Sanremo 2025, Carlo Verdone ‘veggente’: dopo Corsi lo spoiler su Gianna Nannini nella fiction
La cantautrice toscana aveva confermato di aver scritto un brano per Irene Grandi che non è rientrata nei 30 big in gara
La serie di Carlo Verdone si è rivelata 'premonitrice' di Sanremo 2025. Dopo lo spoiler su Lucio Corsi che è stato annunciato da Carlo Conti come uno dei 30 partecipanti del Festival, ora è saltato fuori che la canzone scritta da Gianna Nannini per Irene Grandi non è stata selezionata per la kermesse.
'Vita da Carlo' premonitrice
La famosa rocker senese, parlando con i giornalisti al concerto di Monaco di Baviera, aveva confermato di aver composto un brano per l'amica e collega che presumibilmente è stato proposto per la gara del festival. Ma Irene Grandi non figura tra i 30 Big scelti dal direttore artistico Carlo Conti per la prossima edizione della kermesse e annunciati domenica 1 dicembre.
Curiosamente, anche in questo caso, la nuova stagione di 'Vita da Carlo', disponibile in esclusiva su Paramount+, si è rivelata 'premonitrice'. Nella serie, Carlo Verdone interpreta il ruolo di direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo e, dopo aver scelto Lucio Corsi tra i Big in gara (confermato anche da Conti nella realtà), boccia un brano scritto proprio da Gianna Nannini.
Esilarante la scena della fiction in cui la Nannini, dopo aver appreso della bocciatura, raggiunge Verdone sotto casa per esprimere tutto il suo feroce disappunto. Un momento che, nella finzione televisiva, ha regalato risate, ma che nella realtà si è tradotto in una vera esclusione per Irene Grandi e il brano firmato dalla Nannini.
La serie diretta e interpretata da Carlo Verdone continua dunque a 'spoilerare' il vero Sanremo. E chissà che Carlo Conti non abbia preso spunto anche per altre scelte, come quella della co-conduttrice immaginata da Verdone nella finzione, ovvero Ema Stokholma. Non resta che attendere per scoprire se la finzione si intreccerà ancora una volta con la realtà.
(di Loredana Errico)
Spettacolo
Elton John lotta contro la cecità, oculista: “Mai...
Luca Menabuoni, past presidente Aimo, analizza le diverse cause che possono nascondersi dietro il problema. "La salute oculare è fragile e necessita di cure e attenzioni specifiche per prevenire complicazioni che potrebbero avere ripercussioni significative sulla qualità della vita"
"Negli ultimi 4 mesi non sono riuscito a vedere dall'occhio destro e l'occhio sinistro non è il massimo". Così la star inglese della musica Elton John in un'intervista ha gelato i suoi fan che aspettavano il nuovo album. L'artista ha raccontato che combatte con un'infezione agli occhi contratta a luglio in Francia e da allora non vede dall'occhio destro e ha una visione limitata a quello sinistro. A finire nel mirino è una probabile infezione oculare dovuta forse a una congiuntivite iperacuta.
"La situazione descritta da Elton John mette in evidenza una problematica seria legata alla salute degli occhi, in particolare con il rischio di complicazioni da infezioni oculari. La comunicazione dell'artista ha suscitato preoccupazione tra i fan e ha evidenziato come una condizione apparentemente comune come la congiuntivite possa portare a gravi conseguenze, inclusa la perdita della vista". Così all'Adnkronos Salute Luca Menabuoni, past presidente Aimo, Associazione italiana medici oculisti. "E' fondamentale - raccomanda - prestare attenzione a diversi aspetti nella cura degli occhi, specialmente per chi utilizza lenti a contatto. La trasmissione di agenti patogeni dall'acqua o una scarsa igiene possono esporre a infezioni potenzialmente debilitanti.
"La cheratite amebica, in particolare, rappresenta un rischio per i portatori di lenti a contatto, poiché l'ameba può penetrare nella cornea se le giunzioni epiteliali sono compromesse, come accade ai portatori di lenti a contatto - avverte lo specialista - Altre cause di gravi infezioni del segmento anteriore degli occhi sono quelle fungine e virali, particolarmente aggressive negli immunodefedati, e alcuni batteri saprofiti e non della congiuntiva; essenziale sensibilizzare le persone sull'importanza di adottare pratiche igieniche adeguate e di consultare un oculista al manifestarsi dei sintomi". In conclusione, "la salute oculare è fragile e necessita di cure e attenzioni specifiche per prevenire complicazioni che potrebbero avere ripercussioni significative sulla qualità della vita", chiosa Menabuoni.
Spettacolo
Mariotto: “Nessuna fuga da Ballando con le...
Lo stilista e direttore creativo della maison Gattinoni: "Un problema in atelier, nessuna fuga: se Milly mi vorrà, io ci sarò"
'"Nessuna fuga da 'Ballando con le Stelle', ho solo salvato una situazione di pericolo della maison, che dirigo, e il lavoro di 6 mesi". Guillermo Mariotto, stilista e storico giurato di 'Ballando con le Stelle', all'Adnkronos disinnesca il caso che lo ha coinvolto sabato sera, nella puntata di Ballando con le stelle. Mariotto, durante l'esibizione di Luca Barbareschi, ha lasciato il teatro senza fare ritorno.
"Non ho mai fatto un'assenza in tv, ho sempre partecipato al programma anche con la febbre, mai inviato cartonati, come avevano fatti alcuni della giuria in passato", dice dall'aereo che lo condurrà stasera a Riad per un'importante cerimonia. "Stamattina ho inviato a Giancarlo De Andreis una canzone di Cocciante, 'Un buco nel cuore', De Andreis (capo autore di 'Ballando' ndr) mi ha risposto con un'altra hit di Renato Zero 'La pace sia con te'. Se Milly mi vorrà, io ci sarò. Ma bisogna chiedere a lei. Intanto a fine settimana sarò da Francesca Fialdini nel programma 'Da noi... A ruota libera", aggiunge.
Sabato sera Guillermo Mariotto aveva abbandonato all'improvviso la giuria di 'Ballando con le Stelle' prima della fine del programma, lasciando Milly Carlucci, il pubblico in sala e telespettatori increduli e attoniti. Solo qualche ora dopo si è saputo che la première della maison Gattinoni (la sarta che gestisce e coordina l'équipe di lavoro dell'atelier) si era sentita male ed era stata trasportata con urgenza in ospedale. Mariotto è stato perciò costretto a raggiungere, nella notte, la maison di via Toscana per supervisionare gli ultimi abiti di una importantissima commessa legata ad un matrimonio in Arabia Saudita, prima della partenza di oggi alla volta di Riad. (di Carmela Piccione)
Spettacolo
Salvatore Esposito: “Dovremmo essere il Piedone di...
L'attore è il protagonista della serie Sky che riporta sullo schermo lo spirito di Bud Spencer
"Io credo che ognuno di noi debba essere il Piedone di se stesso riuscendo a essere leale, giusto, onesto e impulsivo di fronte a determinate cose", ma anche, "saper accettare i dolori del passato o imparare a far pace con parti di noi". A dirlo all'Adnkronos è Salvatore Esposito, che prende l’eredità di 'Piedone' per raccontare la storia dell’ispettore Vincenzo Palmieri, cresciuto, dopo l’uccisione dei suoi genitori, sotto l’ala protettiva del commissario Rizzo, interpretato da Bud Spencer nei film degli Anni 70. Oggi debutta su Sky Cinema e in streaming su Now 'Piedone - Uno sbirro a Napoli', serie in 4 episodi creata da Peppe Fiore e diretta da Alessio Maria Federici. Un'icona che pesa e una grande responsabilità sulle spalle di Esposito: "quando mi hanno proposto questa idea folle di riportare in vita Piedone, il lavoro che abbiamo fatto è quello di dare vita a questo supereroe perché Piedone è un po' come Batman. Io ho ereditato il costume di Piedone da Bud Spencer".
Esposito non si sente il Robin di Spencer: "io mi sento proprio Piedone con delle ferite più grandi rispetto a quelle che aveva il commissario Rizzo". Per l'attore "interpretare questo personaggio significa essere il portatore sano di quei valori che rappresentava anche il commissario Rizzo e Bud Spencer nella sua vita, come la tutela dei più deboli, lo stare sempre dalla parte della legge e della giustizia, muoversi sulla linea sottile tra legalità e illegalità per ottenere qualcosa a favore della giustizia". Per il regista Alessio Maria Federici, Palmieri è come "l'Armadillo di Zerocalcare perché questo suo essere sarcastico, il non riuscire ad affrontare quelli che sono i suoi limiti, ovvero la rabbia, e al tempo stesso questo suo essere molto conscio e consapevole dei limiti degli altri, lo rende per certi versi un supereroe moderno e, finalmente, un supereroe senza sovrastrutture. Non ci interessa il bello, il buono o il vendibile, ma ci interessa l'essere umano per quello che è".
Palmieri "è un supereroe come tutti i poliziotti a Napoli", dice all'Adnkronos Giuseppe Pedersoli, figlio di Carlo, per tutti Bud Spencer. Partecipare a questo progetto "mi ha dato l'opportunità di riscontrare il continuo affetto che ancora esiste nei confronti di mio padre, dopo 50 anni da Piedone e da tanti altri film". E poi "ho apprezzato il rispetto e l'attenzione che ha espresso tutta la squadra. Il risultato non è solo un omaggio a mio padre ma è anche una nuova storia che si colloca in una dimensione diversa, più moderna e con ritmi più concitati". Per Pedersoli un omaggio "per noi è stata ansia", ricorda scherzando il regista Alessio Maria Federici, che la notte "mi sognavo Bud Spencer che mi diceva 'cosa ca**o state facendo?'". Tanta pressione e responsabilità perché "i film con Spencer fanno parte della storia della mia generazione e di quella di tantissime persone. Non è stato facile".
Nell'immaginario di molte generazioni c'è anche il wrestling, inserito al posto delle iconiche scazzottate del commissario Rizzo. Ed è di Salvatore Esposito l'idea di inserirlo nella serie: "quando me l'ha proposto ho pensato 'questa cosa non funzionerà mai'", ricorda all'Adnkronos il creatore Peppe Fiore, che si è ricreduto: "Ha funzionato perché è un mondo che noi associamo all'infanzia" e "in Vincenzo Palmieri c'è una grande ferita rispetto al suo passato che affonda a quando lui era bambino". Quindi è funzionale "questa dimensione anche giocosa del wrestling e di sublimazione della violenza dietro la maschera", spiega Fiore. Il wrestling "perché avevamo l'esigenza di dare sia una dimensione fisica a Palmeri - perché questo faceva parte del Piedone originario - e sia tenera: raccontare la violenza, la fisicità in maniera commovente per entrare ancora di più nella profondità del personaggio".
Al fianco di Esposito Silvia D’Amico, nei panni della commissaria Sonia Ascarelli: "Nei film originali dedicati a Piedone non c'era un personaggio femminile. Quindi, questa storia è stata giustamente riattualizzata", ma, "non mettendo mai il punto su ciò che le manca in quanto donna o sulle difficoltà che incontra. Sonia, forte e tenace, non ha mai niente di meno rispetto a un commissario uomo", racconta la D'Amico all'Adnkronos. Ed è per questo che "tra lei e Palmieri si crea un vero e proprio scontro. Lei riesce a domarlo non solo in quanto capo ma anche in quanto donna attraverso l'ascolto e la sensibilità".
Nel cast anche Fabio Balsamo, che interpreta l’ispettore aggiunto Michele Noviello. "Guardavo i film con Bud Spencer con mio padre, ho una passione da sempre. Questo senso di stupore e meraviglia traspare da Noviello", che rispetto ai personaggi di Esposito e D'Amico, "è più risoluto, meno turbato. Michele ha già trovato un equilibrio e riesce ad analizzare le cose in maniera più serena. E' una ventata di leggerezza rispetto a quella che è la linea centrale della storia". E poi "il commissario Ascarelli mi affida spesso Palmieri perché confida nell'animo di Noviello, che talvolta nella sua sensibilità risulta essere proprio femminile", spiega Balsamo all'Adnkronos.(di Lucrezia Leombruni)