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Israele, raid a sud di Beirut: morti. Russia: “Basta attacchi vicino nostra base in Siria”

L'attacco contro il sobborgo di Dawhet Aramoun. Idf: in raid a Gaza City ucciso terrorista che partecipò al 7 ottobre

Raid su Beirut - (Afp)

Un raid aereo israeliano a sud di Beirut "ha colpito all'alba un appartamento residenziale in un edificio situato nell'area di Dawhet Aramoun, provocando feriti". A scriverne è oggi l'agenzia di stampa libanese Nna. Secondo il ministero della Sanità libanese il bilancio dell'attacco contro il sobborgo di Dawhet Aramoun è di 6 morti.

Nel frattempo l'esercito israeliano ha emesso nuovi ordini di evacuazione per i civili libanesi nell'area di sei edifici della periferia meridionale di Beirut, in vista degli attacchi aerei contro le strutture di Hezbollah. Il colonnello Avichay Adraee, portavoce in lingua araba delle Idf, ha pubblicato delle mappe insieme all'annuncio, invitando i civili a tenersi ad almeno 500 metri di distanza dai siti.

I caccia israeliani hanno colpito depositi di armi e centri di comando di Hezbollah nei sobborghi meridionali di Beirut, hanno annunciato le Forze di Difesa israeliane, precisando che gli obiettivi erano situati "nel cuore della popolazione civile" ed accusando Hezbollah di usare i civili come scudi umani. Prima dei raid l'Idf aveva allertato i civili chiedendo l'evacuazione delle aree in questione, si legge sul Times of Israel.

Idf: uccisi diversi comandanti Hezbollah in raid in sud del Libano

Diversi comandanti di Hezbollah sono stati uccisi in recenti raid aerei nel sud del Libano, hanno riferito le Idf, secondo cui in un'operazione a ottobre è morto Muhammad Musa Salah, identificato come il comandante delle forze del gruppo nella regione di Khiam (un altro comandante responsabile della città omonima era stato eliminato nei giorni scorsi), oltre che responsabile del lancio di oltre 2.500 razzi contro le Alture del Golan e la Galilea nell'ultimo anno come di attacchi contro i militari israeliani nel sud del Libano.

In un raid avvenuto domenica è stato invece ucciso Muhammad Nabulsi, che le Forze di difesa israeliane hanno identificato come il comandante dell'unità missili anticarro di Hezbollah per la regione di Hajjar (un altro comandante della stessa unità era stato ucciso il mese scorso). E ancora in altri attacchi sono morti Hajj Ali Yussef Salah, comandante delle forze di Hezbollah nel villaggio di Kfar Tebnit e un altro comandante non identificato responsabile dell'area di Ghajar.

Russia chiede a Israele di evitare attacchi aerei vicino a base in Siria

Intanto la Russia ha chiesto a Israele di astenersi dal lanciare attacchi aerei contro Hezbollah nei pressi di una delle sue basi in Siria. Lo ha riferito alla Ria Novosti Alexander Lavrentiev, inviato speciale del presidente russo Vladimir Putin in Medio Oriente.

A metà ottobre i media statali siriani avevano reso noto che Israele aveva colpito la città portuale di Latakia, roccaforte del presidente Bashar al-Assad, sostenuto dalla Russia e che a sua volta appoggia Hezbollah. Latakia, e in particolare il suo aeroporto, si trova vicino alla città di Hmeimim, che ospita una base aerea russa.

"Israele ha effettivamente condotto un attacco aereo nelle immediate vicinanze di Hmeimim. Il nostro esercito ha ovviamente informato le autorità israeliane che simili atti, che mettono in pericolo la vita dei militari russi, sono inaccettabili - ha aggiunto Lavrentiev - Ci auguriamo che l'incidente di ottobre non si ripeta".

Jihad islamica pubblica video ostaggio israeliano catturato a Gaza

La Jihad islamica ha pubblicato un video di Alexander (Sasha) Troufanov, rapito dal kibbutz Nir Oz il 7 ottobre dell'anno scorso. Nelle riprese, l'ostaggio parla delle operazioni di terra israeliane in Libano. E' il terzo video diffuso dalla Jihad islamica con Troufanov. Nel video precedente, aveva fatto riferimento alla decisione del governo di chiudere gli uffici del canale Al-Jazeera in Israele.

Troufanov è stato rapito da casa insieme alla nonna Irena, alla madre Yelena e alla sua compagna Sapir. Suo padre Vitali è stato ucciso. La madre, la nonna e la compagna sono state rilasciate nell'ambito dell'accordo di sequestro con Hamas lo scorso anno.

Idf: in raid a Gaza City ucciso terrorista che partecipò al 7 ottobre

Le Forze di difesa israeliane hanno inoltre annunciato di aver ucciso "un terrorista che ha partecipato al massacro del 7 ottobre in un recente attacco con drone a Gaza City". I militari - riporta il Times of Israel - hanno preso di mira ed eliminato una cellula di miliziani operativa nel quartiere di Shejaiya, a Gaza City. Tra i morti c'è Yasser Ghandi, che secondo l'IDF si era infiltrato in Israele partecipando agli attacchi del 7 ottobre.

Blinken: "Israele accetti pause umanitarie prolungate a Gaza"

Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha chiesto a Israele di accettare pause umanitarie "reali e prolungate" durante un punto stampa presso il quartier generale della Nato a Bruxelles. "Abbiamo bisogno di pause reali e prolungate in gran parte di Gaza", ha detto Blinken, riconoscendo a Israele di aver preso delle misure per far fronte alla catastrofica situazione umanitaria nell'enclave palestinese.

Ieri gli Stati Uniti, attraverso il portavoce del Dipartimento di Stato Vedant Patel, hanno spiegato che lo Stato ebraico, come richiesto espressamente da Washington, ha preso provvedimenti per migliorare la situazione umanitaria nella Striscia, tra cui l'apertura dei valichi di Erez e di Kissufim.

Parenti ostaggi Usa: amministrazioni Biden e Trump lavorino insieme a loro liberazione

Le famiglie degli ostaggi americano-israeliani detenuti a Gaza dal canto loro chiedono all'amministrazione Biden di lavorare con Trump e i suoi funzionari per garantire un accordo sugli ostaggi prima che il presidente eletto Donald Trump entri in carica tra due mesi.

"Le nostre richieste... a entrambe le amministrazioni in questo momento sono che lavorino insieme, non per preparare l'amministrazione Trump ad entrare in carica a fine gennaio, ma piuttosto per ottenere questo accordo ora, in questo momento unico", ha dichiarato al Times of Israel il padre dell'ostaggio Sagui Dekel-Chen, dopo l'incontro avuto assieme ai parenti di altri sei ostaggi alla Casa Bianca con il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, il coordinatore per il Medio Oriente e il Nord Africa della Casa Bianca Brett McGurk e altri alti funzionari dell'amministrazione Biden.

Se le parti aspettano che Trump entri in carica il 20 gennaio per trovare un accordo, "c'è la concreta possibilità che nessuno degli ostaggi rimanga vivo e che sia quasi impossibile recuperare i resti di coloro che sono stati uccisi", ha avvertito Dekel-Chen.

Parlando con il quotidiano, Dekel-Chen ha accusato il governo israeliano di aver "abbandonato" gli ostaggi per oltre 400 giorni. L'amministrazione Biden - ha aggiunto - ha fatto "tutto ciò che era in suo potere" per negoziare un accordo, tra le resistenze di Israele e di Hamas. Le famiglie degli ostaggi americano-israeliani rimarranno negli Stati Uniti ancora per diversi giorni e stanno organizzando incontri con alcuni dei funzionari che avranno incarichi di responsabilità nell'amministrazione Trump e con i parlamentari repubblicani di entrambe le camere del Congresso.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Fuga da X, dal ‘Guardian’ a Jamie Lee Curtis:...

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Dopo la sua nomina a capo del dipartimento per l'Efficienza governativa e le esternazioni sui giudici italiani, Musk sta perdendo utenti 'illustri' sul suo social network

Elon Musk, patron di X - Agenzia Fotogramma / Ipa

Il primo è stato lo storico quotidiano della sinistra britannica, il Guardian, poi lo hanno seguito celebrità internazionali e anche italiane: tanti stanno lasciando X dopo le elezioni di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti d'America e alla sua scelta di affidare a Elon Musk, patron del social network, il dipartimento per l'Efficienza governativa.

"X è una piattaforma mediatica tossica e il suo proprietario, Elon Musk, è stato in grado di usare la sua influenza per plasmare il discorso politico", ha dichiarato il Guardian, annunciando ai lettori che non pubblicherà più contenuti sul'ex Twitter.

A seguire c'è stata Jamie Lee Curtis, attrice premio Oscar nel 2023 per 'Everything Everywhere All At Once' e celebre per la saga di 'Halloween', che ha annunciato su Instagram di aver cancellato l'account X. Allo screenshot che mostra l'avviso dell'account eliminato, l'attrice ha aggiunto le parole: "Dio, dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare ciò che posso e la saggezza per capire la differenza".

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Jamie Lee Curtis (@jamieleecurtis)

Anche in Italia c'è chi ha deciso di eliminare X dopo le esternazioni di Elon Musk sui giudici italiani in merito ai trattenimenti di migranti in Albania. "Riteniamo Elon Musk un pericolo per la democrazia e la libertà e non abbiamo intenzione di continuare a far parte di una piattaforma di cui è proprietario e che utilizza spudoratamente per la sua orribile propaganda", hanno scritto Elio e le storie tese annunciando ai propri fan l'addio al social network.

Anche Piero Pelù ha abbandonato X per lo stesso motivo. "Molti mi dicono che sono un folle a prendere questa decisione - ha scritto su Facebook e Instagram - ma credo che oggi sia fondamentale dare dei segnali chiari di dissenso civile verso chi sta restringendo sempre più le nostre libertà personali anche attraverso le propagande politiche. Dopo avere già ridotto a semplice vetrina la mia pagina FB ora chiudo X per un aperto dissenso verso chi la gestisce. Ai miei 450.000 amici dico vediamoci su Instagram e ai miei concerti, nei bar, nelle strade, nelle librerie dove la vita vera e tangibile ancora esiste"

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Esteri

Hegseth, l’uomo di Trump al Pentagono tra tatuaggi di...

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Quattro anni fa è stato bandito, insieme ad altri membri della Guardia Nazionale del Minnesota, dall'insediamento di Joe Biden a causa dei suoi tatuaggi considerati "estremisti

Pete Hegseth

Pete Hegseth, l'anchorman di Fox News che Donald Trump ha nominato alla guida del Pentagono, quattro anni fa è stato bandito, insieme ad altri membri della Guardia Nazionale del Minnesota, dall'insediamento di Joe Biden a causa dei suoi tatuaggi considerati "estremisti". E' quanto scrive oggi Newsweek ricordando quanto rivelato dallo stesso Hegsteh in un podcast.

"Sono stato bollato come estremista a causa di un tatuaggio dall'unità della mia Guardia Nazionale a Washington e mi è stato revocato l'ordine di partecipare al servizio d'ordine dell'insediamento di Biden", disse nell'intervista di un paio di anni fa. Newsweek ricorda che i media americani il 21 gennaio riportarono che 12 membri della Guardia Nazionale furono rimossi dall'insediamento perché collegati con "gruppi delle milizie di estrema destra".

Hegseth, che come mostrano le foto pubblicate online ha diversi tatuaggi, spiegò in quell'occasione che il tatuaggio incriminato era "una croce di Gerusalemme che è un simbolo cristiano", riferendosi al simbolo dei crociati che ha sul petto, mentre sul braccio ha il loro grido di "Deus Vult", Dio lo vuole. Entrambi i simboli sono state adottati negli ultimi anni dai gruppi nazionalisti e alt right americani.

Sui social, anche sul profilo X di Elon Musk, rimbalzano video pubblicati in passato da Hegseth su Instagram. Il nuovo numero del Pentagono, in una clip pubblicata prima di una festa del 4 luglio, esalta i valori alla base della democrazia a stelle e strisce, si sofferma in particolare sulla libertà di parola e chiude con la pubblicità ad una speciale tipo di pallottole prodotte da uno sponsor, "una compagnia anti-woke".

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Esteri

Trump da Biden alla Casa Bianca: “Transizione sarà la...

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Biden: "Transizione ordinata". Il presidente eletto incontra anche i deputati repubblicani: "Non penso farò terzo mandato, a meno che non vi inventate qualcosa"

Donald Trump e Joe Biden (Afp)

Joe Biden riceve Donald Trump alla Casa Bianca per un ideale passaggio di consegna tra il presidente uscente degli Stati Uniti e il nuovo presidente eletto. Il tycoon, trionfatore nelle elezioni del 5 novembre, si insedierà per il suo secondo mandato il 20 gennaio. "Apprezzo molto una transizione così tranquilla, la più tranquilla possibile. E lo apprezzo veramente tanto, Joe", ha detto Trump rivolgendosi a Biden.

Allo stesso modo Biden si è detto pronto a una "transizione ordinata" a gennaio. "Presidente eletto, ex presidente, Donald, congratulazioni", le parole con cui Biden ha accolto Trump, al quale ha stretto la mano.

In un paio d'ore, tanto è durato l'incontro, archiviati i toni roventi della campagna elettorale, che Trump ha condotto costantemente all'attacco prima contro 'Crooked Joe Biden' (il corrotto Joe Biden) e poi contro Kama Harris. "La politica è tosta ed è, in molti casi, non un bel mondo. Ma oggi lo è e io lo apprezzo molto", detto il neo presidente.

Di un incontro "molto cordiale", uno "scambio di vedute", ha parlato la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre. "Hanno parlato di questioni importanti di sicurezza nazionale e politica interna che riguardano la Nazione e il mondo", ha detto dopo il colloquio. Biden, ha precisato la portavoce, ha ribadito che "avremo una transizione ordinata e una transizione pacifica".

I conflitti in corso in Medio Oriente e Ucraina sono stati al centro del colloquio alla Casa Bianca tra il presidente eletto e quello uscente, ha poi detto il tycoon in un'intervista telefonica al New York Post, affermando che entrambi "sono stati felici di vedersi" e parlando di un "incontro davvero ottimo".

"Ho chiesto le sue opinioni e mi ha dato il suo punto di vista - ha detto Trump mentre il conflitto in Ucraina va avanti da oltre due anni -. Abbiamo parlato molto del Medio Oriente. Volevo sapere il suo punto di vista su dove siamo e cosa ne pensa. E me lo ha dato, è stato molto gentile".

Assente Melania

Trump è arrivato a Washington su invito di Biden. Un invito che, va ricordato, il presidente eletto non rivolse a Biden dopo la sconfitta elettorale del 2020. Come era stato anticipato, Melania Trump non ha accompagnato il marito per il tradizionale incontro con la first lady Jill Biden.

"La signora Trump non parteciperà oggi all'incontro alla Casa Bianca. Il ritorno del marito nello Studio Ovale per avviare il processo di transizione è incoraggiante e lei gli fa i migliori auguri", ha scritto su X l'ufficio della futura first lady.

Da Jill una lettera di congratulazioni a Melania

Jill Biden ha scritto una lettera a Melania Trump che ha declinato il suo invito a raggiungerla alla Casa Bianca mentre Biden incontrava Trump. La first lady ha accolto Trump insieme al marito. La lettera di congratulazioni per Melania che ha consegnato a Trump per la moglie è stata scritta a mano. Anche Jill Biden ha espresso, nella lettera a Melania Trump, la disponibilità del suo 'team' a fare in modo che la transizione sia ordinata.

Musk a Washington con Trump

 Ad accompagnare Trump nel suo ritorno vittorioso a Washington c'era invece Elon Musk, considerato uno dei principali artefici della vittoria elettorale dell'ex presidente.

Il miliardario tech, al quale è stata appena affidata la guida del Dipartimento per l'efficienza governativa, era al fianco del tycoon durante l'incontro con i deputati repubblicani. "Ama Mar-a-Lago", ha detto Trump, scherzando sul fatto che non riesce a liberarsi di Elon Musk, secondo quanto rivelano alla Cnn fonti che hanno partecipato alla riunione a porte chiuse.

Trump incontra i deputati repubblicani

Le fonti della Cnn precisano che Musk, che è stato lodato più volte dal tycoon, non ha preso la parola durante la riunione aperta dallo Speaker Mike Johnson che ha definito Trump "il re del comeback".

Tra il serio e il faceto, Trump ha fatto riferimento, parlando ai deputati repubblicani, a un suo terzo mandato, che sarebbe vietato dalla Costituzione che impone il limite di due mandati presidenziali. "Sospetto che non farò un terzo mandato, a meno che voi diciate 'è bravo, dobbiamo inventarci qualcosa'", ha detto il presidente eletto. I repubblicani, secondo le proiezioni della Cnn, manterranno il controllo della Camera dei Rappresentanti.

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