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In diverse regioni italiane obbligo di gomme invernali o catene a bordo

Auto in coda

Con l'arrivo del freddo - soprattutto al nord Italia - è ripartito in molte regioni l'obbligo di dotarsi di pneumatici invernali o di avere catene a bordo. Il codice della Strada infatti prevede che dal 15 novembre, infatti, tutti gli automobilisti dovranno equipaggiare i loro veicoli con gomme invernali, una scelta fondamentale per garantire una guida sicura e rispettare le normative in vigore: un obbligo che interessa tutte le strade dove la segnaletica lo richiede e resterà in vigore fino al 15 aprile.

La mancata osservanza può comportare sanzioni amministrative con multe che variano da 87 a 344 euro. A livello nazionale, si stima che mediamente circa il 50% delle vetture in circolazione nel nostro paese sia dotato di pneumatici contrassegnati con la marcatura M+S con o senza il pittogramma alpino quindi pneumatici invernali o pneumatici commercialmente definiti all season, quattro stagioni, all weather.

La scelta di adattare il proprio treno di gomme alla stagione fredda è opportuna dal momento che i pneumatici invernali sono progettati per mantenere prestazioni ottimali in condizioni di bassa temperatura (inferiore ai 7°C), offrendo un'aderenza e una trazione superiori rispetto alle gomme estive. Questo permette di ridurre gli spazi di frenata, migliorando notevolmente la sicurezza stradale. Stesso discorso, ma con condizioni invertite, ad aprile per tornare agli pneumatici estivi, più performanti a temperature elevate.

Con l'occasione il gommista dovrebbe eseguire la permuta delle gomme, ovvero l'inversione delle gomme anteriori con quelle posteriori o altra rotazione se riportata nel libretto di uso e manutenzione del veicolo e quindi consentita. Questa rotazione è importante per garantire un'usura più uniforme dei pneumatici, prolungandone così la durata e mantenendo alte le prestazioni in tutte le stagioni.

Chi si appresta a viaggiare in Europa, farà bene a informarsi sulle normative specifiche dei diversi Paesi visitati. Da quest'anno infatti in Germania e Francia cambiano le regole sugli equipaggiamenti previsti per la stagione invernale.

Cosa succede negli altri paesi

- Francia: dal 1 novembre e fino al 31 marzo, nelle regioni alpine e su alcuni tratti indicati da specifica segnaletica, sono obbligatori i pneumatici invernali con entrambe le marcature M+S e 3PMSF.

- Germania: l'uso dei pneumatici invernali, che in questo Paese si identificano con la marcatura M+S e simbolo 3PMSF, è obbligatorio in caso di condizioni stradali e metereologiche invernali.

- Austria: l'obbligo di gomme invernali M+S, montate su tutte e quattro le ruote e con un battistrada di almeno 4 mm, scatta in presenza di condizioni stradali invernali dal 1 novembre al 15 aprile dell'anno successivo.

- Svizzera: Non è previsto l'obbligo di pneumatici invernali, ma si può incorrere in una sanzione se la circolazione in condizioni invernali con pneumatici estivi dovesse congestionare il traffico oppure se i pneumatici fossero giudicati difettosi.

- Croazia: dal 15 novembre al 15 aprile, in caso di condizioni invernali, vige l'obbligo di montare pneumatici invernali con marcatura M+S con battistrada di almeno 4 mm su tutte le ruote.

- Grecia: dal 15 ottobre al 15 marzo occorre montare pneumatici invernali M+S e 3PMSF sulle quattro ruote in presenza di segnaletica o asfalto coperto di neve, oppure nel caso di annuncio pubblico.

- Spagna: i pneumatici invernali M+S si devono usare almeno sull'asse motore in caso di neve e le catene possono essere usate in caso di appositi segnali con una velocità massima di 50 km/h e se c'è neve sulla strada.

- Svezia: tutti i veicoli devono montare pneumatici invernali M+S e 3PMSF con battistrada minimo di 3 mm dal primo dicembre al 31 marzo in caso di condizioni invernali.

Alcuni Paesi fra i quali Danimarca, Olanda e Regno Unito non prevedono invece una normativa ad hoc per gli equipaggiamenti di pneumatici invernali.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Economia

Manovra, circa 1.300 emendamenti dichiarati inammissibili

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Sui 4.511 depositati

La Camera - (Fotogramma)

Sono 1.380 gli emendamenti alla manovra, sui 4.511 depositati dalle forze parlamentari, a essere stati giudicati inammissibili dalla commissione Bilancio della Camera. Considerando che alcune proposte emendative sono state dichiarate inammissibili per entrambe le motivazioni, il numero di emendamenti scartati è di poco inferiore ai 1.300. L'Ufficio di presidenza della commissione ha stabilito per oggi alle 18 la scadenza per presentare i ricorsi e domani alle 12 quella per le decisioni in merito a questi.

Gli emendamenti depositati

La valanga di emendamenti depositati andava da bonus di 1.500 euro per le scuole private e la nuova rottamazione delle cartelle spalmata in 10 anni, allo stop alla stretta sulle criptovalute e gli sceriffi del Mef nelle aziende, le risorse per l'automotive ma anche la 'cannabis di Stato' e la riedizione del Rdc. Proposte più variegate che spaziavano dal 'fuoco amico' della maggioranza ai vecchi cavalli di battaglia delle opposizioni derubricati dal governo.

Stop semestre silenzio assenso Tfr, emendamento inammissibile

Tra gli emendamenti giudicati inammissibili c'è quello a firma Rizzetto (Fratelli d'Italia) per riaprire il termine di sei mesi per il conferimento del trattamento di fine rapporto a forme pensionistiche complementari e che prevedeva, in assenza di una manifestazione esplicita di volontà, che il Tfr si intendesse tacitamente destinato alla previdenza complementare.

Inammissibile emendamento Fratelli d'Italia 'anti Renzi' su compensi esteri politici

Non supera l'esame dell'ammissibilità in commissione Bilancio della Camera, perché estraneo alla materia, l'emendamento alla manovra a firma Buonguerrieri (Fratelli d'Italia) che era stata definita 'anti Renzi' e che prevedeva l'introduzione di "limiti ai compensi percepiti all'estero da alcuni titolari di cariche politiche".

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Economia

Carburanti, domani confronto su quelli a basso impatto...

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L'appuntamento a Castel d'Ario nel quadro della Giornata Motorismo Storico

Carburanti, domani confronto su quelli a basso impatto ambientale per veicoli storici

Domani, 16 novembre, a Castel d'Ario (MN) ed in cento città d'Italia, si festeggia l'8a edizione della Giornata Mondiale del Motorismo Storico (Gmms). L'edizione di quest'anno si distingue per il fatto di aver raccolto congiuntamente il patrocinio sia di A.S.I. che di A.C.I. sotto le insegne della F.I.V.A., la quale ha condiviso l'iniziativa conferendo il proprio patrocinio con l'intento di estendere la celebrazione di questa Giornata Mondiale in tutte le nazioni che aderiscono ad essa. La finalità principale della Gmms è, infatti quella di promuovere il recupero e l'utilizzo dei veicoli storici valorizzando le normative più semplificative che sono in vigore nei diversi Paesi del mondo.

D'altronde l'esercizio della passione per i veicoli d'interesse storico ha un contenuto non soltanto ricreativo, ma anche etico e culturale. Ne è prova il Convegno che si celebra a Castel d'Ario domani, nel corso del quale si farà il punto della situazione sui carburanti a basso impatto ambientale per i veicoli d'interesse storico. Ne saranno relatori Matteo Cimenti, Presidente di Assogasliquidi-Federchimica e Francesco di Lauro in qualità di Presidente della Commissione Green di Asi. Cimenti ha sottolineato che Assogasliquidi-Federchimica "ha aderito alla Giornata Mondiale del Motorismo Storico non solo per celebrare un settore molto glorioso per l'italia, ma anche perchè questa edizione è dedicata ai carburanti a basso impatto ambientale. Il GPL, infatti, è un'ottima soluzione per le auto, perchè permette di coniugare la passione per i motori con la sostenibilità ambientale. Com'è noto, le alimentazioni a GPL garantiscono un sensibile abbattimento delle emissioni già da oggi, e in futuro lo garantiranno in misura sempre maggiore grazie al processo di decarbonizzazione che abbiamo avviato".

Ad allungare di molto l'orizzonte di utilizzo dei motori cosiddetti tradizionali provvederà poi l'ingegner di Lauro che darà conto, con fatti e sperimentazioni concrete effettuate nel corso di questo anno, delle straordinarie qualità che sono insite nella benzina Bio di seconda generazione .

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Economia

Tassazione Bitcoin: Dal 26% al 42%, la nuova stretta del...

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Tassazione Bitcoin: Dal 26% al 42%, la nuova stretta del fisco

in collaborazione con: Bazoom

Se hai investito in Bitcoin, di certo hai sentito parlare dell’ultima mossa del governo italiano: un bel aumento delle tasse sulle plusvalenze, dal 26% al 42%. Sì, hai capito bene. Un salto piuttosto importante, che sta facendo discutere parecchio la comunità delle criptovalute. Questo cambiamento è stato annunciato da Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, e le sue implicazioni potrebbero toccare chiunque sia coinvolto in questo mondo, dagli investitori individuali agli operatori del settore. Ma cosa significa davvero tutto questo per te e per il futuro della blockchain in Italia?

Se stai pensando di entrare nel mondo delle criptovalute o sei già un investitore, capire a fondo questa nuova misura è essenziale. Potrebbe influenzare sia i tuoi profitti, sia la tua strategia di investimento. Quindi, vediamo un po’ meglio cosa sta succedendo.

L’effetto sul mercato dei Bitcoin e sulla volatilità

Con una tassazione del 42%, la reazione immediata potrebbe essere una minore propensione degli investitori ad acquistare Bitcoin. Se il gioco non vale più la candela, insomma, la domanda potrebbe calare e questo avrebbe un impatto diretto sul tasso di cambio Bitcoin euro. Se vuoi tenere d’occhio la volatilità di questa criptomoneta, tieni controllato il convertitore online di Bitcoin euro per verificare se, davvero, la moneta inizia a perdere valore. Puoi inserire il corrispettivo in Euro o in Bitcoin per sapere il valore esatto nell’altra moneta. Questo è un modo semplice e veloce per tenere sotto controllo la situazione.

L’annuncio di Maurizio Leo: 42% sulle plusvalenze

Il viceministro Maurizio Leo ha annunciato che la Manovra 2025 prevede di alzare la tassazione sulle plusvalenze generate dalle criptovalute fino al 42%. Che vuol dire? Beh, semplicemente, che il governo vuole aumentare le entrate fiscali, e ha deciso di farlo tassando di più chi guadagna con i Bitcoin. Magari l’intenzione è buona, come quella di allargare la base imponibile, ma è normale che molti investitori si stiano chiedendo come questo influenzerà il loro portafoglio. E tu, come ti senti a riguardo?

Le implicazioni per gli investitori: Ecco cosa devi sapere

Il passaggio al 42% vuol dire che le plusvalenze derivanti dalla vendita di criptovalute verranno tassate molto di più. Facciamo un esempio: se hai un profitto di oltre 2.000 euro durante l’anno fiscale, una buona fetta finirà nelle casse dello Stato. Questo potrebbe scoraggiare i nuovi investitori e spingere chi già investe a guardare altrove, magari a Paesi con una tassazione più favorevole. Se stai considerando di entrare nel mercato delle criptovalute, è il momento giusto per valutare se e come queste nuove norme influenzeranno le tue scelte.

Impatto sulle aziende digitali della Manovra 2025

E non sono solo gli investitori privati a essere colpiti: anche le aziende digitali subiranno le conseguenze di questa nuova normativa. L’espansione della digital tax prevista dalla Manovra 2025 significa che sempre più aziende online dovranno affrontare nuove imposte. Se gestisci un’attività legata alle criptovalute o alla blockchain, probabilmente ti ritroverai con costi operativi più elevati e una burocrazia più complessa. Potresti dover ripensare i tuoi modelli di business per restare competitivo. Ti trovi in questa situazione? Hai già iniziato a pianificare come affrontarla?

Il parere degli esperti: Cosa ne pensa Giacomo Vella

Non mancano nemmeno le opinioni critiche da parte degli esperti. Giacomo Vella, direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web 3 del Politecnico di Milano, ha espresso serie preoccupazioni. Secondo lui, questo aumento non solo aggraverà il carico fiscale per gli investitori in criptovalute, ma potrebbe generare una serie di effetti collaterali negativi, come lo scoraggiamento di nuovi investimenti e la riduzione dell’interesse verso l’Italia come Paese in cui sviluppare progetti blockchain. Potremmo diventare uno dei Paesi con la tassazione più elevata per chi investe in criptovalute, come la Danimarca, o addirittura peggio. E tu, hai già pensato di spostare i tuoi investimenti altrove?

La diffusione delle criptovalute in Italia: 3,6 milioni di italiani

Nonostante tutto, la diffusione delle criptovalute in Italia sta crescendo. Secondo una ricerca dell’Osservatorio Blockchain & Web 3, sono più di 3,6 milioni gli italiani che dichiarano di possedere criptovalute. Di questi, circa un terzo ha acquistato tramite piattaforme di criptovalute, mentre il 17% ha optato per acquisti diretti. Ma con l’aumento della tassazione, potrebbe esserci un rallentamento nell’adozione di queste tecnologie. Se sei uno degli investitori, ti conviene rimanere informato e aggiornato su come le leggi cambiano. Il rischio è quello di prendere decisioni che potrebbero costarti caro, in tutti i sensi.

Prospettive future: L’Europa e le criptovalute

Infine, diamo uno sguardo al quadro europeo. Piero Cipollone, membro del board della Banca Centrale Europea, ha sottolineato l’importanza per l’Europa di sviluppare soluzioni comuni nel campo dei pagamenti digitali per proteggere la propria sovranità monetaria. La questione è chiara: se non ci muoviamo in modo coordinato, rischiamo di perdere terreno rispetto ad altri blocchi economici. La sfida è enorme: come fare in modo che l’innovazione possa prosperare senza compromettere la stabilità finanziaria? E tu, cosa ne pensi del futuro delle criptovalute in Italia e in Europa?

In definitiva, questo aumento delle tasse è una mossa che potrebbe ridefinire il panorama delle criptovalute nel nostro Paese. Se vuoi continuare a investire, è fondamentale che tu stia attento a come cambiano le regole del gioco e, se necessario, adatti le tue strategie. Il futuro è incerto, ma restare informati è il miglior modo per affrontarlo.

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