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‘Scienza e tecnologia per creare valore’, a Modugno esperti su futuro pharma

Incontro promosso da Merck con le istituzioni - Gemmato, 'con rappresentanti settore al lavoro su incentivi a ricerca e procedure amministrative più snelle'

'Scienza e tecnologia per creare valore', a Modugno esperti su futuro pharma

Un dialogo con le istituzioni sul futuro del settore farmaceutico nella Regione Puglia: è l'obiettivo di 'Scienza e tecnologia per creare valore', incontro promosso in questi giorni da Merck nello stabilimento dell'azienda farmaceutica a Modugno (Bari). Come sottolineato da Ramón Palou de Comasema, presidente e amministratore delegato di Merck Italia, "noi di Merck crediamo nell'importanza di effettuare investimenti innovativi per consentire una maggiore competitività dell'Italia e confermare l'importanza strategica dell'investimento in questo Paese per la nostra azienda. Vogliamo continuare in questa direzione, e sappiamo che la politica è consapevole del contributo che aziende globali come Merck danno ai territori in cui operano. Tutti noi, attori pubblici e privati, dobbiamo lavorare insieme per assicurare un sistema sanitario equo, sostenibile e competitivo. Sono fortemente convinto che questo rivesta una priorità fondamentale per il nostro Paese".

Per questo motivo, lo stabilimento è stato identificato come il luogo ideale per ospitare un dibattito con le istituzioni sul contributo che aziende globali come Merck - riporta una nota - e più in generale il settore farmaceutico, possono offrire al territorio che le ospitano. Ad aprire i lavori Ramón Palou de Comasema, Annalisa Calvano, direttore dello stabilimento di Bari-Modugno, e il sindaco di Modugno Nicola Bonasia. Alla prima tavola rotonda, con focus sull'attrazione di nuovi investimenti, in un'ottica di incremento dell'autonomia strategica per la sicurezza sanitaria dell'Italia, hanno preso parte, tra gli altri, anche Dario Damiani, capogruppo in Commissione Bilancio del Senato, Gianmauro Dell'Olio, vicepresidente Commissione Bilancio della Camera, Mariangela Matera della Commissione Finanze della Camera, Alessandro Delli Noci, assessore Sviluppo economico Regione Puglia, Fabrizio Lobasso, vicedirettore generale Maeci, e Sergio Fontana, presidente Confindustria Bari e Bat.

Il secondo momento di confronto è stato dedicato a temi quali: equità di accesso alle cure e sostenibilità del sistema, prestando particolare attenzione alle sfide che la sanità pubblica dovrà affrontare nel prossimo futuro. Sono intervenuti l'europarlamentare Michele Picaro, Ignazio Zullo della Commissione Affari sociali del Senato, Vito Montanaro, direttore Dipartimento Salute umana e animale Regione Puglia, Stefania Percolla, rappresentante dell'Associazione Pazienti Strada per un Sogno, e Gianluca Pedicini, rappresentante Aism.

"Il sito produttivo di Merck a Modugno-Bari rappresenta un esempio di come una multinazionale possa contribuire alla crescita economica di un territorio, posizionandosi come uno dei principali poli manifatturieri del settore farmaceutico nella Regione - ha detto Calvano - Con 200 milioni di euro di investimenti negli ultimi anni, abbiamo consolidato la nostra presenza in Puglia, attirando risorse europee e nazionali e favorendo lo sviluppo economico e sociale del territorio. Negli anni siamo riusciti a integrare un respiro internazionale con un impatto locale rilevante, contribuendo alla creazione di posti di lavoro e alla crescita delle competenze, grazie a politiche orientate all’inclusione e al supporto dei giovani talenti".

A margine dell'evento e in occasione della visita istituzionale allo stabilimento Merck, il sottosegretario al ministero della Salute Marcello Gemmato ha dichiarato: "E' prioritario per il Governo individuare misure in grado di mantenere il nostro Paese attrattivo e competitivo, in termini di competenze e investimenti. E' per questo che il ministero della Salute, insieme al Mimit, ha dato vita a un tavolo congiunto con i rappresentanti della filiera farmaceutica per lavorare insieme su possibili misure, quali incentivi alla ricerca e procedure amministrative più snelle. Quest'ultimo, ad esempio, è uno degli obiettivi della Zes unica del Mezzogiorno, che ha contribuito in questi ultimi mesi a far diventare il Sud locomotiva economica dell'Italia. Un risultato dovuto all'attuale stabilità governativa".

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Salute e Benessere

Dermatologo Stingeni: “Delgocitinib una svolta in...

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'Usato a livello topico blocca molti meccanismi infiammatori responsabili danno cutaneo'

Dermatologo Stingeni:

La maggiore comprensione dei meccanismi all’origine dell’eczema cronico delle mani “ha portato allo sviluppo di farmaci che vanno a bloccare il meccanismo infiammatorio e tutte le modulazioni che ci sono alla base di questi processi” patologici. “Mi riferisco, in modo particolare, a quelli che agiscono sul JAK-STAT, un meccanismo di traduzione del segnale infiammatorio, come delgocitinib, che alla fine di settembre è stato approvato dall'Ema, Agenzia europea dei medicinali”. Così Luca Stingeni, Professore Ordinario di Dermatologia all'Università di Perugia e Direttore Struttura Complessa di Dermatologia del dipartimento di Medicina e chirurgia dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, all’Adnkronos Salute spiega che questa “è una terapia che segnerà un'importante svolta nel trattamento dei pazienti affetti da eczema cronico delle mani perché questo farmaco per uso topico veicolato sotto forma di crema va a bloccare molti dei meccanismi che portano poi alla produzione delle molecole infiammatorie responsabili dirette del danno a livello cutaneo”.

L'eczema cronico delle mani “è una patologia non trasmissibile da persona a persona, non è quindi contagiosa - chiarisce lo specialista - Si può definire una malattia infiammatoria della cute con una specifica localizzazione alle mani, anche se, per definizione, possono essere coinvolti anche i polsi”. Certo, “la prima forma di terapia è la prevenzione, ma è importantissimo, quando questa non si riesce ad attuare, avere a disposizione una nuova terapia che consentirà ai pazienti affetti da eczema cronico delle mani di migliorare notevolmente la qualità di vita, oltre ad apportare, chiaramente, un beneficio tangibile sulle lesioni che caratterizzano queste patologia localizzata nelle mani. Fino a poco tempo fa - osserva Stingeni - avevamo a disposizione un numero estremamente limitato di approcci terapeutici che, nelle forme lievi e moderate, consistevano quasi esclusivamente sull'impiego di prodotti per uso topico a base di corticosteroidi a media o bassa potenza per le forme lievi e moderate l’impiego di quelli ad alta potenza per le forme gravi e un unico farmaco per somministrazione orale - che ha avuto l'approvazione ormai molti anni fa - che tuttavia ha un profilo di sicurezza per il paziente decisamente impegnativo, gravato da una serie di eventi avversi tra i quali sicuramente la teratogenicità”.

La nuova molecola, delgocitinib, è un pan-JAK inibitore (ovvero inibitore di JAK1, JAK2, JAK3 e TYK-2) “agisce su tanti meccanismi che portano alla formazione delle citochine pro-infiammatorie e su diversi aspetti della nostra immunità - precisa l’esperto - Questo è il motivo per cui il farmaco, negli studi di fase 3 condotti a 16 settimane (recentemente pubblicati su Lancet), ma anche nello studio di più lunga durata a 32 settimane hanno dimostrato il raggiungimento di tutti gli obiettivi primari”.

L’eczema delle mani si compone di “quadri clinici differenziati - rimarca Stingeni - Una parte importante dei pazienti con eczema delle mani, stimanti in circa due terzi, è affetta da eczema cronico delle mani. È una patologia che viene così definita quando dura più di 3 mesi consecutivi oppure quando ci sono più di 2 recidive della sintomatologia in un anno. Si differenzia così dalla forma acuta che ha una durata inferiore a 3 mesi consecutivi. Normalmente sono 4 le cause dell'eczema cronico delle mani. Distinguiamo 2 forme di dermatiti da contatto, cioè causate dal contatto con sostanze esterne nell’ambiente professionale e non, che sono la forma irritativa e la forma allergica della dermatite da contatto. Una terza forma si chiama protein-contact dermatitis è la quarta è la dermatite atopica delle mani”.

Questa patologia “ha settori di pazienti in cui la frequenza è sicuramente maggiore rispetto alla popolazione generale - sottolinea Stingeni - Secondo stime abbastanza recenti ottenute da studi condotti su ampie casistiche, la prevalenza nel corso della vita può arrivare a circa il 15% della popolazione generale, con una prevalenza ad un anno pari al 9%. Nell'ambito di questi valori generali di prevalenza esistono delle popolazioni sicuramente maggiormente predisposte all'eczema cronico delle mani. Un esempio per tutti sono i cosiddetti lavoratori impiegati nelle professioni umide come gli operatori sanitari - medici, infermieri, ausiliari - ma anche le casalinghe e i metalmeccanici. Negli operatori sanitari, la prevalenza a un anno e la prevalenza durante il corso della vita, arrivano rispettivamente al 13% e a oltre il 30%, quindi aumentano notevolmente in presenza di alcuni fattori di rischio legati molto spesso al tipo di professione che viene svolta e alla possibilità che la cute delle mani possa essere esposta a dei fattori esogeni dannosi che vanno a ledere l'integrità della barriera cutanea. La qualità di vita dei pazienti è profondamente alterata sia nelle loro attività professionali ma anche nella gestione della loro vita privata, affettiva, familiare e, ancora prima dell'inizio delle attività lavorative - conclude - nella scelta della futura professione.

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Salute e Benessere

Medicina, Domenico d’Avella presidente dei...

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Medicina, Domenico d'Avella presidente dei neurochirurghi italiani

Domenico d'Avella è il nuovo presidente dei neurochirurghi italiani, eletto dal 73esimo Congresso della Società italiana di neurochirurgia (Sinch) che si è tenuto a Bari. E' professore emerito dell'Università di Padova, dove si è laureato in Medicina e specializzato in Neurochirurgia, e dove ha diretto per un ventennio la cattedra di Neurochirurgia. Lo ha comunicato lo stesso ateneo patavino, sottolineando che nel 1960 arrivò ai vertici della Sinch anche un altro padovano, Piero Frugoni, tra i padri fondatori della neurochirurgia italiana. "Si tratta di un prestigioso traguardo che premia l'eccellenza di tutte le componenti delle neuroscienze patavine, dell'università e dell'Azienda ospedale università", commentano da UniPd.

"Nella mia elezione - dichiara d'Avella - è stato importante il sostegno di tanti colleghi della nostra Regione. Padova è capofila della rete formativa della Scuola di specializzazione in Neurochirurgia, ora diretta dal professor Luca Denaro, che riunisce le sedi di Treviso, Mestre, Vicenza e Udine. Ringrazio la magnifica rettrice del nostro ateneo, il direttore e i colleghi del Dipartimento di Neuroscienze e la direzione strategica dell'Azienda ospedale università".

La Sinch - riporta l'ateneo di Padova in una nota - rappresenta circa 1.200 Neurochirurghi italiani e ha il compito istituzionale di rappresentarli nell'interazione coi ministeri e le Regioni sui temi quali la formazione sul campo dei giovani neurochirurghi, l'aggiornamento professionale, le implicazioni etiche e medico-legali della disciplina.

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Salute e Benessere

Ia: Esposito (S.Raffaele): “Piattaforma con Microsoft...

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"Cerca di industrializzare e rendere efficiente la fase di sviluppo di un algoritmo"

Ia: Esposito (S.Raffaele):

"Si parla tantissimo di intelligenza artificiale e l'obiettivo che ci siamo posti all'Irccs San Raffaele, in partnership con l'università Vita-Salute, con Microsoft è quello di fare in modo che le soluzioni dell'Ia che sviluppiamo arrivino realmente al processo di diagnosi e cura del paziente. Oggi abbiamo una grande spinta sull'Ia con moltissime pubblicazioni, ma poi la frazione degli studi che portano realmente delle soluzioni che impattano nel sistema sanitario è piuttosto piccola. Ci sono dei motivi, la qualità del dato con cui vengono sviluppate le soluzioni, anche l'impostazione che deve cogliere la sfida dell'impatto clinico e la collaborazione multidisciplinare. Tutto questo abbiamo cercato di affrontalo con Microsoft, innanzitutto con una piattaforma che cerca di industrializzare e rendere efficiente la fase di sviluppo di un algoritmo di intelligenza artificiale per la medicina personalizzata. Partendo dalla selezione del dato fino allo sviluppo e all'implementazione dell'algoritmo che viene creato all'interno del sistema informativo ospedaliero". Lo ha spiegato Antonio Esposito, vice direttore scientifico Irccs ospedale San Raffaele di Milano e professore associato di Radiologia all'Università Vita-Salute San Raffaele, ospite in collegamento dell'evento 'Trasformazione digitale dentro l'Ai', promosso a Roma dall'Adnkronos.

La piattaforma "ci permette di interagire con il 'real word data' dell'ospedale in un modo smart, come interagiamo con Internet o con lo smartphone. Quindi, per esempio, possiamo porre una domanda: 'verifica se all'interno dei dati della pratica clinica quotidiana dell'ospedale San Raffaele la prevalenza di occhi azzurri è collegata alla prevalenza di diabete'. Possiamo porre delle domande in modo semplice e ricevere delle risposte che ci permettono di risolvere la fase epidemiologica sul nostro campione e la costruzione dei dati preliminari che poi eventualmente ci porteranno ad un trial clinico per lo sviluppo di un algoritmo di Ia. Si eviteranno - precisa l'esperto - errori degli approcci di 'vecchia' scuola, che accadevano nel trasferimento di dati non conformi e non automatizzati".

Sul percorso didattico dei nostri giovani studenti, "stiamo implementando i corsi di laurea in Medicina in lingua italiana e in inglese con elementi formativi che aumentino la cultura in ambito informatico e di intelligenza artificiale", conclude Esposito.

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