Farmaci, colite ulcerosa, gastroenterologo: “Con guselkumab guarigione mucosa in 35% pazienti”
Armuzzi (Humanitas) al congresso Ig-Ibd di Riccione: "Pazienti che raggiungono remissione endoscopica rimangono liberi da recidiva"
"Nello studio Quasar che ha valutato l'efficacia e la sicurezza di guselkumab nei pazienti con colite ulcerosa moderatamente grave è stato dimostrato come, dopo un anno di trattamento, fino al 35% dei pazienti raggiungevano un endpoint molto importante che era quello della guarigione della mucosa". Così Alessandro Armuzzi, professore di gastroenterologia presso l'Istituto Humanitas di Rozzano (Milano), in occasione del Congresso dell'Italian Group of Inflammatory Bowel Disease (Ig-Ibd), a Riccione dal 28 al 30 novembre, dedicato alle malattie infiammatorie croniche intestinali - Mici, durante il quale sono stati presentati i più recenti dati relativi all'inibitore del'IL-23 guselkumab, il primo anticorpo monoclonale completamente umano diretto selettivamente contro la subunità p19 dell'IL-23.
"La remissione endoscopica, oltre a quella clinica, è molto importante per definire gli outcome a lungo termine della colite ulcerosa - sottolinea Armuzzi - E' stato dimostrato che fino al 70% dei pazienti nel lungo termine che raggiungono una remissione endoscopica rimangono liberi da recidiva. L'aspetto altrettanto importante è che questo risultato è stato documentato significativamente positivo anche nei pazienti che avevano fallito in precedenza terapie avanzate e non solo nei pazienti naive ai farmaci biologici".
Salute e Benessere
Medicina: anestesisti-rianimatori Siaarti, Elena Bignami...
Succede ad Antonino Giarratano che ha guidato la Siaarti nel precedente mandato
La Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) annuncia l'insediamento di Elena Bignami come nuova presidente della società scientifica per il triennio 2025-2027. Professore ordinario di Anestesiologia e Terapia intensiva e del dolore presso l'Università di Parma, Bignami succede ad Antonino Giarratano che ha guidato la Siaarti nel precedente mandato.
"Assumo questo incarico con grande senso di responsabilità e gratitudine - dichiara Bignami - Desidero ringraziare Giarratano e tutto il Consiglio direttivo uscente per l'eccellente lavoro svolto, che ha portato Siaarti a raggiungere traguardi significativi nel rafforzamento della nostra professione. La loro dedizione e visione hanno posto solide basi per un futuro radioso della nostra società scientifica". La nuova presidente ha delineato una visione inclusiva e collaborativa per il futuro della Siaarti: "Il nostro obiettivo è rafforzare ulteriormente la presenza internazionale della società, intensificando la collaborazione con le società europee Esicm ed Esaic. Puntiamo a sviluppare nuovi programmi di formazione continua attraverso piattaforme e-learning e corsi residenziali che valorizzino il percorso professionale dei nostri soci e delle nostre socie. Il Congresso nazionale Icare sarà ripensato come un evento sempre più inclusivo, che rappresenti tutte le anime della nostra disciplina".
Il nuovo Consiglio direttivo che affiancherà la presidente Bignami comprende Giacomo Grasselli che sarà vicepresidente, in quanto già eletto come presidente 2028-2030; Massimo Girardis guiderà il Comitato scientifico, mentre Stefano Romagnoli sarà responsabile del Comitato formazione. Franco Marinangeli dirigerà il Comitato congressi. Le aree culturali della società saranno coordinate da Edoardo De Robertis (Anestesia e Medicina perioperatoria), Carlo Alberto Volta (Rianimazione e Terapia intensiva), Silvia Natoli (Medicina del dolore e Cure palliative), Davide Colombo (Medicina critica dell'emergenza), Luca Martani (Medicina iperbarica) e Alessandro Simonini (Cure Materno-infantili).
Salute e Benessere
Malattie rare, Rossi (Alexion): “Da 30 anni impegnati...
"Entro il 2030 contiamo di portare sul mercato 5 nuovi farmaci"
"In Italia si stima che circa 3 milioni di persone siano colpite oggi da una malattia rara. Si tratta di patologie che hanno un impatto devastante sui pazienti e le loro famiglie perché spesso sono malattie altamente invalidanti e, potenzialmente, anche mortali. Da qui il nostro impegno che ormai portiamo avanti da oltre 30 anni: in Alexion ci focalizziamo nel portare risposte e trasformare la vita di questi pazienti e delle loro famiglie, cercando innanzitutto di sviluppare farmaci altamente efficaci e trasformativi". Così all'Adnkronos Salute Anna Chiara Rossi, VP & General Manager Italy di Alexion, a margine di un dibattito sul valore della ricerca e dell'innovazione farmaceutica come leve per la crescita del Paese, organizzato oggi a Bari da AstraZeneca, azienda biofarmaceutica globale impegnata nella ricerca, nello sviluppo e nella commercializzazione di farmaci etici.
"Negli anni - spiega Rossi - siamo riusciti in diverse situazioni ad avere successo in questo senso. Abbiamo messo a disposizione della popolazione italiana ben 5 molecole per 7 indicazioni che sono riuscite senza dubbio a trasformare la storia naturale di queste patologie. Tuttavia, il nostro impegno non si ferma qui e continuiamo a investire in ricerca".
"Oggi in Italia abbiamo in essere ben 22 studi attivi e collaboriamo con 130 centri proprio per cercare di sviluppare nuove molecole. Entro il 2030 contiamo di portare sul mercato 5 nuovi farmaci, e nei prossimi 3 anni" sono in programma "11 nuovi lanci che consistono in nuove molecole, ma anche nuove formulazioni, nuove indicazioni per poter dare una risposta sempre maggiore", conclude.
Salute e Benessere
Cancro polmone, esperti: “Un paziente su 2 curato in...
Fondazione Fonicap: "44mila nuovi casi l'anno destinati a crescere, vanno attivate in tutta Italia le Lung Unit"
In Italia tutti i casi di tumore polmonare dovrebbero essere trattati solo nell'ambito di Gruppi oncopneumologici multidisciplinari funzionali (Gom) o, meglio ancora, strutturali (Lung Unit). Al momento però circa il 50% dei pazienti viene gestito in centri sanitari che mancano della necessaria expertise per quanto riguarda la profilazione biomolecolare e, a volte, anche per la gestione delle tossicità dei farmaci di ultima generazione. E' questo l'allarme lanciato dalla Fondazione Fonica (Forza operativa nazionale interdisciplinare contro il cancro del polmone) e dalla Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori) in occasione del loro 3° congresso nazionale. L'evento si chiude oggi a Roma e ha visto 9 diverse sessioni scientifiche dedicate alle neoplasie toraco-polmonari. "Ogni singolo paziente deve essere preso in carico solo da team oncopneumologici esperti, con adeguati volumi di attività - sottolinea Antonio Santo, presidente Fonicap - Professionisti sanitari con competenze diverse dovrebbero lavorare insieme nello stesso team come già avviene per il carcinoma mammario. Come le Breast Unit sono una realtà consolidata nell'oncologia italiana anche le Lung Unit devono diventarlo quanto prima. Esistono già alcune di queste strutture sanitarie attive nel nostro Paese e stanno producendo risultati molto interessanti per medici e malati".
"I nuovi casi ammontano ad oltre 44mila all'anno e nei prossimi decenni il numero assoluto di diagnosi è destinato ad aumentare - sottolinea Francesco Schittulli, presidente della Lilt e vice-presidente della Fondazione Fonicap - Il tumore polmonare è strettamente legato al fumo di sigaretta, da solo responsabile dell'85-90% dei casi. E' una patologia molto complessa ed eterogenea da un punto di vista biologico. Infatti è stata una delle prime neoplasie gestite con la 'medicina di precisione' per ottenere una diagnosi quanto più precisa possibile e di conseguenza una selezione delle terapie per ottimizzare i risultati. Tuttavia bisogna ribadire che a tutt'oggi l'arma più efficace resta la prevenzione primaria (lotta al tabagismo) e la prevenzione secondaria (diagnosi precoce per terapie ottimali presso centri esperti). Infatti le diverse neoplasie polmonari presentano ancora insoddisfacenti tassi di sopravvivenza a cinque anni. Stiamo tuttavia registrando graduali miglioramenti negli ultimi anni grazie alle target therapy e l'immunoterapia, e attualmente la sopravvivenza a 5 anni si attesta al 16% per gli uomini e al 23% per le donne".
"Il cancro del polmone ad oggi è uno dei principali problemi socio-sanitari del nostro Paese - prosegue Rossana Berardi, presidente del network Giot (Gruppi interdisciplinari oncologia toracica) di Fonicap - Attualmente più di 120mila pazienti convivono con tale diagnosi e ciò comporta un forte impatto anche da un punto di vista economico. L'evoluzione dei trattamenti ha portato negli ultimi 10-15 anni all'introduzione, nella pratica clinica, delle terapie biologiche e dell'immunoterapia. Sono delle cure che possono determinare benefici ad un numero crescente di pazienti, cui deve essere assicurato un accesso equo e sostenibile. Presentano però alti costi per l'intero sistema sanitario nazionale e pertanto devono essere gestite in modo appropriato da oncopneumologi esperti".
"La nostra Fondazione - ricorda Santo - è nata nel 2018 e prima era operativa come Associazione Fonicap dal 1981. Da molti anni siamo impegnati per promuovere in Italia un nuovo modello di approccio alla cura del carcinoma polmonare. Come per altre malattie oncologiche, bisogna sempre più prevedere l'azione congiunta di tutti gli attori coinvolti nel processo completo di assistenza. Pneumologi, radiologi, patologi, chirurghi, radioterapisti ed oncologi devono lavorare insieme in modo da favorire lo scambio di esperienze ed informazioni tra operatori, medici e paziente".
"Le Lung Unit strutturali rappresentano la naturale evoluzione dei gruppi multidisciplinari e di recente ne è stata aperta una presso l'Ospedale P. Pederzoli di Peschiera del Garda" nel Veronese. "Il nostro auspicio - conclude - è che possa rappresentare un modello organizzativo riproponibile a breve, in tutte le regioni d’Italia".