Milano, Piantedosi assicura: “Città non è fuori controllo”
Vertice in Prefettura per affrontare nel dettaglio la situazione legata agli scontri nel quartiere Corvetto. "Non si può assimilare quanto successo ai contesti delle banlieue", ha detto il ministro dell'Interno
“Non si può dire che Milano sia una città fuori controllo. Poi, nessun segnale va sottovalutato”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al termine del vertice alla prefettura di Milano, organizzato per individuare una strategia volta a gestire la situazione legata agli scontri dei giorni scorsi nel quartiere Corvetto.
“La riunione di oggi è stata molto proficua perché abbiamo avuto modo di rappresentare anche quello che era un impegno che stavamo mettendo a livello centrale nei confronti della città e dell’area metropolitana di Milano, a prescindere dagli ultimi accadimenti”. Nel corso dell’incontro, aggiunge Piantedosi, “abbiamo parlato dei rinforzi ormai imminenti, attesi tra dicembre e gennaio: oltre al normale turn-over tra le tre forze di polizia, immetteremo più di 600 unità di personale aggiuntivo”. Cosa che permetterà di avere “un significativo beneficio anche nei servizi di controllo del territorio”.
Per Piantedosi "non si può assimilare quanto successo al Corvetto ai contesti delle banlieue, per una questione di numeri e di evidenze. Tuttavia sono segnali che non vanno sottovalutati”, ha precisato, ricordando che “al quartiere, nel corso di quest’anno, sono stati svolti più di 40 servizi ad alto impatto e 162 arresti”. “Cito il Corvetto -puntualizza il ministro- perché il quartiere è salito ai fasti della cronaca, ma si potrebbe moltiplicare anche per gli altri quadranti, in una città dove le forze di polizia fanno il loro dovere in sinergia con le altre istituzioni. E questo, ci tengo sempre a dirlo, non significa negare l’importanza di certi fenomeni : l’area metropolitana di Milano registra alcune particolarità come quasi il doppio della media nazionale della presenza di cittadini immigrati, il 65% circa di reati commessi dagli immigrati e questo n/on perché ci sia un vocazione naturale da parte degli immigrati, ma perché si tratta di fasce di società che vanno ad alimentare maggiore possibilità di emarginazione”.
“Io l’ho detto anche in altri contesti -aggiunge Piantedosi-: chi immagina che l’integrazione passi semplicemente attraverso il rilascio di un foglio di carta o di un permesso di soggiorno, cioè solo di una decretazione formale, sbaglia. Sarebbe molto comodo per tutti noi, responsabili delle istituzioni, lavarci la coscienza rilasciando permessi di soggiorno”. Si tratta, conclude Piantedosi, di “fenomeni che vanno seguiti e ai quali noi intendiamo riservare tutta l’attenzione che merita la seconda città più importante insieme a Roma del territorio nazionale”.
Fiaccolata per Ramy e Fares sabato al Corvetto
Intanto è stata organizzata per il prossimo 30 novembre la fiaccolata commemorativa di Ramy e Fares, i due ragazzi che scappavano in scooter dai carabinieri e si sono schiantati contro un muro. Incidente a seguito del quale uno dei due, il 19enne di origine egiziana di nome Ramy, ha perso la vita e che è stato alla base dei disordini avvenuti nel quartiere nei giorni successivi. Ad organizzarla la famiglia, gli amici e le amiche dei due ragazzi, che chiedono di accertare la verità dei fatti.
L'annuncio è stato diffuso dal Cai-Coordinamento Antirazzista Italiano che sul proprio sito web spiega di affiancarsi e "sostenere la famiglia, gli amici e le amiche di Ramy e Fares che in questi giorni stanno chiedendo verità e giustizia". La fiaccolata dovrebbe seguire un percorso che si snoda da piazzale Gabrio Rosa a via Ripamonti. Ulteriori informazioni sull’orario verranno poi divulgate nei prossimi giorni.
“Incontrerò i familiari di Ramy, dopodiché credo che sia assolutamente giusto farlo per rispetto del dolore”, ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, al termine del vertice in prefettura. “È chiaro -aggiunge Sala- che abbiamo apprezzato le parole dei familiari, che avrebbero potuto incendiare gli animi e invece hanno cercato di buttare acqua sul fuoco e lo hanno fatto in maniera assolutamente adeguata”.
Cronaca
Hiv, D’Attis (Fi): “Proposta di legge in commissione...
"Il Paese si doti di nuovi strumenti per combattere Hiv, Hpv e malattie sessualmente trasmissibili"
“La proposta di legge, tra l’altro condivisa, con l’abbinamento di altri testi, è ferma in commissione affari sociali. Si tratta di un lavoro di alcuni anni. Mi auguro che il 1 dicembre del 2024 sia l’ultima giornata mondiale contro l’Aids senza una nuova legge. Quello che ci viene chiesto è appunto” uno strumento “che innovi la 135 del ‘90 e che doti il Paese di nuovi strumenti per combattere l’Hiv, l’Aids, l’Hpv e le malattie sessualmente trasmissibili”. Queste le parole dell’onorevole Mauro D’Attis, componente V commissione Bilancio, tesoro e programmazione della Camera dei Deputati, esponente di Forza Italia e relatore nell’ottobre 2022 di una proposta di legge su interventi per la prevenzione di Hiv, Aids e Papilloma Virus, in occasione della presentazione del libro bianco ‘Hiv. Le parole per tornare a parlarne’.
Questo documento parte da quattro parole chiave - prevenzione, stigma, checkpoint e qualità di vita - per riportare il discorso pubblico sul tema dell’Hiv e passare all’azione, nell’ambito dell’evento ‘Hiv. Dalle parole alle azioni. Insieme per porre fine all’epidemia’, organizzato a Roma e promosso da Gilead Sciences con la partecipazione dei rappresentanti della comunità scientifica, delle associazioni, del terzo settore, delle istituzioni nazionali e regionali.
Cronaca
Aids, San Raffaele Milano: parte studio su terapia...
Il progetto si posiziona all’interno della cosiddetta scienza dell’implementazione
L’infezione da l'Hiv continua a rappresentare ancora oggi, anche in Italia, una sfida importante. É necessario promuovere l’accesso al test, favorire la prevenzione dell’infezione da Hiv e delle malattie sessualmente trasmesse, assicurare a tutte le persone che vivono con l’infezione terapie efficaci ben tollerate nel tempo ed esplorare possibili percorsi di cura definitiva. Proprio per questo il team di Evoluzione e Trasmissione Virale dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano, diretto dalla dottoressa Gabriella Scarlatti, ha recentemente avviato uno studio clinico di Fase 1 per testare la sicurezza e l’efficacia immunitaria di nuovo vaccino terapeutico HIVconsvX.
"Nella battaglia contro l’infezione da Hiv è fondamentale garantire un percorso terapeutico che favorisca l’aderenza alla terapia perchè questo, non solo migliora la qualità di vita delle persone con l'Hiv, ma è uno strumento molto efficace, insieme alla prevenzione, nel contenere l’epidemia da Hiv e nel ridurre a 0 il numero di nuove infezioni", spiega professoressa Antonella Castagna, ordinario di Malattie Infettive all’Università Vita-Salute San Raffaele - UniSR e primario di Malattie Infettive all’Irccs Ospedale San Raffaele.
In occasione della Giornata mondiale contro l’Hiv, che si celebra il primo dicembre, l’Unità Operativa di Malattie Infettive dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, annuncia l’avvio dello studio 'Aladdin', rivolto alle persone con questa patologia che vivono nella area milanese e che potranno fruire a domicilio della terapia Long-acting con Cabotegravir associato a Rilpivirina. Il progetto si posiziona all’interno della cosiddetta scienza dell’implementazione, filone di ricerca relativamente recente che studia l’adozione di interventi innovativi in ambito sanitario. Questa disciplina analizza i fattori e i processi che influenzano i risultati dell'implementazione sia dal punto di vista dei pazienti sia dei sanitari.
'A partire dal 2 dicembre coinvolgeremo 100 persone in terapia antiretrovirale stabile ed efficace'
Lo studio Aladdin (Antiviral Long Acting Drugs Landing in People Living With HIV), "coordinato dalla dottoressa Silvia Nozza, infettivologa dell’Irccs Ospedale San Raffaele, è volto a confrontare la somministrazione ospedaliera e domiciliare del trattamento Cabotegravir Long Acting associato a Rilpivirina Long Acting per pazienti Hiv positivi e sarà supportato da ViiV Healthcare nell’ambito del supporto a studi di ricerca indipendenti. Verranno esaminati - precisa la nota del San Raffaele - due diversi contesti di somministrazione del trattamento, quello standard ospedaliero e quello innovativo domiciliare". "A partire dal 2 dicembre coinvolgeremo 100 persone in terapia antiretrovirale stabile ed efficace per valutare la fattibilità, l'adeguatezza e l'accettabilità di ciascuna delle due modalità di somministrazione della terapia Long Acting; – spiega Nozza – il nostro obiettivo è riuscire a fornire risposte concrete ai bisogni delle persone con Hiv seguite al San Raffaele di Milano per migliorare l’adesione alle terapie".
Le iniziative previste per il 2 dicembre. In occasione della Giornata mondiale contro l’Hiv si rinnova anche l’impegno del San Raffaele a sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema cruciale: la prevenzione. L'Irccs promuove tre importanti iniziative. Dalle 9 alle 16 un camper Easy-Test sosterà nel piazzale dell’Ospedale San Raffaele, gentilmente offerto da Medici in Strada, in cui un team di medici dell’Unità di Malattie Infettive sarà a disposizione delle persone interessate per eseguire il test rapido, gratuito e anonimo per l’individuazione degli anticorpi dell’HIV e della sifilide e per fornire tutte le informazioni utili riguardanti la patologia.
Il 2 dicembre eventi per approfondire i progressi della ricerca scientifica, esplorare il panorama globale della malattia
Sempre la mattina del 2 dicembre, dalle 10.30 alle 11, presso il reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale San Raffaele – Turro (Via Stamira d'Ancona, n. 20, Milano), i pazienti malati di HIV e il personale del San Raffaele e del Centro San Luigi, che hanno aderito al progetto Lanaterapia, accompagnati dalla professoressa Antonella Castagna, dalla coordinatrice infermieristica, dottoressa Katia Ruggieri, e dalla Direttrice di Gomitolorosa, Ivana Appolloni, distribuiranno le coperte degli esagoni realizzate a mano ai pazienti ospedalizzati della struttura. Infine, nel pomeriggio, dalle 13:30 alle 18:15, ricercatori, medici, infermieri dell’Unità di Malattie Infettive, unitamente agli studenti UniSR e alle associazioni delle persone con infezione da Hiv, parteciperanno al simposio 'HIV: dalla prevenzione alla cura' (Ospedale San Raffaele, via Olgettina 60 Milano , aula San Raffaele, settore C) che avrà l’obiettivo di approfondire i progressi della ricerca scientifica, esplorare il panorama globale della malattia e discutere delle reali esigenze delle persone che convivono con l’infezione da HIV.
Cronaca
Aids, infettivologo Antinori: “Stigma allontana...
‘Checkpoint strutture importanti, possono offrire test e anche Prep’
“Lo stigma nei confronti delle persone con Hiv è tutt’oggi la prima barriera ad ostacolare molte delle azioni di sanità pubblica: esiste, non solo nella società e negli ambienti di lavoro, ma anche nelle strutture sanitarie, come dimostrato purtroppo da un’indagine dell’European Ecdc da poco pubblicata. In molti Paesi europei infatti persiste uno stigma da parte degli operatori sanitari e di coloro che assistono le persone con Hiv, operatori dunque che, evidentemente, hanno pregiudizi e idee non conformi a quella che dovrebbe essere l’idea di un professionista che è, in primo luogo, un portatore di salute. Credo che questa sia una grande battaglia perché lo stigma allontana le persone dal test e dai luoghi di cura, capovolgendo i paradigmi e impedendoci di lavorare”. Con queste parole Andrea Antinori, direttore del dipartimento clinico dell’Istituto nazionale per le Malattie infettive, Spallanzani Irccs di Roma, è intervenuto oggi all’evento ‘Hiv. Dalle parole alle azioni. Insieme per porre fine all’epidemia’ promosso da Gilead Sciences, a Roma.
L’evento che rientra nella campagna ‘Hiv. Ne parliamo?’ ha visto la partecipazione dei rappresentanti della Comunità scientifica, delle associazioni, del terzo settore, delle Istituzioni nazionali e regionali. Durante l’evento è stato presentato il libro bianco ‘Hiv. Le parole per tornare a parlarne’. Allontanare le persone dai luoghi di cura “impedisce - sottolinea lo specialista - alle persone con Hiv di avere una vita regolare, sana e felice e, alle persone a rischio, di avvicinarsi a tutto quello che può servire per evitare che si infettino. I checkpoint sono quindi fondamentali - prosegue - collaboriamo infatti con i due checkpoint di Roma e ci rechiamo lì settimanalmente a fare il nostro lavoro insieme a loro. Sono strutture importanti, perché possono offrire il test ma anche la Prep”, la prevenzione pre esposizione “che si può portare fuori dall’ospedale. Noi lo stiamo facendo, la consegniamo anche fisicamente con questo rapporto di collaborazione con i checkpoint, che sono dei luoghi neutri, più friendly e non medicalizzati, a cui le persone si possono avvicinare. Lo dico pensando sopratutto a chi ha bisogno di prevenzione, che non è malato ma una persona sana, che guarda all’ospedale anche con un certo timore, con paura o con reticenza. I checkpoint possono avvicinare questa popolazione e rendere tutto molto più semplice, libero e naturale”.
La qualità della vita delle persone con Hiv e in terapia “è migliorata per effetto dei farmaci, però esistono ancora molti problemi irrisolti nell’età più avanzata, in cui aumentano le morbidità e le altre patologie - aggiunge Antinori - I nostri pazienti sono dei cronici e la cronicità è un problema a tutti i livelli, non solo per l’Hiv. La qualità della vita può quindi ulteriormente migliorare ma servono interventi molto capillari, servono team multispecialistici che si facciano carico di queste persone perché non serve solo l’infettivologo, ma servono anche assistenti sociali, sanitari e psicologici, per gestire una malattia complessa che non riguarda solo il virus ma riguarda una persona, un’entità molto più alta e complicata”.