Formazione aziendale insufficiente per un terzo degli italiani: la metà delle imprese non investe sulle competenze. Ma 6 italiani su 10 sono comunque soddisfatti delle proprie performance a fine giornata
Osservatorio ASUS Business sul benessere aziendale e la formazione
• Un intervistato su due identifica il lavoro come fonte di grande stress, e circa un terzo del campione dubita delle proprie performance
• Il 60,8% degli italiani è soddisfatto del proprio ruolo e del proprio status in azienda, ma 4 persone su 10 non si sentono motivate o gratificate
• Per sopperire alla mancanza di formazione aziendale, più del 18% di italiani è disposto a pagare autonomamente per acquisire nuove competenze legate al proprio lavoro
Milano, 21 Giugno 2024 – Si parla spesso di come il benessere dei dipendenti possa migliorarne la produttività sul lavoro:un lavoratore che apprezza il proprio incarico e la propria azienda si approccia alle mansioni con una disposizione più positiva, e quindi più efficace. E, dato che il benessere può anche essere impattato dagli sforzi e investimenti che un’azienda fa nei confronti dei propri lavoratori, il tema della formazione diventa di vitale importanza. ASUS Business, insieme ad Astra Ricerche (1) , ha voluto studiare la correlazione fra queste due tematiche, andando ad approfondire come le aziende italiane vedono il tema della formazione, e come questa influisce sulla soddisfazione dei dipendenti, rendendoli più o meno motivati nel ruolo che ricoprono.
(1)Ricerca realizzata a maggio 2024 tramite interviste online sottoposte a un campione di 1.006 dipendenti e lavoratori in aziende situate in Italia.
Partendo dal senso di orgoglio e appartenenza percepito verso la propria azienda, la ricerca ha dimostrato che questi sono elementi che migliorano la situazione lavorativa di almeno 6 italiani su 10, a sottolineare come il nome e la reputazione della propria realtà abbia un importante impatto sul lavoratore. Quando però il punto di vista si sposta sul ruolo ricoperto dall’intervistato, la percentuale di persone che a termine della giornata lavorativa si dichiarano soddisfatte e gratificate si abbassa. Perché? La ricerca di ASUS Business sottolinea come, seppure più del 65% degli intervistati confermi che le proprie competenze vengono sfruttate appieno, e che la crescita a livello sia personale che professionale sia innegabile, per una persona su due, il proprio lavoro è una grande fonte di stress, e circa il 35% degli intervistati afferma di non sentirsi tranquillo riguardo alle proprie performance, asserendo che gli capita spesso di non svolgere le proprie mansioni in maniera adeguata. Quest’ultimo elemento è maggiormente sentito dai dipendenti under 30: sebbene la sicurezza in sé stessi e nelle proprie capacità vada a migliorare con l’aumentare dell’età dell’intervistato, lo stress sembra invece aumentare con l’andare avanti della carriera, toccando un picco nella fascia dai 30 ai 39 anni.
La retribuzione fondamentale per sentirsi valorizzati
Quanto il benessere è correlato alla retribuzione? Più della metà delle persone intervistate dichiara che la propria retribuzione sia adeguata alla quantità di mansioni che svolge e al livello di responsabilità di cui è ricoperto, ma c’è comunque un 46% che afferma di non sentirsi sufficientemente valorizzato dal punto di vista economico, per il genere di ruolo che ricopre all’interno dell’azienda per cui lavora. Anche a livello di carriera, c’è una parte di persone (pari a circa il 47%) che non vede delle possibilità di carriera coerenti con i propri desideri e aspettative. Nello specifico, sono le donne a dare una valutazione più bassa alla retribuzione economica e alle possibilità di carriera in azienda.Specialmente le intervistate dai 30 ai 39 anni raggiungono un livello di frustrazione e insicurezza legati al proprio ruolo quando sono nel fiore della propria vita lavorativa, e quando ci si aspetta che la propria posizione in azienda sia ormai ben consolidata. Comparando questo dato a quello degli uomini, si nota come un collega di sesso maschile nella stessa fascia di età dimostri di essere molto più soddisfatto della propria situazione in generale.
Formazione: quali sono le competenze più importanti per i dipendenti?
Quanto le competenze tipiche e specifiche del proprio ruolo sono importanti, se comparate ad altri tipi di conoscenza ed expertise? Secondo il 75% degli italiani, le skill funzionali al proprio ruolo e settore sono fondamentali rientrano nella top 3 delle competenze pilastro. Ma se si vanno a guardare altri tipi di competenze, come quelle di cultura generale o le conoscenze digitali di base, si vede come questo genere di soft skills vanno a definirsi come indispensabili per ben il 65% degli intervistati. Più nello specifico, le conoscenze che risultano vincenti nella mente degli intervistati sono, in ordine, competenze digitali di base, conoscenza del settore in cui la propria azienda opera, e competenze digitali estese, come la capacità di “capire” la tecnologia o di usare software complessi.La competenza tecnologica risulta quindi un fattore fondamentale e non trascurabile per qualsiasi ruolo o settore, e questa può essere acquisita o facilitata da attrezzature semplici e intuitive da utilizzare. Per quanto riguarda le soft skills, invece, le capacità di rapportarsi agli altri, lavorare in team e essere in grado di risolvere velocemente i problemi e gli imprevisti, sono le competenze ritenute più importanti. Capacità di networking e competenze tecnologiche sono quindi i pilastri per i dipendenti di oggi.
Dal punto di vista delle mancanze, invece, il campione intervistato vede come maggiore ostacolo all’acquisizione di competenze necessarie per il proprio ruolo in azienda, i propri colleghi, in quanto non ci sono abbastanza occasioni di scambio e confronto. È infatti il dialogo la prima e più grande fonte di istruzione per loro. La formazione aziendale arriva solo dopo, e per il 31,6% questa è comunque insufficiente e/o inadeguata.
Solo la metà delle aziende in Italia offre corsi di formazione e aggiornamento ai propri dipendenti
Il 71% di italiani dichiara di fare formazione legata al proprio lavoro, ma di questa percentuale sono solo il 56% i dipendenti che frequentano dei corsi sovvenzionati dalla propria azienda. C’è infatti una quota di persone che investe personalmente nella propria istruzione, pari a 2 persone su 10. Anche in questo caso, il campione che è meno esposto a questo genere di incentivi è quello femminile (circa la metà del campione fa formazione aziendale, contro il 60% degli uomini).
Da un punto di vista di soddisfazione interna, la qualità della formazione viene giudicata in maniera totalmente positiva da poco meno di 3 persone su 10, e soprattutto, quasi 8 persone su 10 dichiarano che ciò che imparano ha poca attinenza concreta al loro lavoro.Per migliorarla, il campione intervistato dichiara sarebbe meglio aumentare la formazione basata sulle specifiche esigenze del lavoratore, soprattutto per quanto riguarda la formazione linguistica e di gestione e organizzazione del lavoro.
La formazione aziendale si configura quindi come un elemento che potrebbe avere un grande impatto non solo sulle performance dei dipendenti, ma anche sul loro benessere sul posto di lavoro;ma la ricerca evidenzia che su questo c’è ancora molto lavoro da fare, soprattutto da parte delle aziende. Primo passo fondamentale è quello di fornire ai propri dipendenti i giusti strumenti per affinare quelle che sono le competenze necessarie per loro, ossia quelle digitali. Un campo in cui ASUS Business opera ormai da anni, nel desiderio di soddisfare le esigenze di aziende e professionisti tramite una vasta gamma di prodotti affidabili e innovativi.
Aziende e liberi professionisti interessati all’acquisto dei prodotti ASUS Business possono mettersi in contatto con i consulenti ASUS attraverso questo apposito form.
NOTES TO EDITORS
ASUS Business website: ASUS Business: notebook e soluzioni IT per le aziende
ASUS LinkedIn: https://www.linkedin.com/company/asus/posts/
ASUS Business LinkedIn: https://www.linkedin.com/showcase/asus-business/
ASUS Pressroom: http://press.asus.com
ASUS Global Facebook: https://www.facebook.com/asus
ASUS Global X (Twitter): https://www.x.com/asus
Immediapress
Da Londra con amore: DineMe è la nuova app d’incontri per...
Milano, 14 Novembre 2024. Cibo e appuntamenti sono un’accoppiata celebrata da sempre dal grande schermo. Sono tanti gli esempi di cene romantiche che ci hanno fatto innamorare, ma forse è la Disney, con Lilly e il vagabondo, che ci ha regalato una delle scene più iconiche del primo appuntamento al ristorante: chi non ricorda i due cani che, senza accorgersene, finiscono per baciarsi al centro di un piatto di spaghetti e polpette.
Oggi, nell’epoca in cui la cultura "foodie" è più vivace che mai, scattare foto dei piatti perfetti o restare al passo con i nuovi ristoranti in città sono diventati parte del nostro linguaggio e di come ci relazioniamo con gli altri. Chiunque abbia vissuto un momento di convivialità a tavola sa per certo che il cibo è ben più che semplice nutrimento, è un’esperienza, un modo per entrare in sintonia. E se anche una nuova app d’appuntamenti partisse proprio da qui?
Quando il cibo diventa condivisione (non solo social)
Lanciata inizialmente nel Regno Unito, l’idea alla base di DineMe è quella di combinare l’amore per l’enogastronomia con l’opportunità di creare nuove connessioni sociali, dando agli utenti la possibilità di organizzare appuntamenti - rigorosamente offline - di fronte a un buon piatto. Quante volte si rinuncia a provare quel nuovo ristorante in centro o quel bar famoso dall’altra parte della città solo perché non si ha nessuno con i nostri stessi gusti per andare.
In questo senso, rispetto alle tradizionali piattaforme d’incontri, la dating app DineMe si propone come soluzione per incontrare nuove persone mentre, uniti dalla passione per la cucina, si passa del tempo insieme nel mondo reale, per uno scambio più coinvolgente e meno superficiale.
Come funziona DineMe, la nuova app per chi è stanco dei soliti appuntamenti
Il funzionamento di DineMe è semplice ma originale: gli utenti scelgono una “dine” - il nome per l’esperienza culinaria in piattaforma - in base alle proprie preferenze, dal tipo di cucina, all’orario, fino ai dettagli di chi si occuperà del conto. L’utente che crea il “dine” avrà, infatti, la possibilità di decidere se offrire o dividere il conto in parti uguali, evitando il tipico imbarazzo che emerge alla fine della cena.
In questo modo l’app, non solo facilita gli incontri, ma permette anche di personalizzarli a tal punto da rendere ognuno un’occasione unica. A prescindere dal fatto che magari, seppur lo si spera, si troverà l’anima gemella. L’intento è di creare un contesto rilassato, in cui il cibo e la conversazione guidino la serata, senza pressioni o aspettative eccessive. Ogni “dine” offre così l’opportunità di vivere un appuntamento diverso, dove conta davvero il piacere di stare insieme.
Perché DineMe può essere la scelta giusta per conoscere nuove persone
A differenza di altri social dove l’immagine è tutto, DineMe mette al centro gusti e passioni comuni tra i criteri di scelta, offrendo un’interazione più autentica. Invece di concentrarsi sull’aspetto fisico o sulla professione, la piattaforma richiede solo tre foto, la località, una lista di interessi e una breve bio da personalizzare. Questo approccio, che potrebbe sembrare banale, è invece molto apprezzato da chi è stanco delle dinamiche superficiali tipiche delle app di appuntamenti e cerca esperienze più vere per sfuggire alla cosiddetta "swipe fatigue”, ovvero quella frustrazione legata agli incontri deludenti o ai match mancati.
In un mondo sempre più digitale, dove la prima impressione è tutto, DineMe offre un’opzione che guarda alla sostanza. D’altronde, l’amore per il cibo ha un modo unico di far emergere le nostre caratteristiche e le nostre passioni, e per chi è in cerca di qualcosa di diverso dal solito è difficile immaginare un modo migliore per iniziare una nuova conoscenza.
Per maggiori informazioni
Sito web: https://www.dineme.net/it/
Immediapress
Manovra/ Collatina (Egualia): «Via dal Ddl misure che...
Le richieste delle aziende dei farmaci fuori brevetto alla vigilia dell’avvio dell’esame delle proposte emendative in Commissione Bilancio alla Camera
Roma, 14 novembre 2024 – «Alla vigilia dell’avvio dell’esame in commissione Bilancio della Camera degli emendamenti presentati alla Legge di Bilancio 2025 non possiamo non ribadire con forza la necessità di una profonda revisione delle misure previste nel DDL presentato al capitolo della farmaceutica, a partire dalla cancellazione della misura contenuta nell’art. 57, relativa alla revisione delle quote di spettanza sui prezzi delle industrie a vantaggio della distribuzione intermedia e individuando un percorso per abrogare il payback 1,83 % sulla spesa convenzionata versato alle Regioni».
Questo l’appello di Stefano Collatina, Presidente di EGUALIA (associazione dei produttori di equivalenti biosimilari e value added medicines) alla vigilia dell’avvio dell’esame delle proposte emendative in Commissione Bilancio alla Camera.
«Qualsiasi altro tentativo di rimodulazione delle quote di spettanza sui farmaci di fascia A – spiega Collatina - si tradurrebbe in un “attacco” alla sostenibilità della produzione industriale del settore alimentando inevitabilmente i rischi di carenze e indisponibilità di medicinali essenziali in particolare per le terapie croniche utilizzati ogni giorno da migliaia di pazienti».
«Altrettanto inaccettabile e rischioso – prosegue - risulterebbe il progetto, ipotizzato in alcune ipotesi emendative, di redistribuire il tetto complessivo della farmaceutica pari al 15,3% del Fondo sanitario nazionale riducendo il tetto della convenzionata (dal 6,9% al 6,3%) a vantaggio della spesa per acquisti diretti (dall’8,3%5 all’8,9%) che avrebbe come effetto quello di annullare qualsiasi spazio di possibile intervento sul livello di rimborso per i farmaci fuori brevetto più a rischio di carenza, più volte sollecitata dalle imprese. La strada è un’altra: aumentare il complesso delle risorse della farmaceutica sul FSN, perché è la spesa ad essere sottofinanziata».
«Ci auguriamo invece – conclude il presidente di Egualia - che possa essere definitivamente introdotto nel nostro ordinamento il meccanismo dell’accordo quadro nelle procedura di gara per i farmaci fuori brevetto in ospedale, antidoto indispensabile alla ricorrente fuga della imprese dalle gare ospedaliere».
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Egualia
Sara Todaro
Mob. +39 348 9009082
sara.todaro@egualia.it
www.egualia.it
EGUALIA (già Assogenerici) è l’organo ufficiale di rappresentanza dell’industria dei farmaci generici equivalenti, biosimilari e value added medicines in Italia. L’associazione, fondata nel 1993, rappresenta oggi più di cinquanta tra imprese multinazionali e aziende italiane dislocate su tutto il territorio nazionale, per un totale di 10mila occupati e quasi 40 siti produttivi. In ambito europeo, EGUALIA è membro di Medicines for Europe (già EGA), la voce delle industrie produttrici di farmaci generici equivalenti, biosimilari e value added medicines in Europa che rappresenta 350 siti produttivi e di ricerca con un totale di 160mila addetti.
Immediapress
Alessandro Gherardotti “L’agente di commercio:...
Il noto esperto di reti commerciali svela il segreto per una brillante carriera nel mondo delle vendite.
Milano, 14 novembre 2024. Alessandro Gherardotti, National Sales Recruiter di Pagine Si! S.p.A, figura di spicco nel panorama italiano della creazione di reti commerciali, ha recentemente sottolineato l'importanza fondamentale del ruolo dell'agente di commercio nel percorso di crescita professionale.
"L'agente di commercio è molto più di un semplice venditore - afferma Alessandro Gherardotti- È un vero e proprio imprenditore individuale all'interno di un'azienda, con un'autonomia e una responsabilità che lo mettono alla prova ogni giorno. Questa esperienza unica è un trampolino di lancio eccezionale per chi ambisce a ricoprire ruoli di maggiore responsabilità nel mondo delle vendite."
Secondo l'esperto, il lavoro dell'agente di commercio offre una serie di vantaggi unici.
Lo sviluppo di competenze trasversali: gli agenti di commercio acquisiscono competenze in ambito commerciale, relazionale, negoziale e di gestione del tempo, tutte fondamentali per una carriera di successo.
Autonomia e responsabilità: l'agente di commercio è padrone del proprio tempo e delle proprie azioni, sviluppando così un forte senso di responsabilità e iniziativa.
Visione a 360 gradi del business: essendo a diretto contatto con i clienti, gli agenti di commercio acquisiscono una profonda conoscenza del mercato e delle dinamiche competitive.
Rete di contatti: gli agenti di commercio costruiscono una rete di relazioni professionali che può rivelarsi preziosa per tutta la carriera.
"Tutti i più bravi direttori vendite e direttori commerciali che conosco hanno un passato da agenti di commercio - continua Alessandro Gherardotti- Questo perché l'esperienza sul campo è insostituibile per comprendere a fondo le esigenze dei clienti e le dinamiche di mercato. Chi ha lavorato come agente di commercio ha una marcia in più."
"Non è solo un lavoro, è una scuola di vita che ti prepara per ruoli di maggiore responsabilità e leadership," sottolinea. La sua visione è chiara: il futuro delle carriere manageriali commerciali passa attraverso l'esperienza diretta e pratica che solo il ruolo di agente di commercio può offrire.
L'esperto si rivolge ai giovani, invitandoli a considerare l'agente di commercio come un'opportunità per lanciarsi in una carriera stimolante e gratificante. "Se siete ambiziosi, determinati e avete una forte passione per le vendite, l'agente di commercio è il percorso giusto per voi. – assicura Gherardotti- Non abbiate paura di mettervi in gioco e di affrontare nuove sfide."
Parole che confermano l'importanza strategica del ruolo dell'agente di commercio nel mondo del business. Chi decide di intraprendere questo percorso si apre le porte a un futuro ricco di opportunità e soddisfazioni.
In un'epoca in cui le opportunità di lavoro sono molteplici e spesso confuse, il consiglio dell’esperto risuona come una guida preziosa per chiunque voglia costruire una carriera solida e di successo nel mondo delle imprese.
http://www.paginesispa.it