Test medicina, Bernini ai Rettori: “Gestiamo gli studenti per il bene del Paese e del Servizio Sanitario”
Il ministro da Trieste, "con riforma addio a inaccettabile lancio della monetina su domande come 'chi era Sandra Milo?'"
"Chiedo a tutti di collaborare: la mia preoccupazione non è quella di avere aule troppo piene ma troppo vuote, come sta succedendo adesso. Agli amici Rettori dico 'non lamentiamoci di non avere abbastanza studenti e poi quando si apre il numero chiuso diciamo sono troppi', cerchiamo di gestirli. Per il loro bene, per il bene del nostro sistema paese e per il bene del sistema sanitario nazionale". Così il ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini a margine del 2° Forum Scientifico Italia-Serbia a Trieste.
Per quanto riguarda i test di ammissione a medicina, "da ora non ci sarà più quel terribile test a crocette - prosegue il ministro - che faceva solo spendere soldi agli studenti e alle famiglie per prepararli su domande come 'chi era Sandra Milo?' Cose sinceramente inaccettabili. Ora tutte le studentesse e gli studenti si prepareranno durante un semestre in cui studieranno materie caratterizzanti, materie propedeutiche e potranno accedere ad una graduatoria. Noi stiamo allargando in maniera progressiva, programmata e sostenibile il numero chiuso senza creare una rottura del sistema ma rendendo possibile valorizzare il talento, il merito e i sogni delle studentesse e degli studenti che legavano il loro destino al lancio della monetina. Perché questo era il test a crocette. Adesso non esiste più". Una riforma che servirà, secondo il ministro, a ridurre la mancanza di medici nel nostro Paese: "Dovremmo aspettare otto anni perché questi medici siano in grado di operare in corsia. Ma è altrettanto vero che se non si comincia mai non si producono mai nuovi medici".
"So che è una strada complicata perché non sono tutti favorevoli: ci sono posizioni ormai radicate che si fa fatica a convincere a cambiare. Però il mio obiettivo sono le studentesse, gli studenti, il loro futuro e il benessere del servizio sanitario nazionale. Soprattutto, bisogna evitare che i nostri studenti siano costretti ad un esilio forzato all'estero, per andare a studiare medicina in luoghi che non sono l'Italia per poi ritornare, dopo aver speso tanti soldi, e non essersi giovati della grande qualità dell'offerta formativa italiana".
Cronaca
SuperEnalotto, numeri combinazione vincente 28 novembre 2024
Quattro '5' vincono 42.142 euro ciascuno
Nessun '6' né '5+1' al concorso del Superenalotto di oggi. Realizzati invece quattro '5' che vincono 42.142 euro ciascuno. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 37,8 milioni di euro.
Quali sono i punteggi vincenti
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;
- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
Quanto costa una schedina
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.
La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.
Come faccio a sapere se ho vinto
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.
La combinazione vincente
La combinazione vincente di oggi è 3, 8, 37, 54, 74, 84. Jolly: 26. SuperStar: 26.
Cronaca
Anpi, polemica con gaffe contro il francobollo per Sergio...
Pagliarulo: "Scelta politica ricordare lui e non Piazza della Loggia e Italicus". Ma in realtà il francobollo per le due stragi è stato emesso nel 2024. La famiglia: "Fascismo non c'entra, è elogio alla normalità di una vita che purtroppo è andata sprecata"
Dall'Anpi polemica con gaffe sul francobollo annunciato per il 2025 in occasione del cinquantenario dell'omicidio di Sergio Ramelli, lo studente di destra aggredito a colpi di chiave inglese da un gruppo di militanti della sinistra extraparlamentare a Milano nel 1975 e morto dopo 47 giorni di agonia.
La gaffe dell'Anpi
"Per le stragi del 1974 di Piazza della Loggia o del treno Italicus, non è stato fatto alcun francobollo", contesta il presidente dell'Anpi Gianfranco Pagliarulo. Un'affermazione che in realtà non corrisponde al vero perché per le due stragi sono stati emessi francobolli commemorativi nel 2024, appunto in occasione del 50esimo anniversario. "Lo ignoravo", si limita a replicare Pagliarulo, che non rinuncia però a parlare di strumentalizzazione. "Non è mai stato fatto alcun francobollo per le centinaia di ragazze e di ragazzi uccisi dai fascisti in quel decennio. E nel momento in cui si sceglie una sola persona, per di più di quella parte, si fa una palese scelta politica - dice all'Adnkronos - Qui non è in discussione la gravità dell'evento, cioè l'assassinio efferato di Ramelli. È in discussione la strumentalizzazione di quella morte, un tentativo di ridisegnare gli anni Settanta in un modo che non corrisponde alla realtà".
Insomma, secondo l'Anpi, "non ha senso fare un francobollo su Sergio Ramelli, su cui è stato istituito una sorta di culto neofascista, in mancanza di iniziativa 'di memoria postale' rispetto ad altri eventi gravissimi che sono avvenuti in quella fase storica come per esempio le grandi stragi che oggi sono rimosse, a cominciare da piazza Fontana fino a Bologna, con in mezzo Brescia, l'Italicus e tante altre".
La famiglia di Ramelli: "Fascismo non c'entra, è elogio a normalità di una vita andata sprecata"
Di tutt'altro avviso la famiglia di Ramelli. "Sergio era un ragazzo normalissimo che ha manifestato alcune idee che per quella età erano 'abbozzate'. Il destino ha voluto che diventasse un martire, ma nel ricordare la sua morte si celebra non un ragazzo che ha manifestato idee fasciste ma un ragazzo che avrebbe potuto diventare quello che voleva ma e che invece per la sventura, per la delinquenza, per il clima di quei tempi, è diventato un martire", dice all'Adnkronos Massimo Turci, parlando a nome della sorella di Ramelli. "Quello in memoria di Sergio potrebbe essere un francobollo in elogio alla normalità di una vita che è invece andata sprecata", sottolinea, bocciando la polemica sollevata dall'Anpi come "priva di senso".
D'altronde, aggiunge poi, non senza amarezza nella voce, "la famiglia di Sergio, relativamente al francobollo, è indifferente: non è che per la sorella, unica rimasta, possa essere considerato un voto in più sul registro: ormai la vita quello che doveva fare ha fatto, la famiglia tutta ne ha risentito. Certo non le dà fastidio l'emissione, ma sicuramente non aggiunge nulla alla sua vita né leva nulla al suo dolore". (di Silvia Mancinelli)
Cronaca
Caos al Corvetto. Tommy Kuti: “Da noi solo per gravi...
"Da noi solo per gravi fatti di cronaca. Ascoltateci e stop al gioco dei politici''. Tommy Kuti, rapper afroitaliano non ha dubbi nel prendere una posizione dopo i fatti accaduti nel quartiere Corvetto di Milano negli scorsi giorni, protagonista di disordini e vandalismi in seguito alla morte del 19enne di origine egiziana Ramy Elgaml. Secondo il cantante troppo spesso “si finisce a parlare di ragazzi di seconda generazione dopo situazioni o fatti di cronaca estremi e i – dice all’Adnkronos Tommy Kuti, il rapper afroitaliano, qui da quando aveva 2 anni– oltre a essere un problema, è un sintomo dell’arretratezza dell’Italia su questi temi”. Per i ragazzi e le ragazze figli di immigrati è difficile sentirsi italiani al 100%, “ci vuole un grande sforzo”.
Tommy ha passato l’infanzia sulle sponde del lago di Garda, in provincia di Brescia, in una comunità di persone nigeriane cresciute in Italia. Il suo quotidiano è differente da quello degli altri: “Il 98% dei miei amici se ne sono andati dall’Italia perché non si sono mai sentiti integrati”. Una conseguenza dettata dal clima di diffidenza verso ciò che non si conosce. “Quando un italiano incontra un nero – spiega – viene quasi naturale pensare cose negative. È così che si crea quella tensione che porta poi alla perdita di persone, come i miei amici”. Mentre si parla di sbarchi, maranza e criminalità giovanile “diventiamo miopi e ignoriamo quello che questi ragazzi possono realmente offrire”.
Secondo Tommy c'è un problema: il Paese è spesso abituato a interagire con gli italiani di seconda e terza generazione solo quando si tratta di problemi da risolvere, mentre “non c’è una narrazione che tratti storia di normalità o quotidianità”. Quello che serve fare, per il rapper, è “confrontarsi e cambiare la narrativa così che anche i parlamentari di destra smetterebbero di dire che è sempre colpa dell’immigrazione”.