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“Rischio Amsterdam? Basso, qui estremisti pro-Pal legati a sinistra, in Nord Europa a islamismo”, l’analisi dell’esperto

"In quei Paesi le comunità musulmane sono giunte già alla terza o quarta generazione: l'Italia si trova ancora a cavallo tra la prima e la seconda generazione"

Rischio emulazione Amsterdam o radicalizzazione nelle manifestazioni pro-Palestina? "In Italia c'è una situazione diversa rispetto ad altri paesi europei come Francia, Germania o Regno Unito". Così all'Adnkronos Valerio Mazzoni, analista esperto di Jihadismo e terrorismo internazionale. "Queste nazioni, grazie a una storia coloniale più radicata e a politiche migratorie differenti, hanno visto l'insediamento di comunità musulmane più ampie e strutturate, giunte già alla terza o quarta generazione: l'Italia si trova ancora a cavallo tra la prima e la seconda generazione". L'analista sottolinea che le manifestazioni pro-palestinesi in Italia sono spesso guidate da ambienti legati all'estrema sinistra, centri sociali e movimenti antagonisti, piuttosto che da organizzazioni di matrice islamista militante. "Questa distinzione - evidenzia - è cruciale nel comprendere come la causa palestinese venga inquadrata principalmente con una lente politica di lotta di classe, più che come un terreno fertile per la radicalizzazione religiosa".

L'Italia.. una storia diversa

A differenza di paesi come Francia, Regno Unito e Germania - sottolinea - dove l'immigrazione dalle ex-colonie ha creato comunità musulmane ampie e radicate, l'Italia si trova in una fase demografica diversa. Gran parte della popolazione musulmana residente è costituita da immigrati di prima o seconda generazione, con legami familiari e sociali ancora fortemente connessi ai paesi d'origine. Questo fattore, pur riducendo l'incidenza di fenomeni di isolamento identitario che spesso favoriscono la radicalizzazione, non elimina del tutto il rischio.

Le manifestazioni di sostegno alla causa palestinese in Italia, dice tendono a essere egemonizzate da ambienti della sinistra antagonista, centri sociali e movimenti pro-diritti umani. Questa differenza di prospettiva rende il contesto italiano unico, con la causa palestinese interpretata prevalentemente attraverso una lente politica, anziché religiosa. Tuttavia, non mancano frange minoritarie di matrice islamista che potrebbero sfruttare questa narrativa come strumento per attrarre individui vulnerabili.

Attenzione alla propaganda digitale..

I social media, dice Mazzoni, rappresentano oggi un campo di battaglia fondamentale per la propaganda terroristica. Canali legati a organizzazioni come lo Stato Islamico o al-Qaeda continuano a diffondere contenuti che si rivolgono a un pubblico globale, inclusi utenti italofoni. Un dato significativo emerso dal monitoraggio, afferma, è l’assenza di prodotti originali in lingua italiana.

Questo significa che, ad oggi, la propaganda islamista nel nostro paese si limita a traduzioni e adattamenti di materiali già prodotti in altre lingue. Riviste come Dabiq o Rumiyah, associate allo Stato Islamico, sono state tradotte in italiano per raggiungere un pubblico locale, così come i video sottotitolati dei leader del gruppo. Questi contenuti, pur non avendo ancora prodotto un radicamento significativo in Italia, rappresentano comunque un rischio, specie per individui già esposti a dinamiche di isolamento sociale o crisi identitaria.

Stato Islamico e al-Qaeda.. sulla questione palestinese

Un elemento interessante che emerge dal monitoraggio delle organizzazioni terroristiche globali, afferma l'analista, è il differente approccio di Stato Islamico e al-Qaeda nei confronti della questione palestinese. Lo Stato islamico, dice, si posiziona come il vertice più estremo del radicalismo islamico e adotta una linea intransigente. Per lo Stato Islamico, Hamas è considerata nemica tanto quanto Israele, accusata di compromessi politici e di aver tradito la purezza dell’Islam. Le rare incursioni dello Stato Islamico nella Striscia di Gaza sono state caratterizzate da attacchi tanto contro Hamas quanto contro obiettivi israeliani.

Al-Qaeda, l’organizzazione guidata da Ayman al-Zawahiri (fino alla sua morte nel 2022) ha mantenuto una posizione più ambigua, dice. "Pur non supportando direttamente Hamas, al-Qaeda ne giustifica talvolta le azioni contro Israele, interpretandole come parte di una lotta più ampia contro “l’entità sionista”. Quando i leader di Hamas sono stati assassinati, al-Qaeda ha rilasciato comunicati di cordoglio, dimostrando un atteggiamento più morbido rispetto allo Stato Islamico", afferma. Queste differenze riflettono non solo divergenze ideologiche, ma anche approcci strategici differenti nel rapporto con i movimenti palestinesi.

Manifestazioni pro-palestinesi.. senza scontri

In Italia le manifestazioni pro-palestinesi si sono finora svolte senza episodi di violenza rilevanti. Anche eventi di grande risonanza, come la partita Italia-Israele a Udine, sono trascorsi in un clima pacifico, nonostante il rischio potenziale di tensioni. Questo dato è significativo e contrasta con quanto accade in altri paesi europei, dove manifestazioni simili sono spesso accompagnate da disordini o episodi di antisemitismo, dice. Questo non significa che il rischio sia inesistente. L’assenza di episodi violenti non deve far abbassare la guardia, afferma. L'Italia rimane comunque esposta al rischio di radicalizzazione individuale, il cosiddetto lupo solitario, che potrebbe essere ispirato da eventi internazionali o propaganda digitale. Ma, rimarca l'analista, in Italia c'è una situazione diversa rispetto ad altri paesi europei (Ape)

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Cronaca

Santoloce (Municipio I): “Una mappa al via per...

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'Su questi temi la politica deve essere unita e nel nostro caso lo è stata'

Santoloce (Municipio I):

“Uno dei bisogni usciti dalla redazione del piano sociale è la necessità di informazione. Questa mappa semplice, concreta e dettagliata di tutti i luoghi delle donne del Municipio I diventa il primo pezzo fondamentale da cui partire per la costruzione di qualsiasi progetto d'aiuto per le donne". Lo ha dichiarato Claudia Santoloce, assessore ai Servizi Sociali e Pari Opportunità del Municipio I Roma, in occasione della presentazione della “Mappatura dei luoghi che offrono servizi per le donne e le ragazze” che si è tenuta oggi a Roma. Un progetto che vuole consentire una rapida consultazione ed individuazione di tutti i servizi a disposizione per le donne.

La mappatura offre un servizio efficace ed efficiente per chi ha bisogno di aiuto, ma anche di sostegno nella ricerca di lavoro nell’ambito dell’occupazione femminile o di soluzioni relative a problematiche medico-sanitarie.

"Questo atto nasce da un prezioso lavoro di Commissione fatto di più sedute dove si è prima capito se questo lavoro aveva una sua necessità e un suo applicativo. Successivamente c'è stata la costruzione dell'atto con una risoluzione approvata dal Consiglio municipale e poi recepita dalla Giunta. È stato un lavoro di totale collaborazione tra Giunta e Consiglio, ma anche tra maggioranza e opposizione perché l'atto è stato votato all'unanimità. Su questi temi penso che la politica debba essere unita e nel nostro caso lo è stata".

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Cronaca

Roma, I Municipio presenta Mappa dei luoghi con servizi per...

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La mappatura offre un servizio efficace ed efficiente per chi ha bisogno di aiuto, ma anche di sostegno nella ricerca di lavoro nell’ambito dell’occupazione femminile o di soluzioni relative a problematiche medico-sanitarie

Roma, I Municipio presenta Mappa dei luoghi con servizi per le donne e le ragazze

È stata presentata oggi la 'Mappatura dei luoghi che offrono servizi per le donne e le ragazze' al fine di consentire una rapida consultazione ed individuazione di tutti i servizi a disposizione per le donne. Alla conferenza stampa, tenutasi oggi nella Sala del Consiglio del Municipio I Roma Centro di Circonvallazione Trionfale 19, hanno preso parte la presidente Lorenza Bonaccorsi, l’assessore ai Servizi Sociali e Pari Opportunità Claudia Santoloce, la presidente della Commissione Pari Opportunità Daniela Spinaci e le consigliere membri della Commissione.

La mappatura offre un servizio efficace ed efficiente per chi ha bisogno di aiuto, ma anche di sostegno nella ricerca di lavoro nell’ambito dell’occupazione femminile o di soluzioni relative a problematiche medico-sanitarie. “Era indispensabile -spiega la presidente del Municipio I Lorenza Bonaccorsi- fornire una mappatura di facile consultazione di tutti i contatti e luoghi dove donne, ragazze ed in generale persone che necessitano di un supporto possano reperire in modo veloce ed immediato l’intervento di cui necessitano, ed è per questo che abbiamo accolto l’impegno giunto in questo senso dalla commissione Pari Opportunità proponente di un atto di consiglio votato all’unanimità”.

Daniela Spinaci, presidente della Commissione Pari Opportunità, ringrazia "a nome mio e della Commissione che presiedo, la Presidente Bonaccorsi e l’assessora Santoloce per aver realizzato la richiesta della creazione e diffusione della mappatura dei luoghi e servizi, presenti nel nostro territorio, cui possono rivolgersi celermente le donne per ogni loro esigenza. Con la risoluzione n.11/2024, infatti, abbiamo elaborato sia la richiesta che l’individuazione dei luoghi presenti sul territorio in grado di offrire tale tipo di servizio pubblico. L’esigenza maggiore che ha spinto ad elaborare l’atto a mia prima firma è quella di divulgare in modo rapido il reperimento di servizi pubblici essenziali, soprattutto a fini preventivi”.

“Un lavoro di grande sinergia tra giunta e consiglio del I Municipio che ci porta oggi ad avere un primo risultato tangibile e utile per essere sempre più vicino alle donne e alle ragazze che hanno bisogno di supporto. Con l’approvazione del Piano Sociale ci siamo resi conto che tra le prime necessità c’è l’informazione e con questa mappatura vogliamo mettere a disposizione quante più informazioni abbiamo di servizi offerti sul territorio da noi, dalla Asl e dal terzo settore”, dichira l’assessore ai Servizi Sociali e Pari Opportunità Claudia Santoloce.

I Centri Anti Violenza (Cav) forniscono informazioni e supporto alle donne che vogliono superare qualsiasi tipo di violenza di genere: psicologica, fisica, economica, domestica, intra ed extrafamiliare. Attivi 24 ore su 24. Offrono gratuitamente alle donne servizi di ascolto, accoglienza, assistenza psicologica, consulenza legale, supporto ad eventuali figli/e minori, orientamento al lavoro, orientamento all’autonomia abitativa. Per ciascuna donna viene costruito un percorso personalizzato di sostegno e aiuto. Sono gestiti da organismi del terzo settore con competenza specifica nel contrasto alla violenza di genere e sostegno alle donne e i figli che ne restano vittime.

I consultori ed i presidi sanitari svolgono servizi altrettanto articolati in sinergia con i centri antiviolenza e le forze dell’ordine. Molto importante anche l’orientamento all’impiego femminile, fondamentale sia per uscire dal tunnel della violenza economica sia per prevenirla. Altro servizio fondamentale è quello di consulenza genitoriale offerto nei dovuti centri. È fondamentale mantenere alta l’attenzione sugli adolescenti e sui giovani che sempre più spesso manifestano l’esigenza di essere ascoltati e aiutati. La stessa attenzione viene data ai temi e alle problematiche legate alla omolesbobitransfobia. Per questo la creazione di una rete di contatti diventa essenziale al contrasto di ogni tipo di violenza. Mappa: https://www.comune.roma.it/web/it/informazione-di-servizio/nasce-la-mappa-il-primo-municipio-per-le-donne.page

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Cronaca

“Disarmiamo il patriarcato”, l’onda...

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Non Una di Meno domani in piazza: "Manifestiamo anche per la Palestina, stop genocidio"

"Disarmiamo il patriarcato": con questo slogan il movimento 'Non Una di Meno' si appresta a scendere in piazza domani in occasione della Giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne e di genere. Due i cortei previsti, uno a Roma, l'altro a Palermo. "Sarà marea transfemminista, senza simboli e bandiere, radicale e autodeterminata", annuncia 'Non Una di Meno' sottolineando all'Adnkronos che "le donne si riprendono lo spazio, il protagonismo sia solo quello della piazza". Niente bandiere e simboli di organizzazioni politiche e sindacali; nessuna passerella di leader di partito, è l'invito.

La manifestazione nella Capitale partirà da Piazzale Ostiense alle 14.30. L'onda fucsia (con migliaia di persone attese) attraverserà Piazza di Porta San Paolo, Viale della Piramide Cestia, Piazza Albania, Viale Aventino, Piazza di Porta Capena, Via di San Gregorio, Via Celio Vibenna, Piazza del Colosseo, Via Labicana, Via Merulana, Via dello Statuto per terminare a Piazza Vittorio Emanuele II. Diverse azioni saranno previste lungo il percorso. La testa del corteo di Roma sarà composta dai centri antiviolenza femministi.

"A un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin e dalla marea transfemminista che ha invaso Roma al grido di Non Una Di Meno, altri 106 nomi, rimasti anonimi, si sono aggiunti. Le parole del ministro Valditara confermano l’urgenza di scendere in piazza: il patriarcato esiste, non è ideologia e il razzismo istituzionale non è la risposta. L'assassino, il violento, l'abusante sono figli della nostra società e hanno quasi sempre le chiavi di casa", sottolinea il movimento.

"Quello che sta succedendo a Gaza e in Palestina è gravissimo, lo denunciamo con forza. La guerra si espande a macchia d'olio e ha conseguenze anche sulla nostra vita quotidiana, come i tagli al welfare per finanziare il riarmo, come le misure che restringono le libertà - evidenzia 'Non Una Di Meno' - La guerra è la più brutale espressione del patriarcato: la violenza strutturale che denunciamo da anni, che riproduce femminicidi, abusi, molestie, si amplifica in un contesto di guerra. Per questo noi diciamo 'disarmiamo il patriarcato'", spiega 'Non Una Di Meno' aggiungendo che "non vogliamo più assistere alla catastrofe quotidiana del genocidio in Palestina".

E poi contro il governo: "Che cosa ha fatto nella lotta contro la violenza di genere? Ha negato l'educazione sessuo-affettiva nelle scuole, ha depotenziato i percorsi di fuoriuscita, ha attaccato il diritto all'aborto e ai percorsi di affermazione di genere, ha discriminato le famiglie omogenitoriali. Domani - invita infine il movimento femminista - scendiamo tutti in piazza al grido di #disarmiamoilpatriarcato per fermare la guerra nelle case, sui corpi, sui territori e sulle nostre vite".

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