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Regionali, exit poll: in Emilia Romagna avanti De Pascale (centrosinistra), testa a testa in Umbria

In Emilia Romagna il candidato del campo largo molto avanti sulla candidata di centrodestra Ugolini. Schlein: "Bellissima vittoria". In Umbria l'uscente Donatella Tesei sfida Stefania Proietti. Affluenza in netto calo in entrambe le regioni

Michele De Pascale - Fotogramma

Urne chiuse alle elezioni regionali in Emilia Romagna e in Umbria. Gli elettori sono stati chiamati al voto ieri dalle 7 alle 23 e oggi dalle 7 alle 15. In corso lo spoglio. L'affluenza per entrambe le regioni era ieri in netto calo rispetto alla precedente tornata elettorale.

In Emilia Romagna, il candidato del centrosinistra Michele De Pascale ha già rivendicato - a spoglio ancora in corso - la vittoria: "Grazie ai cittadini, il messaggio è molto chiaro. Spero di incontrare presto Meloni, basta speculazioni", le prime parole di De Pascale, al comitato elettorale del candidato alla presidenza dell’Emilia Romagna. Presente la leader dem Elly Schlein.

"Io sono ancora per qualche giorno sindaco e presidente della provincia di Ravenna che è stato il territorio più colpito dall'alluvione, siamo a Bologna che quest'anno ha pagato un caro prezzo ma per un anno e mezzo abbiamo avuto solo polemiche e insulti: ora venga un grande 'basta', si inizi a lavorare con spirito istituzionale. Spero di incontrare presto Meloni, serve fare insieme un cambio di passo", ha detto ancora il neo governatore dell'Emilia Romagna su La7. "Spero che con Meloni si possa fare un patto repubblicano. Commissario straordinario? Pronto ad assumermi responsabilità".

"Bonaccini e Schlein? Hanno pesato molto perché hanno lavorato molto bene in Emilia Romagna e hanno saputo unire il Pd. Mi hanno dato un grandissimo sostegno e a loro va riconosciuto un grande merito", ha sottolineato.

"Una bellissima vittoria, una vittoria emozionante quella di Michele De Pascale”. Questo il primo commento della segretaria del Pd Elly Schlein dal comitato elettorale. “De Pascale sarà un grande presidente della Regione Emilia”, ha aggiunto Schlein, prima di ringraziare il candidato per “la passione, la competenza e la generosità con cui ti sei speso in questa campagna elettorale”. E ancora: “Dai risultati che si vanno profilando e che stiamo continuando a seguire, si profila un dato straordinario per il Pd. Questo conferma la responsabilità che ci sentiamo come perno di costruzione dell’alternativa a queste destre”.

La vittoria di De Pascale “è anche il riconoscimento dell’onestà di questa proposta. Una proposta che sa che ogni giorno c’è da migliorare e mai da sedersi sui risultati ottenuti. E questo ci impegneremo ogni giorno a fare”, ha quindi assicurato la segretaria del Pd. “Un riconoscimento importante, tanto più dopo gli anni estremamente difficili che questa terra ha vissuto con la pandemia e con le alluvioni, quindi è un grande attestato di fiducia, di cui ringraziamo gli elettori e le elettrici e ce la metteremo tutta per essere ogni giorno all’altezza di questa fiducia”, ha detto Schlein, osservando che la vittoria del centrosinistra è “segno del riconoscimento di una buona amministrazione ma anche della voglia di innovazione con un candidato come Michele De Pascale”.

Cauto ottimismo, quindi, nel comitato elettorale di Stefania Proietti, candidata ‘civica’ alla Regione Umbria sostenuta dal campo largo che vede uniti Partito Democratico Movimento Cinque Stelle Alleanza Verdi e Sinistra e altre quattro liste civiche, quando sullo schermo allestito nel palazzo di via Mario Angeloni vengono mostrati nelle dirette tv le proiezioni e i dati che arrivano dai seggi. Alle decine di giornalisti presenti dall’apertura del comitato con il passare delle ore cresce il numero dei sostenitori arrivati per seguire lo spoglio. “Ce la stiamo giocando”, dicono di loro mentre commentano la sfida tra Proietti e la governatrice in carica e ricandidata dal centrodestra Donatella Tesei. L’attuale sindaca di Assisi e presidente della provincia di Perugia è attesa al comitato.

Resta concentrata sul voto, chiedendo a tutti di aspettare dati omogenei, la candidata Donatella Tesei. Dalla sua casa di Montefalco, la governatrice uscente, invita alla calma, chiedendo di aspettare altri dati, oltre a quelli di zona lago e Città di Castello, finora arrivati, che non sono certo favorevoli storicamente al centrodestra. Così quanto emerge dal racconto di chi dello staff ha sentito la governatrice leghista, con un dato che appare chiaro a tutti, in questo momento è in salita per una possibile riconferma a palazzo Cesaroni.

Emilia-Romagna

Quando sono state scrutinate 2.878 sezioni su 4.529 alle elezioni regionali in Emilia Romagna, secondo i dati del sito Eligendo, il candidato del campo largo Michele De Pascale è avanti con il 56,28% seguito dalla candidata del centrodestra Elena Ugolini al 40,62%. Federico Serra (Emilia-romagna per la pace, l'ambiente e il lavoro) è all'1,87% mentre Luca Teodori (Lealtà coerenza verità - Luca Teodori) è all'1,23%

Umbria

Quando sono state scrutinate 122 sezioni su 1000 alle elezioni regionali dell'Umbria, secondo i dati sul sito Eligendo, la candidata del campo largo Stefania Proietti è al 50,44% mentre la presidente uscente del centrodestra Donatella Tesei è al 46,77%.

Marco Rizzo (Alternativa Riformista Rizzo presidente, Democrazia Sovrana Popolare) è all'1,09%%. Martina Leonardi (Insieme per un'Umbria resistente) allo 0,58%, Elia Francesco Fiorini (Alternativa per l'Umbria) allo 0,36%, Moreno Pasquinelli (Fronte del dissenso) allo 0,25%, Giuseppe Tritto (Tritto presidente umani insieme liberi) allo 0,24%, Giuseppe Paolone (Forza del Popolo) allo 0,19%, Fabrizio Pignalberi (Quinto polo per l'Italia e Più Italia sovrana) allo 0,07%.

Affluenza

Affluenza in calo di oltre 12 punti alle elezioni regionali in Umbria. Secondo i dati riportati dal portale Eligendo, è andato alle urne il 52,30% degli elettori rispetto al 64,69% delle precedenti elezioni. Secondo i dati rilevati al termine delle operazioni di voto, provincia di Perugia i votanti sono stati il 53,02% degli aventi diritto mentre alle precedenti elezioni avevano votato il 65,03% (-12,01); in provincia di Terni il 50,6% mentre alle scorse consultazioni aveva votato il 63,74% (13,58). Sono stati chiamati al voto 701.367 elettori, 523.343 in provincia di Perugia e 178.024.635 in quella di Terni. Nel 2019 in Umbria ha votato il 64,69 % degli aventi diritto, erano stati chiamati al voto 703.596 elettori.

E' stata invece del 46,42% l'affluenza definitiva in Emilia Romagna. Secondo i dati pubblicati sul sito Eligendo, nelle 4.529 sezioni ha votato il 46,42%, in netto calo di oltre 21 punti rispetto alla precedente tornata elettorale quando votò il 67,67%. Nello specifico, fa sapere l'assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna, l’affluenza è così suddivisa per provincia: Piacenza 41,49%, Parma 42,70%, Reggio Emilia 45,44%, Modena 47,20%, Bologna 51,67%, Ferrara 43,14%, Ravenna 49,72%, Forlì-Cesena 45,50%, Rimini 40,73%.

Nella scorsa tornata elettorale, nel 2020 l’affluenza totale alle urne era stata del 67,67% (Piacenza 62,91%, Parma 64,07%, Reggio Emilia 67,97%, Modena 69,12%, Bologna 70,94%, Ferrara 65,60%, Ravenna 69,71%, Forlì-Cesena 67,54%, Rimini 63,54%).

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Cronaca

Cecchettin, la sorella Elena a Valditara: “Giulia...

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La sorella della 22enne uccisa dal fidanzato nel giorno dell'inaugurazione della Fondazione intitolata a Giulia: "Cosa ha fatto quest'anno il governo? Sempre alle famiglie delle vittime spetta creare qualcosa di buono"

Elena Cecchettin - Fotogramma

"Dico solo che forse, se invece di fare propaganda alla presentazione della fondazione che porta il nome di una ragazza uccisa da un ragazzo bianco, italiano e 'per bene', si ascoltasse non continuerebbero a morire centinaia di donne nel nostro Paese ogni anno". Lo scrive su Instagram Elena Cecchettin, sorella di Giulia.

Parole pronunciate nel giorno della presentazione della fondazione che porta il nome della studentessa ventiduenne di Vigonovo (Venezia) uccisa a coltellate dall'ex fidanzato Filippo Turetta e che suonano come una risposta a distanza alle affermazioni del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara che oggi in un videomessaggio inviato all'inaugurazione della Fondazione ha fatto riferimento all'aumento di violenze sessuali legate all'immigrazione.

"Mio padre ha raccolto i pezzi di due anni di dolore e ha messo insieme una cosa enorme. Per aiutare le famiglie, le donne a prevenire la violenza di genere e ad aiutare chi è già in situazioni di abuso. Oltre al depliant proposto (che già qua non commentiamo) cos'ha fatto in quest'anno il governo? Perché devono essere sempre le famiglie delle vittime a raccogliere le forze e a creare qualcosa di buono per il futuro?" sono le domande che si pone Elena.

"Un anno di lotta perché le nostre sorelle rimangano vive"

"Un anno fa ho ricevuto la conferma che Giulia non sarebbe tornata a casa. E' stato un anno difficile, di dolore, di ricordi, di lacrime. Ma soprattutto di lotta. Lotta per lei, che non c'è più", scrive Elena Cecchettin. "Oggi questa lotta prende anche la forma di un impegno. Un impegno sociale per poter iniziare un processo di cambiamento. E per tentare di impedire che nessun'altra debba ricevere quella chiamata. Che le nostre sorelle rimangano vive", spiega la giovane che ricorda la telefonata con cui le è stata comunicata la morte di Giulia.

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Ultima ora

Morto Charles Dumont, autore di ‘Non, je ne regrette...

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Il decesso del cantautore e compositore domenica 17 novembre a Parigi dopo una lunga malattia

Charles Dumont - Fotogramma /Ipa

Il cantautore e compositore Charles Dumont, autore di "Non, je ne regrette rien" di Edith Piaf, una delle canzoni francesi più famose, è morto a Parigi domenica sera, 17 novembre, all'età di 95 anni dopo una lunga malattia. Il ministro della Cultura francese, Rachida Dati, ha reso omaggio alla memoria di "un mostro sacro della canzone francese".

Trombettista di formazione, la carriera di Dumont ebbe una svolta quando convinse Edith Piaf a eseguire una delle sue composizioni. Nel 1956 divenne famoso per aver composto con Michael Vaucaire "Non, je ne regrette rien", che Piaf interpretò dedicandola alla Legione straniera. La loro collaborazione durò fino alla morte della Piaf nel 1963, e produsse oltre 30 canzoni, tra cui "Mon dieu", "Les Flonflons du bal" e "Les amants". Dopo aver scritto per Jacques Brel "Je m'en remets à toi" nel 1964, in seguito Dumont ha lavorato anche con Dalida e Tino Rossi e alla fine degli anni '60 è diventato un cantante, pubblicando una serie di album. Ha lavorato anche con Barbra Streisand, che interpretò la sua "Le Mur" nella versione inglese intitolata "I've Been Here".

Dumont lavorò compose brani anche per serie televisive come "Michel Vaillant" nel 1967 e per il cinema, con le colonne sonore per i film "Il mio corpo per un poker" (1968) di Piero Cristofani e Lina Wertmüller e "Monsieur Hulot nel caos del traffico" (1971) di Jacques Tati.

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Esteri

Ucraina, Atacms e Storm Shadow: ecco i missili contro russi...

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I missili a lungo raggio americani e anglo-francesi sono già negli arsenali di Kiev. Ora, con limiti, potranno essere usati in territorio russo

Un missile Atacms

L'Ucraina può utilizzare missili a lungo raggio per colpire la Russia nella guerra in corso ormai da 1000 giorni. Le armi non sono una novità, da tempo sono presenti negli arsenali di Kiev: gli Atacms americani e gli Storm Shadow britannici, battezzati Scalp nella versione francese. Cambiano i potenziali obiettivi: prima le forze armate ucraine potevano colpire i russi solo nel territorio invaso, adesso il bersaglio diventano uomini, mezzi e basi oltre il confine.

I missili Atacms sono già stati trasferiti dagli Stati Uniti all'Ucraina lo scorso anno a condizione che fossero usati solo in territorio ucraino. Ora il limite è stato rimosso e potranno essere impiegati dalle forze di Kiev contro le unità russe e nordcoreane dispiegate nel Kursk.

Il presidente Joe Biden ha infatti imposto a Kiev l'uso dei sistemi americani solo contro obiettivi in questa regione della Russia, ha reso noto Axios. Biden ha comunicato a Kiev la sua decisione circa tre giorni fa, decisione presa per esercitare deterrenza contro Pyongyang, per evitare che il regime nordcoreano invii a combattere al fianco della Russia altre unità militari.

Atacms, velocità e gittata

Gli Atacms hanno una gittata di 300 chilometri (non sono quindi missili a lungo raggio come invece spesso vengono definiti, ma possono colpire obiettivi in maggiore profondità in Russia di qualsiasi altro sistema a disposizione degli ucraini) e come missili balistici ricadono sul loro obiettivo con forza moltiplicata rispetto ai razzi ma hanno una velocità ridotta rispetto ai missili da crociera.

Possono essere lanciati dai lanciatori mobili Himars, che gli Stati Unti avevano già fornito all'Ucraina nel 2022, e anche dagli M270 di produzione britannica e tedesca. Il Pentagono ne ha in magazzino due versioni: una per testate a grappolo e una per testate singole.

Sono prodotti dalla Lockheed Martin ma non sono più acquistati dall'esercito americano: l'inventario è limitato e prossimo al punto in cui gli Stati Uniti potrebbero avere problemi con le loro riserve. Si tratta di un sistema che risale agli anni Ottanta per colpire obiettivi sovietici di valore elevato in profondità. Ne vengono ancora prodotti alcune centinaia di unità l'anno, ma sono venduti all'estero. Il nuovo sistema Usa, Precision Strike Missile, ha cominciato solo ora a essere dispiegato ma in numeri limitati. Atacms si pronuncia 'attaccali'.

Cosa sono gli Storm Shadow

Raggio d'azione meno ampio per gli Storm Shadow (Scalp per i francesi), missili da crociera franco britannici con una gittata massima di 250 chilometri. Sono stati già forniti a Kiev da Londra e Parigi, ma lo stop al loro impiego in territorio russo potrebbe essere cancellato sulla scia della decisione dell'Amministrazione Usa sugli Atacms.

Lo Storm Shadow è considerato il sistema ideale per penetrare nei bunker blindati e nei magazzini di munizioni in Russia. Ogni missile costa quasi un milione di dollari, quindi vengono usati usualmente in attacchi ben pianificati, come il raid contro la base della Flotta del mar nero a Sebastopoli. Rendono, per la marina russa, l'intera Crimea insicura.

Kiev chiede di poterli usare contro le basi militari russe lontane dal confine, in Russia, da cui sono lanciati gli attacchi con bombe plananti o aerei. Con i droni Kiev riesce infatti ad arrivare anche molto in profondità in territorio russo. Ma possono portare solo un carico di piccole dimensioni e molti vengono intercettari.

Per questo l'Ucraina ha bisogno dei missili come gli Storm Shadow, o degli Atacms americani, che hanno una gittata ancora superiore. Mosca aveva spostato in le basi o gli obiettivi importanti ancora più a est, fuori dalla portata di missili come gli Storm Shadow, in vista del sollevamento dei caveat lo scorso settembre. Ma la decisione improvvisa dell'Amministrazione Biden, e lo spostamento in corso da parte di Mosca delle operazioni nel Kursk per la controffensiva, potrebbe aver colto la Russia in contropiede.

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