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Neymar, futuro in Brasile? Il Palmeiras dice no, ora ci pensa il Santos

La presidente del club biancoverde: "Non siamo un centro medico"

Neymar - Fotogramma

Ritorno in Brasile per Neymar? L'attaccante brasiliano, oggi all'Al Hilal, potrebbe tornare al suo club d'origine, il Santos, nella prossima sessione estiva di mercato. L'ex Barcellona è infatti in rotta con il club saudita e l'ambiente, che a fronte di un ingaggio monstre non lo ha praticamente mai visto in campo, anche a causa di un brutto infortunio. Secondo quanto riportato dai media brasiliani, per Neymar sembra escluso il ritorno in Europa, ma si fa sempre più concreta la pista verdeoro.

Il presidente del Santos, il club che lo ha lanciato nel grande calcio, Marcelo Teixeira dovrebbe incontrare, sempre secondo i media brasiliani, il padre e manager di Neymar, Neymar Santos Sr., la prossima settimana per discutere le condizioni di un possibile trasferimento. All'inizio di questo mese, Teixeira aveva rivelato al quotidiano brasiliano Estadao che il Santos aveva un "progetto concreto" per il ritorno del numero 10 al club. Neymar ha collezionato 225 presenze per il Santos e segnato 136 gol, prima di passare al Barcellona nel 2013. O Ney è anche il miglior marcatore di sempre del Brasile con 79 gol in 128 partite internazionali.

L'addio all'Arabia e gli infortuni

Il contratto di Neymar con l'Al-Hilal scadrà il prossimo luglio, ma il trentaduenne potrebbe rescindere il suo contratto prima, aprendo la strada a un possibile ritorno al Santos a gennaio. Gli sforzi per terminare il contratto di Neymar in anticipo sono però "altamente complessi", a causa di clausole finanziarie e impegni di marketing. Neymar ha collezionato soltanto sette presenze in tutte le competizioni con l'Al-Hilal da quando è stato acquistato, dal Paris Saint-Germain, nell'agosto 2023.

Il suo periodo in Arabia è stato condizionato da un brutto infortunio. L'attaccante si è rotto infatti il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, che lo ha costretto ai box per 12 mesi. Tornato in campo, Neymar ha poi subito un nuovo infortunio muscolare nella sua seconda partita giocata.

Il no del Palmeiras: "Non siamo un centro medico"

Nei giorni scorsi erano state rilanciate diverse notizie che davano Neymar molto vicino al Palmeiras. Ci ha pensato però la presidente del club biancoverde Leila a smentire tutto: "Neymar non verrà al Palmeiras, questo club non è un centro medico. Voglio qualcuno che possa giocare immediatamente, domani, se l'allenatore volesse. Non accetterò un giocatore che non è pronto a giocare", aggiungendo poi che "Neymar andrà al Santos".

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Sport

Nadal e l’ultima partita in Davis: “Se potessi...

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Il tennista spagnolo ha aperto a una partita con Federer: "Organizzeremo qualcosa"

Rafa Nadal - Fotogramma

Nella Coppa Davis alle porte, Rafa Nadal giocherà la sua ultima partita. Il campione spagnolo è stato convocato per le finali di Malaga, dove la sua Nazionale affronterà nei quarti di finale l'Olanda domani, martedì 19 novembre, alle 17. "Era da molto tempo che pensavo al ritiro", ha raccontato Nadal in conferenza stampa, "ma ho sempre cercato di darmi un'altra possibilità, fino a quando non ho più potuto. Ora mi sto godendo questa settimana. So che sarà un grande cambiamento nella mia vita, ma succederà più tardi. Sono qui con la squadra e questo mi rende felice".

Sulle emozioni che proverà Nadal si è detto tranquillo: "Non lo so, non posso prevederlo. Se sono in campo spero di rimanere lucido, perché non sono qui per ritirarmi, ma per aiutare la squadra. È la mia ultima settimana, ma è una competizione di squadra, e la cosa più importante è aiutare la squadra, essere concentrati e fare bene. I rivali e le condizioni sono difficili. Alla fine arriveranno anche le emozioni, ma nel frattempo bisogna concentrarsi su ciò che bisogna fare".

Nadal dovrebbe giocare sicuramente il doppio con Alcaraz, ma non il singolare: "Questo bisognerebbe chiederlo al capitano. Io cerco di lavorare il più duramente possibile, è stato così per l'ultimo mese e mezzo. Non giocando molto spesso è un po 'più difficile mantenere un livello costante. Abbiamo una grande squadra, tutti questi giocatori hanno avuto una grande stagione sul circuito, quindi è compito del capitano decidere cosa è meglio per la Spagna. A livello fisico mi sento bene, senza alcun nessun problema. Sono contento di finire la mia vita professionale, giocando in Coppa Davis, dopo tutto la Coppa Davis 2004 è stata una delle mie prime grandi gioie da tennista. Sono felice di dire addio giocando di nuovo con la Spagna, che è qualcosa che ho sempre amato e mi ha dato cose che non mi hanno dato i singoli tornei".

Poi ancora sul ritiro: "Non esiste un addio ideale, i finali cinematografici ci sono soltanto nei film americani, mi sono reso conto che non avrei avuto uno di questi. Non è comunque qualcosa che mi interessa. Il mio addio sarà qualunque cosa sarà, ma sarebbe fantastico per la squadra vincere la Davis. Sarebbe un bel saluto per me e una grande gioia per tutti. Se dovessi giocare, non so a che livello sono. Sono passati alcuni mesi dalla mia ultima partita, quindi quello che faccio è cercare di fare del mio meglio ogni giorno per prepararmi il più possibile nel caso in cui dovessi essere in campo. Io da giocatore non posso prevedere come andranno le cose, a volte mi sono sentito davvero bene il giorno prima di una partita e il giorno dopo ho fatto un casino, ma non è questo il caso. Mi divertirò tantissimo, sia che dovessi essere in campo che in panchina".

Nadal, per ora, non pensa al futuro: "Non sono preoccupato per il prossimo passo della mia vita, ho avuto momenti in cui non sono stato in grado di giocare a tennis a causa degli infortuni. Ora ho un approccio diverso: devo accettare la sfida di un grande cambiamento nella mia vita. Non so se sarà difficile, ma sicuramente sarà diverso. Probabilmente quello che mi mancherà di più sarà la sensazione della competizione, scendere in campo e vedere i tifosi nelle grandi partite. Alla fine è l'adrenalina che si sente durante, prima e dopo le partite. Avrò altre cose che mi rendono felice e mi daranno altri sentimenti, ma questa adrenalina è difficile da trovare al di fuori dello sport professionistico".

"Le cose che ho passato, l'ultimo anno e altre difficoltà che ho avuto, mi hanno fatto sentire come se non potessi essere abbastanza competitivo e godermi quotidianamente il tennis", ha continuato Nadal, "a domanda a me stesso non è se potrei continuare per un altro anno, ma perché dovrei. Non ho quell'ego. È qualcosa su cui ho riflettuto per molto tempo. Se potessi continuerei a giocare".

Infine Nadal non chiude la porta a un esibizione con un amico speciale, Roger Federer: "Quando si è ritirato lui ero lì per giocare ed eravamo partner. Non ho ancora parlato con Roger, ha un calendario molto serrato. Questa sarà la mia ultima settimana sul circuito, ma non sarà il mio ultimo addio. Avremo la possibilità di fare qualcosa insieme".

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Sport

Matteo Pessina investe negli eSports con Mkers

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Il centrocampista del Monza: "Significa investire nel futuro dello sport e del gaming competitivo. Sono felice di essere parte di questo progetto"

Matteo Pessina - Uff.S

Matteo Pessina, capitano dell'Ac Monza e figura di spicco nel calcio italiano, diventa il primo investitore a partecipare al nuovo round di investimento da 1,5 milioni di euro aperto da Mkers S.p.A., leader italiano negli esports. Il round, che valorizza Mkers a 15 milioni di euro post-money, rappresenta un passo significativo per la crescita della società e per rafforzarne la presenza internazionale. Con questa operazione, Pessina dimostra di essere non solo un campione in campo, ma anche un giovane attento ai trend di innovazione e un investitore lungimirante, capace di riconoscere le potenzialità dei settori emergenti come quello degli esports.

“Il 2024 è stato un anno di sfide e successi che ci spingono a guardare avanti con fiducia”, ha dichiarato Luca Beccaceci, Ceo di Mkers. “L’ingresso di Matteo Pessina è un segnale di grande fiducia nel nostro progetto e ci consente di accelerare ulteriormente. Con i fondi raccolti, Mkers punta a rafforzare il proprio posizionamento internazionale nei mercati emergenti degli esports, inclusi quelli del Medio Oriente e dell’Arabia Saudita, dove sono previsti grandi investimenti nel settore, consolidando così il nostro ruolo di leader e ampliando ulteriormente la nostra offerta”. Anche Matteo Pessina ha espresso il proprio entusiasmo per l’iniziativa: “Sostenere Mkers significa investire nel futuro dello sport e del gaming competitivo. Sono felice di essere parte di questo progetto, che rappresenta un’opportunità unica per lo sviluppo dell’intrattenimento digitale in Italia e nel mondo".

Nel 2023, Mkers ha registrato un valore complessivo della produzione di 1,74 milioni di euro e ha mantenuto una gestione oculata dei costi, riducendo le spese per materie prime e consumi di oltre il 60%, ottimizzando i costi del personale e investendo in modo strategico in capex. Il bilancio chiude con un utile netto più che raddoppiato rispetto all’esercizio precedente e un EBITDA pari al 15,8% del valore della produzione. Questi risultati derivano da una strategia di sviluppo diversificata, riducendo la dipendenza dai ricavi legati ai montepremi, che rappresentano ora meno del 10% del fatturato complessivo. Questo approccio, più stabile e sostenibile, consente a Mkers di espandere nuovi progetti formativi e infrastrutturali e di consolidare la sua posizione nel settore. Il patrimonio netto di Mkers, pari a 1,15 milioni di euro, è una base solida per la prossima fase di espansione prevista con il nuovo round di investimento, che rafforza la capacità dell'azienda di gestire il debito e facilita l’accesso al credito.

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Sport

Lazio, Baroni: “Sogno l’Europa League. Fischi...

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Il tecnico ha parlato della Nazionale e dell'ottimo avvio di stagione biancoceleste

Marco Baroni - Fotogramma

"Rovella e Guendouzi hanno fatto una buona partita, Rovella è entrato anche molto acceso. Mi fa piacere di poter contribuire alla causa Nazionale con giocatori che si sono fatti trovare pronti, anche se Guendouzi stava dall'altra parte. Sono contento della loro presenza". Così Marco Baroni, allenatore della Lazio, ospite di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1, sulla partita dei suoi due centrocampisti, ieri avversari in Italia-Francia di Nations League. "Bisogna dar merito al grande lavoro che sta facendo Spalletti. Un lavoro non agevolato dal fatto che due terzi dei giocatori del nostro campionato sono stranieri, è una delle cose che dobbiamo sempre tenere presente. Al di là della partita sbagliata contro la Svizzera quest'estate, c'è una squadra che esprime un ottimo calcio. Spalletti sta facendo un ottimo lavoro".

Il tecnico biancoceleste ha commentato anche i fischi all'inno francese: "Fischi e ululati non dovrebbero esistere in uno stadio. Dobbiamo crescere da tutti i punti di vista, in particolare sull'educazione sportiva".

Sulla grande crescita di Rovella, ancora a caccia del suo primo gol con la Lazio: "I miei mediani hanno libertà di attaccare e lui ci sta provando. Ha molta mobilità, ha copertura di spazi e di campo, ci sta lavorando e sono sicuro che presto arriveranno i suoi gol. Per caratteristiche, Vecino ha più capacità penetrativa. Avere la capacità di portare molti uomini dentro l'area è un fattore fondamentale per cercare di essere prolifici. Sono molto contento di quello che sta facendo Rovella, come del resto Dele-Bashiru, è giovane ma sta crescendo. Stiamo aspettando anche Castrovilli, sono convinto che può dare molto alla causa Lazio", ha aggiunto Baroni.

Sulle condizioni di Dia, che nei giorni scorsi si temeva avesse contratto la malaria: "Dia rientrerà già con il Bologna. Domani riprendiamo gli allenamenti, voglio vedere quali sono le sue condizioni e parlare con il medico. Il ragazzo ha effettuato i test ed è a posto. Contiamo di poterlo reinserire subito nel gruppo. Ne parlerò con lo staff medico, ma spero di sì. Dia è un giocatore che mi piace per la sua mobilità e per come interpreta il ruolo. Se sta bene andrà in campo".

Vincere l'Europa League, che la Lazio comanda con il primo posto nella classifica generale a quota 12 punti, è un sogno o un'utopia? "Un sogno. È chiaro che vogliamo far bene, ora siamo davanti a squadre incredibili. Ci vogliamo rimanere, non sarà facile, avremo degli scontri importanti. Però la squadra ci crede: più che guardare all'obiettivo, la squadra deve guardare al percorso. Non dobbiamo cadere nel pensiero di aver già conquistato qualcosa. Ora inizia il momento più difficile, da vivere con grande entusiasmo, convinzione e con lo sguardo rivolto al lavoro".

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