A Catania il nuovo ‘Nx Enginnering District’ di Maire
Il polo di ingegneria sarà impegnato nei processi per la transizione energetica
Un polo tecnologico di eccellenza per lo sviluppo di soluzioni per la transizione energetica. E' stato inaugurato oggi, al Parco scientifico e tecnologico della Sicilia, a Catania, l'NX Engineering District, il nuovo centro di ingegneria a elevato contenuto tecnologico di Nextchem (Maire). Da anni Maire collabora con l’Università degli Studi di Catania, convinti che il confronto con le università e i centri di formazione tecnico-professionale del territorio sia determinante per selezionare ingegneri e tecnici qualificati e per lo sviluppo personale e professionale all'interno di una realtà internazionale e dinamica come quella del Gruppo.
Il nuovo centro di ingegneria punta a diventare un nuovo polo di attrazione per coinvolgere talenti nel campo dell’innovazione e della tecnologia a supporto della transizione energetica. Obiettivo è creare un polo con più di 200 professionisti, con un elevato profilo in tema di competenze tecnologiche. "Oggi - ha detto il sindaco di Catania . Enrico Trantino - inauguriamo un nuovo polo di innovazione per la nostra città. Un messaggio importante che testimonia la nostra capacità di attrazione di eccellenze e la storica competenza ed elevata qualità delle professionalità sul territorio. Questa importante iniziativa di Maire rappresenta un nuovo vettore di crescita e sviluppo che potrà contribuire ad arginare la fuga di cervelli e di talenti dal Mezzogiorno. Siamo onorati di essere parte di questo progetto totalmente votato al futuro".
"L’apertura di questo nuovo polo tecnologico a Catania risponde all’esigenza di accogliere e formare competenze ingegneristiche e tecniche che siano in grado di interpretare e anticipare i problemi di una società in grande evoluzione - ha sottolineato Fabrizio Di Amato, presidente di Maire - Siamo certi che entrare in dialogo con il territorio siciliano ci consentirà di affrontare con un nuovo sguardo le sfide della transizione energetica ed elaborare soluzioni sostenibili, volte alla riduzione dell'impatto ambientale, puntando allo sviluppo e alla valorizzazione locale dei talenti”.
Spettacolo
Selvaggia Lucarelli: “Angelo Madonia non è stato...
La blogger ha precisato che la lite avvenuta in diretta non ha condizionato la scelta della produzione
"No, Angelo Madonia non è uscito da Ballando con le stelle perché ha risposto a me", con queste parole Selvaggia Lucarelli mette fine alle voci sul caso del maestro di Ballando con le stelle. Per la prima volta nella storia del dance show di Rai 1, un ballerino professionista è stato fatto fuori. E il motivo non è ancora chiaro, ma in molti pensano che la colpa ricada su Selvaggia Lucarelli a causa di uno scontro che si è consumato nella scorsa puntata tra la blogger e il ballerino.
Le parole di Selvaggia
Prima Federica Pellegerini, poi Angelo Madonia e alla fine non poteva mancare il commento di Selvaggia Lucarelli, che è stata accusata dagli utenti e dai telespettatori del programma di essere la causa dell'esclusione del ballerino dal dance show di Rai 1. Sulla sua newsletter a pagamento, Selvaggia scrive: "La Pellegrini liberata. Il problema di Angelo Madonia, quest'anno, finiva davvero per 'elli', ma non ero io", lanciando un chiaro riferimento alla fidanzata del ballerino, Sonia Bruganelli. E più avanti spiega: "Federica Pellegrini che abbraccia Madonia mentre noi diamo voti altissimi alla coppia, lui che incarognito guarda continuamente in direzione dell'altra", ossia Sonia Bruganelli. "Non mi è sfuggito il contorno che poi contorno non era, e cioè la scarsa intesa tra Federica Pellegrini e il suo ballerino. Non erano i cm di differenza a creare disarmonia, ma un’inattesa aura cupa di Madonia. Ho visto un Angelo diverso", spiega Selvaggia Lucarelli.
Stanca dalle critiche ricevute nelle scorse ore, la Lucarelli in un post su Instagram scrive ancora: "Tra me e Madonia non ci sono stati liti continue e non è stato un rapporto complesso. Ci siamo sempre salutati amichevolmente anche dietro le quinte. Sempre queste narrazioni in cui io sono la cattiva da mandare avanti, che noia", conclude Selvaggia Lucarelli.
Economia
Violenza su donne: a Palermo ‘l’onda’ di...
Martedì 3 dicembre, a partire dalle 9, l’agenzia di stampa seguirà la tappa della campagna all’interno dell’Aula magna 'Vincenzo Li Donni' dell’Università di Palermo, intervenendo al dibattito e raccontando i principali interventi lungo il corso della mattinata
Parte da Palermo la media partnership di Adnkronos per sostenere la campagna itinerante di sensibilizzazione pubblica di Rai Radio 1 GR 'Come un’onda contro la violenza sulle donne'. Martedì 3 dicembre, a partire dalle 9, l’agenzia di stampa seguirà la tappa della campagna all’interno dell’Aula magna 'Vincenzo Li Donni' dell’Università di Palermo, intervenendo al dibattito e raccontando i principali interventi lungo il corso della mattinata.
"Auguro che questa 'onda' che oggi fate partire sia davvero lunga e possa contribuire a un cambio di mentalità. Vi benedico e vi incoraggio ad andare avanti in questo impegno. Grazie e buon lavoro". Con queste parole di Papa Francesco, ricordate in occasione dell’appuntamento, Rai Radio 1 e GR portano avanti da oltre un anno la prima campagna Rai contro la violenza sulle donne, con l’obiettivo di far emergere tutti i tragici aspetti del fenomeno, attraverso dibattiti e spettacoli, arricchiti da testimonianze di diversa provenienza e dalle voci dei centri antiviolenza attivi sul territorio. Partita oltre un anno fa, 'Come un’onda contro la violenza delle donne' sta raggiungendo tutti i principali luoghi di aggregazione dei giovani (e non solo) come università, piazze, associazioni, scuole, aule dei tribunali, carceri etc, con la costante partecipazione degli studenti.
Novità dell’edizione palermitana il collegamento di oltre duemila studenti, grazie all’adesione di scuole provenienti da 13 regioni diverse. La mattinata - aperta da Elena Paba, Sara Piselli e Massimo Cecchini oltre al direttore di Rai Radio 1 e GR Francesco Pionati - prevede interventi dal territorio come quelli dell’Università di Palermo con il rettore Massimo Midiri, delle giornaliste Elvira Terranova (Adnkronos) e Tiziana Martorana (TGR Sicilia), ma anche finestre aperte sul mondo, come i racconti sulla violenza in Birmania, Congo, Iran e Afghanistan, o particolari realtà come quelle degli istituti penitenziari di Catania e Napoli. Presenti anche il Centro antiviolenza Le Onde, lo storico dell’arte Tanino Bonifacio e molte istituzioni, come il Comune, la questura e il tribunale di Palermo.
Esteri
Israele-Libano, l’analista Zehavi: ”Sfiducia...
''Il governo libanese deve cambiare il suo rapporto con Hezbollah, l'Iran deve essere tenuto fuori dalla ricostruzione e per far tornare gli israeliani al nord servono maggiori garanzie di sicurezza''
''Le promesse libanesi non sono sufficienti'' per garantire che il cessate il fuoco raggiunto tra Israele e Hezbollah sia efficace. Occorrono ''garanzie che Hezbollah non sia più in grado di minacciare noi e le nostre famiglie al nord'' di Israele, serve superare ''il paradosso che Hezbollah fa parte del governo libanese'' e serve capire se ''davvero la Francia e le Nazioni Unite saranno in grado di impedire che l'Iran partecipi al processo di ricostruzione del Libano e che rafforzi Hezbollah''. Sono queste le perplessità espresse all'Adnkronos dal colonnello e analista israeliana Sarit Zehavi, presidente e fondatrice dell'istituto di ricerca sulla sicurezza Alma Research and Education Center.
''Non ho fiducia'' in questo accordo, dice Zehavi che vive nella Galilea occidentale al confine con il Libano. ''I prossimi 60 giorni saranno cruciali, permetteranno a Israele di fare le sue valutazioni, di vedere se gli Stati Uniti stanno dalla nostra parte, se non sarà permesso all'Iran di aiutare Hezbollah nel processo di ricostruzione, se il governo libanese sarà in grado di avere un rapporto diverso con Hezbollah''. In questo ''la comunità internazionale ci aiuti, faccia pressione sul Libano perché modifichi i rapporti con Hezbollah''.
'servono altre garanzie perché israeliani tornino a vivere al confine con il Libano'
Insomma, prosegue la riservista che per 15 anni ha servito nelle Idf specializzandosi nell'intelligence militare, ''il problema principale non è tanto che sia stato raggiunto un accordo di cessate il fuoco o cosa ci sia dietro. Il problema è che si tratta di un accordo politico che le parti coinvolte possono interpretare in un modo diverso. La vera domanda è, come questo accordo politico si applicherà alla realtà''. Perché ''nessuno ne sta parlando, ma Hezbollah fa parte del governo libanese e noi ci aspettiamo che il governo libanese faccia rispettare una risoluzione che parla della limitazione del potere di Hezbollah. Questa è la chiave per il successo di questo processo, ma non crediamo che possa accadere''.
Zehavi ritiene che ''né il governo libanese, né l'Unifil hanno fatto rispettare la risoluzione 1701'' ed è per questo che ''Israele ha insistito perché gli venga riconosciuta la capacità di far rispettare la risoluzione dell'Onu, se non lo faranno altri''. Tra l'altro ''Hezbollah ha ancora la capacità di lanciare missili e razzi contro Israele'' ed è per questo che ''non sono sicura che molti israeliani vogliano tornare al nord'' dopo l'accordo, ''non quelli che vivono nelle immediate vicinanze al confine con il Libano. Per loro ci vorranno ulteriori garanzie''. Inoltre, prosegue, ''è molto importante che il governo israeliano continui con i finanziamenti e i risarcimenti. Quando saranno interrotti, non ci saranno alternative''. Ma ''già nelle scorse ore si sono registrati incidenti al confine. Hezbollah vive nel sud del Libano. E con il ritorno dei cittadini libanesi nelle loro case nel sud, anche Hezbollah tornerà''.