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Ucraina-Russia, Zelensky: “Sì a stop guerra se Nato ci protegge”

Il presidente ucraino: "Bisogna evitare che Putin torni alla carica". Rivoluzione al vertice delle forze armate

Volodymyr Zelensky

Volodymyr Zelensky apre al cessate il fuoco tra Ucraina e Russia nella guerra in corso da oltre 1000 giorni. Il presidente ucraino pone come condizione la garanzia che i territori controllati da Kiev vengano posti "sotto l'ombrello della Nato". Questa situazione, dice in un'intervista a Sky News, gli consentirebbe di discutere il recupero degli altri territori "in modo diplomatico".

L'ingresso nella Nato costituirebbe una svolta radicale perché garantirebbe alle regioni non occupate della Russia di uscire totalmente dal mirino di Vladimir Putin e porrebbe fine "alla fase calda della guerra" se l'invito stesso della Nato rappresentasse un riconoscimento dei confini ucraini a livello internazionale. Zelensky, quindi, sarebbe disposto ad accettare l'esclusione dei territori occupati dalla Russia dall'intesa, almeno per una fase iniziale.

La svolta di Zelensky

"Se vogliamo fermare la fase calda della guerra, è necessario che i territori dell'Ucraina sotto il nostro controllo finiscano sotto l'ombrello della Nato", dice il presidente. "Dobbiamo fare in fretta. E poi, l'Ucraina potrà recuperare i territori occupati per via diplomatica", afferma riferendosi alle regioni di Kherson, Zaporizhzhia, Luhansk e Donetsk parzialmente controllate da Mosca e considerate annesse da Putin.

In questo quadro, e con questo perimetro 'regolamentare', il cessate il fuoco servirebbe a "garantire che Putin non tornerà alla carica" per conquistare altri territori ucraini. La Nato dovrebbe "immediatamente" compiere il passo, "altrimenti lui ci riproverà".

Il rapporto con Trump

Lo scacchiere internazionale ruota anche - e soprattutto - attorno alla figura di Donald Trump, che tra meno di 2 mesi si insedierà alla Casa Bianca. "Dobbiamo collaborare con il nuovo presidente affinché diventi il nostro principale sostenitore. Voglio lavorare direttamente con Trump perché circolano voci diverse attorno a lui. Ecco perché non vogliamo consentire a nessuno di condizionare la comunicazione. Non sarebbe utile e sarebbe distruttivo. Dobbiamo trovare un nuovo modello, voglio condividere le mie idee con lui e ascoltare cosa pensa", dice Zelensky.

A settembre, il presidente ucraino ha incontrato Trump a New York: "Abbiamo parlato, è stata una conversazione piacevole, positiva e costruttiva. Un buon incontro e un primo passo importante: ora dobbiamo preparare diversi meeting".

Cambio ai vertici delle forze armate

Intanto, Zelensky annuncia cambi radicali ai vertici delle forze armate. "Insieme al capo di stato maggiore Oleksandr Syrskyi, è stato deciso che il comandante delle Forze di terra delle Forze armate dell'Ucraina debba essere sostituito. Il generale Mykhailo Drapaty è stato nominato nuovo comandante. Inoltre, il colonnello Oleg Apostol è stato nominato nuovo vice capo di stato maggiore, fino ad ora ha comandato la 95a Brigata delle Forze armate dell'Ucraina", dice Zelensky. "Entrambi sono militari molto esperti. Quest'anno Mykhailo Drapaty ha organizzato la difesa nella direzione di Kharkiv e ha interrotto in maniera efficace l'operazione offensiva russa. In generale, è in guerra dal 2014, nelle aree più calde e decisive", spiega il presidente.

"Oleg Apostol è un eroe dell'Ucraina, ha scalato tutte le posizioni di comando nelle unità delle Forze armate ucraine e protegge il nostro paese dal 2014. Sa chiaramente cosa serve per rafforzare la capacità di combattimento del nostro esercito. Oleg Apostol sarà responsabile della nuova qualità dell'addestramento dei nostri soldati. Ha il pieno supporto a tutti i livelli per riuscirci", prosegue.

"Le truppe di terra delle Forze Armate sono la spina dorsale dell'esercito. E per l'Ucraina molto dipende da quanto efficacemente funzioneranno la struttura delle Forze di terra e di tutte le Forze di difesa e sicurezza dell'Ucraina. Sono necessari cambiamenti, cambiamenti nella gestione degli uomini che garantiranno maggiori risultati sul campo di battaglia", dice ancora.

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Esteri

Romania, l’algoritmo di TikTok manipolato per...

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Per Mattia Caniglia è "ancora troppo presto" per determinare i responsabili ma "sappiamo che c’è stato coordinamento" per influenzare le visualizzazioni

 - Olivier Bergeron / Unsplash

Le tecniche di coordinamento utilizzate durante la campagna elettorale in Romania per manipolare l’algoritmo di TikTok sono “esattamente le stesse” di quelle utilizzate da attori pro-Russia nel periodo elettorale in Moldova. Lo dice all’Adnkronos Mattia Caniglia, Senior Intelligence and Policy Analyst presso il Global Disinformation Index. È ancora troppo presto per attribuire responsabilità, sottolinea, “ma sappiamo che c’è stato un coordinamento e le modalità di alcune tattiche ci parlano di strategie spesso usate da Mosca”.

TikTok è sotto la lente d’ingrandimento delle autorità rumene ed europee dopo la vittoria a sorpresa del candidato estremista e filorusso Calin Georgescu al primo turno delle presidenziali. Il Consiglio supremo di difesa nazionale rumeno ha denunciato la “massiccia esposizione” di uno dei candidati “sulla base di un trattamento preferenziale” da parte della piattaforma cinese.

Caniglia racconta che i ricercatori open source hanno riscontrato un “largo impiego di canali Telegram popolati da ‘volontari’ che ricevevano istruzioni dettagliate su cosa commentare, come rilanciare, che hashtag usare” sulla piattaforma – dove la campagna di Georgescu ha ricevuto una visibilità straordinaria rispetto ai rivali.

Lo scopo di questo comportamento coordinato era la manipolazione dell’algoritmo per massimizzare visualizzazioni, spiega il ricercatore. I canali Telegram erano gli strumenti di coordinamento e i partecipanti erano incentivati con premi e competizioni; “tattiche che abbiamo osservato durante il periodo elettorale in Moldova, dove attori pro russi hanno usato esattamente queste tecniche”.

I ricercatori che hanno seguito la campagna elettorale rumena hanno rilevato altre tecniche di manipolazione, ossia la creazione di account falsi (almeno 5.000) che hanno agito in maniera coordinata interagendo con determinati contenuti per aumentarne la viralità, e una certa quota di influencer pagati per promuovere messaggi specifici. “Due comportamenti inautentici coordinati in grado di influenzare l’algoritmo e che fanno parte del toolkit della disinformazione russa”, sottolinea Caniglia.

Ora serve capire chi è il direttore d’orchestra, ossia chi c’è dietro alla monetizzazione dei contenuti. Georgescu dice di aver finanziato da solo la campagna, “ma noi sappiamo che per quel tipo di viralità vanno spesi molti più soldi”. Il ricercatore definisce il successo del candidato “ai limiti dell’incredibilità: è passato da 70 a 120-140 milioni di visualizzazioni in due mesi”.

Le autorità indagano se si sia trattato di un aumento legittimo o sia stato causato da una campagna di comportamento inautentico coordinato, cosa che TikTok nega. In Romania il social network cinese è utilizzato da nove milioni di cittadini su diciannove milioni complessivi. Ed è “rilevante la sfiducia diffusa nei confronti dei media mainstream, scesa dal 42% al 27% nelle ultime stime Reuters, osserva Caniglia. “In molti si affidano ai social media come Telegram per leggere le notizie, motivo per cui TikTok è stato utilizzato da tutti i candidati”, seppur con risultati molto diversi.

Nella giornata di venerdì si è tenuto una tavola rotonda tra rappresentanti della Commissione europea, dell’Authority digitale rumena e di TikTok, più altre aziende di social media. L’esecutivo europeo starebbe considerando di avviare un’indagine formale per capire se la piattaforma ha rispettato obblighi del Digital Services Act, che richiede di valutare e mitigare rischi sistemici nel contesto di processi elettorali. Se la violazione viene certificata, sono previste sanzioni fino al 6% del fatturato annuo globale. (di Otto Lanzavecchia)

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Esteri

Libano, leader Hezbollah: “Grande vittoria contro...

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"Netanyahu ha ammesso che aveva bisogno della tregua"

Naim Qassem

Hezbollah ha riportato "una grande vittoria" contro Israele. Lo rivendica il leader del 'Partito di Dio', Naim Qassem, nel suo primo discorso pubblico da quando è entrato in vigore due giorni fa il cessate il fuoco nel sud del Libano. "Annuncio che siamo di fronte a una grande vittoria, che ha superato quella del luglio 2006 in termini di durata, ferocia dei combattimenti, sacrifici e sostegno straniero e americano ricevuto dal nemico - ha scandito il successore di Hassan Nasrallah, ucciso in un raid israeliano a Beirut il 27 settembre scorso - Gli abbiamo impedito di eliminare Hezbollah, gli abbiamo impedito di neutralizzare la Resistenza".

Il premier israeliano "Benjamin Netanyahu ha riconosciuto questa situazione, ammettendo che aveva bisogno di questa tregua per far riposare l'esercito", ha sottolineato Qassem, elogiando "la pazienza" della resistenza, che ha consentito di arrivare a questa vittoria.

Qassem ha annunciato la volontà di "cooperare ad alto livello" con l'esercito libanese per l'attuazione dell'accordo. Qassem ha descritto l'esercito libanese come un "esercito nazionale" e ha affermato che l'accordo è stato raggiunto nel quadro della sovranità libanese. "Nessuno può contare su problemi o conflitti" con l'esercito, ha aggiunto.

"La leggendaria resistenza di Hezbollah ha impressionato il mondo e minato il morale degli israeliani. Non vogliamo la guerra, ma siamo riusciti a fermarla con la nostra forza e il nostro fuoco", ha aggiunto Naim Qassem, usando le stesse parole dell'ex ministro israeliano Avigdor Lieberman: "La Resistenza celebrava la vittoria a Beirut con le bandiere di Hezbollah, mentre gli israeliani sventolavano bandiere bianche a Tel Aviv".

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Esteri

Kate e il messaggio sulle dipendenze: “Impariamo...

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La principessa del Galles

Kate Middleton - Fotogramma

La principessa Kate ha mandato un potente messaggio di sostegno ai suoi connazionali con problemi di dipendenze, sottolineando l'importanza dell'amore e dell'empatia verso chi è sofferente. La 42enne principessa del Galles ha espresso il proprio pensiero alla vigilia della Settimana della sensibilizzazione sulle dipendenze, che inizia domani. “La dipendenza non è una scelta” - ha affermato - spiegando che si tratta di una grave condizione di salute mentale “che può colpire chiunque di noi”. Tuttavia, “agendo con umiltà e compassione possiamo tutti fare la differenza e sostenere chi soffre”.

Kate è patrocinatrice di The Forward Trust, un ente di beneficenza che aiuta le persone che fanno abuso di droghe, alcol e altre sostanze. “Per troppo tempo molti hanno sofferto in silenzio, nutrendo sentimenti di vergogna e di colpa per la loro condizione, nonostante la loro vulnerabilità - ha scritto - Chiunque soffra di dipendenza è un altro essere umano, con una propria storia che molti di noi non capiscono o non vedono”.

Per l'occasione, ha voluto mettere in risalto l'importanza dei piccoli gesti di gentilezza. “Non spetta a noi giudicare o criticare, ma dobbiamo prenderci il tempo di sederci al fianco di qualcuno, imparando i valori dell'amore e dell'empatia - ha continuato Kate - Essere una spalla su cui piangere o un orecchio per ascoltare, questi semplici atti di gentilezza sono cruciali per abbattere le incomprensioni che molti affrontano”.

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