Margaret Spada, i funerali della 22enne morta per una rinoplastica
A Lentini l'ultimo saluto alla ragazza deceduta durante un intervento al naso, eseguito in uno studio medico dell'Eur a Roma. Tanti i giovani in chiesa
Una folla commossa ha partecipato oggi, lunedì 18 novembre, ai funerali di Margaret Spada, la 22enne morta durante un intervento di rinoplastica. L'ultimo saluto a cui hanno partecipato tanti giovani alla chiesa Santa Maria La Cava e Sant'Alfio in piazza Duomo, a Lentini in provincia di Siracusa.
In prima fila i genitori di Margaret e il fidanzato, che aveva accompagnato la ragazza a Roma per l'intervento. Oltre ai rappresentanti della squadra di calcio del Leonzio.
La sorella: "Mi prenderò cura di mamma e papà"
"Ciao stellina mia, avevo solo sei anni quando avevo chiesto a Dio di mandarmi una sorellina e sei arrivata tu". E' il messaggio, letto in chiesa, dalla sorella Emanuela Spada. "Voglio prometterti che resterò sempre al fianco del tuo principe perché ti ha amato per 9 anni. Ti prometto che mi prenderò cura di mamma e papà, ci siamo resi conto che avevamo a casa un angelo, con una missione, quella di salvare altre vite. In mezzo a tutto questo buio sei tu la nostra luce. Un giorno ci rivedremo e festeggeremo insieme”.
Il padre del fidanzato: "Era la figlia femmina che non abbiamo mai avuto"
“Per noi non era solo la fidanzata di mio figlio Salvatore, era diventata la figlia femmina che non avevamo avuto" ha detto il padre del fidanzato Salvatore. "Margaret era entrata in casa nostra in punta di piedi con la sua dolcezza e tenerezza, col suo amore infinito per Salvatore, un legame così forte che non potrà essere scalfito da questo evento tragico”.
L'intervento di rinoplastica
L’intervento, di rinoplastica parziale, sarebbe costato poco meno di 3mila euro ed era stato prenotato in estate dalla giovane. Il cellulare della vittima, che avrebbe preso accordi via WhatsApp per l’intervento proprio con uno dei due medici, entrambi indagati, ora verrà analizzato.
Agli atti anche un video di pochi secondi, girato nel centro medico, dal fidanzato che ha ripreso dalla porta il momento in cui i medici tentavano di rianimare la ragazza.
L'autopsia
L'autopsia, svolta presso l'istituto di medicina legale di Tor Vergata, ha rivelato che Margaret è morta per arresto cardiocircolatorio in un quadro ricollegabile a una sofferenza acuta, la cui origine dovrà essere accertata con esami istologici e tossicologici. Gli esami tossicologici dovranno chiarire anche cosa sia stato somministrato alla ragazza prima e dopo il malore.
Cronaca
Malattie respiratorie. “Il futuro è adesso” con...
Dalle terapie biologiche all'asportazione di tumori senza chirurgia gli scenari delineati a Milano al XXV Congresso della Società italiana di pneumologia. Verso un convegno annuale sulle differenze uomo-donna per terapie su misura
Contro le malattie respiratorie 'Il futuro è adesso'. Le innovazioni già in atto e le prospettive all'orizzonte sono state discusse a Milano durante il XXV Congresso della Società italiana di pneumologia (Sip-Irs), che si chiude oggi al centro congressi Allianz MiCo. L'intelligenza artificiale e la robotica che permetteranno di diagnosticare tumori in fase sempre più precoce e di asportarli senza chirurgia, passando dalle vie aeree naturali. Le cure sempre più mirate e personalizzate anche in base al genere, grazie a un gruppo di lavoro Sip-Aipo (Associazione italiana pneumologi ospedalieri) dedicato alle differenze uomo-donna nelle malattie ostruttive e restrittive e nei disturbi del respiro nel sonno. Queste tra le principali novità 'in vetrina' al meeting meneghino.
C'è il grande capitolo delle terapie biologiche - spiegano gli esperti - che stanno trasformando il trattamento di malattie come la fibrosi polmonare idiopatica, per cui si stimano circa 15mila pazienti nel nostro Paese, con 4.500 nuovi casi ogni anno, e l'asma grave che in Italia riguarda il 10% dei soggetti asmatici, quasi 300mila persone. Per questa patologia l'introduzione di anticorpi monoclonali ha rappresentato un passo cruciale, migliorando significativamente la qualità di vita dei pazienti.
Tra le malattie respiratorie meno conosciute, ma di crescente interesse - proseguono gli specialisti - ci sono poi le bronchiectasie, patologie croniche caratterizzate da dilatazione irreversibile dei bronchi, infezioni respiratorie ricorrenti e difficoltà nell'eliminazione del muco. Si stima che fino a 500 adulti su 100mila soffrano di bronchiectasie, ma la cifra è sottostimata perché la diagnosi è spesso tardiva. "Le ricerche più recenti hanno rivelato una complessa componente infiammatoria, con un ruolo centrale del sistema immunitario - evidenzia Andrea Gramegna, medico pneumologo presso il Policlinico di Milano e ricercatore presso l'università Statale del capoluogo lombardo - Questo ha portato a un cambio di paradigma nel trattamento, con lo sviluppo di farmaci modulatori immunologici che mirano a ridurre l'infiammazione bronchiale. Questi approcci, grazie alla conoscenza più approfondita dei meccanismi molecolari e cellulari alla base della malattia, stanno aprendo la strada a interventi mirati e più efficaci".
Una pneumologia sempre più hi-tech, quella fotografata dal congresso milanese. Negli ultimi vent'anni, in particolare dopo Covid - sottolineano gli esperti - la pneumologia interventistica, che si occupa delle procedure invasive su polmone e cavo pleurico, è stata protagonista di una rivoluzione tecnologica che consente oggi di diagnosticare e gestire le neoplasie polmonari, di cui in Italia si registrano 35-40mila nuovi casi all'anno, e le patologie infettive e interstiziali in maniera sempre più accurata e sicura.
"L'innovazione nell'ambito dell'imaging e dell'Ai - afferma Michele Mondoni, professore associato di Medicina respiratoria presso il Dipartimento di Scienze della salute dell'università degli Studi di Milano e responsabile dell'Unità respiratoria dell'Asst Santi Paolo e Carlo meneghina - svolge oggi un ruolo cruciale nella diagnosi precoce delle neoplasie dell'apparato respiratorio, nella diagnosi e nella valutazione della progressione delle fibrosi polmonari".
Anche la robotica ha fatto decisivi passi in avanti, per esempio nel suo utilizzo in broncoscopia, che prevede l'introduzione attraverso le vie aeree fino ai bronchi più distali di una sonda in grado di individuare la posizione esatta di un nodulo e di stabilire se è benigno o maligno. Ed ecco che, "in un futuro molto prossimo, si potranno addirittura asportare i tumori così diagnosticati in fase precoce attraverso le stesse vie aree, ma senza ricorrere alla chirurgia tradizionale", prospettano gli specialisti.
Il congresso Sip di Milano ha ospitato anche una sessione che ha trattato in una prospettiva di genere le patologie respiratorie ostruttive e restrittive e i disturbi respiratori nel sonno. E' infatti attiva una task force Sip-Aipo sulla medicina di genere in pneumologia - rimarcano gli esperti - costituita da clinici appartenenti a diversi gruppi di studio e coordinata da Maria Pia Foschino Barbaro, professore emerito all'università di Foggia, e Laura Carozzi, professore ordinario all'università di Pisa. La task-force risponde alle richieste dell'Osservatorio di medicina di genere dell'Istituto superiore di sanità, ovvero studiare le differenze di sesso e genere nelle varie patologie respiratorie, per colmare l'attuale gap di conoscenze e definire i percorsi diagnostico-terapeutici più appropriati. Insieme ad Aipo, nel corso del 2024 è stato organizzato un primo Congresso sulla medicina di genere in pneumologia. E a Milano sono state poste le basi per l'organizzazione di un secondo congresso, con lo scopo di dare vita a un appuntamento annuale e formare su questi temi il maggior numero possibile di specialisti.
"L'argomento dell'approccio di genere alla malattia e alla salute in generale è di grande attualità e di grande interesse - dichiara Carrozzi - Il ruolo delle società scientifiche è fondamentale per approfondire conoscenze basate sul metodo scientifico da diffondere nella comunità medica e non solo".
Cronaca
Antibiotico-resistenza, farmaci usati troppo e male: le 5...
L'infettivologo del San Martino di Genova: "Superbatteri resistenti primo killer al mondo nel 2050, basta fai-da-te"
"Oggi è la Giornata europea degli antibiotici. I batteri diventano resistenti agli antibiotici per tante ragioni, ma anche e soprattutto perché gli antibiotici si usano troppo e male". Dice basta a questo abuso l'infettivologo Matteo Bassetti, che nella giornata europea - e nella Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica promossa dall'Oms - lancia via social 5 regole da seguire per contribuire alla lotta contro l'emergenza superbatteri: "Assumere antibiotici solo quando prescritti dal medico e rispettando la dose, gli intervalli e i tempi di trattamento prescritti; non prendere antibiotici per il raffreddore o l'influenza; prendere antibiotici solo per trattare le infezioni causate da batteri; evitare il fai da te con gli antibiotici; evitare di chiedere con insistenza antibiotici a medici e farmacisti".
"Gli antibiotici, se usati impropriamente, possono rendere i batteri più forti e resistenti", ammonisce il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. "Ogni anno nel mondo muoiono milioni di persone a causa delle infezioni da batteri resistenti agli antibiotici", ricorda, e "si prevede che nel 2050 sarà la prima causa di morte al mondo con quasi 40 milioni di morti ogni anno. Questo è un problema enorme e deve riguardare tutti noi. Tutti possiamo fare qualcosa perché non arrivi il giorno in cui una semplice infezione non potrà più essere trattata con gli antibiotici disponibili. Ecco alcune cose che possiamo fare per proteggere noi stessi e gli altri", scrive introducendo la sua 'ricetta'. "Ci sono alcune cose molto semplici che ognuno di noi può fare".
Cronaca
Arriva il freddo. In casa massimo 18-22 gradi ma umidi, con...
Mai aria troppo secca e aerare sempre gli ambienti contro la concentrazione di virus e batteri. I consigli del medico per il riscaldamento degli ambienti chiusi in vista dell'ondata di gelo
Con l'arrivo del primo assaggio d'inverno, che farà scendere le temperature nei prossimi giorni, si comincia anche a lottare con il termostato. E per trovare un po' di conforto entrando in casa o in ufficio, budget energetico permettendo, la tendenza è a riscaldare gli ambienti più possibile. Ma il comfort del 'calduccio' non va sempre d'accordo con la salute. Stanze troppo calde, infatti, nascondono qualche insidia, "in particolare per gli sbalzi di temperatura quando poi si esce e per la vasodilatazione dovuta al calore", spiega all'Adnkronos Salute Giorgio Sesti, docente di Medicina interna all'università Sapienza di Roma, che ricorda: "La temperatura ideale in inverno, negli ambienti chiusi, dovrebbe essere tra i 18 e i 22 gradi, in media 20 gradi, evitando l'aria troppo secca".
Molto importante, infatti, umidificare: "Chi non ha l'umidificatore può mettere un contenitore con l'acqua sopra il termosifone, come si faceva un tempo. E' fondamentale - sottolinea lo specialista - perché è l'aria troppo secca che dà molto fastidio e che può determinare anche disturbi importanti a chi ha problemi respiratori, a chi soffre di asma, di broncopneumopatia cronico-ostruttiva. L'aria secca, infatti, asciuga le mucose che, invece, si devono tenere umide perché svolgano la loro funzione. L'umidità ideale è intorno almeno al 40-50%. Non di più, altrimenti creiamo un clima tropicale che diventa una serra. L'ambiente umidificato correttamente è necessario specie di notte, perché se si seccano le mucose si respira male nel sonno, si può russare e si riduce la qualità del sonno con effetti negativi generali sull'organismo".
Riscaldando troppo, continua Sesti, "oltre ai consumi maggiori e al maggior impatto ambientale, si possono anche determinare eccessivi sbalzi di temperatura, anche semplicemente affacciandosi al balcone: se ho una temperatura interna di 24 gradi, ho evidentemente una vasodilatazione e quando vado all'esterno, dove i gradi sono 8 per esempio, posso avere disturbi fastidiosi: da sbalzi pressori e giramenti di testa fino a forme respiratorie. Persone molto anziane che stanno sdraiate o sedute a lungo in ambienti troppo caldi rischiano di cadere alzandosi d'improvviso a causa della vasodilatazione: assumendo la posizione eretta rapidamente il sangue non va al cervello e si può avere senso di vertigine". Altro elemento da non trascurare è l'aerazione degli ambienti. "Il ricambio d'aria è una pratica da non trascurare - conclude l'internista - per evitare che virus e batteri si concentrino e la loro diffusione venga facilitata".