Novità dal 1° gennaio 2025
Il quadro generale
Gli enti che svolgono attività sportiva dilettantistica hanno visto nel corso degli ultimi anni un rinnovato interesse da parte del legislatore. Tutti conosciamo l'importanza sociale delle associazioni sportive in Italia, e sebbene le loro origini possano essere fatte risalire alla fine dell'Ottocento, è solo negli anni '70 che si assiste a una loro diffusione e a un notevole contributo alla promozione dell'attività fisica e sportiva a livello amatoriale nel nostro Paese. Recentemente, accanto a importanti novità legislative come il D.Lgs 36 del 2021, che introduce il Registro Nazionale delle Società Sportive Dilettantistiche (al quale le ASD e le SSD devono iscriversi per ottenere riconoscimenti "ai fini sportivi"), sono emerse altre novità. Alcune, meno pubblicizzate perché incluse legislativ più ampi, impatto, soprattutto a livello fiscale. Tra queste, spicca il cambiamento nel trattamento IVA per le prestazioni di servizi strettamente legati alla pratica dello sport o all’educazione fisica, significative ripercussioni fiscale, specialmente per gli enti di piccole dimensioni.
Cosa cambia nelle norme
Prevista in un primo momento l’attuazione dal 1 luglio 2024, slittata poi al 1 gennaio 2025 per effetto del Decreto cosiddetto “Milleproroghe” (convertito in legge n.18 del 23 febbraio 2024), il D.L 146/2021 contiene delle novità importantissime in materia IVA che coinvolgono le associazioni sportive dilettantistiche. Infatti:
“…le prestazioni di servizi strettamente connesse con la pratica dello sport o dell’educazione fisica rese da associazioni sportive dilettantistiche alle persone che esercitano lo sport o l’educazione fisica ovvero nei confronti di associazioni che svolgono le medesime attività e che per legge, regolamento o statuto fanno parte di un’unica organizzazione locale o nazionale, nonché dei rispettivi soci, associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali…”
A patto che non si abbiano “distorsioni della concorrenza a danno delle imprese commerciali soggette all’IVA”.
Si ha quindi una sostanziosa modifica agli articoli 4 e 10 del D.P.R. 633/1972, spostando numerose attività decommercializzate dal “fuori campo IVA” al “in campo IVA” (sebbene esenti), con l’eccezione ovviamente delle quote associative.
Già dal 17 agosto 2023 si erano avute delle novità, in quanto:
“Le prestazioni di servizi strettamente connessi con la pratica dello sport, compresi quelli didattici e formativi, rese nei confronti delle persone che esercitano lo sport o l’educazione fisica da parte di organismi senza fine di lucro, compresi gli enti sportivi dilettantistici di cui all’art. 6 D.Lgs. 28.02.2021, n. 36, sono esenti dall’imposta sul valore aggiunto”.
ma da ora la riforma normativa presenta un carattere nettamente più generale.
Cosa cambia per gli enti. In primo luogo, molti enti con il solo codice fiscale dovranno così aprire la partita IVA, il cui risvolto principale, l’acquisizione della soggettività passiva IVA, comporta a cascata la necessità di provvedere a fatturazione (elettronica), registrazione e dichiarazione.
Che fare? l’adozione del regime ai sensi della Legge 398/1991, che esonera da tutta una serie di adempimenti IVA. L’opzione per l’adesione al regime 398 deve essere comunicata alla SIAE (ex articolo 9 comma 2 del DPR 544 del 1999) prima dell’inizio dell’anno solare per il quale si vuole usufruire del regime.
Per agevolare gli studi professionali e le associazioni sportive dilettantistiche (ASD), diverse software house offrono strumenti specifici per la gestione dei regimi contabili delle ASD e degli Enti del Terzo Settore (ETS). Tra questi troviamo:
ETS GB di GBsoftware che consente di gestire Enti del Terzo Settore, Enti non Commerciali e 398 in ogni aspetto, essendo un software che nasce con l’obiettivo di permettere una gestione semplice, completa e conforme alle normative. Questi strumenti contabilità, il e gestione del bilancio, consentendo di automatizzare riducendo il rischio di errori e . Grazie a funzioni avanzate e modelli sempre aggiornati, questi strumenti ottimizzano il carico di lavoro per i professionisti, garantendo accuratezza e rapidità e risparmio di tempo
Economia
Tabacco, Colla (E.Romagna): “Accordo Philip Morris...
L'assessore allo Sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali della Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, commenta l'accordo siglato ieri tra Philip Morris Italia e il Masaf
"E' un accordo molto positivo, consolida la filiera che parte dalla terra fino a quella commerciale di vendita, perché è un prodotto molto innovativo". Così, l'assessore allo Sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali della Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, commenta con Adnkronos/Labitalia l'accordo siglato ieri tra Philip Morris Italia e il Masaf. "Ovviamente - spiega - la Philip Morris ha fatto a Bologna uno dei più grandi investimenti del Paese, di ricerca, sviluppo e manifattura. La cosa importante sono gli investimenti in sostenibilità: da come si produce a come si smaltisce e alla qualità del lavoro su tutta la filiera".
"Nell'accordo - sottolinea - si parla di anti-caporalato, il che vuole dire che, quando si raccoglie dalla terra, il lavoro deve essere di qualità, così come dentro lo stabilimento. Questo dimostra che si tratta di una multinazionale che vuole stare nel nostro Paese con grande qualità. Ovviamente - fa notare l'assessore Colla - un accordo che dura dieci anni è anche il consolidamento di una multinazionale che vuole fare investimenti in questo Paese. A Bologna fanno un prodotto più innovativo che porta a superare l'utilizzo del tabacco e, quindi, va visto in prospettiva anche dal punto di vista delle dinamiche della sostenibilità ambientale legata ai soggetti che utilizzeranno questi nuovi strumenti".
"Quello tabacchicolo - afferma - è il più grande investimento che oggi abbiamo in Europa; l'85% dei prodotti Philip Morris sono venduti all'estero, quindi si ha un'entrata di valore aggiunto molto importante per il nostro Paese. Le multinazionali che 'si comportano così', dunque, ce le teniamo tutte, poi se c'è qualcuna che si comporta male diamogli nome e cognome. La Philip Morris sta dimostrando di avere un legame con il territorio molto forte sia istituzionale che con le università, centri di ricerca. L'azienda ha, inoltre, un dialogo con la Regione molto fluido".
Economia
Sci, continuano i rincari: +4% sul prezzo dello skipass
Non si fermano i rincari per gli appassionati degli sport invernali: mettendo a confronto i prezzi di 38 località sciistiche Altroconsumo evidenzia come lo skipass giornaliero per un adulto costa mediamente il 4,1% in più rispetto a un anno fa, mentre quello di cinque giorni è rincarato del 3,8%.
Aumenti che si sommano a quelli più pesanti della scorsa stagione invernale (giornaliero +7,4% e settimanale +9,3%). Inoltre, le tariffe sono caratterizzate da una variabilità altissima: negli oltre trenta comprensori sciistici coinvolti nell’indagine, lo skipass giornaliero varia da un prezzo minimo di 35 euro (Champorcher) a un massimo di 83 euro (Dolomiti Superski).
Se con la sua tariffa giornaliera di 83 euro è Dolomiti Superski il distretto sciistico più esoso dell’indagine, non se la cava molto meglio Madonna di Campiglio dove per un’esperienza sulle piste bisogna spendere 79 euro. Il terzo posto sul podio degli skipass più cari, con la tariffa di 77 euro, si presenta particolarmente affollato con quattro comprensori in Trentino-Alto Adige (Alta Badia, Alta Pusteria -Tre Cime, Plan de Corones-Kronplatz e Val Gardena) e uno in Veneto (Cortina d’Ampezzo).
Ma ci sono anche località dove il prezzo del giornaliero, oltre che essere tra i più bassi dell’indagine, non ha subito alcun incremento rispetto alla scorsa stagione sciistica: si tratta di Sella Nevea e Tarvisio in Friuli-Venezia Giulia e di Champorcher in Valle d’Aosta. Da sottolineare che in quest’ultima località sono quattro anni che il prezzo dello skipass rimane invariato. Se si guarda alle variazioni di prezzo, spiccano aumenti significativi anche in alcune località non particolarmente costose.
Vialattea è rincarata del 9,95% mentre Nassfeld Passo Pramollo ha visto un incremento dell’8,07%. Incrementi consistenti anche nei comprensori 4 Valli-Bormio e Monterosa Ski, rispettivamente del 7,97% e del 7,88%. Non mancano tuttavia le opzioni più economiche per chi vuole risparmiare, con un prezzo di "soli" 159 euro Champorcher si conferma il comprensorio più accessibile per una vacanza di 5 giorni sulle piste, mantenendo stabile il costo rispetto all'anno scorso. A seguire Tarvisio e Sella Nevea (entrambi a 182,50 euro), anch'essi senza variazioni.
Ma quest’anno l’Indagine ha monitorato anche i prezzi di sei località sciistiche all’estero, subito al di là dei confini italiani. Lo skipass costa mediamente di più rispetto ai comprensori nazionali. È la Svizzera con Sankt Moritz (97 euro) e Zermatt (94 euro) a dominare la classifica di comprensori più cari. Al contrario, Kranjska Gora in Slovenia è quello meno dispendioso: 47 euro. Da notare il caso dello skipass giornaliero internazionale Cervinia-Zermatt: se si acquista in Italia (Cervinia) costa 85 euro, mentre in Svizzera (Zermatt) costa il corrispondente in franchi di circa 110 euro.
Economia
Pagamenti con Pos e bancomat, continuano problemi: cosa è...
Da ieri si registrano malfunzionamenti su alcuni circuiti. Bankitalia: "Monitoriamo"
Continuano anche oggi i problemi ai pagamenti elettronici con Pos, carte di credito e debito, oltre ai prelievi al bancomat in Italia e in tutta Europa.
Bankitalia: "Danni a infrastruttura fisica"
La Banca dItalia sta monitorando le difficoltà operative che si sono verificate in alcuni servizi di pagamento con carte di credito e di debito dalla tarda mattinata di ieri, 28 novembre. In base alle informazioni disponibili, i disservizi sono riconducibili a problematiche di tipo operativo danni a una infrastruttura fisica), registrate da un fornitore tecnologico. E' quanto si legge in una nota diffusa dall'istituto di via Nazionale. Il fornitore, si legge, sta apprestando i necessari interventi al fine di mitigare i disagi sul funzionamento dell’infrastruttura e sui servizi erogati.
Al momento una parte dei servizi di pagamento impattati è stata riattivata, mentre permangono malfunzionamenti per alcuni circuiti di carte di credito e di debito. Le autorità continuano a seguire la situazione in collaborazione con gli operatori nell’ambito del Codise per il ripristino progressivo dei servizi agli utenti e, quanto prima, della piena operatività. Verranno diffusi ulteriori aggiornamenti appena possibile. Il Codise, ricorda Bankitalia, è la struttura per il coordinamento delle crisi operative della piazza finanziaria italiana, presieduto dalla Banca d’Italia e al quale partecipano la Consob e gli operatori del settore finanziario rilevanti sul piano sistemico.
I tempi di risoluzione
Nexi informa che attualmente la problematica non risulta ancora risolta da Worldline. "Worldline - si legge in una nota di Nexi - ha comunicato che sta lavorando per identificare potenziali soluzioni alternative per riattivare i servizi, in attesa che l'infrastruttura fisica danneggiata venga ripristinata. Al momento non abbiamo ricevuto ancora informazioni certe sulle tempistiche di risoluzione".
Per quanto riguarda gli impatti in Italia, "si evidenzia che sono interessati esclusivamente i servizi di pagamento operati attraverso infrastrutture Worldline, di cui quest’ultima è unicamente responsabile". Nexi continua il costante monitoraggio sui tavoli tecnici e ha già rafforzato il presidio dei canali di assistenza ai propri partner e alla clientela finale. In attesa di aggiornamenti da parte di Worldline sulle tempistiche di risoluzione, Nexi informa di avere avviato un’indagine e si riserva ogni opportuna azione a tutela degli interessi della società e dei clienti.