Knorr, studenti sempre di corsa, 32% dedica meno di mezz’ora a pausa pranzo
Un’indagine svela abitudini alimentari di una generazione sempre in corsa, solo 21% è soddisfatto di quello che prepara
Essere studenti significa vivere ogni giorno in equilibrio tra mille sfide: dal superare gli esami e ottenere buoni voti alla ricerca di una casa, dalla convivenza con i coinquilini fino alla complessità della burocrazia. In mezzo a questo vortice di impegni, c’è un momento che passa spesso inosservato, ma che ha un impatto significativo sulla giornata: la pausa pranzo. Spesso trascurato, frettoloso e poco appagante, il pranzo è infatti diventato simbolo di una vita frenetica, dove gusto e varietà finiscono per essere sacrificati. Ma come vivono gli studenti questo momento? E quali sono i principali ostacoli nella preparazione della rinominata “schiscetta”?
Se lo è domandato Knorr, che in occasione del lancio dei nuovi Asia Noodles e della campagna “Easy to Love” – pensata per rendere anche i momenti più trascurati e frettolosi, come la pausa pranzo, “facili da amare” - ha indagato come gli studenti universitari organizzano e vivono la loro pausa pranzo. L’indagine, realizzata con metodologia SWOA (Social Web Opinion Analysis) attraverso il monitoraggio di blog, forum e i principali social network, ha coinvolto 1200 studenti e studentesse universitari italiani.
“Dalla ricerca emerge uno scenario molto chiaro: i giovani vivono ad un ritmo frenetico, pieno di sfide e con ‘Easy to Love’ vogliamo dimostrare che anche in quei momenti di pausa veloce si può trovare un attimo di piacere e di gusto autentico – commenta Mariangela Capolupo, Head of Marketing Nutrition Unilever Italia – Con i nuovi Asia Noodles abbiamo puntato non solo ad ampliare la nostra offerta, ma anche a seguire i nuovi trend proponendo un prodotto che, grazie alle sue caratteristiche, risponde pienamente ad una delle principali esigenze emerse degli studenti, ovvero il desiderio di un'opzione gustosa e pratica per la propria pausa pranzo”.
L’indagine ha mostrato come lo stress e la frenesia della vita quotidiana degli studenti si rifletta anche nelle abitudini alimentari degli stessi: il 32% dei giovani intervistati dichiara di dedicare meno di 30 minuti per la pausa pranzo mentre solo il 23% si concede oltre un'ora. Molti di loro, inoltre, consumano i pasti in luoghi improvvisati, con il 33% che sceglie di mangiare direttamente sulla scrivania o in aula e il 27% che opta per un pasto consumato al volo in strada. La mancanza di tempo è dunque un problema comune, sia per chi prepara la schiscetta da casa (26%) sia per chi preferisce consumare il pranzo in mensa (20%) o in locali vicino all’università (22%), con un 11% che decide addirittura di saltare completamente il pasto.
Anche la stessa preparazione del pranzo riflette la vita frenetica degli studenti: il 32% impiega tra i 15 e i 30 minuti per preparare il cibo, mentre il 21% riesce a farlo in meno di 15 minuti, principalmente la sera prima (37%) o la mattina prima di uscire (30%). Le difficoltà organizzative sono dunque evidenti: nonostante il tempo sia ai primi posti tra le complessità nella preparazione di un pranzo gustoso, il principale ostacolo è la pigrizia e la mancanza di voglia per cucinare o fare la spesa (72%) mentre il 55% riconosce di non avere abbastanza competenze culinarie.
Non stupisce, dunque, che solo il 21% degli studenti si dichiari pienamente soddisfatto della propria pausa pranzo, sovrastato da un 45% che si ritiene poco (29%) o per nulla (16%) soddisfatto. Queste difficoltà si riflettono anche nel modo in cui gli studenti preparano la famigerata “schiscetta” da portare in pausa pranzo: il 26% preferisce acquistare piatti preconfezionati, il 21% ricorre agli avanzi della sera prima mentre il 16% si affida ai genitori o ai coinquilini per la preparazione. E in termini di alimenti preferiti, emerge una varietà di scelte, con il 27% degli studenti che predilige un primo piatto, come pasta o riso, seguito dal 24% che preferisce un contorno a base di verdure.
Ma cosa desiderano davvero gli studenti quando arriva il momento di staccare dallo studio e concedersi una pausa pranzo? Quando si parla di preferenze alimentari, emerge chiaramente un desiderio per pasti semplici ma appaganti: il 73% degli studenti vorrebbe un’offerta che combini gusto e praticità, da preparare rapidamente e consumare senza sacrificare la varietà e il gusto. Non solo, anche avere a disposizione più tempo (49%) e spazi adeguati (61%) migliorerebbe il momento della pausa pranzo.
Knorr, oltre ad indagare difficoltà e preferenze degli universitari rispetto ad un momento cruciale ma spesso trascurato come la pausa pranzo, ha voluto portare alla luce anche tutti quei momenti “facili da amare”, che rendono la quotidianità più leggera e piacevole. Il 77% degli studenti considera infatti gli eventi e le feste universitarie tra le esperienze più apprezzate, seguite dagli aperitivi post esame (68%), i successi accademici come il superamento di un esame (58%) ma anche quelle piccole vittorie quotidiane come trovare parcheggio subito prima di una prova importante (52%) o un posto libero in biblioteca (40%).
Knorr, dunque, ha esplorato non solo le abitudini alimentari ma anche le necessità e le aspirazioni che gli studenti ricercano nel cibo, dimostrando come anche la pausa pranzo, se vissuta con un prodotto pratico e ricco di sapore, come i nuovi Asia Noodles, può trasformarsi in un’esperienza “facile da amare”.
Economia
Arval (Gruppo BNP Paribas) rinnova il proprio contratto...
Smart working più esteso e flessibile, orario ridotto nei mesi estivi, contributi per famiglie e genitorialità e integrazione al 100% del congedo parentale
Flessibilità per un migliore work-life balance, tutele per famiglie e genitorialità e solidarietà: sono questi i pilastri fondanti del nuovo Contratto Integrativo Aziendale siglato da Arval Italia, società del Gruppo BNP Paribas specializzata nel noleggio auto e in soluzioni di mobilità per aziende, liberi professionisti e privati, insieme alle parti sociali (Fisascat Cisl e Filcams Cgil e le rispettive delegazioni). Tante le novità contenute nel nuovo CIA che coinvolgerà i quasi 1.200 collaboratori delle sedi di Scandicci (FI), Assago (MI), Roma e Verona e che sarà in vigore fino al 2027.
Smart working esteso, sempre più flessibile
Nella convinzione che il lavoro in modalità “smart” possa efficacemente contribuire a un aumento della produttività, favorendo la responsabilizzazione, l’autonomia e l’orientamento ai risultati di ciascun collaboratore, il nuovo contratto integrativo conferma le 10 giornate mensili già previste dagli accordi individuali, fruibili con molta maggiore flessibilità, e aggiunge altre 4 giornate di smart working per ciascun semestre (per un totale di 8 giornate aggiuntive all’anno).
Inoltre, nei mesi di giugno, luglio e agosto, viene introdotta la riduzione dell’orario di lavoro da 40 a 38 ore sui 5 giorni, senza alcuna riduzione della retribuzione: pomeriggi liberi nei venerdì estivi, così da favorire il work-life balance.
Tutela e supporto alla famiglia e alla genitorialità
Novità importanti per i neo-genitori: a loro, viene riconosciuto il congedo parentale previsto per legge con una integrazione dell’indennità Inps fino al 100% della retribuzione (era all’80% nel precedente accordo contrattuale aziendale). La normativa italiana in materia di lavoro prevede, invece, il 30% della retribuzione per il congedo parentale facoltativo. E quando tornano in azienda, qualora ne facciano richiesta, part-time fino al terzo anno del bambino.
Tra le molteplici misure pensate per famiglie e genitori, Arval propone inoltre, a tutela delle famiglie, bonus del valore di 600 euro per la nascita o l’adozione o l’affido dei figli, un bonus del valore lordo di 400 euro per matrimonio o inizio di una convivenza, per qualsiasi tipo di famiglia, in un’ottica di inclusione e tutela delle diversità.
Nel nuovo contratto integrativo, è poi previsto un contributo per l’iscrizione dei figli all’asilo nido, inclusi adottivi o affidatari, così da favorire il reinserimento lavorativo dei genitori.
Ci sono poi i permessi retribuiti per nascita, adozione o affidamento di un minore, per l’inserimento dei figli al nido o alla scuola materna, oltre che per figli affetti da problemi di apprendimento, congedi per malattia dei figli o di parenti di primo grado.
Misure di tutela significative sono previste per le/i lavoratrici/ori vittime di violenza di genere, con 2 mesi di congedo oltre quanto previsto dalla normativa di legge e di contratto.
Solidarietà
Nell’ottica condivisa di concepire l’impresa come una comunità solidale di persone, il Contratto Integrativo di Arval Italia rafforza l’istituto della Banca Ore Solidale, che permette la cessione volontaria, a titolo gratuito e anonimo, di ore di R.O.L. ed ex- Festività residue a favore di colleghi che devono affrontare situazioni di grave necessità.
E ancora, prosegue l’attenzione al tema del volontariato aziendale pensato per incoraggiare e supportare la partecipazione attiva e concreta dei collaboratori alla vita della comunità locale e a sostegno di organizzazioni no profit: fino a 4 ore all’anno, con permessi retribuiti.
Francesco Sbrascini, Direttore Risorse Umane e Segretario Generale di Arval Italia, evidenzia: “Siamo soddisfatti del lavoro fatto insieme alle parti sociali nel rinnovo del Contratto Integrativo. Siamo partiti dall’ascolto delle esigenze dei nostri collaboratori, che chiedevano in primis una maggiore responsabilizzazione e flessibilità nella gestione del proprio tempo: abbiamo quindi puntato sull’estensione dello smart working e soprattutto su una maggiore flessibilità. Un altro elemento imprescindibile su cui ci siamo concentrati è stato il tema delle tutele e del supporto verso qualsiasi tipo di famiglia”.
Economia
Professioni, Istituto Zaccagnini: 21.500 ottici abilitati...
I numeri di scenario studiati e analizzati da Istituto Zaccagnini, scuola per ottici e optometristi, che ha inaugurato l’anno accademico 2024-2025 organizzando una mattinata di dialogo dal titolo 'Ottici e optometristi nell’Italia che cambia' per confrontarsi sul presente e il futuro dell’istruzione professionale nel settore dell’ottica.
In Italia gli ottici abilitati attivi nella filiera sono 21.500: 19.500 nel retail specializzato e 2.000 nelle altre imprese. Nella sola Lombardia gli ottici sono 2148 (Registro Imprese), a Milano 1074. Le professioni dell’ottico e dell’ottico optometrista sono molto richieste in un mercato come quello italiano che, solo per quanto riguarda l’occhialeria, ha una produzione del valore di 5,53 miliardi di euro (2023, dati Anfao). La filiera italiana dell’ottica ha un valore complessivo di 9.23 miliardi di euro.
Questi sono i numeri di scenario studiati e analizzati da Istituto Zaccagnini, scuola per ottici e optometristi, con sedi principali a Bologna e Milano e corsi di specializzazione a Venezia e Torino, che ha inaugurato l’anno accademico 2024-2025 organizzando, nella cornice della sede milanese in via Crespi, una mattinata di dialogo dal titolo 'Ottici e optometristi nell’Italia che cambia' per confrontarsi sul presente e il futuro dell’istruzione professionale nel settore dell’ottica.
A partire da dati nazionali e di settore sull’istruzione professionale in ottica e optometria e sul modello didattico di Istituto Zaccagnini si è dibattuto sul ruolo che ottici e optometristi svolgono e potrebbero svolgere grazie ad una migliore collaborazione ed integrazione con la classe medica, oculisti in primis, per garantire un’adeguata visione e contribuire alla cura e salute degli occhi a tutti i cittadini italiani.
In Italia sette sono i corsi di laurea triennale in Ottica e Optometria (dopo la laurea triennale è necessario prendere l’abilitazione) e sono a Torino, Milano, Padova, Firenze, Roma3, Napoli, Lecce. Per diventare ottico è anche possibile studiare presso un Istituto professionale post diploma, presso il quale si ottiene, dopo un biennio di studi, l’abilitazione. Secondo il Consorzio Interuniversitario Alma Laurea, il numero dei laureati dal 2018 al 2022 è sceso del 46,7%. Nel 2018 i sette atenei hanno proclamato 250 laureati in Ottica e Optometria, mentre nel 2022, i medesimi sette atenei ne hanno proclamati 128. Anche se non vi sono dati ufficiali, nel comparto si stima che il sistema scolastico nazionale abiliti ogni anno circa 650-700 ottici, compresi i privatisti ed i candidati laureati in O.O. Il percorso universitario, va detto, non completa del tutto il curriculum di chi vuole diventare ottico, perché dopo la laurea è necessario comunque sostenere l’esame di stato. Il numero, secondo gli addetti del settore, è insufficiente a coprire la domanda della filiera.
La laurea in Ottica e Optometria - fonte Consorzio Interuniversitario Alma Laurea - vede un bassissimo tasso di disoccupazione, un sicuro ingresso nel mondo del lavoro, retribuzioni nazionali in aumento. Un giovane neodiplomato, assunto in un negozio di ottica, viene inquadrato al terzo livello del commercio con una RAL non inferiore ai 25.000 euro e ha diverse possibilità di carriera. Un dettaglio da rilevare: nel settore non ci sono differenze di remunerazione tra donne e uomini. A fronte di questo scenario, molte domande restano aperte.
Dal 2021, con il decreto legge 2018 n. 42 che ha riformato il profilo dell’ottico, sono effettive - a livello nazionale - le norme che stabiliscono il nuovo percorso formativo di questa figura professionale. Gli studenti che avranno completato il biennio e il quinquennio per l’abilitazione alla professione di ottico dovranno avere una formazione avanzata, orientata ad assistere, consigliare il cliente sui prodotti migliori per la correzione del difetto visivo, ma non solo. Il 'nuovo' ottico, come da decreto, è chiamato anche a 'Effettuare, con adeguate tecnologie e nei casi consentiti dalla normativa vigente, l’esame delle abilità visive e della capacità visiva binoculare in relazione alla progettazione e all’assemblaggio degli ausili ottici necessari, segnalando all’attenzione medica eventuali condizioni del cliente che indichino anomalie degli occhi e della salute' (Competenza numero 3, Allegato M, Decreto interministeriale 92, 24 maggio 2018).
Nasce così il profilo di uno specialista che deve segnalare al medico eventuali situazioni di allerta, facendo così da prima barriera di controllo e difesa della visione e della salute dell’occhio. Il mercato richiede ottici e optometristi sempre più formati per rispondere al bisogno di servizi oftalmici di una popolazione ametrope che invecchia e pertanto ha una crescente necessità di assistenza e riferimenti facili da raggiungere. Due dati: entro il 2050 la proporzione di anziani tenderà a raddoppiare, passando dall'11% al 22% della popolazione totale; l'indice di vecchiaia (calcolato come rapporto tra over 65 e under 15), sintetizza al meglio l'invecchiamento della popolazione e, nel 2022, risultava pari a 188, ad indicare che vi sono circa 1,88 anziani per ogni giovane.
Osserva Giorgio Righetti, direttore di Istituto Zaccagnini: “Nel difficile quadro economico nazionale, è necessario valorizzare una professione con sbocchi professionali sicuri che svolge un ruolo determinante nel contesto attuale in cui il bisogno di salute cresce - e continua - Credo che nell’ottica si vedano le conseguenze di una mancata sensibilità sistemica nei confronti dell’istruzione professionale. Di fatto, l’offerta scolastica italiana non risponde ai bisogni degli studenti, che spesso abbandonano gli studi, e della filiera, che richiede competenze avanzate. Noi di Istituto Zaccagnini abbiamo, negli anni, rinnovato la didattica e la tecnologia e abbiamo mantenuto stabili i nostri risultati: il 97% dei Diplomati IBZ trova un lavoro o una collocazione qualificata e stabile in meno di sei mesi. Nell’iniziare un nuovo anno di studi, in Istituto Zaccagnini siamo soddisfatti dei nostri risultati, ma siamo anche convinti che serve una riflessione sul presente e sul futuro dell’istruzione professionale dell’ottica”. L’Istituto Zaccagnini diploma quasi il 70% degli ottici richiesti dal mercato regionale e oltre il 20% delle richieste nazionali.
L’Istituto Zaccagnini, fondato a Bologna nel 1977 e a Milano dal 2018, con i Corsi di specializzazione in Optometria a Torino e Venezia, ha in media ogni anno 600 studenti, italiani e stranieri. Presso Istituto Zaccagnini, nell’anno scolastico 2023/2024, gli studenti che hanno conseguito l’Abilitazione di Ottico (ai sensi dell’art. 140 del Testo Unico, Regio Decreto n. 1265 del 1934) sono stati 166 e gli Ottici abilitati che hanno concluso i Corsi di Specializzazione di Optometria 100. Un punto di forza in Istituto Zaccagnini è una didattica avanzata, che si fonda sull’integrazione tra le lezioni in presenza, attività di laboratorio, con strumentazione avanzata, ed una piattaforma digitale che offre dirette streaming e in differita, short lesson e video preparativi per gli esami, tutoring on line.
Nel corso della mattinata, rappresentanti delle Istituzioni e della filiera si sono confrontati sulla figura dell’ottica e sul ruolo che questa professione può svolgere anche in ambito sanitario.
"Il tema delle competenze e della formazione per Regione Lombardia - ha detto Simona Tironi, assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro, Regione Lombardia - è centrale, soprattutto nel momento attuale di evoluzione del mercato del lavoro. In Regione, abbiamo un Osservatorio privilegiato dal quale osserviamo quanto il profilo professionale dell’ottico e dell’optometrista sia richiesto. Corsi sempre più aggiornati permettono ai futuri ottici di acquisire competenze complementari e di imparare a guidare tecnologie moderne e innovative per una professionale oggi sempre più di rilievo per il sistema Paese".
Per Marco Bestetti, Consigliere, vice presidente della commissione Speciale Autonomia e riordino autonomie locali, Regione Lombardia: "Il mercato del lavoro è in trasformazione, la ricerca degli ottici è alta. Determinante è l’alleanza tra formazione, industria e ricerca. Regione Lombardia è sensibile al settore dell’ottica e dell’oculista, sia in ambito formativo per preparare professionisti formati e competenti che possano lavorare nell’industria, sia in ambito sanitario. La prevenzione è importante. Curare la salute dell’occhio consente anche di risparmiare risorse pubbliche e private".
Andrea Afragoli, Presidente nazionale della Federottica, Federazione Nazionale Ottici Optometristi ha chiarito che "il settore dell’ottica ha delle potenzialità ancora inespresse che, grazie al ruolo della formazione, andremo nei prossimi anni ad esplorare".
"Il mondo dell’ottica - ha spiegato Massimo Barberis, vice presidente Anfao con delega al Mercato Interno, rapporti con il retail e la classe medica e presidente del Gruppo Lenti - ha una responsabilità sociale. Formare i giovani è importante per la filiera, non è semplice per l’industria trovare le figure competenti e la scuola ha un ruolo determinante nello sviluppare capacità e competenz".
Danilo Mazzacane, segretario Goal e vicepresidente Commissione Difesa Vista, ha aggiunto: "I giovani sono una finestra sul futuro. La figura dell’ottica merita di essere valorizzata, è fondamentale formare professionisti che possano curare la capacità e, insieme, la funzione visiva, anche in un’ottica di prevenzione per i cittadini".
Nicoletta Losi, ex studentessa dell’Istituto, professional education and development director France Italy Iberia and Ema key account Johnson&Johnson, Euromcontact president ha affermato: "Gli sbocchi lavorativi per i futuri ottici oggi sono molteplici. Diplomarsi in ottica e optometria consente di lavorare non solo in un negozio ma permette anche di seguire carriere diverse e importanti nelle industrie del settore".
Lucrezia Gilardoni, direttrice dell’Istituto Zaccagnini, sede di Milano, ha detto: "Questa città gioca un ruolo centrale nella nostra strategia. E' il centro nevralgico della filiera ottica italiana, sede di aziende farmaceutiche, produttori di lenti e montature, distributori ottici e designer di fama internazionale. Desideriamo formare professionisti che non siano solo tecnicamente preparati, ma anche consapevoli del loro ruolo strategico all’interno di questo ecosistema".
Economia
Autostrade, Cavhere: sempre più servizi in info-point di...
Dal 2 dicembre oltre alle consuete informazioni su viabilità, traffico e turismo, i viaggiatori potranno ottenere anche assistenza per quanto riguarda tutti i servizi autostradali
Baricentrico rispetto ai flussi di mobilità in Veneto, l’info-point “CAVhere” gestito da Cav-Concessioni Autostradali Venete, si trova nell’area di servizio Arino Est lungo la A4 in direzione Trieste e Venezia, in uno dei punti di sosta maggiormente frequentati dell’arteria autostradale. Dal 2 dicembre, oltre alle consuete informazioni su viabilità, traffico e turismo, i viaggiatori potranno ottenere anche assistenza per quanto riguarda tutti i servizi autostradali, fino a prima erogati solo dal Centro Servizi Cav di Mestre: sottoscrizione di contratti e distribuzione di apparati di telepedaggio, con assistenza post-vendita, cambi targa e smarrimenti, regolarizzazione dei mancati pagamenti del pedaggio, informazione sui pedaggi autostradali, rilascio di abbonamenti e altre forme di scontistica previste per l’utenza.
L’obiettivo è estendere i punti di accesso all’assistenza garantita da Cav permettendo ai viaggiatori di fruire di tutte le informazioni e di tutti i servizi senza uscire dall’autostrada e in un unico contenitore. Progettato per offrire ai viaggiatori un’informazione completa e una sosta in un ambiente accogliente, connesso e digitale, CAVhere è stato concepito come spazio polifunzionale, grazie alla sua multimodalità e multimedialità, con l’utilizzo di schermi, collegamenti alla centrale operativa, telecamere e servizi da remoto. Nel 2022 CAVhere è entrato anche nella rete di promozione turistica regionale, offrendo, grazie a una partnership con la Regione del Veneto, un info-point afferente al marchio “The Land of Venice” per promuovere eventi e destinazioni del territorio.
Ora, nella nuova veste di “Infopoint più Centro Servizi”, CAVhere sarà un punto di assistenza a tutto tondo per ogni necessità relativa al viaggio: sarà aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle 14:00 e dalle 15:00 alle 18:00. Il recapito telefonico è lo 041.5497184.