Ue, von der Leyen: “Lavorerò sempre dal centro, è tempo di unirsi”
La presidente della Commissione Europea al Parlamento di Strasburgo prima del voto del nuovo Collegio dei commissari: "Lavorerò sempre dal centro, è tempo di unirsi"
"Come ho fatto nel mio primo mandato, lavorerò sempre dal centro. Perché tutti vogliamo il meglio per l’Europa e il meglio per gli europei. Quindi ora è il momento di unirci". Lo dice la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, parlando nella plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo, prima del voto di conferma del Collegio dei commissari.
"Superare le divisioni e raggiungere compromessi - continua - è il segno distintivo di ogni vivace democrazia. E il mio messaggio oggi è che vogliamo lavorare con voi in questo spirito. Saremo guidati dagli orientamenti politici su cui quest'Aula ha votato. E dalle lettere di missione, nelle quali affronto le preoccupazioni da voi sollevate durante le udienze. E come ho detto prima del voto di luglio, lavoreremo con tutte le forze democratiche europeiste presenti in quest’Aula", aggiunge.
Per von der Leyen garantire la libertà dell’Unione europea significa “fare scelte difficili. Significherà investire massicciamente nella nostra sicurezza e prosperità”. Il processo, continua, richiederà “rimanere uniti e fedeli ai nostri valori. Trovare il modo di lavorare insieme e superare la frammentazione. Questo è ciò per cui io, e tutte le 26 donne e uomini con me, ci impegneremo ogni singolo giorno. Siamo pronti a metterci subito al lavoro”.
Libertà e sovranità
Credo che la nostra generazione di europei debba lottare ancora una volta per la”, dichiara ancora la presidente della Commissione Europea Ue, sottolineando che si tratta della “libertà per cui il popolo ucraino sta eroicamente combattendo” e quella di “plasmare il nostro futuro in un mondo conflittuale e instabile”. “Questa libertà - continua - non è solo una parola astratta. Si tratta di cittadini europei che sanno che le loro famiglie saranno al sicuro. Il loro Paese protetto. Che potranno permettersi di comprare cibo o riscaldare le loro case, con salari dignitosi e prezzi equi. Che saranno in grado di cogliere le opportunità. E che si sentano in grado di controllare il cambiamento - e la velocità del cambiamento - della società, la velocità con cui avviene il cambiamento nella società”, continua.
Difesa Ue
“Abbiamo bisogno di un mercato unico della difesa. Dobbiamo rafforzare la base industriale della difesa. Dobbiamo migliorare la nostra mobilità militare. E abbiamo bisogno di progetti europei comuni sulla difesa”. “La guerra infuria ai confini dell'Europa. E noi dobbiamo essere pronti ad affrontare ciò che ci aspetta, lavorando fianco a fianco con la Nato. Sappiamo che dobbiamo fare molto di più insieme come europei. Un solo dato: la Russia spende fino al 9% del suo pil per la difesa. L'Europa spende in media l'1,9%. C'è qualcosa di sbagliato in questa equazione”, dice von der Leyen, spiegando che la spesa europea per la difesa deve aumentare. “Non abbiamo tempo da perdere. E dobbiamo essere altrettanto ambiziosi, perché le minacce sono serie. Per questo nei primi 100 giorni presenteremo un Libro bianco sul futuro della difesa europea. Posso assicurarvi che la sicurezza dell'Europa sarà sempre la priorità di questa Commissione”.
Competitività
La prima grande iniziativa della nuova Commissione targata Ursula von der Leyen “sarà una bussola della competitività. Questa sarà la cornice del nostro lavoro per il resto del mandato”. La bussola, spiega, si baserà sui tre pilastri della relazione sul futuro della competitività di Mario Draghi. “Il primo è chiudere il divario di innovazione con gli Stati Uniti e la Cina. Il secondo è un piano comune per la decarbonizzazione e la competitività. Il terzo è l'aumento della sicurezza e la riduzione delle dipendenze”. La libertà e la sovranità degli europei dipendono oggi più che mai dalla loro forza economica, sottolinea von der Leyen. “La nostra sicurezza dipende dalla nostra capacità di competere, innovare e produrre. E il nostro modello sociale dipende da un'economia in crescita, pur affrontando i cambiamenti demografici. Per questo ho chiesto a Mario Draghi di tracciare la strada da seguire. La sua diagnosi è stata cruda e la sua tabella di marcia altrettanto ambiziosa”. Molte delle proposte dell’ex presidente della Bce sono state riprese nelle lettere di missione dei nuovi commissari europei, continua von der Leyen, sottolineando che i capi di Stato e di governo europei hanno approvato il suo lavoro al Consiglio europeo di questo mese. “Ho ascoltato attentamente le audizioni. Ho sentito i vostri ripetuti appelli a realizzare il cambiamento sostanziale che egli propone. Con rapidità e ambizione”.
"Scelto Fitto per dare a Regioni meritata importanza"
“Voglio che le regioni europee e le comunità siano in grado di controllare il proprio destino e di contribuire alla definizione delle nostre politiche. Questo è il compito di coesione e riforme che ho affidato a Raffaele Fitto in qualità di Vicepresidente esecutivo. È una scelta che ho fatto io. Anche perché so quanto sia fondamentale dare alle regioni l'importanza politica che meritano”. Per molte persone la libertà “consiste nello scegliere dove vivere, lavorare e studiare. Scegliere se far crescere la propria famiglia in un'altra parte d'Europa o nel luogo in cui si è cresciuti”, dice von der Leyen, prima di citare esplicitamente il già primo ministro italiano Enrico Letta, menzionando “la libertà di restare”.
La prossima Commissione intende “difendere la qualità di vita unica degli europei, in tutta Europa. Che si tratti di una comunità costiera o di pescatori, di un'area rurale o di una comunità agricola, di un'isola o di una regione ultraperiferica, di una città o di una delle regioni uniche e diverse d'Europa. Dobbiamo lavorare per affrontare i problemi che le regioni devono affrontare, dai cambiamenti demografici ai cambiamenti climatici o alla necessità di infrastrutture moderne. E questo va al cuore della libertà di cui parlo oggi”.
Futuro più forte e unito
Vi chiedo la vostra fiducia in questa squadra. Chiedendovi di scegliere un futuro più forte e unito. Vi chiedo di scegliere un futuro di libertà per l’Europa. Quel percorso non è mai stato il più semplice. Ma insieme, noi sappiamo che possiamo farcela", conclude von der Leyen, ricordando che "dopo la Seconda Guerra Mondiale ci è voluta una generazione di leader con il coraggio di ricucire le ferite, di immaginare un futuro diverso. Questo è lo spirito che da allora ha portato avanti il nostro continente. Ancora una volta abbiamo dovuto scegliere. Da un lato, un percorso di divisione e di declino. Dall’altro, il sentiero stretto verso un’Europa più unita. L’Europa ha sempre scelto la forza dell’unità. Quindi è con onore e profonda emozione che sono qui a Strasburgo, 80 anni dopo. In questa Casa della democrazia europea. Nel cuore di un’Europa libera", conclude.
Esteri
“Re Carlo ha cambiato dieta per combattere il...
Secondo Tom Parker Bowles ha ridotto il consumo di alcuni dei suoi cibi preferiti per concentrarsi sulla salute
Re Carlo ha cambiato le proprie abitudini alimentari dopo la diagnosi di cancro. Lo ha detto al britannico Saga Magazine il figlio della regina Camilla, Tom Parker Bowles, parlando della nuova dieta introdotta dal monarca a seguito della scoperta della sua malattia, secondo cui Charles ha ridotto il consumo di alcuni dei suoi cibi preferiti per concentrarsi sulla salute. Il figlio di Camilla, che è un critico gastronomico, ha affermato che "il re, dopo quello che ha passato di recente, sta riconsiderando cosa e quando mangia. Non sono un nutrizionista, ma so che il cibo fa parte della 'medicina' del corpo".
Parker Bowles ha aggiunto che re Carlo è un "eroe del cibo. Non sto esagerando, sto semplicemente affermando i fatti. Chiedetegli dei formaggi artigianali britannici o del numero di varietà di mele nel frutteto di Highgrove. Lui se ne intende". Ha inoltre rivelato che sua madre ha ridotto il consumo di agnello, manzo e maiale. Il critico gastronomico e chef ha spiegato di aver parlato con lo chef del re, Mark Flanagan, e di aver visitato le cucine di Buckingham Palace, durante la scrittura del suo nuovo libro, 'Cooking & the Crown'.
Parlando della cena di Natale della famiglia reale, il figlio di Camilla ha detto: "Continuano a chiedermi come sono i Natali reali, ma in realtà non ci sono mai stato. Ne ho parlato con mia madre e, da quello che ho capito, è abbastanza tradizionale: un tacchino Norfolk di dimensioni decenti con tutti i contorni, mince pie e Christmas pud".
Esteri
Tiene in un cassetto la figlia dalla nascita per 3 anni,...
La donna è stata condannata a sette anni di carcere
Una madre, che ha tenuto sua figlia in un cassetto fin dalla nascita per tre anni, è stata condannata a sette anni di carcere. Lo riportano i media britannici. Il fatto è avvenuto nel Cheshire, nel nord ovest della Gran Bretagna. La piccola, che non aveva mai visto la luce del giorno o un altro volto umano eccetto quello della madre, era stata trovata gravemente malnutrita e incapace di camminare o parlare nel febbraio 2023 dal compagno della donna. Scoprì la piccola - scrive il Guardian - affetta da palatoschisi, con i capelli arruffati e disidratata, e chiamò la polizia.
Il racconto dell'assistente sociale
In una dichiarazione letta in tribunale dall'assistente sociale, che arrivò per prima sulla scena, la stessa afferma: "Sono rimasta sbalordita da ciò che ho visto e sono rimasta estremamente scioccata nel vedere un bambino che mi guardava seduto in un cassetto del letto. Mi fissava e si dondolava avanti e indietro. Ho guardato sua madre e le ho chiesto: 'È qui che la tieni?'. La madre ha risposto: 'Sì, nel cassetto'. Sono rimasta scioccata dal fatto che la madre non abbia mostrato alcuna emozione e sia sembrata indifferente alla situazione". "Ho chiesto se qualcun altro avesse mai visto la bambina? - prosegue la testimonianza - La mamma ha risposto: 'No'. È diventato un orrore travolgente il fatto che probabilmente ero l'unica altra faccia che la bambina avesse visto a parte quella della madre".
La bambina nata in casa e tenuta nascosta
La bambina era nata nella vasca da bagno della casa nel Cheshire nel marzo 2020, ma era stata tenuta segreta e mai registrata. La madre ha detto alla polizia di aver avuto una relazione violenta con il padre della bambina e di non volergli dire di essere incinta.
Il Guardian racconta che la donna teneva la bambina in un cassetto, tornando di tanto in tanto per darle da mangiare cereali e latte attraverso una siringa e per cambiarle il pannolino. La donna andava a lavorare e portava gli altri figli a scuola, lasciando la bambina sola nel cassetto per ore, lasciandola anche durante la notte della vigilia di Natale, mentre andava a trascorrere la festività con gli altri figli e i genitori.
Quando la bambina è stata visitata dai medici, non riusciva a gattonare, camminare, parlare o emettere alcun rumore comunicativo. Un'assistente, che ora si prende cura della bambina, ha dichiarato al tribunale che alla bambina è stato insegnato a sorridere e che "non sapeva cosa fosse il cibo. Ha trascorso il suo primo Natale con noi, abbiamo vissuto così tante 'prime volte' con lei, l'abbiamo messa su un'altalena e lei è rimasta seduta lì senza sapere cosa fare o cosa aspettarsi. Il suo primo passo, la sua prima parola. È così triste pensare che così tante di queste cose siano le sue prime volte, ma è bello poter trascorrere questi momenti con lei".
Il giudice: "Comportamento incredibile da parte della madre"
Il giudice che si occupa del caso, Steven Everett, ha affermato che il comportamento della madre "è totalmente incredibile. Ha privato la bambina di qualsiasi amore, attenzione o interazione con gli altri, di una dieta adeguata, di cure mediche necessarie per una palatoschisi. Quella piccola orfana era chiusa in una stanza da sola. Ciò che ha fatto è stato malvagio oltre ogni immaginazione. Le sue azioni sono state catastrofiche. Ora sta tornando in vita da quella che era probabilmente una morte vivente".
Esteri
Israele-Libano, primo giorno di tregua. Hamas:...
Appello dei militari israeliani agli sfollati: "Non tornino subito nelle loro case"
Hamas pronto alla tregua con Israele a Gaza. "L'annuncio del cessate il fuoco in Libano è una vittoria e un successo importante per la resistenza" e "Hamas è pronto per un accordo" per la fine delle ostilità nell'enclave palestinese e "un'intesa seria per lo scambio di prigionieri" , ha detto all'agenzia Afp un componente dell'ufficio politico del gruppo. "Abbiamo informato i mediatori in Egitto, Qatar e Turchia", ha affermato.
Anche gli Houthi dello Yemen, che da anni l'Iran è accusato di sostenere, parlano di "vittoria di Hezbollah" dopo la tregua. In un messaggio su X Mohammed Abdul Salam, un portavoce degli Houthi, plaude "alla grande fermezza di Hezbollah e del caro popolo libanese di fronte all'aggressione brutale di Israele" e aggiunge che "grazie a questo" il "Libano è stato in grado di ottenere una nuova vittoria".
Fuoco contro auto in zona vietata nel sud del Libano
Dopo l'entrata in vigore della tregua, le forze israeliane (Idf) confermano di aver aperto il fuoco contro un veicolo "con diversi sospetti a bordo" in viaggio "in una zona in cui gli spostamenti sono vietati nel territorio libanese". "Su direttiva a livello politico, l'accordo di cessate il fuoco in Libano è entrato in vigore alle 4 di oggi e le Idf operano di conseguenza", con le "truppe dispiegate nelle loro posizioni nel sud del Libano", fanno sapere via X. Con la precisazione che "nell'ultima ora le Idf hanno identificato un mezzo con diversi sospetti a bordo in una zona in territorio libanese dove gli spostamenti sono vietati" e le forze "hanno aperto il fuoco per impedire loro di avanzare". "I sospetti hanno lasciato l'area", affermano, aggiungendo che "interverranno contro chiunque tenti di violare l'accordo per il cessate il fuoco e continueranno a proteggere i cittadini di Israele", mentre l'Aeronautica "resta pronta a intervenire in tutto il territorio libanese".
Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha annunciato di aver ordinato all'esercito di intraprendere "azioni di forza" per fermare quelli che ha descritto come miliziani Hezbollah che entrano nei centri abitati dove i militari israeliani potrebbero ancora essere operativi. "A causa dell'ingresso di membri di Hezbollah a Kfar Kila", Katz ha ordinato di "agire con forza e senza compromessi contro sviluppi di questo tipo", ha dichiarato il suo ufficio in un comunicato. Secondo quanto annunciato, il titolare della Difesa ha disposto che si impedisca a membri di Hezbollah di raggiungere le aree del sud del Libano dove l'IDF sta ancora vietando gli spostamenti, "e laddove mettano in pericolo le truppe IDF, che siano colpiti". A riferirne è il Times of Israel.
Appello agli sfollati
La tregua tra Israele e gli Hezbollah libanesi è entrata in vigore questa notte. Le forze israeliane hanno confermato che manterranno il dispiegamento militare nel sud del Paese, in linea con l'accordo, e rimarcato il divieto agli abitanti delle aree sgomberate di tornare nelle proprie case fino a nuovo avviso. Su X il portavoce delle Idf, Avichay Adraee, ha scritto che i soldati "restano dispiegati nelle loro posizioni nel sud del Libano" con un riferimento alle "clausole" dell'accordo entrato in vigore alle 4 ora locale. "E' vietato dirigersi verso le aree per le quali le Idf hanno chiesto lo sgombero o verso le forze Idf nella zona - ha affermato - Per la vostra sicurezza e quella delle persone a voi care, astenetevi dagli spostamenti in questa zona". Poi ha assicurato che le autorità israeliane "informeranno quando il ritorno sarà sicuro".
Anche le Forze Armate libanesi confermano che si preparano a "completare il dispiegamento" nel sud del Libano, in linea con l'accordo. E chiedono agli sfollati delle aree di confine di non tornare nelle proprie case fino al "ritiro" delle forze israeliane. "Con l'entrata in vigore del cessate il fuoco, l'Esercito si sta adoperando per adottare le misure necessarie per completare il dispiegamento nel sud - si legge in una nota diffusa via X - Il Comando dell'Esercito invita i cittadini ad attendere prima di tornare nei villaggi e nelle località" vicini al confine con Israele, "dove sono penetrate le forze nemiche, in attesa del loro ritiro".
Parole che arrivano in contemporanea con immagini che sui social mostrano code di auto di sfollati diretti verso le zone meridionali e orientali del Libano. "Non vedo l'ora di tornare a casa", ha detto alla Dpa un padre di cinque figli da un centro di accoglienza per sfollati a Beirut. Incredula una donna, sfollata anche lei, che afferma di "non riuscire a credere che questa guerra orribile possa finire presto".
Esplosioni prima della tregua
La tregua è stata preceduta da forti esplosioni nella zona di Beirut. Potenti deflagrazioni, fino all'entrata in vigore della tregua, sono state avvertite anche da un giornalista dell'agenzia Dpa nella capitale libanese. Nella notte nel mirino dei militari israeliani sono finite zone nei pressi dell'aeroporto internazionale e nel sud del Paese dei Cedri. Sono state segnalate operazioni anche nei sobborghi meridionali di Beirut, senza che fossero stati diffusi ordini di sgombero.
Hezbollah ha rivendicato il lancio di razzi contro il nord di Israele, contro l'area di Even Menachem, poco prima dell'entrata in vigore della tregua, affermando di continuare a sostenere i palestinesi della Striscia di Gaza.
8 persone uccise in attacco israeliano scuola a Gaza
E' di otto persone uccise il bilancio dell'attacco israeliano alla scuola al-Tabin di Gaza City. Lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa, citando fonti mediche locali. L'edificio, che fungeva da rifugio per gli sfollati, era stato precedentemente bombardato da caccia israeliani. Nel frattempo, sempre Wafa riporta che l'Idf ha bombardato un'abitazione nel quartiere Shujaya della città di Gaza, ferendo almeno quattro persone.
La posizione dell'Iran
L'Iran "accoglie con favore" la "notizia della fine dell'aggressione" israeliana "contro il Libano" e conferma il suo "sostegno incrollabile" al governo di Beirut, ai libanesi e alla "resistenza", ovvero agli Hezbollah libanesi, dopo l'entrata in vigore della tregua tra il gruppo e Israele. La reazione di Teheran, riportata dall'agenzia iraniana Mehr, è arrivata tramite il portavoce del ministero degli Esteri della Repubblica Islamica, Esmaeil Baqaei, che ha rivendicato come l'Iran "negli ultimi 14 mesi si sia impegnato in importanti sforzi diplomatici per" la "fine immediata della guerra a Gaza e in Libano".
Il portavoce è poi tornato ad accusare Israele di "crimini" e alla comunità internazionale ha chiesto un "pressing efficace" su Israele affinché ponga fine alla "guerra" nell'enclave palestinese.
Egitto: subito cessate fuoco a Gaza
La tregua in Libano tra Hezbollah e Israele potrebbe "contribuire all'inizio di una fase di de-escalation" in Medio Oriente. E' quanto afferma l'Egitto con l'auspicio che sia il "preludio" alla "fine dell'aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza", dove servono un "cessate il fuoco immediato" e "accesso totale di aiuti umanitari, senza ostacoli". Il ministero degli Esteri del Cairo insiste sulla "piena attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza Onu", con il dispiegamento dell'Esercito libanese nel sud del Libano e il suo controllo su "tutto il territorio libanese".
L'Egitto insiste "sull'importanza di rispettare la sovranità del Libano", sulla "non interferenza negli affari interni" e sulla necessità di "completare tutte le istituzioni dello Stato, compresa l'elezione di un presidente, senza diktat esterni", si legge in una nota su X.
Il Cairo chiede infine di "fermare le violazioni intollerabili in Cisgiordania", ripetendo che "non ci sono soluzioni militari alle crisi nella regione" e insistendo su "negoziati e dialogo" e su un "processo politico serio, con un arco temporale definito" che culmini nella creazione di uno stato palestinese e la "fine dell'occupazione".
Siria accusa Israele
La Siria denuncia l'uccisione di sei persone in raid attribuiti a Israele che, prima dell'entrata in vigore della tregua tra gli Hezbollah libanesi e Israele, hanno colpito aree al confine tra Libano e Siria. "Il nemico israeliano ha lanciato un'aggressione dalla direzione del territorio libanese, colpendo i valichi alla frontiera tra Siria e Libano", scrive l'agenzia ufficiale siriana Sana che cita una fonte militare.
Il bilancio fornito da Damasco parla sei persone uccise, tra le quali due soldati e un volontario della Mezzaluna Rossa araba siriana, e di 12 feriti, compresi "donne, bambini e operatori della Mezzaluna Rossa araba siriana". La Sana riferisce di "danni significativi", accusando Israele di aver colpito i valichi di Arida e Dabousiya.