Voci di separazione fra Harry e Meghan, ma soltanto ‘professionale’
Il duca e la duchessa del Sussex potrebbero lavorare indipendentemente l'uno dall'altra
Il principe Harry e Meghan Markle starebbero affrontando una separazione professionale. Sembra infatti che il duca e la duchessa del Sussex potrebbero lavorare indipendentemente l'uno dall'altra. La coppia è nota per i progetti, le opere di beneficenza e le visite in comune. Negli ultimi mesi, tuttavia, il secondogenito di re Carlo e la moglie sembrano essersi divisi in molti aspetti del loro lavoro.
Meghan ha partecipato di recente a un evento per le donne afghane con l'organizzazione Mina's List. E - fa notare il Mirror - se da una parte, la duchessa del Sussex ha parlato della Archewell Foundation, l'ente di beneficenza di cui fa parte assieme al marito, quest'ultimo non era fisicamente presente. Anche Harry si è presentato senza la moglie a un evento completamente diverso fuori dagli Stati Uniti. La scorsa settimana, infatti, il secondogenito di re Carlo, che si è dimesso dagli incarichi reali nel gennaio 2020, ha partecipato a diverse iniziative degli Invictus Games a Vancouver, in Canada, dove è stato fotografato assieme a molti bambini che ne hanno preso parte.
Tuttavia, i Sussex hanno annunciato di esser pronti a fare apparizioni pubbliche insieme a febbraio 2025, partecipando agli Invictus Games. E Meghan ha perfino lasciato intendere che anche Archie e Lilibet potrebbero parteciparvi. Nessun dubbio, comunque, sul legame familiare della coppia. L'attuale separazione professionale tra Meghan e Harry arriva un paio di anni dopo che l'ex attrice aveva parlato con entusiasmo della relazione con il marito dopo il loro trasferimento in California. "Una delle prime cose che mio marito ha visto quando abbiamo camminato per casa sono state quelle due palme", ha detto Meghan, sottolineando il motivo per cui avevano scelto la loro villa. "Vedi come stanno insieme? Amore mio, siamo noi", aveva detto Harry alla moglie.
Esteri
Arresto Netanyahu, Cpi pronta a revoca se Israele aprirà...
Così il portavoce della Cpi, Fadi El Abdallah. Germania, Francia e Regno Unito: "Ingiustificate misure Cpi contro leader Israele"
La Corte penale internazionale potrebbe revocare i mandati d'arresto spiccati nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu e dell'ex ministro della Difesa Yoav Gallant, se la Corte si convincesse del fatto che in Israele fosse aperta un'indagine approfondita. Lo ha detto in un'intervista radiofonica a Kan il portavoce della Cpi, Fadi El Abdallah, aggiungendo che i sospettati hanno il diritto di presentare ricorso.
Solo ieri Netanyahu aveva annunciato che Israele avrebbe presentato ricorso contro i mandati di arresto emessi nei suoi confronti e di quelli di Gallant.
I ministri degli Esteri di Germania, Francia e Regno Unito hanno intanto rilasciato una dichiarazione congiunta, affermando che non vi è alcuna giustificazione per cui la Corte penale internazionale debba adottare misure contro i leader israeliani. Lo riporta Haaretz.
Esteri
Scomparso da 25 anni, la sorella lo riconosce da una foto...
L'ultimo contatto risaliva al 1999, durante un viaggio in van attraverso gli Stati Uniti
Da venticinque anni la sua famiglia non aveva notizie di lui, ma ora, grazie a una foto pubblicata sul giornale, Thomas Edward Manizak è stato ritrovato da sua sorella. A raccontare, in esclusiva, il particolare caso di persiona scomparsa è il tabloid britannico Daily Mail.
Cosa era accaduto a Thomas Edward Manizak
Thomas Edward Manizak era scomparso durante un viaggio negli Stati Uniti a bordo di un van. L'ultima volta che l'uomo era entrato in contatto con i suoi cari era il 30 luglio 1999: aveva 28 anni e, come disse a sua madre in una telefonata da Twin Falls, in Idaho, stava bene ed era in viaggio per raggiungere Newport, in Oregon. Da allora Manizak, che era solito chiamare casa un paio di volte a settimana, non diede più sue notizie.
Non è ancora noto, spiega il Daily Mail, cosa sia accaduto in questi 25 anni. L'uomo è stato trovato a Los Angeles lo scorso aprile: non è in grado di comunicare e non era stato possibile stabilire la sua identità.
L'identificazione da parte della sorella
Ricoverato prima al St Francis Medical Center in Lynwood e poi trasferito a luglio in un'altra struttura ospedaliera della città californiana, solo in questi giorni di novembre Thomas Edward Manizak è stato identificato. Il merito è di sua sorella che ha riconosciuto una sua foto pubblicata in un articolo di maggio di USA Today in cui si chiedeva assistenza nell'identificazione di quest'uomo ricoverato in ospedale.
La convinzione si è rivelata esatta: il dipartimento delle Persone Scomparse della polizia di Los Angeles ha acquisito le impronte digitali dell'uomo e confermato che si trattasse effettivamente di Thomas Edward Manizak. Il capitano Mike Carney, sceriffo della Contea di Lassen, ha spiegato che la donna era al settimo cielo e impaziente di avvertire gli altri membri della famiglia. 'Vorrei che la sua mamma fosse ancora con noi", ha dichiarato un cugino.
Le condizioni
Il Daily Mail spiega che il diabete da cui l'uomo era già affetto al momento della scomparsa potrebbe essere il motivo per cui oggi non è più in grado di comunicare. Il suo stato richiedeva due iniezioni di insulina al giorno e se le cure non sono proseguite l'uomo potrebbe essere entrato in un coma diabetico.
Esteri
Come ‘Into the Wild’, Youtuber muore nella...
Storm De Beul esplorava da solo la natura del Nord Europa, filmava le sue escursioni e le condivideva online
Amava vivere avventure nella natura e filmarle, ma l'ultima escursione in solitaria è costata la vita al belga Storm De Beul. Lo Youtuber ventiduenne, riporta oggi il Daily Mail, è stato trovato morto in Lapponia lo scorso 30 ottobre dopo un anno passato a esplorare la remota regione svedese di Jokkmokk. A ucciderlo una terribile tempesta di neve nel mezzo della natura. "Sta nevicando molto forte qui, ma non ti preoccupare sopravviverò, lo sai", aveva detto a sua nonna nel suo ultimo messaggio.
"Viaggio in macchina e faccio video sull'esplorazione e il camping nell'Europa del Nord", descriveva così De Beul il suo canale Youtube. Alla stampa, la famiglia ha sottolineato le somiglianze tra la storia di DeBeul e quella raccontata in 'Into the Wild', film diretto da Sean Penn e ispirato alla storia vero di un uomo che ha affrontato in solitaria la natura dell'Alaska per fuggire le pressioni della società. "Storm aveva difficoltà a connettersi con le persone, gli piaceva molto stare da solo. Andare da solo nella natura lo rendeva felice: lì poteva scegliere la sua strada, letteralmente e figurativamente", ha detto suo padre Bout.
Cosa è successo
Non è chiaro se durante la nevicata, De Beul sia stato costretto ad abbandonare il suo rifugio, ma è probabile che la forte tempesta non gli abbia lasciato scelta. "Sono stati sradicati degli alberi quella notte, forse anche la sua tenda è volata via e non ha avuto altre opzioni se non camminare. Ma c'erano -6 gradi e a causa della tempesta se ne percepivano -18. Piedi e gambe erano congelate, mentre le mani non lo erano: deve essere riuscito a tenere con sé gli scaldini per le mani", ha raccontato Elisabeth Rademaker, madre del ragazzo.
"Deve avere sofferto per molto tempo per poi morire da solo. Continuo a immaginare i suoi ultimi momenti e la cosa mi devasta", ha detto ancora la donna, come riporta il Daily Mail, dopo aver raccontato che De Beul aveva anche il naso rotto quando è stato trovato, segno che deve essere caduto.
Il ventiduenne era a un giorno di cammino dalla sua macchina quando ha contattato i servizi di emergenza in tarda notte per dire che era ferito e aveva bisogno di aiuto, ma a causa della tempesta non è stato possibile inviare immediatamente i soccorsi. Quando un elicottero è stato in grado di trovarlo, per De Beul era ormai troppo tardi.
Gli ultimi video
Quando la neve si scioglierà, intorno a Maggio, il padre di Storm De Beul ha intenzione di tornare nel luogo in cui il ragazzo è stato ritrovato per cercare di recuperare le sue cose, dal momento che lo zaino è stato trovato quasi completamente vuoto. "I suoi video per noi sono un lascito inestimabile. Ma la sua telecamera è rimasta lì, piena di immagini della sua ultima escursione", ha spiegato Bout De Beulal sito belga 7sur7.