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A quanto apprende l'Adnkronos la maggioranza diserterà ancora in blocco

La sede Rai di viale Mazzini - Fotogramma

La maggioranza diserterà domani la seduta della Commissione di Vigilanza Rai, convocata per le 8.30 per procedere al voto sulla presidente in pectore, ovvero Simona Agnes. A quanto apprende l'Adnkronos, i partiti di governo faranno mancare ancora una volta il numero legale sulla votazione, per evitare di 'bruciare' il nome della Agnes: sarà dunque la quinta 'fumata nera' per l'elezione del presidente del Cda Rai da parte della Vigilanza.

"La Vigilanza? Esiste ancora?", risponde Maurizio Gasparri (capogruppo di Forza Italia al Senato e componente della Vigilanza) al telefono con l'Adnkronos, facendo chiaramente intendere quale sia l'intenzione di voto. A questo punto, la situazione va verso uno stallo che potrebbe cominciare a pesare fortemente sulle attività anche quotidiane della Commissione. I nodi sul tavolo sono tanti, tra sciopero dei dipendenti Rai, sciopero dei precari, la questione del canone, e via dicendo e, considerando anche che il Cda è stato nominato da oltre due mesi, serve necessariamente uno scioglimento almeno per quanto riguarda le attività contingenti.

Motivo per il quale, a quanto si apprende, domani le opposizioni chiederanno - come già avevano anticipato nella seduta di mercoledì scorso - che la maggioranza dia almeno un segnale da questo punto di vista sbloccando almeno le audizioni, e le altre attività della Commissione. 

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Politica

M5S, Conte: “Grillo schiaffeggia iscritti, rivoteremo...

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La base Cinquestelle tornerà dunque a esprimersi sui temi della costituente (tra cui l'eliminazione della figura del garante) dopo la richiesta di un voto bis avanzata da Grillo. Conte: "Beppe schiaffeggia gli iscritti"

Movimento 5 Stelle - Fotogramma

Giuseppe Conte convoca l'assemblea degli iscritti M5S dal 5 all'8 dicembre per ripetere il voto sulle modifiche statutarie del Movimento. La comunicazione è stata pubblicata sul sito pentastellato. La base Cinquestelle tornerà dunque a esprimersi sui temi della costituente (tra cui l'eliminazione della figura del garante) dopo la richiesta di un voto bis avanzata da Beppe Grillo.

"Premesso che: con comunicazione inviata al Comitato di Garanzia in data 25 novembre u.s., Beppe Grillo ha chiesto, ai sensi dell'art. 10, lett. i), dello Statuto, la ripetizione delle votazioni riguardanti le modifiche statutarie svoltesi nei giorni dal 21 al 24 novembre 2024, nonostante la chiara volontà assembleare emersa; il Presidente, al netto di qualsiasi valutazione sulla legittimità e sulla opportunità di tale richiesta, ritiene di convocare l'Assemblea per la ripetizione delle votazioni aventi ad oggetto le modifiche statutarie", si legge nel post.

"Pertanto", scrive Conte, "è convocata, mediante lo strumento della consultazione in rete, l'assemblea degli iscritti dalle ore 10:00 di giovedì 5 dicembre 2024 alle ore 22:00 di domenica 8 dicembre 2024 per deliberare sul seguente ordine del giorno: Conferma delle deliberazioni assunte dall'Assemblea degli iscritti nelle date dal 21 al 24 novembre 2024". Il voto riguarderà i seguenti argomenti: "Proposte relative al ruolo del Presidente e degli organi che lo affiancano o coadiuvano; Proposte relative al ruolo del Garante; Proposte relative alla ripetizione del voto e alla modifica del simbolo; Proposte relative al Comitato di Garanzia e al collegio dei Probiviri".

La votazione, viene inoltre spiegato, si svolgerà esclusivamente utilizzando lo strumento telematico on line SkyVote. "Ai sensi dell'art. 7, lett. e), e dell'art. 10, lett. a), dello Statuto, non possono votare le/gli Iscritte/i da meno di 6 (sei) mesi, gli Iscritti nel periodo di sospensione (anche in via solo cautelare) e gli Iscritti esclusi dall'Associazione, ancorché con provvedimento non definitivo, ed i Sostenitori". "Le/gli iscritte/i aventi diritto a partecipare all'Assemblea potranno far pervenire eventuali osservazioni e/o considerazioni e/o opinioni entro le ore 20.00 di martedì 3 dicembre 2024", utilizzando un apposito link.

Conte: "Grillo schiaffeggia iscritti"

"Non c’è mai stato lo scontro Conte-Grillo perché io non ho mai raccolto le sue provocazioni. Semmai lo scontro è quello di Grillo contro la sua comunità. Ho rinunciato a capire perché lui stia cancellando la sua storia e stia schiaffeggiando così palesemente tutti gli iscritti e tutto ciò per cui si è battuto in tanti anni", dice intanto Giuseppe Conte.

La richiesta di Grillo

E sul ricorso di Grillo al voto della Costituente M5S, Conte afferma: "È una clausola feudale che si trascinava dal vecchio statuto e che, peraltro, la maggioranza ha già bocciato proprio nell’ultima votazione". E spiega: "Abbiamo una comunità matura e unita, desiderosa di partecipare e contare, non vedo scissioni all’orizzonte".

In ogni caso, "quello di Grillo non è un ricorso, ha chiesto semplicemente di rivotare. C'è tutta una serie di regole che Grillo si era costruito nel tempo e quando abbiamo rivisto lo statuto non c'è stato verso di renderlo un po' più aggiornato. Grillo ha esercitato questa facoltà e noi rispondiamo con una votazione che faremo al più presto. Sono sicuro che la comunità risponderà anche questa volta".

"Il tema è che chi ha sempre evocato la democrazia, ora evoca il boicottaggio del voto... La comunità ha dimostrato di essere adulta e di guardare al futuro. Credo che questa comunità risponderà a tono", ha proseguito Conte in collegamento con 'Il rosso e il nero' su Rai Radio Uno.

"Il simbolo? Né mio né di Grillo ma di iscritti"

"Rispetto al simbolo sono molto pragmatico. Se potrà servire per segnalare la novità di questo nuovo percorso, può essere anche che il segno grafico ci possa aiutare. Ma non è per me un argomento prioritario. Il simbolo appartiene al Movimento 5 Stelle, non è di Grillo e non è neppure di Conte. Grillo è obbligato anche contrattualmente a non contestarlo, con tutte le conseguenze che ne deriverebbero: ma non lo può fare perché non gli appartiene", ha detto ancora Conte.

La consulenza da 300mila euro l'anno? "Grillo ha molto insistito per avere questo contratto di collaborazione. Ci siamo consultati con i legali. Ma mi sembra che non lo stia onorando, perché sta facendo la contro-comunicazione contro il Movimento...".

I big fuoriusciti

Un ritorno nel Movimento dei big fuoriusciti? "Di Battista è uscito da tempo, è una persona che stimo e con cui mi fa sempre piacere mantenere uno scambio culturale. Raggi e Toninelli sono parte del Movimento. Questo è un Movimento maturo, che ha una grandissima vocazione democratica: è la casa di tutti, anche di coloro che hanno una opinione diversa rispetto alla linea politica. Il discrimine è fra chi ha un atteggiamento costruttivo e chi distruttivo. Noi abbiamo tanti nemici esterni... non abbiamo bisogno di distruttori all'interno. Alcuni seguaci di Grillo stanno invitando al non voto. E' la contraddizione massima del M5S".

"Rischio scissione? Va chiesto a Grillo"

"Questa domanda la dovrebbe rivolgere a Grillo", replica poi Conte a Cinque Minuti su Rai 1 a chi gli chiede se potrebbe esserci una scissione. Quella di Grillo, aggiunge, "è una parabola che contrasta tutto l'impegno di una vita, che ha promosso una grandissima partecipazione. Ora strozzare questa partecipazione per portare via il pallone perché 'devo continuare a decidere tutto io', non funziona".

"Con Grillo finiremo in tribunale? Ho smesso di fare l'avvocato. I cavilli giuridici li lasciamo al fondatore che predicava la democrazia", ha risposto ancora.

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Politica

Violenza di genere, un testo unico entro l’8 marzo

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L'annuncio della ministra Eugenia Roccella

Eugenia Roccella - Agenzia Fotogramma

Il governo è a lavoro su un testo unico contro la violenza sulle donne. Ad annunciarlo è la ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella nella giornata dedicata proprio alla sensibilizzazione sulla violenza di genere. "Noi adesso faremo un tavolo in cui presenteremo, spero per l'8 marzo, un testo unico contro la violenza sulla donne. Si tratterà di una compilazione, metteremo insieme quello che già c'è ed è tanto", ha spiegato la ministra nell'evento 'Italia direzione Nord' in corso a Milano. "È insensato - ha sottolineato Roccella - dividersi su questo tema: così come dobbiamo essere insieme uomini e donne per la lotta contro la violenza, lo dobbiamo essere anche nella politica, al di là degli schieramenti".

Aumento del ricorso al numero verde

Nei primi nove mesi del 2024 c'è stato un aumento del 57% delle richieste di aiuto. ""Un dato insieme positivo ma che indica anche quanto il fenomeno continua a essere ampio", ha commentato la ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. "I dati - ha aggiunto - sono incoraggianti perché c'è un -12% di donne vittime del proprio partner, un +5% di centri antiviolenza e case rifugio e un aumento del ricorso al numero verde 1522 e questo vuol dire che man mano le donne prendono sempre più il coraggio di chiedere aiuto".

Roccella: "Ergastolo Impagnatiello? Non è vendetta, ma giustizia"

Nel corso dell'evento 'Italia direzione Nord', Eugenia Roccella ha anche commentato la condanna all'ergastolo per Alessandro Impagnatiello. "Non si tratta di vendetta, è prima di tutto giustizia - ha detto - e poi sappiamo che la lotta si articola sulle tre 'p': proteggere, prevenire e perseguire perché è importante che questi delitti non vengano sottovalutati ma considerati in tutta la loro gravità. Non dare sufficiente centralità al reato vuol dire non dare centralità alla battaglia contro la violenza. Anche quest’ultimo passaggio è necessario".

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Politica

M5S, Grillo contro Conte: chiede la ripetizione del voto...

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La decisione all'indomani dell'Assemblea che ha deciso, tra le altre cose, di eliminare il ruolo del garante e il limite massimo di due mandati per gli eletti. Il presidente 5S replica: "Estremo tentativo sabotaggio, tra qualche giorno torneremo a votare"

M5S, Grillo contro Conte: chiede la ripetizione del voto della Costituente

Beppe Grillo non si arrende. E fa valere le sue prerogative da garante, che ancora ci sono, chiedendo la ripetizione del voto dell'Assemblea costituente, almeno per quanto riguarda i poteri nelle sue mani. La richiesta, inoltrata oggi, porterà la base del Movimento a una nuova consultazione, che avverrà presumibilmente entro una manciata di giorni, come scrive Giuseppe Conte in un lungo post sui social. "E' l'ultimo tentativo di agire in difesa di un proprio conflitto d'interessi", è il commento dei vertici del Movimento 5 stelle, che rincarano la dose dicendo che "quest'ennesimo sabotaggio tradisce la storia di Grillo e sconfessa la tradizione democratica del M5S".

Il sunto di quello che il presidente dei pentastellati scrive su X. "Ieri si è concluso il processo costituente con il più intenso e coinvolgente bagno di democrazia partecipata e deliberativa che sia mai stato realizzato da una forza politica - inizia -. Ma Beppe Grillo ha appena avviato un estremo tentativo di sabotaggio: ha chiesto di rivotare, invocando una clausola feudale che si trascinava dal vecchio statuto. Insomma, è passato dalla democrazia diretta al 'qui comando io' e se anche la maggioranza vota contro di me non conta niente". E ancora: "Potremmo contestare questa vecchia clausola, retaggio del passato e vincere con le nostre buone ragioni un contenzioso legale. Ma dobbiamo occuparci del Paese reale. Il ruolo dell'azzeccagarbugli lo lascio quindi a Grillo". "Noi preferiamo ancora e sempre la democrazia, la partecipazione, la vostra libertà di scelta. Per questo, dateci qualche giorno, e torneremo a votare sulla rete i quesiti sullo Statuto impugnati da Grillo. Avanti, ancora, insieme", conclude Conte.

A dipanare la matassa, però, ci penserà la base. Ma chi vincerà quest'ennesima battaglia? Il risultato della nuova consultazione è tutt'altro che scontato: stando ai calcoli di Danilo Toninelli, il primo a ventilare l'ipotesi che il comico genovese potesse impugnare le decisioni della base, infatti, l'eliminazione della figura del garante, salutata con (troppo) favore dalla platea del Palazzo dei Congressi ieri, potrebbe tradursi in un nulla di fatto. Su un totale di 88.933 iscritti, 'solo' 34.438 hanno dato il via libera alla cancellazione dell'Elevato, troppo pochi per raggiungere la maggioranza assoluta degli iscritti che rende valida la votazione. A questi, poi, si devono aggiungere i 15.840 che, invece, si sono detti contrari e altri 4.174 che si sono astenuti. Se la campagna di astensione, che senza ombra di dubbio Grillo rimetterà in piedi, dovesse andare a buon fine, la seconda consultazione rimarrebbe sfornita di quorum, lasciando le cose come stanno e lasciando dunque il ruolo di garante al confondatore del Movimento.

Cosa è successo in Assemblea

L'Assemblea ieri ha votato una serie di riforme che portano a compimento la parabola del Movimento, cambiandone la sua struttura anche a livello formale approvando la linea del leader Giuseppe Conte rispetto a quella del fondatore Beppe Grillo. In particolare, l’Assemblea ha deciso di eliminare il ruolo del garante (la carica ricoperta da Grillo dal 2017) e il limite massimo di due mandati per gli eletti 5 Stelle. Inoltre, ha detto sì alle alleanze (anche se sempre sulla base di ‘un accordo programmatico preciso’), all'adesione al campo progressista, al tesseramento e a eventuali modifiche di nome e simbolo decise dal consiglio nazionale.

Grillo, che ha contribuito a creare il partito nel 2009 insieme all’imprenditore digitale Gianroberto Casaleggio, aveva mantenuto un ruolo formale come garante dei valori fondanti dell’M5S e un contratto annuale del valore di 300 mila euro come consulente per la comunicazione. Ieri però, dopo due giorni di assemblea costituente incentrata sulla riforma dello statuto, gli iscritti 5 Stelle hanno votato con il 63% di sì e il 29% di no a favore dell'abolizione del ruolo di garante.

Conte, premier dal 2018 al 2021, prima con il governo gialloverde e successivamente con il Governo giallorosso, dal 2021 ricopre anche il ruolo di presidente del Movimento, ruolo che in più occasioni l’ha portato ad avere scontri con Grillo per la gestione del partito.

Il comico genovese recentemente lo ha accusato di mancanza di visione politica e ha criticato i suoi tentativi di trasformare i 5 Stelle in un partito tradizionale incentrato sulla sua leadership. Grillo ieri non ha partecipato all’Assemblea costituente. Lo scontro tra i due leader è stato anche uno scontro sulla direzione del Movimento, passato dal 32% dei voti alle elezioni del 2018 al 15% di quelle del 2022 (oggi i sondaggi lo danno intorno all’11%). Resta da capire se Grillo è intenzionato a portare avanti la battaglia politica con Conte sul piano legale.

Avvocato Borrè: "Grillo ha ancora un'arma, vecchio Statuto per cancellare Conte"

Lorenzo Borrè, storico avvocato dei 'dissidenti' pentastellati, spiega all'Adnkronos che le armi in mano all'ormai ex garante, almeno dal punto di vista giuridico, sono molte di più rispetto a quelle di Conte che, dalla sua, può sicuramente contare sulla base, come ampiamente dimostrato nella due giorni di 'Nova'. Ma quali sono effettivamente questi strumenti?

Per mettere al tappeto il presidente, il garante può, in prima istanza, riattivare la procedura di impugnazione del vecchio Statuto, quello del 2022, che lui stesso aveva definito 'seicentesco', perché ci sarebbero, dice il legale, "dei vizi di approvazione" tali da invalidare lo Statuto in cui era prevista la figura del presidente, come avvenne già nel febbraio 2022 quando il Tribunale di Napoli deliberò la sussistenza di gravi motivi per sospendere l'efficacia dell'approvazione dello Statuto e dell'elezione di Conte. L'impugnazione della seconda votazione non fu accolta, ma per il legale i vizi che inficerebbero anche la seconda approvazione dello Statuto rimangono sul tappeto. Con questa mossa, "sostanzialmente si eliminerebbe la figura di Conte", spiega ancora Borrè e sarebbe "l'ordalia finale, perché ne rimarrebbe soltanto uno".

Non è l'unica possibilità di Grillo per rimanere al timone del Movimento 5 stelle. Quella di ieri, precisa l'avvocato, "è stata solo una consultazione". Le indicazioni uscite dalle 'urne', secondo il legale, per diventare effettive devono essere tradotte in uno nuovo Statuto, che poi deve essere rimesso ai voti dell'Assemblea. Anche in questo caso, trattandosi di modifiche allo Statuto, serve che si raggiunga un quorum: il 50% più uno degli iscritti al M5S deve prendere parte alla votazione. Se non si dovesse arrivare a dama al primo tentativo, e le modifiche fossero approvate in seconda battuta senza il quorum qualificato, il comico genovese potrebbe chiedere di rinnovarla, mettendo la base di fronte allo stesso bivio: la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto deve prendere parte alla votazione affinché la cancellazione di Grillo diventi reale. E se le truppe grilline disertassero la votazione il raggiungimento del quorum salvifico questa volta potrebbe essere più problematico.

Commercialista Grillo: "Conte restituisca simbolo, lo metteremo in un museo"

Secondo Enrico Maria Nadasi, amico e commercialista di Grillo, nonché cofondatore insieme al comico dell'Associazione Movimento 5 Stelle 2013 "è opportuno che Conte adesso si faccia il suo simbolo, 'Oz con i 22 mandati', e lasci perdere quel simbolo lì. Il Movimento che abbiamo fondato non può essere stravolto. Se continua col simbolo del Movimento, si valuterà il da farsi", prosegue Nadasi all'Adnkronos . "Beppe - spiega ancora il commercialista - ha espresso la volontà di rivolere il simbolo indietro e di estinguerlo. Questo è quello che vuole Beppe e io sono d'accordo con lui". Insomma, per voi Conte non può più utilizzare il logo del M5S... "Quel simbolo rappresentava tanto per noi: un Movimento che doveva realizzare una forma di politica nuova e una gestione nuova della cosa pubblica. Quel simbolo ora non rappresenta più quella cosa lì: noi lo rivogliamo indietro per estinguerlo. Lo metteremo in un museo: faremo un museo dei simboli politici e ci sarà anche quello del Movimento...".

Nadasi ha avuto modo di scambiare con Grillo alcune impressioni sul processo costituente M5S, culminato con l'evento 'Nova' andato in scena all'Eur il 23 e 24 novembre: "Abbiamo preso atto di ciò che è successo, osservando i fatti. Che delusione. Beppe? Era stupito: delle tante persone che hanno fatto parte della storia del Movimento, nessuna di esse ha preso le sue difese. Non si sono schierate, hanno aspettato. Tutti appiattiti sull'attesa che Conte potesse archiviare la regola dei due mandati. Concordo con Grillo: c'è stato un passaggio da francescani a gesuiti. Un'assemblea farsa - racconta ancora l'amico di Grillo - dove si sono votati quello che volevano. Non è più il Movimento ma un partito. Che fare ora? Faremo tutte le valutazioni del caso, a 360 gradi...".

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