesta per volontà non perché non è stato in grado ed è quello che ha fatto Giuseppe Pignatone". "Ma alla fine sono sicuro che arriveremo alla verità per Emanuela. Quello che ho sempre cercato e continuerò a farlo è la verità: giustizia e verità”, ha scandito Pietro Orlandi.
Cronaca
Sanità: 4,5 milioni di italiani nel 2023 hanno rinunciato a...
Indagine Altroconsumo, 1 intervistato su 5 ha cancellato o posticipato visite odontoiatriche, 3 su 10 non effettuano controlli regolari perché non può pagare'
"Sempre più cittadini rinunciano alle cure: nel 2023 sono stati 4 milioni e mezzo, un trend confermato anche dalla nostra indagine sulle cure odontoiatriche. Servono investimenti aggiuntivi, più medici e infermieri: intervenire è ormai un'urgenza, lo dicono i numeri e lo testimoniano le persone". Così Federico Cavallo, responsabile Relazioni esterne di Altroconsumo, commenta i dati di un'inchiesta condotta dall'Organizzazione tra maggio e luglio 2024 su un campione di oltre mille cittadini. La survey rivela che un numero crescente di italiani rinuncia o rimanda le cure dentali per ragioni economiche. Nell'ultimo biennio - si legge nel report - un quinto degli intervistati ha cancellato o posticipato le visite odontoiatriche, e 3 su 10 non effettuano controlli regolari, nella maggior parte dei casi per motivi economici.
"La nostra ultima inchiesta conferma quanto già evidenziato dal rapporto Gimbe - sottolinea Cavallo - la sanità pubblica italiana è in difficoltà per carenza di personale e mancanza di investimenti. In Italia, la spesa sanitaria pubblica è al 6,2% del Pil, sotto la media europea del 6,8%, e quella pro capite è di 3.574 dollari, ben al di sotto dei 4.470 dollari dei paesi Ocse. I fondi previsti coprono ormai solo costi insostenibili e finanziano assunzioni e aumenti per il personale sanitario, ma non bastano a dare ossigeno al sistema".
Le cure dentistiche sono costose e completamente a carico dei cittadini, visto che il Ssn non è in grado di coprirle e le sostiene solo in parte per le fasce più deboli della popolazione - riporta una nota - Dall'inchiesta emerge che anche chi ha un'assicurazione che copre le cure dentistiche (fondo sanitario integrativo o polizza assicurativa privata), il 15% degli intervistati, non va più spesso dal dentista. Forse perché la copertura è insoddisfacente, visto che 3 italiani su 10 non sono soddisfatti dei rimborsi che ricevono sia per l'importo sia per il tempo necessario a ottenerli, così come della gestione amministrativa e più in generale del contratto di assicurazione.
La fotografia scattata da Altroconsumo non solo mostra che l'assicurazione copre poco, sia in termini di prestazioni odontoiatriche sia in entità dei rimborsi, ma spesso impone di andare da un dentista convenzionato e gli italiani, come è comprensibile, preferiscono affidarsi a un professionista di fiducia e, quindi, restano scoperti oppure sono costretti a pagare una franchigia più alta. Infatti, il 46% degli intervistati sceglie il dentista con cui ha già avuto un'esperienza precedente e solo il 4% perché convenzionato con l’assicurazione.
Dall'inchiesta emerge un disagio degli assicurati che troppo spesso non riescono ad accedere alle cure odontoiatriche previste dall'assicurazione sanitaria. Un disagio - riferisce la nota - riscontrato dalle numerose segnalazioni che Altroconsumo riceve su Reclama Facile, la piattaforma per i reclami aperta a tutti i cittadini. Segnalazioni su mancati rimborsi, procedure burocratiche complesse, lente e poco trasparenti per l'accesso alle prestazioni, impossibilità di accesso al servizio informazioni, contestazione delle diagnosi medico sanitarie che l'organizzazione ha portato all'attenzione dell'Antitrust che, nel maggio scorso, ha sanzionato due società, Intesa Sanpaolo Rbm Salute S.p.A. e Previmedical Servizi per la Sanità Integrativa S.p.A., con multe rispettivamente di 2,5 milioni e 1 milione di euro per pratiche commerciali scorrette che hanno ostacolato i consumatori nella fruizione dei servizi.
Oltre alla difficoltà economica, una parte degli italiani (35%) non considera necessario sottoporsi a controlli dentali regolari, evidenziando una bassa consapevolezza sull'importanza della prevenzione orale. In assenza di controlli frequenti, piccoli problemi dentali possono diventare interventi costosi e complessi, come avvenuto per il 24% di chi ha rimandato o cancellato la visita dal dentista. Anche le abitudini di igiene orale sono carenti - evidenzia lì'indagine - Oltre la metà degli italiani non utilizza strumenti come filo interdentale o scovolino, e il 20% non usa dentifricio al fluoro, un ingrediente essenziale per prevenire la carie.
Cronaca
Salute degli occhi, online podcast con consigli su...
Suggerimenti per prevenire patologie dell'invecchiamento nella nuova puntata di 'Ascolta e vedrai' della rivista 'L'Oculista Italiano
Consolidate evidenze scientifiche dimostrano la correlazione diretta tra stile di vita e insorgenza, o aggravamento, di patologie oculari degenerative come la Dmle, degenerazione maculare legata all'età, degenerazione vitreale, occhio secco (dry eye) e glaucoma, per esempio. Molti studi evidenziano che, per prevenire queste patologie - come del resto quelle legate all'invecchiamento - sono fondamentali l'alimentazione equilibrata, l'attività fisica, l'eliminazione del fumo, ma anche la riduzione della tensione e dello stress coltivando relazioni di valore. Consigli preziosi per il benessere degli occhi sono contenuti nel secondo episodio, appena pubblicato, della seconda stagione 'Ascolta e vedrai', il podcast de 'L'Oculista Italiano' che promuove la salute della vista, attraverso le vicende dei protagonisti del racconto.
Il benessere degli occhi inizia dalla superficie oculare che protegge le strutture chiave dell'organo della vista dall'ambiente esterno, virus e batteri. A tale proposito, un grande numero di studi, sia in vitro che in vivo, hanno dimostrato l'effetto benefico di alcuni componenti dietetici sulla salute della superficie oculare che, se alterata, può andare incontro a infiammazione con danni tissutali. Nella sindrome dell'occhio secco, una malattia multifattoriale che colpisce fino al 30% degli over 50 - in particolare donne in postmenopausa, portatori di lenti a contatto e pazienti con malattie autoimmuni - i sintomi, come la visione offuscata, fastidio agli occhi, prurito, dolore, secchezza, sensazione di corpo estraneo, disturbi visivi, creano un disagio che influisce negativamente sulla qualità della vita, non solo per quanto riguarda la vista, in quanto, come accade a un personaggio del podcast, cambia il normale svolgimento delle attività quotidiane e, in genere, il benessere emotivo e la capacità lavorativa.
Ci sono delle soluzioni. La prima, spiega la voce narrante, è eliminare i fattori che certamente sono nocivi, come il fumo di sigaretta che è associato a disturbi come Dmle, dry eye, cataratta, occlusione venosa retinica, neuropatia ottica ischemica anteriore, glaucoma primario ad angolo aperto e l'oftalmopatia di Graves. Il fumo di tabacco costituisce la principale fonte di assunzione di nicotina, metalli pesanti, elementi tossici e monossido di carbonio, che inducono vasospasmo e aggregazione piastrinica con conseguente danno ossidativo a Dna cellulare, lipidi e proteine. Aumentando i radicali liberi dell'ossigeno nell'umor acqueo e diminuendo il livello di acido ascorbico (importante antiossidante), il fumo ha forti effetti sugli occhi e può causare direttamente instabilità del film lacrimale che si traduce in sintomi di secchezza oculare (sensazione di corpo estraneo, bruciore agli occhi, granulosità e lacrimazione).
Oltre all'eliminazione del fumo, queste malattie legate all'invecchiamento dell'occhio, come le altre dovute al passare degli anni, si possono prevenire con un'alimentazione equilibrata, con l'attività fisica che facilita l'ossigenazione, ma anche riducendo tensione e stress e coltivando relazioni di valore. A proposito di alimentazione equilibrata, un ottimo esempio è la dieta mediterranea che privilegia frutta e verdura, con vitamine e antiossidanti, poca carne e molti acidi grassi polinsaturi - come gli omega 3 presenti in pesce azzurro e vegetali - che sono preziosi, in particolare nel caso della sindrome dell'occhio secco, ma anche della cataratta. Infine, per la prevenzione, sono importanti controlli medici regolari, soprattutto dopo i 40 anni, specie se esistono condizioni fisiche che si ripercuotono nella salute degli occhi: ipertensione sistemica, dislipidemie, iperglicemia e, ancor più, diabete conclamato.
Questi e altri consigli e curiosità per prevenire le malattie dell'invecchiamento si possono ascoltare su 'Stili di vita e malattie oculari degenerative' appena pubblicato in 'Ascolta e vedrai', il podcast dell'Oculista Italiano presente nelle piattaforme - Apple Podcast, Google Podcasts, Spotify, Spreaker - e su oculistaitaliano.it, dove si possono trovare anche altri approfondimenti e aggiornamenti. Il prossimo episodio sarà dedicato a microbioma e infezioni oculari.
Cronaca
Indagine su medici europei e Ai, italiani più scettici in...
Report Univadis Medscape, impatto positivo per radiologia e medicina generale
Sull'utilizzo dell'intelligenza artificiale (Ai) nella cura diretta dei pazienti, per esempio attraverso chatbot che forniscono consigli, i medici italiani (62%) risultano essere i più scettici di tedeschi (58%) e francesi (56%). Anche in termini di prospettive future per le applicazioni che usano l'Ai, tra i professionisti italiani prevale una posizione più neutrale e attendista (40%) rispetto a quanto emerge tra i i colleghi portoghesi (54%), inglesi (50%) e spagnoli (46%) che, al contrario, si dichiarano entusiasti sul futuro di queste tecnologie. A prescindere dalla percezione attuale, la quasi totalità dei medici intervistati (95%) ritiene importante approfondire le proprie conoscenze sull'Ai e le sue applicazioni in campo medico. Solo 1 medico su 10, infatti, dichiara di sentirsi già molto preparato su questi temi. Sono i risultati di un'indagine condotta su un campione di 5.355 medici in 6 Paesi europei (Italia, Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Uk), analizzando la percezione della classe medica rispetto all'uso dell'intelligenza artificiale, realizzata da Univadis Medscape, il portale di informazione per i professionisti della salute con notizie, strumenti, aggiornamenti e formazione per la classe medica presente in numerosi Paesi.
Tra gli ambiti in cui l'intelligenza artificiale ha già dimostrato di poter avere un impatto positivo nella pratica clinica - si legge in una nota - la radiologia è al primo posto secondo la maggioranza degli intervistati, seguita dalla medicina generale per inglesi, portoghesi e spagnoli. Gli italiani si dichiarano invece molto favorevoli all'adozione dell'Ai in ambito amministrativo e di archiviazione dei documenti (77%) e risultano essere anche i più ottimisti rispetto alla possibilità di ridurre i casi di malasanità (64%) e di errori medici (63%) attraverso l'uso dell’Ai, seguiti dai medici spagnoli (61%) e portoghesi (57%). Al contrario, i medici del Regno Unito ritengono che l'uso di queste nuove tecnologie potrà aumentare la malpractice (40%) e il rischio di errore medico (31%). Sembra invece raccogliere un consenso trasversale in tutti i Paesi l'aspetto regolatorio: il 93% dei medici intervistati in Spagna, il 91% in Portogallo, l'88% in Germania e Italia e l'82% in Francia concordano sulla necessità di definire una normativa specifica che regoli l'uso dell'Ai in ambito sanitario.
Le applicazioni dell'intelligenza artificiale in campo medico sono sempre più numerose e oggetto di studi volti a comprenderne benefici, rischi e potenzialità nei diversi ambiti di utilizzo. Se gli studi sono importanti per confermarne sicurezza e affidabilità, un ruolo fondamentale nel processo di implementazione dell'Ai nella pratica clinica lo gioca il medico, con il suo grado di fiducia e accettazione di queste nuove tecnologie. Il confronto tra le indagini condotte da Univadis Medscape nei diversi Paesi europei evidenzia quindi un crescente interesse generale nei confronti dell'intelligenza artificiale in questo settore, mettendo tuttavia in luce percezioni differenti rispetto alle specifiche applicazioni di queste tecnologie nella pratica clinica.