Papa ai preti di Roma: “Dare un tetto a chi ha bisogno”
L'appello in vista del Giubileo accanto "all'accoglienza rivolta a tutti i pellegrini che accorreranno"
Papa Francesco ha rivolto un appello ai parroci romani per sbloccare gli immobili da destinare ai poveri. "In vista del Giubileo ho chiesto alla mia Diocesi di dare un segno tangibile di attenzione alle problematiche abitative affinché, accanto all' accoglienza rivolta a tutti i pellegrini che accorreranno, siano attivate forme di tutela nei confronti di coloro che non hanno una casa o che rischiano di perderla”. “In questa prospettiva, - ha disposto Bergoglio - desidero che tutte le realtà diocesane proprietarie di immobili, offrano il loro contributo per arginare l'emergenza abitativa con segni di carità e di solidarietà per generare speranza nelle migliaia di persone che nella città di Roma versano in condizione di precarietà abitativa”.
“Le istituzioni e le amministrazioni ai vari livelli, insieme alle associazioni e ai movimenti popolari, - spiega - si stanno organizzando per rafforzare la risposta di accoglienza e di solidarietà verso questi fratelli e sorelle, operando in collaborazione tra istituzioni e società civile, e la Chiesa è chiamata a contribuire. Per questo motivo chiedo a tutte le realtà ecclesiali di compiere un coraggioso gesto di amore per il prossimo offrendo gli spazi che hanno a disposizione, soprattutto chi possiede strutture ricettizie o appartamenti liberi. Le persone da accogliere saranno seguite dalle istituzioni e dai servizi sociali, mentre le associazioni e i movimenti popolari forniranno i servizi alla persona, le attività di cura e i beni relazionali che contribuiscono in modo fondamentale a rendere l'accoglienza degna e a costruire fraternità. Chi di voi si renderà disponibile a rispondere a questo appello potrà fare riferimento al Vicario Generale della Diocesi di Roma, il Cardinale Baldassare Reina”.
Cronaca
Influenza, colpiti più di 1,3 milioni di italiani: picco...
Pregliasco: "Inizio stagione intenso, fondamentale vaccinarsi. Ben venga la maggiore disponibilità che vediamo all'immunizzazione"
Già più di 1,3 milioni di italiani colpiti da influenza e sindromi simili, oltre 370mila nell'ultima settimana. "Di sicuro la stagione sta iniziando in modo abbastanza intenso, come già le prime previsioni facevano pensare. Si conferma la circolazione di un mix di virus", da quelli dell'influenza ai loro tanti 'cugini', dal virus respiratorio sinciziale Rsv a Covid. "Siamo ancora in una fase iniziale", ma il freddo è cominciato e "credo che, come sempre, il picco arriverà presumibilmente a cavallo delle festività natalizie".
In totale, l'influenza 2024-25 con il suo cocktail di patogeni metterà a letto "circa 15 milioni di italiani". Il virologo Fabrizio Pregliasco conferma all'Adnkronos Salute le sue stime, dopo il primo bollettino del sistema di sorveglianza RespiVirNet diffuso dall'Istituto superiore di sanità. Massima circolazione fra i bimbi under 5, con quasi 14 casi su mille assistiti contro un'incidenza di oltre 6 casi su mille nella popolazione generale.
"Vedremo quanto peserà il virus H3N2", la nuova variante 'australiana' che nell'altra metà del mondo ha alimentato la seconda stagione influenzale più pesante dell'ultimo decennio, e "che insieme al 'vecchio' H1N1 è già stato isolato più volte nel nostro Paese. Davvero attenzione a quella che sarà una stagione intensa - raccomanda il direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell'università Statale di Milano - e ben venga una certa maggiore disponibilità alla vaccinazione antinfluenzale, che stiamo registrando. Proteggersi è fondamentale", ricorda l'esperto, soprattutto per le categorie più a rischio come anziani e fragili.
Cronaca
Patto contro inquinamento da plastica, università sigla...
L'accordo, firmato dal Rettore Francesco Svelto e da Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Odv Onlus, ha lo scopo di creare un canale di comunicazione diretto tra le parti al fine di unire le forze a sostegno di campagne in promozione della sostenibilità e in difesa dell'ambiente
Creare un ambiente universitario più sostenibile, lavorando su progetti concreti che coinvolgano studenti e personale nelle campagne promosse dall'associazione, portando a ridurre significativamente l’inquinamento da plastica. E' l'obiettivo di un patto di collaborazione siglato tra l'università degli studi di Pavia e Plastic Free Onlus, organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 in progetti e battaglie per la salvaguardia del pianeta dall’inquinamento da plastica. L'accordo, firmato dal Rettore Francesco Svelto e da Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Odv Onlus, ha lo scopo di creare un canale di comunicazione diretto tra le parti al fine di unire le forze a sostegno di campagne in promozione della sostenibilità e in difesa dell'ambiente.
L'ateneo si impegnerà, inoltre, a coinvolgere l’associazione ambientalista nelle già numerose attività sviluppate nel campo sostenibilità: "Si tratta -spiega il delegato tecnico alla sostenibilità di ateneo, Andrea Zatti- di sancire un legame che già da diversi anni vede l'ateneo pavese a fianco dell'associazione Plastic Free nelle azioni di sensibilizzazione condotte sul territorio con la collaborazione della comunità accademica, delle associazioni studentesche ed Erasmus. Con questa formalizzazione l'ateneo vuole ribadire l’importanza della ricerca nel campo dell’inquinamento da plastica, a fianco di altri atenei italiani e internazionali".
L'università di Pavia, attraverso l’Office of Sustainable Actions, entrerà a far parte della rete di 'università per l'ambiente Plastic Free' che vede già coinvolti diversi atenei italiani: "Ringraziamo il rettore Svelto nonché il professor Zatti per il rinnovo di una sensibilità che l’Ateneo dimostra da anni -commenta Luca De Gaetano (Plastic Free)-. Il patto rafforzerà il nostro impegno costante reciproco nella sensibilizzazione degli studenti che saranno i cittadini del futuro".
Cronaca
Pile a bottone ‘killer silenzioso’, cosa può...
Il focus dei medici del Gaslini di Genova sugli incidenti come quello che in Toscana ha ucciso Camilla a 17 mesi
"Il killer silenzioso". I pediatri definiscono così l'ingestione di corpi estranei e in particolare di "pile a bottone, alcaline o al litio", oggetti "particolarmente pericolosi e dannosi per le strutture interne dell'organismo". Quando nel gennaio 2021 l'Istituto Giannina Gaslini di Genova aveva registrato in poche settimane 4 accessi al pronto soccorso di bimbi che avevano ingoiato queste mini-pile, gli specialisti dell'Irccs pediatrico ligure avevano richiamato così l'attenzione su un fenomeno che "nel bambino piccolo rappresenta un pericolo reale", anche "considerata la nota ed elevata mortalità correlata", sottolineava Paolo Gandullia, direttore dell'Uoc di Gastroenterologia dell'ospedale. Il suo monito torna drammaticamente attuale dopo il caso di Camilla, la bimba di 17 mesi della provincia di Siena, morta per complicanze successive all'ingestione di una pila.
Cosa sono e i danni che provocano
Le pile come quella che è costata la vita alla piccola sono "dischi metallici delle dimensioni di un bottone o di una monetina che si trovano nei giocattoli, oltre che in una serie di strumenti di uso quotidiano come orologi, sveglie, apparecchi acustici, telecomandi" e così via, spiegava Emanuela Piccotti, direttore del Pronto soccorso del Gaslini. "La loro azione lesiva avviene per il corto circuito tra polo positivo e negativo, soprattutto nei segmenti digestivi a stretto contatto con le mucose e in particolare nell'esofago, dove le lesioni ulcerative possono essere potenzialmente presenti già dopo 2 ore dall'ingestione. Pertanto l'ingestione di una pila a bottone, specie se avviene lontano dagli occhi di chi accudisce i bambini, può provocare sanguinamenti intestinali, dolore toracico o dorsale, improvviso rifiuto del cibo, vomito, scialorrea, tosse e sintomi respiratori".
"Genitori, fate attenzione alle pile a bottone", avvertono gli esperti. Il primo invito è di seguire "questi importanti consigli di prevenzione primaria, facendo in modo che l'incidente non avvenga: non permettete ai bambini piccoli di giocare o toccare oggetti che contengono pile; fate attenzione se bambini di età prescolare giocano con tali oggetti; assicuratevi che i giocattoli o gli oggetti per adulti abbiano un vano chiuso ermeticamente; non fate scorta di tali pile, in quanto è difficile tenerle tutte in posti sicuri per i bambini; quando sostituite le pile esaurite, smaltitele negli appositi contenitori senza lasciarle incustodite". Ma siccome nella vita il 'rischio zero' non esiste e un incidente può sempre accadere, "se anche solo sospettate che il vostro bambino abbia ingerito una pila a bottone - raccomandano i medici - recatevi immediatamente al pronto soccorso o, se impossibilitati, chiamate il 112/118".
4 casi di ingestione di pila a bottone
Nei 4 casi di ingestione di pila a bottone che avevano spinto Raffaele Spiazzi, direttore sanitario del Gaslini, a "richiamare ancora una volta l'attenzione dei genitori sulla prevenzione di questo tipo di grave incidente, anche alla luce di un protocollo multidisciplinare condiviso", i genitori avevano reagito "in tempi diversi" associati a una "prognosi potenziale molto diversa - descriveva Gandullia - In uno dei casi la bimba era stata portata dai genitori presso uno dei pronto soccorso della regione trascorsi diversi giorni dall'ingestione della pila, in seguito all'evacuazione della pila insieme a feci nere, segno di sanguinamento digestivo alto (esofago, stomaco e duodeno)".
In questo caso, il più grave fra quelli che l'Irccs genovese illustrava, "ha funzionato molto bene la collaborazione tra le strutture del territorio e il Gaslini: è stato applicato il protocollo condiviso e consolidato a livello italiano e internazionale, che prevede l'invio del bambino all'hub pediatrico e l'attivazione immediata di tutti gli specialisti: radiologo, cardiochirurgo e anestesista, gastroenterologo mentre il bambino è ancora in viaggio, per pianificare immediatamente dopo l'arrivo in pronto soccorso tutte le misure da prendere, in un ambito clinico dove è vitale essere tempestivi. Il protocollo - precisava il responsabile di Gastroenterologia del Gaslini - prevede, tra le altre cose, di sottoporre il bambino a una immediata angiografia Tc con contrasto, per valutare la presenza della complicanza più temibile dell'ingestione di una pila a bottone, rappresentata dalla fistola aorto-esofagea".
Nel caso più recente riportato dall'ospedale in quelle settimane, "una bambina arrivata al Gaslini nel periodo natalizio, fortunatamente questo tipo di esame ha dato esito negativo per fistola". Quindi "è stata eseguita la gastroscopia per la ricerca di altre lesioni emorragiche meno gravi, con esito anche in questo caso negativo. La bimba è stata tenuta in osservazione una settimana e dimessa dopo aver fornito ai genitori una approfondita informativa su questo tipo di incidente domestico".
Purtroppo opposto il finale per Camilla, sulla cui vicenda ha aperto un fascicolo la procura di Massa Carrara poiché il decesso della bimba è avvenuto all'Ospedale del Cuore della città apuana. Il pubblico ministero titolare del fascicolo di indagine ha già fatto acquisire le cartelle cliniche e ha disposto l'autopsia per capire quali siano state le procedure mediche eseguite.
La bambina era arrivata al Policlinico Santa Maria delle Scotte di Siena in gravi condizioni a causa dell'ingerimento della piccola batteria, risalente a diversi giorni precedenti all'arrivo in ospedale, ha ricostruito ieri l'azienda ospedaliero-universitaria senese con un comunicato. La bambina, dopo tutti gli accertamenti, "è stata sottoposta a intervento di asportazione del corpo estraneo e sono stati seguiti tutti i protocolli previsti in questi casi, ma le sue condizioni sono successivamente peggiorate, probabilmente a causa delle sostanze rilasciate dalla pila che hanno avuto poi un effetto lesivo sull'aorta", si legge nella nota del policlinico senese. Nella giornata di martedì 12 novembre i medici delle Scotte hanno deciso il trasferimento d'urgenza della piccola all'Ospedale del Cuore di Monasterio a Massa per un problema all'aorta. La bimba è arrivata a Massa con l'elisoccorso Pegaso, "ma poco dopo l'arrivo le sue condizioni sono peggiorate in modo repentino e fatale". L'Aou Senese e Monasterio "sono vicini alla famiglia ed esprimono le più sentite condoglianze".