Banana di Cattelan, il fruttivendolo che l’ha venduta: “Sei milioni di dollari? Incredibile”
La reazione del 74enne Shah Alam intervistato dal New York Times
Il fruttivendolo Shah Alam mai si sarebbe immaginato che la sua banana sarebbe stata venduta a 6,2 milioni di dollari come opera d'arte. E che lui sarebbe stato intervistato dal New York Times. Mercoledì scorso nel suo banco della frutta di Manhattan sarebbe stata acquistata la banana, trasformata nell'opera d'arte 'Comedian' di Maurizio Cattelan e acquistata da Sotheby's dall'imprenditore di criptovalute Justin Sun.
Quando ad Alam è stato detto il prezzo di vendita, ha iniziato a piangere. "Sono un povero uomo" ha detto l'immigrato 74enne, originario del Bangladesh, al New York Times. “Non ho mai avuto così tanti soldi, io le vendo a 25 centesimi l'una. Assurdo, non ho mai visto così tanto denaro" ha detto il 74enne spiegando di lavorare per quattro giorni alla settimana con turni da 12 ore al banco della frutta. "Anche solo una piccola parte di quei soldi mi cambierebbe la vita" ha detto sconsolato, parlando al Nyt.
La banana più cara del mondo
L'opera è andata a ruba, mercoledì 20 novembre, nella sala vendite di Sotheby's a Manhattan. Sette offerenti hanno cercato di aggiudicarsi il provocatorio lavoro 'Comedian' del 64enne artista padovano. L'offerta vincente è stata fatta dal vicepresidente di Sotheby's per l'Asia, al telefono per conto di Justin Sun, collezionista cinese e fondatore della piattaforma di criptovalute Tron.
L'opera più famosa e discussa di Maurizio Cattelan, 'Comedian', una banana attaccata alla parete con il nastro adesivo, è stata venduta all'asta da Sotheby's a New York per 6,2 milioni di dollari, comprese le commissioni. La casa d'aste aveva stimato la controversa installazione 1-1,5 milioni di dollari.
Spettacolo
Cremonini: “In ‘Alaska baby’ provo a...
Da oggi disponibile il nuovo album dell'artista, nato da un viaggio di rinascita personale e artistica
Si chiama 'Alaska baby, il documentario' il progetto video e musicale del tutto inedito nel panorama dell’intrattenimento italiano, che vede protagonista Cesare Cremonini, non solo un artista all’apice della sua straordinaria carriera ma anche un uomo alla ricerca dei propri confini, pronto a crearne di nuovi. Il racconto, prossimamente disponibile su Disney+, si apre in un momento particolare della vita dell'artista, quando, dopo aver conquistato gli stadi nell’estate del 2022 con un tour trionfale culminato in un concerto storico a Imola davanti a più di 70mila persone, il "vuoto dello scrittore", che lui stesso definisce "un pieno di ego", lo porta a una decisione radicale: partire, dopo 45 giorni di nebbia emiliana ininterrotta cercare il sole e partire. Iniziando da Antigua, nei Caraibi.
Il documentario, girato tra l’Italia, l’America e l'Alaska accompagna Cremonini in un viaggio di rinascita personale e artistica, lo vediamo affrontare la sfida più difficile: mettersi a nudo di fronte alle telecamere, in tutta la sua fragilità e solitudine, alla ricerca dell'ispirazione, pronto a mettersi "al servizio dell’opera". Le aurore boreali, simbolo e obiettivo del suo peregrinare tra laghi ghiacciati, deserti di ghiaccio, città sepolte dalla neve, diventano il punto di incontro tra la sua nuova musica e i suoi grandi sogni. Cremonini, con un racconto inedito, profondo, intimo e vitale, spiega meglio di chiunque altro quanto necessario e spesso doloroso sia il viaggio, l’allineamento al proprio ego, la simbiosi tra le proprie fragilità e l’ambizione artistica, nella costruzione di un grande progetto artistico.
"Fare un album è come riempire un puzzle - dice Cremonini nel documentario - inizi a costruirlo mettendo dei pezzi insieme, scopri un’immagine ma non capisci cosa ci sia al centro e solo piano piano intravedi un volto. Ma è l'energia che ricevi da questa visione ravvicinata che ti fa andare avanti con fiducia. Erano 45 giorni che attraversavo il salotto immerso nella nebbia emiliana. Aspettavo il sole come un segno. Ho deciso di muovermi, ho preso la valigia, cercando di pensare il meno possibile a dove sarei stato, ho scelto Antigua e come un piccolo Cristoforo Colombo sono partito alla ricerca del sole". Venti anni prima, nel 2004, Cremonini aveva intrapreso un viaggio simile in Argentina, con il suo amico regista Giorgio Squarcia. "Fuggivo dalla fine dei Lunapop ed ero nella stessa condizione, dovevo iniziare qualcosa da zero".
Il viaggio prosegue attraverso la Florida e si addentra nel cuore musicale dell'America: Nashville con il suo country, New Orleans e Memphis con il blues. Sono tappe che rappresentano un ritorno alle radici della musica, sulle tracce di Dylan, Johnny Cash ed Elvis. La visita alla tomba di Cash e June Carter diventa momento di riflessione sull'autenticità delle storie d'amore e di passione. "Vedere quei posti per me significava risalire la corrente - spiega Cremonini - stavo tornando alle origini della musica americana e non potevo non collegarlo all’origine della mia vita a Bologna". Durante il viaggio, le canzoni cominciano a prendere forma. 'Ora che non ho più te' emerge come primo 'volta pagina', una riflessione sul lasciar andare e sull'insonnia che accompagna i grandi cambiamenti. Ma è con 'Ragazze Facili' che l'artista si mette completamente a nudo.
Definita non semplicemente come canzone ma come 'l'opera', vede la collaborazione con Mike Garson, storico pianista di David Bowie, e affronta il tema del coraggio di amare. Nonostante i tentativi di 'proteggerla' con orchestrazioni, la canzone rimane volutamente essenziale. Il viaggio culmina con l’arrivo in Alaska, dove Cremonini si sente "un neonato" di fronte alla maestosità della natura. È qui, su un lago ghiacciato a 8.100 km da casa, che il titolo 'Alaska Baby' si rivela come un'epifania. L'attesa dell'aurora boreale diventa metafora della pazienza necessaria alla creazione artistica. In questo momento di solitudine contemplativa, arriva inaspettato il messaggio di Elisa. La sua canzone, ascoltata sul lago ghiacciato, si trasforma in 'Aurore Boreali', un duetto che rappresenta una "carezza dopo un secolo". Attraverso tutto il documentario, Bologna rimane un punto di riferimento costante.
San Luca e la sua Madonna rappresentano l'ancoraggio alle origini, una presenza consolatoria che accompagna Cesare anche nei momenti di maggior distanza fisica. Il tema della luce attraversa l'intera narrazione: dalla nebbia emiliana al sole di Antigua, fino alla magia dell'aurora boreale. "Ogni album è un punto di arrivo - afferma Cremonini - percorri una lunga strada e poi arrivi alla fine. L'Alaska per me era un punto di partenza. L'album è come un primo disco che sta per nascere, è un disco in cui ho provato ancora a superare i miei confini".
Spettacolo
Marco Mengoni, oggi il nuovo singolo ‘Mandare tutto...
L'artista canta la voglia di azzerare tutto per ridisegnare il proprio percorso,
Da oggi in radio e sulle piattaforme streaming il nuovo singolo di Marco Mengoni. Si chiama 'Mandare tutto all'aria' (Epic Records Italy / Sony Music Italy) ed è firmato dallo stesso Mengoni insieme a Edoardo D'Erme, Davide Petrella e Andrea Suriani.
Il brano è prodotto da Edoardo d’Erme, che torna quindi a collaborare con Mengoni, qui per la prima volta anche in veste di produttore per altri, insieme a Giovanni Pallotti e Andrea Suriani. Con 15 anni di carriera, 85 dischi di platino e 2.9 miliardi di stream audio e video, Marco Mengoni pubblica questo nuovo singolo dopo l’uscita di Materia (Prisma) a maggio 2023 che rappresenta l’ultimo capitolo della trilogia 'MATERIA', ad oggi certificato sei volte platino: un viaggio musicale iniziato a dicembre 2021 con 'Materia (Terra)' e proseguito ad ottobre 2022 con 'Materia (Pelle)'.
Il sound
'Mandare tutto all'aria' rivendica una chiara matrice cantautorale e al contempo si contraddistingue per la sua dinamica up con sonorità French Touch: bpm alti e cassa dritta che lasciano spazio e perfettamente si sposano con una nota malinconica, fortemente presente anche nel testo. L’essenza ritmica, armonica e melodica di 'Mandare tutto all’aria' si basa sull’utilizzo di sintetizzatori, drum machine, tracce sequenziate e campionatori.
Il significato
'Mandare tutto all'aria' parla della possibilità di far saltare i piani e di cambiare strada, è la voglia di azzerare tutto per ridisegnare il proprio percorso, pronti a ripartire con una prospettiva diversa. Malinconia e nuovi orizzonti si fondono e l’opportunità di cambiare le cose è sempre ad un passo da noi, gli unici in grado di riscrivere la nostra storia.
Il tour nel 2025
Mengoni sarà protagonista nell'estate del 2025 di un tour negli stadi italiani, che segue quello tutto esaurito del 2023 culminato con un grande show al Circo Massimo. Questo tour segnerà un nuovo capitolo dell’esperienza musicale del cantautore, che racchiude tutti i suoi 15 anni di carriera. Il tour, per un totale di 12 appuntamenti live, conta già il sold out della data di Napoli, della prima data di Bologna e della seconda data di Messina.
'Marco negli Stadi 2025' partirà il 21 giugno con la data zero a Lignano Sabbiadoro (Stadio Comunale G. Teghil) e farà tappa il 26 giugno a Napoli (Stadio Diego Armando Maradona - sold out), per poi proseguire il 2 luglio a Roma (Stadio Olimpico), il 5 e il 6 luglio a Bologna (Stadio dall’Ara - il 5 luglio sold out) e il 9 luglio a Torino (Stadio Olimpico), il 13 e il 14 luglio a Milano (Stadio San Siro), il 17 luglio a Padova (Stadio Euganeo), il 20 luglio a Bari (Stadio San Nicola) e si concluderà con due date, il 23 e 24 luglio a Messina (Stadio San Filippo - 24 luglio sold out). Il tour è prodotto e organizzato da Live Nation.
Spettacolo
Madonia via da Ballando, Zazzaroni: “Lucarelli e...
Il giornalista e giudice del talent show, 'richiesta dalla Chiesa Vigilanza Rai? Mi sembra eccessiva'
Ivan Zazzaroni si è espresso sul caso di Angelo Madonia, il maestro di ballo escluso dal cast di Ballando con le stelle: ''Madonia non è stato cacciato, hanno trovato una soluzione. E non c’entrano assolutamente nulla né Selvaggia Lucarelli né Federica Pellegrini, entrambe non c’entrano''.
La verità di Zazzaroni
Ivan Zazzaroni, giornalista e giudice di 'Ballando con le Stelle', intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari a 'Un Giorno da Pecora', su Rai Radio1, ha raccontato quello che è accaduto tra la produzione di Ballando e Madonia, partner di Federica Pellegrini e protagonista di un acceso confronto con Selvaggia Lucarelli.
Molti hanno puntato il dito sull'allontanamento del maestro di ballo contro la campionessa di nuoto. ''Forse lei non è stata curata adeguatamente dal maestro - ha continuato - Federica ha resistito finché ha potuto. Si balla in coppia e la coppia deve essere composta da due persone: diciamo che Angelo era accoppiato diversamente''. Con Sonia Bruganelli? ''Sì ma non mi sembra un grande problema, Angelo l’ha presa bene e con grande diplomazia''.
Quindi il problema è stato solo il tipo di rapporto con la Pellegrini? ''Secondo me andava curata un po’ di più, Federica è una competitiva - ha proseguito Zazzaroni - voleva fare un certo tipo di discorso e probabilmente Angelo era un po’ distratto. Lei però non ha fatto nulla per rompere la coppia, è stata grandissima''. Sarebbe stato meglio che la coppia fosse Bruganelli-Madonia? ''Si - ha risposto il giornalista - la coppia sarebbe stata perfetta''.
Rita dalla Chiesa ha addirittura richiesto l’intervento della Vigilanza Rai su 'caso': ''So che lei è appassionatissima di Ballando - ha detto - ma credo sia un non problema, farlo arrivare alla Vigilanza Rai mi sembra eccessivo''.
I conduttori hanno poi scherzato chiedendo a Zazzaroni: Anche lei è un giudice comunista? ''Si, sono nato nel 1958 e sono cresciuto a Bologna''. Chi è la maggior 'toga rossa' a 'Ballando'? ''Secondo me Mariotto'', è stato al gioco il giornalista. E quella meno rossa? ''Selvaggia', ha concluso Zazzaroni a 'Un Giorno da Pecora'.