Amar Kudin, chi è l’agente morto nello scontro tra due volanti della Polizia a Roma
Trentadue anni, nato in Croazia, era un giocatore di rugby nelle Fiamme Oro, dove ha gareggiato nella Top12 ed era passato in Polizia di Stato l'estate scorsa
Si chiamava Amar Kudin, l'agente in servizio al distretto Primavalle morto alle 5 di questa mattina a Roma in uno scontro tra la volante nella quale si trovava e un'altra che trasportava un fermato, a Monte Mario. Trentadue anni, nato in Croazia, era un giocatore di rugby nelle Fiamme Oro, dove ha gareggiato nella Top12 ed era passato in Polizia di Stato l'estate scorsa.
Il cordoglio di Polizia e Federugby
"In un grave incidente stradale è morto Amar, giovane poliziotto della Questura di Roma. Con Giada stavano portando in ufficio un uomo fermato con arnesi da scasso. La Polizia di Stato si stringe in un commosso abbraccio ai familiari. Ciao Amar", si legge in un post della Polizia di Stato su X. "Nell'impatto tra le due volanti, tre agenti, Giada, Daniele e Carmine, e l'uomo fermato hanno riportato gravi ferite e sono stati ricoverati in ospedale. A loro va un in bocca a lupo per una pronta guarigione".
Il presidente della Federugby Andrea Duodo e il Consiglio hanno espresso "profondo cordoglio per la scomparsa di Amar Kudin".
Originario di Makarska, in Croazia, Amar Kudin si era trasferito giovanissimo in Italia con la famiglia, avvicinandosi al rugby con le giovanili della Benetton Rugby, per poi passare al Rugby San Donà nel massimo campionato seniores. Alla Benetton Rugby era rientrato nel 2014, disputando sei incontri con la Franchigia biancoverde tra URC e Coppe Europee, tornando al San Donà nel 2015/16 e successivamente passando alle Fiamme Oro, intraprendendo contestualmente la carriera di poliziotto e vestendo la maglia cremisi in 97 occasioni. Nella stagione 2024/25, dedicatosi interamente al percorso professionale in Polizia di Stato, si era accasato al Civitavecchia, in Serie A. Aveva rappresentato l’Italia come tallonatore dell’U20 azzurra in due incontri del Sei Nazioni 2011 di categoria. In sua memoria il Presidente federale "ha disposto un minuto di silenzio su tutti i campi d’Italia nel fine settimana".
Cronaca
Margaret Spada, i funerali della 22enne morta per una...
A Lentini l'ultimo saluto alla ragazza deceduta durante un intervento al naso, eseguito in uno studio medico dell'Eur a Roma. Tanti i giovani in chiesa
Una folla commossa ha partecipato oggi, lunedì 18 novembre, ai funerali di Margaret Spada, la 22enne morta durante un intervento di rinoplastica. L'ultimo saluto a cui hanno partecipato tanti giovani alla chiesa Santa Maria La Cava e Sant'Alfio in piazza Duomo, a Lentini in provincia di Siracusa.
In prima fila i genitori di Margaret e il fidanzato, che aveva accompagnato la ragazza a Roma per l'intervento. Oltre ai rappresentanti della squadra di calcio del Leonzio.
L'intervento e il video del fidanzato
L’intervento, di rinoplastica parziale, sarebbe costato poco meno di 3mila euro ed era stato prenotato in estate dalla giovane. Il cellulare della vittima, che avrebbe preso accordi via WhatsApp per l’intervento proprio con uno dei due medici, entrambi indagati, ora verrà analizzato.
Agli atti anche un video di pochi secondi, girato nel centro medico, dal fidanzato che ha ripreso dalla porta il momento in cui i medici tentavano di rianimare la ragazza.
L'autopsia
L'autopsia, svolta presso l'istituto di medicina legale di Tor Vergata, ha rivelato che Margaret è morta per arresto cardiocircolatorio in un quadro ricollegabile a una sofferenza acuta, la cui origine dovrà essere accertata con esami istologici e tossicologici. Gli esami tossicologici dovranno chiarire anche cosa sia stato somministrato alla ragazza prima e dopo il malore.
Cronaca
L’indagine ‘L’età senza età’, 51%...
Osservatorio Nestlé, generazioni a confronto su longevità qualità di vita e cibo
La metà degli italiani (51%) si sente più giovane della propria età, con una concentrazione tra i 55-64 anni (58%) e i 65+ anni (69%), segno di un forte desiderio di continuità e vitalità mentale nelle fasce più avanzate. Il 63% dei 55-64enni si sente mentalmente più giovane e questa percentuale cresce al 69% tra gli over 65. Tuttavia, in termini di efficienza fisica, solo il 40% dei 55-64 anni si sente più giovane, a indicare che il declino fisico viene percepito in modo più marcato rispetto a quello mentale. Per il 36% degli italiani oltre i sessant'anni, la vecchiaia incomincia quando si smette di fare progetti. Sono i risultati di 'L'età senza età', la nuova edizione dell'Osservatorio Nestlé che, nell'indagare il legame tra la longevità e qualità di vita, oltre a suscitare la domanda ironica 'vecchio a chi?', conferma l'impegno dell'azienda a supportare il benessere fisico e mentale, incoraggiando abitudini alimentari che favoriscano una longevità attiva e soddisfacente per tutti.
L'indagine - si legge in una nota - abbraccia 4 generazioni esplorando come giovani, adulti e anziani possono unirsi in un percorso di salute e benessere mentre transitiamo da una società della vecchiaia a una della longevità. E' certamente uno sguardo olistico perché, come confermano anche precedenti studi dell'Osservatorio Nestlé, le emozioni influenzano quanto e ciò che scegliamo di mangiare e il cibo che consumiamo può nutrire sia il corpo che lo spirito, in un circolo virtuoso in cui salute e benessere si alimentano reciprocamente. "L'impegno, la partecipazione, il contribuire a creare un mondo migliore per sé o gli altri, o semplicemente avere un obiettivo in grado di sfidarci e collocarci nel futuro - commenta Nic Palmarini, direttore del National Innovation Centre for Ageing (Nica) del Regno Unito, Ceo di Voice Italia Social Enterprise e Co-Founder di Edelman Longevity Lab - rappresenta un driver cruciale. E' quello che gli inglesi chiamano 'purpose' e che potremmo provare a tradurre con 'senso della vita'. Ne parliamo ogni giorno per tenere la nostra mente attiva, per spronarci ad alzarci dal divano o smettere di scrollare Instagram, ma qui è nero su bianco: è quello che stabilisce il confine tra sentirsi o meno vecchi".
Pur sentendoci più giovani rispetto alla nostra età anagrafica, siamo tutti preoccupati dell'avanzare degli anni. E mentre oltre il 45% dei più giovani, nella fascia 18-34 anni, è in ansia per l'aspetto fisico e i cambiamenti estetici, per il 50% dei 35-45enni e il 55% dei 45-54 anni è il mantenimento della forza fisica a essere la preoccupazione centrale. Mentre è sugli aspetti legati al senso profondo di dignità che le ansie degli italiani si acuiscono: il timore del declino cognitivo e mentale, e della perdita di autonomia, sono sentiti da tutti, diventando una vera e propria preoccupazione per un'alta percentuale delle generazioni 55-64 anni e 65+.
A dispetto del concetto di 'ageismo' che vede le generazioni come status a sé, diverse sono le cose che accomunano tutte le età, soprattutto la preoccupazione per la solitudine e l'isolamento, più marcate addirittura nelle generazioni più giovani (18-34 anni 27% e 35-44 anni 21%), mentre nelle età più avanzate incide del 19% e addirittura del 17% sugli over 65, quasi a riprova di una ritrovata 'serendipità'. "Non esiste un 'loro' e 'noi' - spiega Palmarini - Quegli anziani che pensi siano chissà cosa o chissà chi, assomigliano a qualcuno che conosciamo benissimo. Le cose che temiamo della vecchiaia, ad esempio, sono praticamente le stesse a qualsiasi età. Le potrei riassumere con la parola 'dignità'. Vogliamo che ci venga preservata e riconosciuta la nostra dignità di persone, di essere autonomi, di non diventare un oggetto, di avere la possibilità di essere consapevoli delle nostre scelte grazie a una mente che funziona. Viene anche sfatato, finalmente, il mito secondo cui solitudine o isolamento siano paure degli anziani quando chiaramente è una delle cose che preoccupa di più i ragazzi".
L'alimentazione è associata al piacere per tutte le fasce d'età, ma solo il 20% della popolazione italiana considera il nutrimento un modo per vivere più a lungo. Tra i 18-34 anni, la fascia di età che può ancora permettersi di 'sgarrare' e pasteggiare a patatine e junk food senza sensi di colpa, c'è una percezione maggiore di felicità associata al cibo (oltre il 25%). Circa il 60% dei 55-64enni e 65+ ha ridotto la quantità di cibo consumata e oltre la metà afferma di aver migliorato la qualità e la leggerezza della propria alimentazione, riflettendo una crescente attenzione verso un'alimentazione più leggera e sana. Inoltre, 1 italiano su 3 ha aumentato il consumo di integratori e frutta secca, negli ultimi anni.
"Sembrerebbe che gli italiani abbiano adottato abitudini più sane, con l'aumento del consumo di frutta, verdura e legumi - osserva Giuseppe Fatati, direttore scientifico dell'Osservatorio Nestlé e presidente di Italian Obesity Network - la metà dei 55+ ha diminuito il consumo di carne. I 65+ evitano anche i dolci. Inoltre, 2 su 3 tra gli over 65 hanno diminuito la propria alimentazione negli ultimi anni. Questo dato si presta a diverse osservazioni non tutte positive. Se consideriamo positivo per i giovani ridurre l'introito calorico, non siamo certi che lo stesso concetto sia valido per i meno giovani ed è un dato da analizzare con molta attenzione". Lo stile di vita cambia sensibilmente in base alla fascia d'età. Se infatti i 18-34enni fanno movimento e si dedicano a degli hobby, e stimolano la mente con attività social e App sul cellulare, i 35-54enni dedicano molto tempo a lavoro e figli, i 55+ sono invece più legati alla televisione. I 65+, avendo smesso di lavorare, si possono dedicare ad attività secondarie, volontariato, ma anche amici e nipoti e, per svagarsi, privilegiano lettura, parole crociate e programmi televisivi.
"La longevità - aggiunge Fatati - non è solo una questione di genetica; le nostre abitudini quotidiane, dalla dieta allo stile di vita, sono fattori determinanti. Educare le persone su questi aspetti e promuovere uno stile di vita sano è fondamentale per un futuro dove tutti possano invecchiare con qualità". I dati evidenziano chiaramente un'Italia attenta al benessere e aperta a strategie innovative per vivere meglio e più a lungo. Ma, a fronte di una fotografia così chiara, alla fine, esiste ancora una domanda che stimola una riflessione e condivisione profonda sul proprio percorso di vita, come un ponte che unisce il passato e il presente: se potessi dare dei consigli al/alla te da giovane, quale consiglio ti daresti? Tutte le generazioni (si) raccomandano di vivere il più possibile attraverso esperienze significative, come viaggiare e studiare. In particolare, i 55+ (si) consigliano attività fisica regolare e una buona alimentazione. Le generazioni più mature, in particolare i 65+, (si) consigliano di passare più tempo con le persone care. I più giovani, come i 18-34enni, (si) raccomandano una particolare cura della propria salute mentale.
"Ognuno di noi - sottolinea Palmarini - invecchia diversamente e vede la vecchiaia sempre come la prima asticella rappresentata dalla decade che si trova davanti. Per un ventenne, un vecchio è uno di trent'anni e così via. Il che ci ricorda come sia decisivo e necessario aiutare tutti tutto l'arco della vita per evitare quella stupida sorpresa che ci coglie quando raggiungiamo i sessanta. Come se non l'avessimo sempre saputo che sarebbe successo".
L'Osservatorio L'età senza età offre spunti per un futuro in cui l'età non è solo un numero ma una risorsa preziosa, un futuro costruito insieme, grazie al contributo di ogni generazione, al valore delle piccole abitudini quotidiane e alla scoperta di nuovi orizzonti della scienza nutrizionale. La scelta fatta da Nestlé di sostenere questo osservatorio - conclude Palmarini - è un segnale fortissimo al mercato e a tutte le imprese, indipendentemente dal loro settore merceologico. E' la scelta di una organizzazione globale di abbracciare una visione orizzontale e olistica sul tema del corso della vita e guardare l'evoluzione di un Paese che cambia. Spero che questo osservatorio longevità sia il primo di una lunga serie che ci aiuterà, anno dopo anno, a decodificare non solo chi stiamo diventando ma, soprattutto, chi vorremo diventare". Anche per questo, il futuro dell'Osservatorio vedrà sempre più il coinvolgimento di comunità e partner scientifici, per poter sviluppare linee guida concrete e raggiungere un numero crescente di persone, con l'obiettivo di costruire una società più sana, longeva e consapevole.
Cronaca
Urso: “Pro Loco ruolo fondamentale per identità...
"Oggi il nuovo regolamento europeo permette di riconoscere anche le indicazioni geografiche di prodotti artigianali e industriali"
“Le Pro Loco svolgono un ruolo fondamentale, peraltro peculiare, all'identità sociale, storica e culturale del nostro Paese, valorizzando al meglio le realtà locali, che sono la forza del Made in Italy, così come viene percepito nel mondo, l'eccellenza di ciò che è realizzato in ogni comune italiano, frutto di storia e di cultura produttiva e sociale. Per questo all'interno della Legge Quadro sul Made in Italy, abbiamo valorizzato l'industria culturale e creativa, con risorse che servono a svilupparle nel territorio". Così Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, all'assemblea dell’Unpli, Unione Nazionale Pro Loco Italiana, a Roma, un’occasione per fare il punto sul loro ruolo strategico e sul contributo offerto alle comunità locali.
"Abbiamo finanziato le associazioni locali che intendono far riconoscere le indicazioni geografiche, i manufatti artigianali e industriali, così come è accaduto negli ultimi vent'anni, con grande successo per l'Italia, per le indicazioni geografiche alimentari. - continua Urso - Oggi il nuovo regolamento europeo permette di riconoscere anche le indicazioni geografiche di prodotti artigianali e industriali, come ad esempio la ceramica di Vietri piuttosto che il vetro di Murano”.
“In questa manovra economica vi è anche un disegno di legge, Destinazione Italia, che tende a valorizzare la capacità attrattiva del territorio nazionale e supporterà quel fenomeno, già in atto, di coloro che intendono risiedere nel nostro Paese continuando a lavorare all'estero, cioè i cosiddetti navigatori digitali. Con questa normativa, Destinazione Italia, incentiveremo coloro che vorranno vivere in Italia continuando a lavorare per l'azienda che magari risiede nella Silicon Valley piuttosto che nella borsa di Londra. - conclude Urso - Nello stesso provvedimento abbiamo anche alcune misure che servono a destagionalizzare il turismo italiano per far vivere tutti i giorni i borghi del nostro Paese. Il provvedimento incentiverà il turismo termale, lo sviluppo della nautica, dei circuiti del golf, del turismo sportivo e congressuale, tutto quello che può servire accanto al già importante e significativo turismo delle città d'arte del nostro Paese”.