“Re Carlo ha cambiato dieta per combattere il cancro”: la rivelazione del figlio Camilla
Secondo Tom Parker Bowles ha ridotto il consumo di alcuni dei suoi cibi preferiti per concentrarsi sulla salute
Re Carlo ha cambiato le proprie abitudini alimentari dopo la diagnosi di cancro. Lo ha detto al britannico Saga Magazine il figlio della regina Camilla, Tom Parker Bowles, parlando della nuova dieta introdotta dal monarca a seguito della scoperta della sua malattia, secondo cui Charles ha ridotto il consumo di alcuni dei suoi cibi preferiti per concentrarsi sulla salute. Il figlio di Camilla, che è un critico gastronomico, ha affermato che "il re, dopo quello che ha passato di recente, sta riconsiderando cosa e quando mangia. Non sono un nutrizionista, ma so che il cibo fa parte della 'medicina' del corpo".
Parker Bowles ha aggiunto che re Carlo è un "eroe del cibo. Non sto esagerando, sto semplicemente affermando i fatti. Chiedetegli dei formaggi artigianali britannici o del numero di varietà di mele nel frutteto di Highgrove. Lui se ne intende". Ha inoltre rivelato che sua madre ha ridotto il consumo di agnello, manzo e maiale. Il critico gastronomico e chef ha spiegato di aver parlato con lo chef del re, Mark Flanagan, e di aver visitato le cucine di Buckingham Palace, durante la scrittura del suo nuovo libro, 'Cooking & the Crown'.
Parlando della cena di Natale della famiglia reale, il figlio di Camilla ha detto: "Continuano a chiedermi come sono i Natali reali, ma in realtà non ci sono mai stato. Ne ho parlato con mia madre e, da quello che ho capito, è abbastanza tradizionale: un tacchino Norfolk di dimensioni decenti con tutti i contorni, mince pie e Christmas pud".
Esteri
Thailandia, 73 cadaveri nei templi buddisti: “Usati...
Ogni corpo ha il certificato di morte e l'autorizzazione alla donazione di organi
Trovati 73 cadaveri in due templi buddisti della Thailandia. Secondo le autorità locali sarebbero stati utilizzati per pratiche di meditazione. Il ritrovamento al tempio di Pak Nakhon Chaibovorn, nella provincia di Phichit è avvenuto domenica, dopo l'avvio di ricerche in seguito a una prima scoperta di altri 12 cadaveri in un altro monastero nella vicina provincia di Kamphaeng Phet. Le autorità hanno iniziato a incriminare alcuni monaci.
Ogni corpo ha il suo certificato di morte
I monaci avevano i certificati di morte e per l'autorizzazione alla donazione di organi dei cadaveri. Le indagini si stanno concentrando sui parenti delle persone morte per confermare che i corpi fossero stati donati volontariamente. "Stiamo cercando di assicurarci che nessuno dei cadaveri fosse stato rubato", ha spiegato un inquirente. I corpi usati sarebbero stati quelli di seguaci del monastero deceduti e messi a disposizione dei loro parenti. Dopo il loro impiego venivano cremati nei monasteri che sono stati temporaneamente chiusi. Il monastero di Pak Nakhon Chaibovorn è circondato da un fosso con 600 coccodrilli.
L'uso per una tecnica di meditazione
Il capo del monastero della provincia di Phichit, Phra Ajarn Saifon Phandito, ha ammesso in una intervista a Pbs che l'uso dei cadaveri è parte di una tecnica di meditazione che ha personalmente sviluppato. "Molte delle persone che vengono qui a imparare sono monaci e tutti questi monaci poi trasmettono il sapere. Non so quanti siano quelli che hanno già adottato la mia tecnica". I praticanti meditano in bungalow in cui ci sono le bare con resti umani, ha aggiunto. La pratica non è usuale, ha detto per mettere le mani avanti il direttore dell'ufficio per il buddismo di Phichit, Kom Pattarakulprasert. "Avevo chiesto a Phra Ajarn Saifon Phandito se ci fossero cadaveri e mi era stato detto che non ce ne erano. Ma quando i giornalisti hanno scoperto i 41 corpi privi di vita, ho dovuto tornare a occuparmene e discuterò con il capo locale della chiesa se la pratica è appropriata", ha detto.
La polizia intanto sta cercando di capire se tale pratica è diffusa in tutto il Paese. Secondo la stampa locale, i cadaveri erano decomposti o solo ossa. E venivano usati per insegnare ai bambini tecniche di meditazione e concentrazione.
Esteri
Tiene in un cassetto la figlia dalla nascita per 3 anni,...
La donna è stata condannata a sette anni di carcere
Una madre, che ha tenuto sua figlia in un cassetto fin dalla nascita per tre anni, è stata condannata a sette anni di carcere. Lo riportano i media britannici. Il fatto è avvenuto nel Cheshire, nel nord ovest della Gran Bretagna. La piccola, che non aveva mai visto la luce del giorno o un altro volto umano eccetto quello della madre, era stata trovata gravemente malnutrita e incapace di camminare o parlare nel febbraio 2023 dal compagno della donna. Scoprì la piccola - scrive il Guardian - affetta da palatoschisi, con i capelli arruffati e disidratata, e chiamò la polizia.
Il racconto dell'assistente sociale
In una dichiarazione letta in tribunale dall'assistente sociale, che arrivò per prima sulla scena, la stessa afferma: "Sono rimasta sbalordita da ciò che ho visto e sono rimasta estremamente scioccata nel vedere un bambino che mi guardava seduto in un cassetto del letto. Mi fissava e si dondolava avanti e indietro. Ho guardato sua madre e le ho chiesto: 'È qui che la tieni?'. La madre ha risposto: 'Sì, nel cassetto'. Sono rimasta scioccata dal fatto che la madre non abbia mostrato alcuna emozione e sia sembrata indifferente alla situazione". "Ho chiesto se qualcun altro avesse mai visto la bambina? - prosegue la testimonianza - La mamma ha risposto: 'No'. È diventato un orrore travolgente il fatto che probabilmente ero l'unica altra faccia che la bambina avesse visto a parte quella della madre".
La bambina nata in casa e tenuta nascosta
La bambina era nata nella vasca da bagno della casa nel Cheshire nel marzo 2020, ma era stata tenuta segreta e mai registrata. La madre ha detto alla polizia di aver avuto una relazione violenta con il padre della bambina e di non volergli dire di essere incinta.
Il Guardian racconta che la donna teneva la bambina in un cassetto, tornando di tanto in tanto per darle da mangiare cereali e latte attraverso una siringa e per cambiarle il pannolino. La donna andava a lavorare e portava gli altri figli a scuola, lasciando la bambina sola nel cassetto per ore, lasciandola anche durante la notte della vigilia di Natale, mentre andava a trascorrere la festività con gli altri figli e i genitori.
Quando la bambina è stata visitata dai medici, non riusciva a gattonare, camminare, parlare o emettere alcun rumore comunicativo. Un'assistente, che ora si prende cura della bambina, ha dichiarato al tribunale che alla bambina è stato insegnato a sorridere e che "non sapeva cosa fosse il cibo. Ha trascorso il suo primo Natale con noi, abbiamo vissuto così tante 'prime volte' con lei, l'abbiamo messa su un'altalena e lei è rimasta seduta lì senza sapere cosa fare o cosa aspettarsi. Il suo primo passo, la sua prima parola. È così triste pensare che così tante di queste cose siano le sue prime volte, ma è bello poter trascorrere questi momenti con lei".
Il giudice: "Comportamento incredibile da parte della madre"
Il giudice che si occupa del caso, Steven Everett, ha affermato che il comportamento della madre "è totalmente incredibile. Ha privato la bambina di qualsiasi amore, attenzione o interazione con gli altri, di una dieta adeguata, di cure mediche necessarie per una palatoschisi. Quella piccola orfana era chiusa in una stanza da sola. Ciò che ha fatto è stato malvagio oltre ogni immaginazione. Le sue azioni sono state catastrofiche. Ora sta tornando in vita da quella che era probabilmente una morte vivente".
Esteri
Ue, von der Leyen: “Lavorerò sempre dal centro, è...
La presidente della Commissione Europea al Parlamento di Strasburgo prima del voto del nuovo Collegio dei commissari: "Lavorerò sempre dal centro, è tempo di unirsi"
La Commissione von der Leyen bis viene eletta dal Parlamento Europeo con 370 voti a favore, 282 contrari e 36 astenuti, con 688 votanti (su 719 membri). E' il risultato della votazione avvenuta poco fa a Strasburgo, in plenaria. Il 18 luglio scorso Ursula von der Leyen era stata rieletta presidente della Commissione con 401 voti a favore: oggi, dopo l'apertura all'Ecr avvenuta nel frattempo, ne ha presi 31 in meno.
Il discorso di von der Leyen
"Come ho fatto nel mio primo mandato, lavorerò sempre dal centro. Perché tutti vogliamo il meglio per l’Europa e il meglio per gli europei. Quindi ora è il momento di unirci", ha detto von der Leyen, parlando nella plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo, prima del voto di conferma del Collegio dei commissari.
"Superare le divisioni e raggiungere compromessi - continua - è il segno distintivo di ogni vivace democrazia. E il mio messaggio oggi è che vogliamo lavorare con voi in questo spirito. Saremo guidati dagli orientamenti politici su cui quest'Aula ha votato. E dalle lettere di missione, nelle quali affronto le preoccupazioni da voi sollevate durante le udienze. E come ho detto prima del voto di luglio, lavoreremo con tutte le forze democratiche europeiste presenti in quest’Aula", aggiunge.
Per von der Leyen garantire la libertà dell’Unione europea significa “fare scelte difficili. Significherà investire massicciamente nella nostra sicurezza e prosperità”. Il processo, continua, richiederà “rimanere uniti e fedeli ai nostri valori. Trovare il modo di lavorare insieme e superare la frammentazione. Questo è ciò per cui io, e tutte le 26 donne e uomini con me, ci impegneremo ogni singolo giorno. Siamo pronti a metterci subito al lavoro”.
Libertà e sovranità
Credo che la nostra generazione di europei debba lottare ancora una volta per la”, dichiara ancora la presidente della Commissione Europea Ue, sottolineando che si tratta della “libertà per cui il popolo ucraino sta eroicamente combattendo” e quella di “plasmare il nostro futuro in un mondo conflittuale e instabile”. “Questa libertà - continua - non è solo una parola astratta. Si tratta di cittadini europei che sanno che le loro famiglie saranno al sicuro. Il loro Paese protetto. Che potranno permettersi di comprare cibo o riscaldare le loro case, con salari dignitosi e prezzi equi. Che saranno in grado di cogliere le opportunità. E che si sentano in grado di controllare il cambiamento - e la velocità del cambiamento - della società, la velocità con cui avviene il cambiamento nella società”, continua.
Difesa Ue
“Abbiamo bisogno di un mercato unico della difesa. Dobbiamo rafforzare la base industriale della difesa. Dobbiamo migliorare la nostra mobilità militare. E abbiamo bisogno di progetti europei comuni sulla difesa”. “La guerra infuria ai confini dell'Europa. E noi dobbiamo essere pronti ad affrontare ciò che ci aspetta, lavorando fianco a fianco con la Nato. Sappiamo che dobbiamo fare molto di più insieme come europei. Un solo dato: la Russia spende fino al 9% del suo pil per la difesa. L'Europa spende in media l'1,9%. C'è qualcosa di sbagliato in questa equazione”, dice von der Leyen, spiegando che la spesa europea per la difesa deve aumentare. “Non abbiamo tempo da perdere. E dobbiamo essere altrettanto ambiziosi, perché le minacce sono serie. Per questo nei primi 100 giorni presenteremo un Libro bianco sul futuro della difesa europea. Posso assicurarvi che la sicurezza dell'Europa sarà sempre la priorità di questa Commissione”.
Competitività
La prima grande iniziativa della nuova Commissione targata Ursula von der Leyen “sarà una bussola della competitività. Questa sarà la cornice del nostro lavoro per il resto del mandato”. La bussola, spiega, si baserà sui tre pilastri della relazione sul futuro della competitività di Mario Draghi. “Il primo è chiudere il divario di innovazione con gli Stati Uniti e la Cina. Il secondo è un piano comune per la decarbonizzazione e la competitività. Il terzo è l'aumento della sicurezza e la riduzione delle dipendenze”. La libertà e la sovranità degli europei dipendono oggi più che mai dalla loro forza economica, sottolinea von der Leyen. “La nostra sicurezza dipende dalla nostra capacità di competere, innovare e produrre. E il nostro modello sociale dipende da un'economia in crescita, pur affrontando i cambiamenti demografici. Per questo ho chiesto a Mario Draghi di tracciare la strada da seguire. La sua diagnosi è stata cruda e la sua tabella di marcia altrettanto ambiziosa”. Molte delle proposte dell’ex presidente della Bce sono state riprese nelle lettere di missione dei nuovi commissari europei, continua von der Leyen, sottolineando che i capi di Stato e di governo europei hanno approvato il suo lavoro al Consiglio europeo di questo mese. “Ho ascoltato attentamente le audizioni. Ho sentito i vostri ripetuti appelli a realizzare il cambiamento sostanziale che egli propone. Con rapidità e ambizione”.
"Scelto Fitto per dare a Regioni meritata importanza"
“Voglio che le regioni europee e le comunità siano in grado di controllare il proprio destino e di contribuire alla definizione delle nostre politiche. Questo è il compito di coesione e riforme che ho affidato a Raffaele Fitto in qualità di Vicepresidente esecutivo. È una scelta che ho fatto io. Anche perché so quanto sia fondamentale dare alle regioni l'importanza politica che meritano”. Per molte persone la libertà “consiste nello scegliere dove vivere, lavorare e studiare. Scegliere se far crescere la propria famiglia in un'altra parte d'Europa o nel luogo in cui si è cresciuti”, dice von der Leyen, prima di citare esplicitamente il già primo ministro italiano Enrico Letta, menzionando “la libertà di restare”.
La prossima Commissione intende “difendere la qualità di vita unica degli europei, in tutta Europa. Che si tratti di una comunità costiera o di pescatori, di un'area rurale o di una comunità agricola, di un'isola o di una regione ultraperiferica, di una città o di una delle regioni uniche e diverse d'Europa. Dobbiamo lavorare per affrontare i problemi che le regioni devono affrontare, dai cambiamenti demografici ai cambiamenti climatici o alla necessità di infrastrutture moderne. E questo va al cuore della libertà di cui parlo oggi”.
Futuro più forte e unito
Vi chiedo la vostra fiducia in questa squadra. Chiedendovi di scegliere un futuro più forte e unito. Vi chiedo di scegliere un futuro di libertà per l’Europa. Quel percorso non è mai stato il più semplice. Ma insieme, noi sappiamo che possiamo farcela", conclude von der Leyen, ricordando che "dopo la Seconda Guerra Mondiale ci è voluta una generazione di leader con il coraggio di ricucire le ferite, di immaginare un futuro diverso. Questo è lo spirito che da allora ha portato avanti il nostro continente. Ancora una volta abbiamo dovuto scegliere. Da un lato, un percorso di divisione e di declino. Dall’altro, il sentiero stretto verso un’Europa più unita. L’Europa ha sempre scelto la forza dell’unità. Quindi è con onore e profonda emozione che sono qui a Strasburgo, 80 anni dopo. In questa Casa della democrazia europea. Nel cuore di un’Europa libera", conclude.