‘Mi manda Raitre’, minacce a Ruffo e moglie dopo inchiesta su ristoranti abusivi
Rai attiva procedure per sporgere denuncia e costituzione di parte civile
Prima gli insulti, poi le accuse di essere come gli ‘ndranghetisti, di essere al soldo di massoni e lobbisti. Quindi le minacce, pubbliche e private, rivolte a lui e alla moglie: "Che bella famiglia… peccato potrebbe essere rovinata…", "Ci vediamo molto presto, tanto ad Ostia siamo di casa" e ancora "Salutami tua moglie". Bersaglio di commenti, post e messaggi è il conduttore di 'Mi Manda RaiTre', Federico Ruffo, che si è trovato al centro di attenzioni indesiderate dopo la messa in onda dell’inchiesta sui ristoranti abusivi.
Il caso
Nelle scorse settimane, il caso è esploso con la vicenda delle 'orecchiette fatte in strada' a Bari, scatenando indagini, scioperi, interrogazioni parlamentari e polemiche sui quotidiani e nei tg. L’inchiesta ha raggiunto il suo apice con la pubblicazione dei filmati che mostrano Nunzia Caputo, simbolo delle pastaie di Bari Vecchia, gestire un ristorante completamente abusivo nel salotto di casa.
Le minacce
Le minacce sono apparentemente tutte riconducibili ai profili di un imprenditore di Reggio Calabria attivo nel settore della “ristorazione casalinga” e giungono al culmine di una campagna denigratoria durata settimane: prima post e articoli (pubblicati su apposito sito) carichi di accuse e insulti nei confronti di Ruffo, poi messaggi denigratori inviati a tappeto a tutti i contatti social del conduttore e ai componenti della redazione di 'Mi Manda RaiTre' (accusati di essere fascisti e di aver violato fantomatiche regole sul contraddittorio), e la ricerca spasmodica di un contatto con la moglie sempre attraverso i social, unita a decine di messaggi inviati direttamente a lui.
Ruffo: "Non è la prima volta che mi capita e non sarà l'ultima"
Gli Affari Legali Rai, informati dell’accaduto, hanno già istruito le pratiche necessarie a presentare denuncia e costituirsi parte civile in un eventuale processo. "In questo mestiere preventivi sempre certe attenzioni, non è la prima volta che mi capita e non sarà l’ultima - ha commentato Ruffo -. E’ una mia scelta pienamente consapevole, non è invece una scelta della mia famiglia, che nulla ha a che vedere con il mio lavoro. Di solito lascio gli haters a rotolarsi nei loro liquami social, stavolta pretendo che gli autori vengano identificati e sanzionati. Una cosa è l’odio on line, un’altra le minacce e la paura che ne seguono: mia moglie è terrorizzata dal solo dover scendere dall’auto– conclude il conduttore – vive con spavento anche i soli metri tra l’auto e il portone di casa, si sveglia tremando per quello che potrebbe trovare sui social. Se qualcuno ha dei problemi col sottoscritto è con me che deve vedersela".
Cronaca
Malattie infiammatorie croniche intestinali, al via...
Nasce la Fondazione Ig-Ibd per la ricerca e arrivano le prime ‘raccomandazioni italiane’ per cure uniformi e di qualità
Coniugare innovazione e sostenibilità è la sfida per gli oltre 900 clinici riuniti da oggi a Riccione, fino al 30 novembre, per il XV Congresso nazionale Ig-Ibd organizzato dal Gruppo italiano per lo studio delle malattie infiammatorie croniche intestinali. Nella 3 giorni, gli specialisti si confronteranno sulle più recenti innovazioni diagnostiche, terapeutiche e tecnologiche che stanno rivoluzionando la gestione di queste patologie.
“Nella gestione delle Mici, le malattie infiammatorie croniche intestinali, stiamo assistendo a una rivoluzione della pratica clinica - afferma Massimo Claudio Fantini, segretario generale Ig-Ibd - Terapie avanzate, innovazioni e nuove tecnologie smart, come l’intelligenza artificiale, le tecniche endoscopiche avanzate e il telemonitoraggio, stanno offrendo opzioni sempre più personalizzate ed efficaci. In Italia, sebbene un dato preciso non esista, si calcola che queste malattie colpiscano circa 250 mila persone, un numero destinato ad aumentare considerevolmente entro la fine di questo decennio. È essenziale, dunque, sostenere percorsi di cura mirati e razionali per garantire un accesso equo alle cure, evitando sprechi e migliorando l’allocazione delle risorse. Il Congresso Ig-Ibd offrirà quindi un’importante occasione per esplorare modelli gestionali che permettano di migliorare, in modo sostenibile, la qualità di vita dei pazienti affetti da Mici”.
Durante il Congresso - informa una nota - verrà presentata la Fondazione Ig-Ibd, un’importante iniziativa a sostegno della ricerca e della gestione delle Mici in Italia e dedicata . La nuova istituzione si dedicherà principalmente alla ricerca scientifica su tutti i fronti - di base, traslazionale e clinica - con l’obiettivo di migliorare la conoscenza e il trattamento di queste patologie complesse. Ad oggi, infatti, non esistono ancora dati epidemiologici italiani certi, né stime precise sull’impatto socioeconomico delle malattie infiammatorie croniche intestinali. Per questo motivo, tra le mission principali della Fondazione vi sarà la creazione di un sistema di raccolta dati su scala nazionale dedicato alle Mici, uno strumento essenziale per supportare progetti di ricerca. Nonostante numerose linee guida e documenti di consenso, gli standard di qualità delle cure per queste patologie risultano ancora eterogenei sia a livello internazionale che nazionale. Nel 2020, l’European Crohn’s Colitis Organisation (Ecco) ha pubblicato un position paper sui criteri di qualità delle cure, definendo standard minimi essenziali in tre ambiti: struttura, processo e risultati. Questo documento, frutto di un’analisi rigorosa della letteratura e della collaborazione tra esperti e rappresentanti dei pazienti, fornisce criteri che ogni unità MICI può adottare o adattare al proprio contesto. In Italia, Ig-Ibd ha deciso di riprodurre, tramite una ‘Consensus Delphi’, lo stesso processo di analisi e generazione di standard di qualità delle cure adottabili nel nostro Paese.
“Come Società scientifica - aggiunge Fantini - siamo impegnati nel definire una strategia chiara per i prossimi anni, lavorando sia sulla ricerca che sulla sostenibilità ed equità di accesso alle cure. La nascita della Fondazione rappresenta un passo decisivo per il progresso della ricerca e per l’ampliamento delle conoscenze delle Mici in Italia, mentre l’importante definizione di standard di qualità delle cure a livello nazionale vuole rappresentare uno strumento di supporto a livello locale per tutti quei servizi necessari per una gestione moderna, efficiente, efficace e sostenibile del percorso di cura dei pazienti italiani con malattie infiammatorie croniche intestinali”.
Ig-Ibd (the Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease) - ricorda la nota - è una società scientifica nata con lo scopo di promuovere la ricerca sulla malattia di Crohn, Colite ulcerosa e sulle altre patologie infiammatorie idiopatiche del tratto gastrointestinale e di migliorare e diffondere le conoscenze per la cura di queste patologie. Le Mici sono un gruppo di patologie caratterizzate da una infiammazione cronica del tratto gastrointestinale con un impatto rilevante sia sulla vita quotidiana dei pazienti che sul sistema sanitario. Nel mondo si stima ne soffrano circa 10 milioni di persone di cui, circa 3,4 milioni, in Europa con una prevalenza in crescita. Sebbene possano insorgere a qualunque età, si manifestano più frequentemente tra gli adolescenti e i giovani adulti under 35, con un quarto di casi addirittura già in età pediatrica.
Oltre ai fattori genetici, i principali rischi per lo sviluppo delle Mici includono gli stili di vita tipici dei Paesi più industrializzati, come diete ricche di grassi saturi e proteine animali, uso eccessivo di antibiotici e sedentarietà. Questo rende le società avanzate più vulnerabili a queste patologie. Le persone con malattia infiammatoria cronica intestinale presentano episodi di diarrea, crampi e dolori addominali, sanguinamento dal retto, perdita di peso, febbre e affaticamento. L'intensità dei sintomi può variare molto nel tempo. I pazienti possono sperimentare lunghi periodi di remissione e/o ricorrenti riacutizzazioni con un alto rischio di complicazioni. Diagnosi precoci e trattamenti avanzati possono cambiare il decorso di queste malattie.
Cronaca
UniBas, presentato il master Eo-Sat per la formazione nel...
Per iscriversi al master di I livello c'è tempo fino al 2 dicembre, previste 20 borse di studio
Ancora pochi giorni alla scadenza del 2 Dicembre per l'iscrizione al Master di I livello in “Earth Observations from Space: Advanced Technologies and Applications (EO-SAT)”. Il Master, finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca a seguito del bando per i Patti Territoriali dell'Alta Formazione per le imprese, è organizzato a Potenza dall’Università degli Studi della Basilicata in collaborazione con il sistema delle imprese del Cluster Lucano dell’Aerospazio e del Distretto Tecnologico Tern. Esso, sotto l'egida della Rete Europea delle Copernicus Academies della quale UniBas è stata co-fondatrice - si avvarrà, oltre che dei docenti dell'ateneo lucano, anche di docenti provenienti da altre Università italiane e straniere, dalla Agenzia Spaziale Italiana e da imprese del settore come Leonardo spa.
Il Master, unico del suo genere in Europa, ha come obiettivo la formazione di professionisti nel settore delle Osservazioni della Terra dallo Spazio che possano, alla fine del master, disporre di tutte le competenze di base e specialistiche necessarie a contribuire allo sviluppo dell’intera filiera delle OT, dalla progettazione e messa in operazione di piattaforme e strumenti di telerilevamento fino alla analisi e interpretazione dei dati telerilevati per lo sviluppo di applicazioni e servizi avanzati.
Il Master sarà proposto in due edizioni annuali supportate ciascuna da 20 borse per la frequenza in presenza da 5.000 euro: la prima (2025) dedicata a fornire solide basi teoriche, la seconda (2026) più focalizzata sulle applicazioni con periodi più lunghi di stage nelle aziende del settore. Un corso che prova a rispondere alla vera e propria fame di professionisti di questo tipo, espressa più volte dalle imprese, agevolando al contempo l'inserimento dei nostri giovani tanto nelle aziende del settore aerospaziale e dell’Ict quanto nelle amministrazioni pubbliche. Il bando del Master è disponibile sulla pagina dedicata ai Master dell'UniBas dove è anche possibile presentare domanda di ammissione entro il 2 Dicembre 2024. Il numero massimo di posti in presenza per la prima edizione (2025) è di 20, e l’inizio delle attività didattiche è previsto a gennaio 2025.
Cronaca
Caso Orlandi, dossier su Emanuela in Vaticano:...
Le parole dell'avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi dopo la conferma del Promotore di giustizia Vaticano sull'esistenza del fascicolo
Il dossier in Vaticano sul caso Orlandi esiste e "l’ammissione da parte del Promotore di Giustizia dell’esistenza di un fascicolo in Vaticano su Emanuela Orlandi è un passo avanti importante verso la verità. È un fatto certo, infatti, a questo punto, che il Vaticano abbia compiuto delle attività aventi ad oggetto il rapimento di Emanuela Orlandi che non ha mai condiviso né con la famiglia Orlandi né con la procura di Roma". Così l’avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia di Emanuela Orlandi.
“Tale circostanza, peraltro, arreca molto dispiacere ai familiari della Orlandi, considerato che nel 2012 i magistrati romani conducevano la seconda inchiesta sul sequestro di Emanuela Orlandi e i magistrati stessi avrebbero potuto, in un’ottica di leale collaborazione, giovarsi delle risultanze vaticane - continua -. Le dichiarazioni del Promotore di Giustizia, poi, destano qualche perplessità sulla ricostruzione stessa della storia di questo fascicolo. Il Comandante Giani, infatti, avrebbe redatto questa ‘ricostruzione storica’ nel 2012, che sarebbe adesso nella disponibilità del Promotore di Giustizia”.
“Pur rispettando il segreto istruttorio, va evidenziato che la famiglia Orlandi ha fatto richiesta di prendere visione ed estrarre copia di questo fascicolo sin dal 2017, mentre l’inchiesta vaticana è stata aperta solo nel gennaio del 2023, ben sei anni dopo - aggiunge l’avvocato -. Perciò, è lecito chiedersi: chi ha custodito questo fascicolo fino ad ora, visto che in più occasioni, nei predetti anni, è stato riferito pubblicamente dalle autorità vaticane che non esisteva alcun fascicolo e che quello di Emanuela Orlandi era ‘un caso chiuso’?”.
“La famiglia Orlandi confida che vengano finalmente date delle risposte chiarificatrici, considerate le innumerevoli istanze da loro formulate alle autorità vaticane e si augura sia giunto davvero il momento di fare chiarezza”. “Allo stesso modo gli Orlandi si augurano che la Procura di Roma nonché la Commissione Parlamentare di inchiesta si attivino quanto prima per chiedere l’acquisizione di questo fascicolo”, conclude l’avvocato Sgrò.