Guardiola, graffi sul volto dopo il pari con il Feyenoord: cos’è successo
Dopo il pari con il Feyenoord, il tecnico si è presentato alle interviste post-partita con un taglio sul volto e diverse escoriazioni
Continua la crisi nera del Manchester City. La squadra di Pep Guardiola non riesce a vincere nemmeno in Champions contro il Feyenoord: anzi, con gli olandesi subisce una rimonta da 3-0 a 3-3 negli ultimi 20 minuti. L’ennesima delusione per il tecnico degli inglesi dopo 5 sconfitte consecutive. Pep si è in seguito presentato davanti alle telecamere per le interviste post-partita con evidenti graffi sul volto, motivando così la cosa: "Sì, me le sono fatti con le dita perché volevo farmi del male". Una spiegazione stizzita, che sta facendo in queste ore discutere tutti gli appassionati. C'è da aggiungere che Guardiola aveva già un taglio sul naso prima della partita, come mostrano alcune foto.
I problemi del City
Cos'è successo dunque negli spogliatoi? La spiegazione data da Guardiola ha fatto sorridere i cronisti in conferenza stampa. Nelle ultime settimane, anche per colpa degli infortuni, il City sembra una squadra lontana rispetto a quella dominante vista negli ultimi anni. Il pareggio contro il Feyenoord, per come è arrivato, è forse il risultato più deludente della serie negativa. "Eravamo avanti 3-0, stavamo giocando bene, poi abbiamo concesso dei gol perché non siamo stabili” ha spiegato il tecnico nel post-partita di Champions. “Prima uno, poi un altro, poi un altro ancora. Stiamo perdendo tante partite ultimamente, siamo fragili. Avevamo chiaramente bisogno di una vittoria, ci avrebbe dato fiducia. E invece…”. In questo momento, il City ha 8 punti dopo le prime 5 partite e dovrà puntare sulle prossime gare per un posto tra le prime otto, con tanto di pass automatico per la fase a eliminazione diretta della nuova Champions.
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Dossena: “Presidenza Figc? Assurdo che Aic non...
L'ex centrocampista della Nazionale, campione del mondo nel 1982, ha commentato la possibile candidatura dell'ex campione bianconero alla Federazione
Giuseppe Dossena non ci sta: "È clamoroso il silenzio dell’Associazione Italiana Calciatori davanti a una possibile candidatura di Del Piero alla presidenza della Figc". L’ex centrocampista di Torino e Sampdoria, campione del mondo nel 1982 con la Nazionale di Bearzot, ha parlato così all’Adnkronos in vista delle prossime elezioni del nuovo presidente federale. "Abbiamo la possibilità di mettere un ex atleta a capo della Federazione, trovo assurdo il mancato sostegno a Del Piero e sono sconcertato che una componente del Consiglio come l’Associazione Italiana Calciatori non vada a prenderlo a casa per candidarlo in un’assemblea straordinaria".
La possibile candidatura di Del Piero
Dossena punta tutto sull’unicità dell’ex campione juventino, una figura che potrebbe mettere d’accordo tutti: "Intanto dovrebbe essere candidato, ma non capisco il motivo di questo silenzio. L’Associazione Italiana Calciatori è diventata una società che eroga servizi, ha perso la propria vocazione. Questa sarebbe invece una battaglia insita nella sua natura. Quando mi sono candidato alla presidenza dell’Aic, cinque anni fa, speravo che prima o poi potesse esserci un’occasione del genere. Ce ne sono pochi, come Del Piero, in grado di unire un sistema che deve trovare un modo di dialogare. Stiamo prendendo una deriva clamorosa".
"Gravina? Con Del Piero è tutto da vedere"
Secondo Dossena, Del Piero è il candidato perfetto per il momento storico: "Anche il ministro Abodi ha detto la sua sul tema, è una figura che non si discute. È un momento complicato per il calcio italiano, abbiamo saltato gli ultimi due Mondiali e gli ultimi Europei sono andati male. Serve un cambiamento per un momento così difficile, tutto ciò che è stato sbandierato in passato non è avvenuto". La considerazione finale è sull’attuale presidente Gabriele Gravina, che ancora deve sciogliere la riserva sulla sua ricandidatura: "Posso capirlo, deve ancora decidere se rimettersi in gioco oppure no. Il presidente farà ciò che riterrà giusto, ma con Del Piero in gioco sarebbe tutto da vedere". (di Michele Antonelli)
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Inter-Lipsia 1-0, nerazzurri in vetta alla classifica...
Autogol al 27' di Castello Lukeba, la squadra di Inzaghi soffre e sfiora in diverse occasioni il raddoppio
All'Inter è bastato un autogol di Castello Lukeba al 27' per battere 1-0 a San Siro il Lipsia. La squadra di Inzaghi ha sofferto cercando di trovare il raddoppio, sfiorato in diverse occasioni e con una rete annullata a Mkhitaryan, ma alla fine con questo successo di misura balza in vetta alla classifica della nuova Champions con 13 punti, davanti a Liverpool che domani giocherà con il Real Madrid e il Barcellona a 12, e senza aver subito gol in queste prime cinque sfide.
Il match
L'Inter parte bene e si affaccia spesso dalle parti di Gulacsi, concedendo poco al Lipsia. La svolta arriva al 27', con il calcio di punizione di Dimarco che termina in rete in seguito alla deviazione nella propria porta da parte di Lukeba. La squadra di Inzaghi sfiora il raddoppio poco dopo, ancora su palla inattiva, stavolta con Pavard, poi costretto a lasciare il campo per un infortunio muscolare. Entra Bisseck.
La ripresa inizia con una bella occasione nerazzurra, iniziata e conclusa da Dumfries, bravo a liberarsi di un paio di avversari sulla destra e a scaricare il pallone che riceverà qualche attimo dopo sotto porta da Lautaro, senza poi riuscire a battere Gulacsi. Il Lipsia però reagisce, e si rende pericoloso con un tiro di Nusa, respinto da Sommer. In pieno recupero viene annullato un gol a Mkhitaryan per un fallo dell'assistman Thuram su Lukeba, ma i nerazzurri riescono comunque a centrare la vittoria e balzare in vetta alla classifica mentre i tedeschi del Lipsia restano ultimi a zero punti.
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Slovan Bratislava-Milan 2-3, gol di Pulisic, Leao e Abraham
Tris rossenero a Bratislava nella quinta sfida della nuova Champions
Il Milan cala il tris a Bratislava contro lo Slovan, si impone 3-2 in trasferta nella quinta sfida della nuova Champions e sale in classifica portandosi a 9 punti. In gol per la squadra di Fonseca sono andati Pulisic, Leao e Abraham. Il tecnico rossonero aveva deciso di schierare l'ex Roma dal primo minuto al posto di Morata, con Pulisic dal 1’ dopo l’iniziale panchina contro la Juventus. Sulle ali spazio a Chukwueze e Okafor, mentre in mediana Fofana e Reijnders, mentre Calabria ha vinto il ballottaggio con Emerson Royal, con Theo Hernandez a sinistra, Pavlovic in difesa con Tomori a difesa di Maignan.
Il match
Primo tempo difficile per il Milan, che rischia grosso al 15'. I rossoneri si fanno trovare incredibilmente scoperti in fase difensiva, con Strelec che servito in profondità si presenta davanti a Maignan, lo salta verso destra e conclude a botta sicura verso la porta ma si immola Pavlovic, che in scivolata nega il gol all'ex Spezia, mettendo in calcio d'angolo. Passano pochi minuti e al 21' il Milan passa in vantaggio con Pulisic che servito bene in profondità da Abraham, conclude ad incrociare con il destro, infilando verso sinistra. Il vantaggio però dura poco. Al 24' i padroni di casa trovano subito il pari: Barseghyan conclude un contropiede fulminante e con uno scavetto morbido a tu per tu con Maignan fa 1-1.
Nella ripresa sale in cattedra Leao che al 68' riporta avanti il Milan: palla filtrante di Fofana che mette il portoghese davanti a Takac, tocco sotto e gol del 2-1. Al 71' arriva il tris: errore clamoroso di Strelec che serve un assist al bacio ad Abraham in area con un retropassaggio sbagliato, con l'attaccante inglese che si gira e, tutto solo in area, batte Takac per il 3-1. Lo Slovan prova a ripartire e all'88' accorcia le distanze con un gran tiro dalla distanza di Marcelli dopo l'ennesimo contropiede subito dal Milan. Al 90' lo Slovan resta anche in dieci uomini con Tolic appena entrato che viene ammonito per un fallo su Musah, poi le eccessive proteste spingono l'arbitro ad estrarre il rosso.