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XV congresso Ig-Ibd, il segretario Fantini: “Tra sostenibilità e innovazione”

Su malattie infiammatorie croniche intestinali, ‘trattamenti più corretti e personalizzati’

XV congresso Ig-Ibd, il segretario Fantini:

“Rispecchia quello che stiamo vivendo il tema ‘Between sustainability and innovation’, scelto per il XV Congresso nazionale”: lo spiega Massimo Claudio Fantini, segretario del Gruppo italiano per lo studio delle malattie infiammatorie croniche intestinali (Ig-Ibd). “In questi anni, abbiamo una forte spinta innovativa sia in termini di nuove tecniche diagnostiche”, che per “l'ingresso di nuovi farmaci frutto della ricerca svolta negli ultimi vent'anni e che stanno offrendo” possibilità di cura “come mai, in precedenza. Questo, ovviamente - continua - implica una scelta che deve essere di sostenibilità: sono farmaci costosi. Fortunatamente” nel nostro Paese “il Sistema sanitario nazionale si fa carico di questi costi”, ma c’è l’obiettivo di avere “linee guida chiare per indirizzare la scelta del farmaco più corretto, più efficace per il singolo paziente, per cure personalizzate”.

Per i pazienti, il messaggio principale del Congresso nazionale Ig-Idb 2024, in programma dal 24 al 28 novembre a Riccione, riguarda “la disponibilità di nuove terapie, di nuove tecniche diagnostiche e di una capacità, sempre più evoluta, di identificare più precocemente la malattia” e il suo “livello di attività”, permettono “trattamenti più corretti, più appropriati per le diverse esigenze del paziente - illustra Fantini - Siamo sempre più consapevoli che le problematiche legate alla malattia quindi il punto di vista del clinico debba avvicinarsi a quelle che sono le prospettive del paziente che vive la malattia in maniera molto diversa”. Si tratta di “far convergere l'esigenza del paziente con quella per raggiungere quella che oggi noi definiamo una remissione olistica della malattia, cioè tenendo in considerazione, a 360 gradi, sia l'aspetto propriamente legato alla malattia che l'impatto sulla qualità di vita del paziente”.

Come argomenta il segretario Ig-Ibd, “le malattie infiammatorie croniche intestinali sono delle patologie caratterizzate dallo sviluppo di un'infiammazione cronica che si realizza a livello intestinale, ma con delle differenze tra quelle che sono le due forme principali di malattia: la rettocolite ulcerosa e la malattia di Crohn”. Queste patologie “sono in crescita nei Paesi industrializzati - chiarisce - perché sono legate probabilmente a un cambiamento” dovuto a “un miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie che hanno”, paradossalmente, “un impatto negativo su quello che è il sistema immunitario di ciascuno di noi. Abituato per secoli, millenni a vivere in certe condizioni, oggi si ritrova sottostimolato” rispetto al passato, ma “stimolato da agenti e da sostanze - inquinamento ma anche cibi ultraprocessati - che, ormai è chiaro, scatenano una risposta immunitaria che innesca un processo infiammatorio cronico. Non bisogna poi dimenticare - precisa - l'esposizione precoce ad antibiotici che ha un chiaro effetto predisponente a determinare uno squilibrio tra sistema immunitario e flora batterica intestinale, il microbioma, che è alla base dello sviluppo dell'infiammazione cronica”.

Tra le altre novità importanti di questa edizione del Congresso nazionale del gruppo italiano per lo studio delle malattie infiammatorie croniche intestinali, “c'è la Fondazione - annuncia Fantini - Si tratta di uno strumento che la società scientifica ha fortemente voluto e dedicato, esclusivamente, alla ricerca. In Italia abbiamo bisogno di uno strumento che possa promuovere a livello nazionale delle ricerche che possano poi determinare, a caduta, un miglioramento delle nostre conoscenze su queste malattie. All'interno della Fondazione - sottolinea il segretario Ig-Ibd - è prevista l'istituzione di un sistema di raccolta dati che ci permetterà, su scala nazionale, di poter avere i dati che servono appunto per fare ricerca. Infine - conclude - c'è la presentazione degli standard di cura. Questo è un progetto in cui il Ig-Ibd si è impegnata per fornire sul territorio italiano quelle che possono essere delle indicazioni su cosa debbano fare tutti quei centri che si prendono in carico pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali”.

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Cronaca

Omicidio a Verbicaro, uccide lo zio a sprangate nella sua...

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Biagio Lofrano ha ammesso di aver colpito lo zio dopo una lite scaturita da futili motivi

Omicidio a Verbicaro, uccide lo zio a sprangate nella sua officina: arrestato 40enne

Omicidio a Verbicaro, vicino Cosenza. Un 40enne, Biagio Lofrano, è stato arrestato oggi per aver ucciso lo zio Ugo Lofrano, di 74 anni, con un tubo di ferro nell'officina dove entrambi lavoravano come meccanici. Dagli esiti dell'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Paola, è emerso come l'omicidio sia scaturito a seguito di una lite scaturita per motivi futili riconducibili a dissidi sorti in ambito lavorativo.

I carabinieri, allertati da una chiamata al 112, sono arrivati nell'officina intorno alle 18 di ieri e trovato il titolare riverso a terra con diverse ferite al capo provocate da un corpo contundente. A pochi metri di distanza dal corpo è stata rinvenuta la presunta arma del delitto, un tubo in metallo con visibili tracce ematiche, sottoposto a sequestro in attesa di successivi accertamenti.

Il sopralluogo è stato effettuato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando provinciale di Cosenza che hanno congelato la scena del crimine repertando diverse tracce utili alle indagini. Le immediate attività investigative, consistite per lo più nell’escussione a sommarie informazioni di persone informate sui fatti, hanno permesso di acquisire significativi elementi a carico dell’indagato che, dopo qualche ora, interrogato dagli inquirenti, ha confessato il delitto. Una volta convalidato il fermo, Lofrano è stato arrestato e trasferito nel carcere di Paola. La salma, invece, verrà sottoposta a esame autoptico.

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Cronaca

Un ultimo addio a Liam Payne, un’icona della musica...

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Il 20 novembre 2024, una piccola città dell’Inghilterra, Amersham, che normalmente vive la sua tranquilla routine, è diventata il centro di uno degli eventi più emozionanti e struggenti per il mondo della musica pop. Il funerale di Liam Payne. Una cosa intima, un ultimo saluto nella chiesa di St. Mary. Un piccolo borgo nel Buckinghamshire, lontano dalla sua Wolverhampton, lontano da tutto quel clamore, ma mai troppo lontano per chi gli voleva bene davvero. Gli amici più stretti, i parenti, e poi… i fan. Perché loro non potevano mancare. Erano lì, anche stavolta. Con il cuore in mano, pronti a dire addio a uno degli artisti che più ha saputo toccarli, canzone dopo canzone, anno dopo anno.

La scelta di Amersham non è stata casuale. La famiglia di Liam voleva qualcosa di vero, di intimo. Un momento per loro, lontano dai riflettori, dalla folla. Ma, sai, quando ami qualcuno così tanto, non riesci a tenere tutto per te. La notizia si è sparsa in un attimo e proprio come succedeva ai concerti, anche questa volta i fan sono arrivati. Con fiori, lettere, fotografie. Cose semplici, cose vere. Perché Liam non era solo una star, era un amico, un fratello, qualcuno che con le sue parole ti capiva, che ti era accanto anche nei momenti bui. E loro, i fan, hanno voluto esserci per lui, un’ultima volta. Fuori dalla chiesa, in silenzio, con una commozione che parlava più di mille parole.

Il ritorno dei One Direction: un addio che riunisce il gruppo

Uno dei momenti più emozionanti dell’intera cerimonia è stato senza dubbio la riunione dei membri dei One Direction. Erano anni che non si vedevano tutti insieme in pubblico, dai tempi dello scioglimento della band. Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan e Zayn Malik si sono presentati, insieme, per salutare Liam. Insieme, come ai vecchi tempi. Non solo fisicamente: il loro abbraccio, la commozione sui loro volti, è stata una scena che ha toccato il cuore di tutti i presenti.

Nonostante il tempo e le differenze che inevitabilmente si creano quando si prendono strade diverse, quello che è emerso è stato un affetto sincero. Un legame che, anche con il passare degli anni, è rimasto forte. Gli ex compagni hanno ricordato i momenti passati insieme, gli alti e i bassi, i tour infiniti, la frenesia, ma soprattutto i sogni che, uno ad uno, sono riusciti a realizzare. E proprio in quell’abbraccio c’era il ricordo di una delle esperienze più incredibili della loro vita.

Eleganza, simbolismo e un commiato pieno d’amore

La cerimonia è stata qualcosa di incredibilmente intimo. La bara di Liam, portata su una carrozza trainata da cavalli bianchi… beh, era come vedere un sogno malinconico prendere forma. Un’immagine quasi irreale, piena di bellezza e di solennità, di quelle che ti fanno stringere il cuore. E quei fiori, con le parole “figlio” e “papà” intrecciate sopra… non erano solo decorazioni, erano promesse, erano legami che nemmeno la morte può spezzare. Sua madre, Karen, e suo padre, Geoff, erano lì, visibilmente scossi e seguivano la processione con gli amici più stretti al loro fianco, come a dire: non siamo soli in questo dolore.

Dentro la chiesa, l’atmosfera era semplice ma così potente. Fiori dai colori autunnali riempivano l’aria di profumo e intorno c’erano fotografie di Liam, momenti della sua vita, frammenti di un’esistenza che ora sembra troppo breve. Ogni cosa lì dentro parlava di lui. I discorsi erano pieni di emozioni, parole vere, parole di chi con Liam aveva condiviso risate, sogni, difficoltà. E poi, c’è stato Niall. Quando ha iniziato a suonare Story of My Life, sembrava che il tempo si fermasse. Le note, la voce, tutto era delicato, come un sussurro dedicato a Liam e a chi lo ha amato, un abbraccio invisibile che ha toccato ogni persona presente.

In fondo, tutto questo è stato un modo per riflettere, per raccogliersi. Un momento per dire addio a un amico, a un figlio, a un padre. Cheryl, l’ex compagna di Liam e madre del piccolo Bear, era lì, accanto a Kate Cassidy, l’attuale fidanzata. Entrambe avevano il viso segnato dalla commozione e la loro presenza ha detto più di mille parole: Liam era importante per loro e lo sarà sempre.

Le circostanze di una tragedia

È difficile parlare di questa storia senza fermarsi, senza farsi prendere da mille pensieri. Come siamo arrivati a questo punto? Liam se n’è andato, tragicamente, a soli 31 anni. Era il 16 ottobre 2024. Buenos Aires. Caduto dal terzo piano dell’hotel CasaSur. Un colpo troppo forte per tutti. Le autorità hanno trovato alcol, cocaina, antidepressivi nel suo corpo. Ma la dinamica… quella notte è ancora un mistero e ci sono tre persone accusate, ma chi può dire davvero cosa sia successo? Restano solo domande, ombre, un groviglio di dolore che non trova pace.

Negli ultimi anni, Liam non aveva mai nascosto quanto fosse difficile. Parlava della sua ansia, della depressione. Condivideva le sue paure, cercava di sensibilizzare tutti sulla salute mentale. Usava la sua voce, la sua piattaforma, per mandare messaggi di speranza, per dire a chi lottava come lui: non siete soli. Ma nessuno, nessuno di noi, avrebbe mai potuto immaginare che sarebbe finita così. Così presto, così dolorosamente. Ora ci rimangono i ricordi, le sue canzoni e quel senso amaro di un futuro che non ci sarà mai. Un futuro spezzato troppo presto.

Una carriera indimenticabile

Liam Payne, chi se lo scorda quel volto? Tutto è iniziato nel 2010, su quel palco di The X Factor. Ragazzo con un sogno, niente di più. Ma poi, ecco che arrivano i One Direction. Insieme ai suoi compagni di band, Liam ha creato qualcosa di unico. Il successo della band è stato una cosa enorme, quasi irreale: milioni di album venduti, concerti in ogni angolo del mondo, fan ovunque, senza limiti, senza confini. Era come un uragano che travolgeva tutto. Dopo lo scioglimento, Liam ha dovuto reinventarsi. Non era facile. Stava cercando di trovare la sua strada, di capire chi fosse davvero al di fuori del gruppo. Nel 2019 è uscito il suo primo album, LP1. Non ha spaccato il mondo, no, ma è stato un buon inizio. Ha mostrato un altro lato di Liam, qualcosa di più personale, di più intimo.

Ma sai, nonostante tutta quella fama, quel glamour, il successo, Liam è sempre rimasto Liam. Genuino, vero. Non ha mai dimenticato da dove veniva, le sue radici, il suo amore per la famiglia. Era uno che non si è mai tirato indietro quando si trattava di fare del bene. Era conosciuto per la sua generosità, per il suo impegno nelle attività di beneficenza. Non era solo una star, uno che canta e basta. Era un essere umano, con le sue fragilità, con le sue lotte. Ma con un cuore così grande, sempre pronto a dare una mano, a fare qualcosa di buono per gli altri. E questo è quello che lo rendeva davvero speciale.

Il tributo dei fan: amore e musica

La morte di Liam ha scatenato una marea di emozioni sui social media. I fan, i colleghi, i conoscenti, tutti hanno voluto lasciare un messaggio, un ricordo, una testimonianza del loro affetto. Per molti di loro, Liam non era solo un cantante. Era un compagno di viaggio, qualcuno che con le sue canzoni aveva reso più leggere le giornate più difficili. “Era più di un cantante, era una parte della nostra vita“, ha scritto un fan su Twitter. E come dargli torto?

All’esterno della chiesa di St. Mary, un gruppo di fan ha intonato Little Things, trasformando l’area in un vero e proprio memoriale. C’era chi portava fiori, chi lettere scritte a mano, chi semplicemente voleva essere lì, in silenzio, per condividere il dolore con chi aveva vissuto le stesse emozioni, gli stessi sogni.

Un futuro che non ci sarà più

La morte di Liam ci ricorda, in modo brutale, quanto la vita possa essere fragile. A volte guardi qualcuno e pensi che abbia tutto: successo, fama, talento. Ma dietro a tutto quel luccichio, spesso c’è un dolore che gli altri non possono vedere. Forse è proprio questo che rende la sua perdita così difficile da accettare.

I suoi ex compagni di band, al funerale, hanno avuto il tempo di riflettere su tutto quello che hanno vissuto insieme. Le risate, le difficoltà, i momenti che li hanno portati da un palco improvvisato su un talent show fino alle arene piene di fan che gridavano i loro nomi. Era stato un percorso straordinario e in quel momento tutto sembrava così lontano eppure così presente.

Un’eredità che vivrà per sempre

Ma alla fine, sai cosa rimane davvero? L’eredità di Liam. Le sue canzoni, quella musica che ti entra dentro, quel sorriso che sembrava non spegnersi mai. Questo è ciò che i fan porteranno con sé, ciò che continuerà a suonare nelle cuffie, nelle auto, nelle stanze di milioni di persone. Perché, nonostante tutto, Liam ha lasciato un segno. Di quelli che non vanno via, di quelli che restano. Nei cuori, nei ricordi, anche solo per chi lo ha conosciuto attraverso le sue canzoni.

E ora, mentre il mondo della musica prova a dire addio a una delle sue voci più amate, rimane questa consapevolezza strana, dolceamara, di aver visto passare qualcuno di speciale. Un’anima che ha deciso di mettere tutto sul piatto, il suo talento, le sue emozioni, le sue battaglie e che, nonostante tutto, ha cercato sempre di essere vera. E beh, in un mondo che di vero ha così poco, questo è davvero qualcosa di prezioso.

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Cronaca

Anci, Manfredi: “Vogliamo costruire agenda che guardi...

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Il sindaco di Napoli eletto presidente dell'Anci all'unanimità

Anci, Manfredi:

“Solo attraverso un nuovo protagonismo dei Comuni si potrà veramente rilanciare il Paese e dare una risposta ai bisogni dei nostri cittadini”. Così il neo eletto presidente di Anci, sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi che tra le priorità indica “mettere al centro della politica italiana i bisogni dei Comuni, rafforzare l’autonomia dei Comuni e dare loro dei poteri che siano all’altezza delle sfide che la contemporaneità ci mette davanti oltre ad affrontare aspetti chiave, dalla politica della casa, della sicurezza urbana, ai temi ambientali che oggi impattano fortemente sui Comuni, a quelle che sono le esigenze dei cittadini come trasporti migliori, migliori servizi sociali ed educativi”.

Manfredi si e’ detto, quindi, convinto che “sia tempo di avviare in Anci una riflessione che rilanci una nuova Agenda dei Comuni per il Paese da sottoporre al presidente del Consiglio e ai singoli ministri interessati per un confronto costruttivo e produttivo, una proposta riformista che miri a garantire equilibrio e crescita alle diverse realtà comunali, piccole e grandi, aree interne ed aree urbanizzate.

“Una Agenda dei Comuni - ha spiegato - che affronti temi urgenti ed importanti come il diritto alla casa, che deve tornare accessibile a tutti ed in particolare alle coppie giovani e ai lavoratori, servizi sanitari di prossimità, integrati con i servizi sociali ed educativi, sostenibilità dei servizi nelle aree interne, dove lo spopolamento e il calo demografico viene accelerato dalla riduzione dei servizi primari”.

“E ancora - ha proseguito Manfredi - la sfida dei trasporti, un nuovo modello di gestione della sicurezza, che guardi anche a politiche di integrazione, politiche concrete di sostenibilità ambientale, e uno sguardo più attento e vigile sui giovani, sulle loro difficoltà attraverso nuove e più efficaci politiche pubbliche e di prossimità”.

A Manfredi le congratulazioni dei rappresentanti di tutte le forze politiche e della premier Meloni.

"Siamo la Nazione dei campanili, dei borghi e delle identità e il Governo considera centrale la collaborazione con i Comuni e i Sindaci, che rappresentano la prima fila dell'impegno politico e il volto più prossimo dello Stato. Continueremo a lavorare in questa direzione, come abbiamo fatto finora, per dare risposte concrete ai cittadini e costruire una Nazione più unita, forte e coesa", ha sottolineato la presidente del Consiglio.

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