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Le Streghe di Bucha, nelle foreste di Kiev per abbattere droni russi: “Non ci arrenderemo”

Appena fuori della capitale l'unità militare femminile continua ad addestrarsi: "In gioco la

Donne soldato volontarie in Ucraina

A oltre mille giorni dall'inizio dell'aggressione militare lanciata dalla Russia, gli ucraini sono stanchi di guerra. Ma loro no. Le 'Streghe di Bucha', come sono state ribattezzate le volontarie provenienti dalla città alla periferia di Kiev occupata dai russi nei primi giorni del conflitto, continuano ad addestrarsi a sparare con diverse armi nella foresta appena fuori la capitale. Con l'obiettivo, primario, di abbattere i droni kamikaze Shahed che l'Iran ha fornito all'aeronautica militare russa. Droni che vengono lanciati quasi ogni notte e che l'unità militare volontaria composta al 90% da donne vuole intercettare perché ''la nostra esistenza è in gioco'' e ''non possiamo arrenderci'', dicono.

Qualcuna ha perso figli, il marito, nipoti, altre li hanno distanti, impegnati al fronte. Hanno perso il lavoro che amavano, così come la speranza che l'aggressione russa lanciata il 24 febbraio 2022 contro l'Ucraina possa essere fermata con i negoziati. Ma non hanno perso la voglia di difendere il loro Paese e di ''incanalare la rabbia'' nella mitragliatrice che stringono tra le mani con gli occhi puntati al cielo.

"Tutta la mia famiglia è stata distrutta" e combattere, come volontaria dell'unità militare, è un modo per ''incanalare la rabbia'', racconta alla Nbc News Tetyana, 41 anni, originaria di Bucha, teatro di alcune delle peggiori atrocità commesse dall'esercito russo ai danni dei civili, giustiziati per strada. Suo marito e suo fratello sono stati uccisi, in guerra. Suo nipote, che combatteva nell'esercito, è stato dichiarato disperso.

"Questa guerra non può essere fermata con i negoziati"

Per molti la promessa del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump di ''mettere fine alla guerra in un giorno'' e la prospettiva di un accordo di pace sotto la nuova presidenza americana crea un ulteriore livello di incertezza. Perché, in Ucraina, si teme che una tregua possa solo aiutare il presidente russo Vladimir Putin a riorganizzarsi militarmente. "Non credo che questa guerra possa essere fermata con i negoziati", ha detto Valentina, una nonna di 49 anni, insegnante di matematica alle medie, che fa parte del gruppo di volontarie. Suo figlio e suo genero stanno combattendo in prima linea. "Non ci si può fidare di Putin", ha detto alla Nbc News vestita in mimetica e impegnata ad allenarsi al gelo. "Tra tre o cinque anni tornerà", ha aggiunto.

"Non possiamo arrenderci", ha fatto eco alle donne in mimetica il veterano dell'esercito americano Miro Popovich, un volontario ucraino-americano che ha combattuto in prima linea o nelle sue vicinanze dall'inizio della guerra. "Non possiamo cedere territorio, non possiamo perdere persone, perché la nostra esistenza è di nuovo in gioco", ha aggiunto. Un recente sondaggio Gallup ha rilevato però che il 52% degli ucraini vorrebbe che Kiev negoziasse la fine della guerra il prima possibile e che molti hanno meno speranze sul futuro rispetto all'anno precedente.

Sul campo di battaglia, tra l'altro, il morale è basso e da mesi le truppe sono sulla difensiva. Una fonte dello Stato maggiore delle forze armate ucraine ha dichiarato alla Nbc News che l'Ucraina controlla ancora oltre 770 chilometri quadrati della regione russa di Kursk e che gli attacchi aerei nel profondo del territorio russo stanno contribuendo a "distruggere l'infrastruttura militare russa" dopo che gli alleati dell'Ucraina hanno allentato le restrizioni sull'uso di armi occidentali da parte di Kiev.

E se le divergenze tra Russia e Ucraina potrebbero essere colmate al tavolo dei negoziati, lo scetticismo resta. Perché "quando la Russia firma un accordo di cessate il fuoco, questo non significa certamente che cesserà di sparare", ha detto Keir Giles, un consulente del think tank londinese Chatham House. "La Russia vorrà una conclusione soddisfacente in questa guerra e anche far fare bella figura a Trump", ha aggiunto.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Romania, c’è un Elon Musk locale dietro vittoria di...

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Ci sarebbe un finanziatore non dichiarato dietro il candidato di estrema destra che ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali del Paese

Calin Georgescu (Afp)

E' spuntato un finanziatore non dichiarato alle spalle di Calin Georgescu, il candidato dell'estrema destra, populista e filorussa che, a sorpresa, ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali in Romania. Considerato come l'"Elon Musk" rumeno, o anche il "re di Tik Tok", il sostenitore di Georgescu è legato al settore delle criptovalute, e si è fatto notare con una campagna di donazioni significative, fino a decine di migliaia di euro, distribuite ai tiktoker. Georgescu, a cui i sondaggi assegnavano il 5 per cento dei voti, al primo turno ha vinto il 22,9 per cento dei consensi, la maggioranza relativa che lo proietta, se il riconteggio ordinato dalla Corte costituzionale lo confermerà, al turno di ballottaggio dell'8. Non ha dichiarato finanziamenti e ha fatto la sua campagna elettorale interamente su TikTok.

Il finanziatore, ha ricostruito le Monde, è attivo sulla piattaforma social di proprietà cinese con il soprannome di Bogpr. Si parlava da tempo di lui ma non per il suo ruolo politico. Il suo era un caso seguito dalle riviste di gossip. Interveniva nei 'live' di Tik Tok erogando denaro ai produttori di contenuti attivi sulla piattaforma. Le esplosioni di gioia dei beneficiari di queste donazioni erano diventate virali.

Il tabloid Gandul lo ha identificato nei giorni scorsi come Bogdan Peschir. Ma l'origine della sua fortuna rimane nebulosa. Ha almeno una impresa registrata a suo nome in Romania, ma senza dipendenti e con una ragione sociale poco chiara. Con l'identità di Bogpr è stato invece coinvolto con le criptovalute BitXatm e Globaya, la prima delle quali non esiste più, chiusa dopo uno scandalo: il denaro depositato in macchine per il cambio di valuta in bitcoin era stato ritirato dai gestori del servizio.

Insieme a Bogpr, è comparso nella struttura societaria delle due criprovalute anche Gabriel Prodanescu, che si presenta come amministratore delegato e fondatore di Globaya ed è proprietario di diverse altre società in Inghilterra, fra cui Bcb Atm, un'altra impresa di distributori automatici di criprovalute con dipendenti in Russia.

Prima dell'arrivo di Prodanescu, a vertici di Bcb Atm c'era una persona con precedenti condanne per complicità con furto aggravato da violenza e tortura. Bogpr aveva cominciato a sostenere Georgescu già nel 2020, durante la pandemia, quando l'allora del tutto sconosciuto, e sconosciuto è rimasto fino a circa tre mesi fa, esponente dell'estrema destra si era espresso contro i vaccini. Il suo sito personale, ora chiuso, proponeva fino a mercoledì scorso servizi di "protezione" dei conti TikTok, promettendo un aiuto per sfuggire alle sanzioni dei moderatori.

Dopo la rivelazione della sua identità sui media, Bogpr ha pubblicato un messaggio su TikTok in cui si descrive come "imprenditore e investitore rumeno" senza alcun rapporto con lo stato o la massoneria. E di non aver ricevuto alcuna promessa o remunerazione in cambio del sostegno assicurato a Georgescu. "Non lo conosco neanche personalmente, e non penso di fare nulla di immorale sostenendo una campagna in cui credo. Come Elon Musk ha sostenuto la campagna di Trump negli Stati Uniti assicurandogli 100 milioni di dollari e promuovendola su X e nei suoi discorsi pubblici", conclude.

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Esteri

Ucraina, massiccio attacco con droni su Rostov: colpito...

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Ministro della Difesa russo in visita ufficiale a Pyongyang: "Rapporti si rafforzano in tutti i settori"

Ucraina, massiccio attacco con droni su Rostov: colpito deposito di petrolio

L'Ucraina ha colpito un deposito di petrolio nella regione russa di Rostov e distrutto un radar della difesa aerea usato dai russi nella regione ucraina di Zaporizhzhia. Lo riporta Ukrinform. "Nella notte è stato condotto un attacco contro il deposito di petrolio Atlas nella regione di Rostov, in Russia. L'attacco ha provocato un incendio nel sito", afferma lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, indicando come l'impianto sia cruciale per la fornitura di prodotti petroliferi ai militari russi.

Questa mattina le autorità russe hanno riferito che un attacco con droni attribuito ai militari ucraini ha provocato un "incendio di grandi dimensioni" in una zona industriale nella regione russa di Rostov. Il governatore di Rostov, Yuri Sliusar, ha fatto sapere via Telegram che per domare l'incendio nella località di Kamensky sono stati impiegati un centinaio di operatori dei servizi d'emergenza e 38 unità.

Secondo le autorità russe, la difesa aerea ha respinto "un attacco aereo massiccio" attribuito alle Forze Armate ucraine con danni segnalati nelle località di Masalovka e Diachkino. Stando quanto riferito via Telegram dal ministero della Difesa di Mosca, i sistemi di difesa aerea hanno abbattuto nelle ultime ore 46 droni lanciati contro il territorio russo, 29 dei quali a Rostov, otto a Krasnodar e tre a Belgorod, Bryansk e Voronezh e uno sulla Crimea.

Zelensky sente Scholz: "Pace vera possibile solo con la forza"

"La vera pace si può raggiungere solo con la forza". Lo ribadisce in un post su X il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, riferendo di un colloquio telefonico con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, che ha ringraziato per la leadership della Germania nel sostenere l'Ucraina, "soprattutto per rafforzare le nostre capacità nella difesa aerea con Patriot e Iris-T, che hanno già salvato migliaia di vite". "Abbiamo parlato dei passi congiunti decisivi, sia a livello bilaterale che con i partner, che possono rafforzare ulteriormente le capacità dell'Ucraina di difendersi - aggiunge - Aumentare la pressione sulla Russia e rafforzare le posizioni dell'Ucraina su tutti i fronti è cruciale per costringere l'aggressore a una pace reale". "Scholz ha condiviso i dettagli del suo colloquio con Putin - prosegue Zelensky - E' chiaro che solo la forza combinata delle armi e della diplomazia può costringere chi è responsabile di questa guerra a porvi fine".

Ministro della Difesa russo in visita ufficiale a Pyongyang

Il ministro della Difesa russo, Andrei Belousov, è arrivato oggi in Corea del Nord per una visita ufficiale. Ad annunciarlo è la Tass: Belousov ha in programma una serie di incontri bilaterali durante la visita a Pyongyang, rende noto l'agenzia citando il ministero della Difesa russo.

"Oggi i rapporti amichevoli tra la Russia e la Corea del Nord si stanno ampliando in tutti i settori, compresa la collaborazione militare. Siamo impegnati ad attuare tutti gli accordi raggiunti ai più alti livelli", ha detto Belousov, in dichiarazioni riportate dall'agenzia russa Tass, auspicando "una cooperazione stretta e proficua" con Pyongyang.

Durante un incontro con il ministro nordcoreano della Difesa, No Kwang Chol, Belousov si è detto fiducioso che "i colloqui odierni rafforzeranno ulteriormente la partnership strategica tra Russia e Corea del Nrod nell'industria della difesa".

Mosca restituisce i corpi di 502 soldati caduti in battaglia

Le autorità ucraine hanno annunciato di aver ricevuto dalla Russia i corpi di 502 soldati uccisi nella guerra tra i due Paesi, specificando che non si è trattato di uno scambio. “I corpi di 502 difensori caduti sono stati rimpatriati nel territorio controllato dal governo ucraino”, ha dichiarato l'organismo di coordinamento dei prigionieri di guerra. Si tratta del secondo rimpatrio di questo tipo nell'ultimo mese, Kiev aveva infatti recuperato i corpi di 563 soldati all'inizio di novembre.

Gorinov condannato ad altri tre anni di carcere

L'ex consigliere comunale a Mosca Aleksei Gorinov è stato condannato ad altri tre anni di carcere da un tribunale militare di Vladimir dopo essere stato giudicato colpevole di aver giustificato il terrorismo, rende noto Mediazona. Gorinov, che ha 63 anni, era stato uno dei primi condannati, nel 2022, con le leggi introdotte subito dopo l'inizio della guerra contro l'Ucraina contro il discredito delle forze militari e la diffusione di notizie false. La prima condanna era stata a sette anni di carcere, per aver contestato come inopportuna, dopo l'inizio della guerra, la proposta di altri consiglieri comunali di organizzare un concorso di disegni per bambini. Oggi si è presentato in aula con un cartello con il simbolo della pace. Le nuove accuse a suo carico erano state formulate in seguito alle testimonianze di altri detenuti ricoverati con lui nell'ospedale del carcere in cui sconta la sua prima condanna. "Sono per la pace e voi amate la guerra", ha detto Gorinov al giudice dopo la lettura del verdetto.

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Esteri

Tregua Gaza, Hamas isolato pronto a cedere. Ma ora Israele...

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La rivelazione del New York Times: dopo l'accordo raggiunto sul Libano, anche l'Iran sembra intenzionato a rinunciare a una rappresaglia. E lo Stato ebraico non sembra interessato a concessioni

Miliziani di Hamas - Fotogramma /Ipa

Sempre più isolato, dopo che Hezbollah ha raggiunto un accordo con Israele per il cessate il fuoco, Hamas sarebbe pronto a cedere a Israele, ad accettare compromessi su una tregua a Gaza che erano impensabili con Yahya Sinwar in vita. Ma a non voler cedere, dimostrandosi irremovibile rispetto a eventuali concessioni, è Israele. A rivelarlo è il New York Times, che cita fonti israeliane, americane e di Hamas.

"Hamas completamente solo, ma ora Israele non farà concessioni"

"Hamas è completamente sola ora", ha dichiarato Tamer Qarmout, professore di politica al Doha Institute for Graduate Studies. "La sua posizione è stata seriamente indebolita" dopo l'accordo tra Israele e Hezbollah. Anche l'Iran, che sostiene Hamas e Hezbollah, sembra intenzionato a evitare uno scontro diretto con Israele e a rinunciare alla rappresaglia minacciata per l'attacco subito a ottobre.

Hamas è quindi solo e notevolmente indebolito, in quanto ha perso decine di comandanti e migliaia di combattenti. E non controlla più completamente il territorio che ha amministrato dal 2007. Ma un cessate il fuoco a Gaza sembra essere ancora lontano. Eppure, prima che Hezbollah facesse l'accordo con Israele, funzionari statunitensi e palestinesi ritenevamo che la leadership politica di Hamas fosse disposta a un cessate il fuoco se Israele fosse sceso a compromessi, in particolare sul ritiro delle forze da Gaza.

Ora alcuni funzionari americani sostengono che Hamas potrebbe ritirare le sue richieste e procedere verso un accordo di cessate il fuoco accettabile per il governo di Israele. Ma funzionari occidentali ritengono che a questo punto Israele non sembri interessato a concessioni. Inoltre sembrerebbe che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu voglia aspettare che Donald Trump entri in carica prima di cambiare la sua posizione sui colloqui con Hamas. Funzionari occidentali, citati a condizione di anonimato, hanno poi detto che Netanyahu è scettico rispetto ai piani di Washington per il day after, ritenendo che il rientro dell'Autorità Nazionale Palestinese a Gaza sia destinato al fallimento e che Hamas riaffermi rapidamente il controllo.

Nuova barriera a Gaza, Striscia divisa per miglior controllo

Israele sta intanto costruendo una nuova barriera di demarcazione militare nella Striscia di Gaza, per separare la parte settentrionale dell'enclave palestinese dal resto dell'area. Lo afferma la Bbc dopo aver visionato immagini satellitari in cui si vedono militari israeliani impegnati a bonificare e a radicare il controllo su un'ampia area nel nord della Striscia.

Video e immagini satellitari mostrano centinaia di edifici demoliti tra il Mar Mediterraneo e il confine con Israele, la maggior parte dei quali tramite esplosioni controllate. Le immagini mostrano anche veicoli dell'esercito israeliano stanziati lungo la nuova linea di demarcazione che si estende per circa nove chilometri attraverso Gaza. Ovvero da est a ovest, dividendo la città di Gaza e le città di Jabalia, Beit Hanoun e Beit Lahia nel nord della Striscia di Gaza.

Secondo gli analisti citati dalla Bbc, sembrerebbe che Israele intenda dividere la Striscia di Gaza per poterla controllare meglio. H.a. Hellyer, esperto di sicurezza del Medio Oriente del think tank Rusi, ha affermato che le immagini satellitari mostrate dalla Bbc indicherebbero che Israele si sta preparando a impedire ai civili palestinesi di tornare a nord di Gaza. Secondo le Nazioni Unite sono più di 100mila le persone che sono già state sfollate dal nord di Gaza.

Dalle immagini diffuse online dalle Forze di difesa israeliane (Idf) si vedono diversi edifici a più piani distrutti, in modo sistematico, da ottobre. Un portavoce delle Idf ha dichiarato alla Bbc che non c'è alcuna intenzione di distruggere infrastrutture civili "senza necessità operativa" per neutralizzare Hamas. Altri filmati mostrano veicoli Humvee dell'Idf che attraversano l'area sgomberata e che dimostrano che le truppe israeliane hanno il controllo dell'area. E che intenderebbero conservarlo a lungo.

I militari israeliani, insomma, "stanno lavorando per il lungo periodo. Mi aspetterei che la separazione a nord si sviluppi esattamente come il corridoio Netzarim", ha dichiarato Hellyer. Il corridoio Netzarim, completato a maggio, divide l'area a sud di Gaza City, mentre il corridoio Philadelphi dà all'Idf il controllo del territorio che corre lungo il confine di Gaza con l'Egitto.

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