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Cisco AI Readiness Index: l’urgenza di agire sale, ma la preparazione scende

Cisco AI Readiness Index: l’urgenza di agire sale, ma la preparazione scende

In sintesi

•Il 98% dei manager responsabili dell’implementazione dell’AI nelle imprese afferma che realizzare risultati con l’AI è diventato più urgente e l’85% pensa di avere meno di 18 mesi per agire

•Le reti non sono pronte a gestire i carichi di lavoro AI: solo il 21% degli interpellati conferma di avere a disposizione le GPU necessarie per le esigenze tecniche attuali e future dell’AI

•Appena il 13% delle imprese globali sono del tutto pronte per catturare il potenziale dell’AI, un punto in meno rispetto a quanto rilevato nel 2023.

Milano, 4 dicembre 2024 — È sempre più ampio il divario fra il livello di urgenza con cui le aziende ritengono di dover implementare soluzioni AI e il livello di preparazione che le stesse hanno. E’ questo il dato fondamentale - e più eclatante - che emerge dalla seconda edizione del Cisco AI Readiness Index, report per il quale sono state coinvolte quasi 8.000 organizzazioni di 30 mercati, tra cui l’Italia e che ha come obiettivo quello di capire quanto le aziende sono pronte a investire in AI, a implementare soluzioni basate su di essa e a utilizzarla.

In quasi tutte le imprese (nel 98% dei casi) l’urgenza di agire è aumentata nell’ultimo anno; nonostante ciò, la ricerca rivela che il livello generale di “prontezza” (readiness) delle imprese rispetto all’AI è in realtà diminuito. Oggi solo il 13% delle aziende è del tutto pronta a catturare il potenziale dell’AI; erano il 14% l’anno scorso.

L’evoluzione della situazione in Italia è leggermente diversa: il 9% delle aziende, un punto in più del 2023, risulta oggi totalmente pronta rispetto all’AI: il senso di urgenza è aumentato per tutte (95%) ma l’arco temporale disponibile per fare passi concreti è mediamente percepito come più ampio. Il 48% dei rispondenti italiani (11 punti in meno) rispetto al 59% a livello globale, pensa che ci sia meno di un anno di tempo. Stiamo comunque parlando di quasi della metà del campione.

Data la rapidità con cui evolve il mercato e l’impatto significativo che ci si aspetta che l’AI possa avere sul business, questo divario tra urgenza e capacità è particolarmente allarmante.

“Tra poco ci saranno solo due tipi di aziende: quelle che sono aziende AI e quelle che non sono più rilevanti. L’AI ci sta facendo ripensare tutto: richiesta energetica, capacità di calcolo, connettività ad alte prestazioni nei e tra i datacenter, requisiti dati, sicurezza e altro ancora” ha dichiarato Jeetu Patel, Chief Product Officer di Cisco. “A prescindere da dove si trovano nel loro percorso AI, le aziende devono adeguare i data center che hanno e le loro strategie cloud per le nuove esigenze e avere un piano di adozione dell’AI, agile e resiliente, che possa evolvere”.

I principali risultati della ricerca

Oltre a scoprire che solo il 13% delle aziende a livello globale sono del tutto pronte a implementare le loro strategie AI, dal report Cisco emergono alcuni altri dati molto significativi.

URGENZA: le aziende pensano di avere al massimo 18 mesi per dimostrare l’impatto che l’AI può avere.

•La maggior parte (85%) pensa che 18 mesi sia il tempo massimo, ma oltre la metà (59%) pensa che restino appena 12 mesi. Come detto, il dato italiano è differente, con il 48% che ritiene di avere solo un anno di tempo.

STRATEGIA: le aziende concordano sul fatto che l’AI non possa essere adottata con efficacia in senza una strategia precisa.

Il 28% delle aziende globali interpellate risulta del tutto pronta dal punto di vista strategico. Per l’Italia questo dato scende al 19%

•A livello globale, è la cybersecurity la priorità principale da curare per implementare l’AI, con il 42% dei rispondenti dichiara di aver raggiunto un livello avanzato in questo senso.

•L’infrastruttura, al 40%, è la seconda priorità; subito dopo ci sono le capacità di analisi dei dati e di gestione dei dati, citate tra le priorità nel 39% dei casi.

INVESTIMENTI: le aziende stanno spingendo molto sull’AI nonostante i risultati poco entusiasmanti dei progetti AI già in atto.

•Secondo gli interpellati, nei prossimi cinque anni circa il 30% dei budget IT sarà dedicato all’AI: quasi il doppio rispetto ad oggi.

•Quasi la metà delle aziende dichiarano che i progetti AI implementati nelle loro aree prioritarie non hanno raggiunto quest’anno risultati pari alle aspettative, ma il 59% pensa che l’impatto degli investimenti AI supererà le attese dopo 5 anni. Sono di questa opinione anche il 28% delle realtà italiane coinvolte.

INFRASTRUTTURA: le reti non sono pronte a supportare i carichi di lavoro AI.

•Considerando il livello di preparazione complessivo, sono del tutto pronte dal punto di vista infrastrutturale il 15% delle aziende globali. In quest’area l’Italia registra un risultato inferiore, con un 10%.

•A livello globaleil livello di arretratezza più significativa sul grado di preparazione delle aziende si è registrato quest’anno sul tema delle infrastrutture. Ci sono problemi in varie aree, tra cui la capacità di calcolo, le performance della rete nel data center e la sicurezza.

•Solo il 21% delle organizzazioni ha già le GPU necessarie per le esigenze attuali e future dell’AI.

•Il 30% dei rispondenti dichiara di essere già in grado di proteggere i dati nei modelli AI con crittografia end-to-end, audit di sicurezza, monitoraggio continuo, risposta immediata alle minacce.

DATI: le aziende si sentono meno pronte rispetto a un anno fa a gestire con efficacia i dati per realizzare iniziative AI

•La situazione a livello globale vede il 13% delle imprese “del tutto pronte” per l’AI dal punto di vista dei dati, con l’Italia ferma al 10%.

•A livello globale, circa un terzo (il 32%) dei rispondenti ritiene di essere pronto, dal punto di vista dei dati, ad adattare, implementare e sfruttare pienamente le tecnologie AI.

•La gran parte delle aziende (l’80%) riporta che vi sono delle inconsistenze, delle mancanze nel pre-processing e nella pulizia dei dati da usare nei progetti AI. Questa percentuale rimane quasi pari a quella registrata un anno fa(81%).

•Il 64% dei rispondenti ha dichiarato di ritenere di poter migliorare la sua capacità di tracciare l’origine dei dati.

PERSONALE QUALIFICATO: la carenza di personale qualificato è una delle sfide principali per quanto riguarda gli aspetti di infrastruttura, dati e governance, il che evidenzia ancora una volta quanto sia fondamentale il ruolo del capitale umano per portare avanti le iniziative AI.

•Solo il 16% delle imprese a livello globale ritiene di essere pronta in termini di competenze/personale. In Italia siamo al 13%

•Il 24% dei rispondenti a livello globale dichiara che l’organizzazione in cui opera non ha sufficiente personale interno per implementare con successo progetti AI.

•Il 24% ritiene che sul mercato del lavoro nel settore non ci siano abbastanza persone con le competenze giuste per affrontare la crescente domanda di AI.

GOVERNANCE: una governance efficace dell’AI è più cruciale che mai, ma i rispondenti pensano che sia diventato più difficile ottenerla.

•La governance è un tema complesso, su cui sono del tutto prontesoloil 16% delle aziende globali interpellate e il 15% di quelle italiane

•Parlando della completezza delle policy e dei protocolli adottati nelle loro organizzazioni, il 31% dei rispondenti a livello globale ha detto che esse sono complete.

•Il 51% ha detto che un ostacolo al miglioramento rispetto alla capacità di governance risiede nella carenza di personale, disponibile sul mercato del lavoro,con esperienza specifica sul tema, sull’etica e sulle normative legate all’AI.

CULTURA: si è registrata una riduzione evidente nella preparazione culturale rispetto all’AI.

•A livello complessivo, pochissime realtà sono del tutto pronte, in termini di cultura aziendale, ad abbracciare l’AI, e il dato è analogo anche per l’Italia: siamo al 9% delle aziende globali e al 7% di quelle italiane.

•A livello globale, la ricerca registra che il top management delle aziende ora risulta meno propenso ad abbracciare il potenziale di trasformazione dell’AI.

• Nel 66% dei casi i rispondenti dichiarano che la direzione aziendale ha una ricettività alta o moderata sul tema, ma l’anno scorso questo dato era all’82% del totale

•Nel 30% delle organizzazioni si riporta che tra i dipendenti c’è una limitata volontà di adottare l’AI, se non una vera e propria resistenza a farlo.

Cisco AI Readiness Index

Cisco AI Readiness Index è uno studio condotto da una terza parte indipendente, basato su una survey somministrata in doppio cieco a 7.985 manager con esperienza, che hanno la responsabilità di integrare l’AI e implementarla in aziende di 30 diversi mercati, con 500 dipendenti o più. L’indice ha valutato il livello di preparazione (readiness) rispetto all’AI su sei pilastri chiave: strategia, infrastruttura, dati, personale, governance e cultura. Le aziende sono state valutate con 49 diverse metriche, su questi sei pilastri, per determinare un punteggio di “readiness” per ognuna di esse e un livello complessivo di preparazione. Ogni indicatore è stato pesato individualmente in base alla sua importanza relativa nel determinare la preparazione dell’azienda su un determinato pillar. In funzione del punteggio complessivo, Cisco ha identificato 4 gruppi con 4 livelli diversi di preparazione rispetto all’AI: i Pacesetter (totalmente pronti), i Chasers (moderatamente pronti) i Follower (limitatamente pronti) e i Laggard (impreparati).

Ulteriori risorse

•Microsito

•Assessment Tool

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Per ulteriori informazioni:

CISCO ITALIA - Marianna Ferrigno - pressit@external.cisco.com

Prima Pagina Comunicazione – Caterina Ferrara, Vilma Bosticco

caterina@primapagina.it; vilma@primapagina.it

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Fondazione Snaitech e Fondazione Francesca Rava, insieme...

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Rava_Snaitech

Riqualificazione degli spazi dedicati al gioco e allo sport, accesso a corsi ed attività sportive e tre giornate di volontariato aziendale: così nel 2024 si è confermata la collaborazione tra le due realtà per sostenere i minori accolti nelle strutture di Milano, Roma, Firenze ed Empoli

Milano, 4 dicembre 2024 – Prosegue anche nel 2024 il percorso che vede Fondazione Snaitech e Fondazione Francesca Rava – NPH Italia ETS unite per sostenere bambini e ragazzi accolti nelle strutture supportate da Fondazione Rava presenti nelle città di Milano, Roma, Firenze ed Empoli attraverso una serie di iniziative che vedono protagonista lo sport.

Nel corso dell’anno Fondazione Snaitech ha infatti contribuito a migliorare gli spazi in cui i minori possono trascorrere il loro tempo libero giocando insieme e in sicurezza ma anche permettendo loro di accedere a corsi e attività sportive. Non solo, proprio in questi giorni, i colleghi e le colleghe di Snaitech sono impegnati in tre giornate di volontariato aziendale nell’ambito del progetto “UNISCITI al VOLOntariato” per regalare momenti di svago e divertimento con consegna di doni e animazione in vista delle festività natalizie ai giovani ospiti delle strutture presenti nelle regioni dove ha sede l’azienda.

“Quello tra Fondazione Snaitech e Fondazione Francesca Rava è un legame solido cresciuto in oltre 10 anni di impegno congiunto che ci vede condividere un importante obiettivo: offrire ai bambini e ragazzi le basi per costruire un futuro più equo e inclusivo attraverso il sostegno educativo e lo sport” ha dichiarato Fabio Schiavolin, Vicepresidente di Fondazione Snaitech e AD di Snaitech “Anche nel 2024, grazie a questa collaborazione possiamo dare nuovo impulso a due pilastri a cui teniamo molto: la promozione dell’attività sportiva come strumento fondamentale di integrazione e crescita, e il coinvolgimento delle nostre persone in un’esperienza di solidarietà e condivisione”.

Nel capoluogo lombardo, Fondazione Snaitech ha contribuito al rifacimento del campo da calcetto della Comunità Buon Pastore, offrendo così ai giovani ospiti un ambiente sicuro e attrezzato per la pratica sportiva. Inoltre, ha finanziato l’accesso a corsi di Taekwondo, calcio, nuoto e altre discipline di squadra per i minori ospitati nei due CAS di Via Aquila e Cascina Gobba e nella comunità mamma-bambino Casa di Elena.

A Roma, l’impegno della Fondazione ha permesso di mettere a disposizione dei giovani ospiti di Casa Betania la partecipazione a diversi corsi sportivi; mentre in Toscana, il sostegno ai giovani è passato attraverso l’associazione Chicco di Grano e le sue strutture presenti a Firenze ed Empoli, nelle quali i bambini hanno potuto seguire corsi di Taiso e biodanza, attività scelte per il loro valore educativo e terapeutico. L’associazione ha potuto inoltre acquistare anche alcuni arredi sportivi, tra cui canestri e reti da calcio, per attrezzare gli spazi esterni delle sue strutture.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI:

Ufficio Stampa Snaitech: Ad Hoc Communication Advisors

Pietro Cavalletti – Cell. 335 1415577; e-mail: pietro.cavalletti@ahca.it;

Sara Mastrorocco – Cell. 335 1415590; e-mail: sara.mastrorocco@ahca.it;

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Caterina Moscini, l’autrice di romance che fa riflettere...

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Caterina Moscini, l’autrice di romance che fa riflettere sui temi della vita

Roma, 4 dicembre 2024.Caterina Moscini è stata per 40 anni insegnante di scuola primaria e ora si dedica alla scrittura di romance impegnati: "Sento il bisogno -spiega- di affrontare problematiche sociali e quindi scrivere e riflettere sui temi delicati della vita. La famiglia, l'educazione dei figli, l’amore. Questi sono i grandi temi trattati nei miei libri. Argomenti sempre vivi e attuali affrontati con empatia verso il lettore, attenzione allo spessore psicologico dei personaggi, particolare cura della scrittura, del vissuto e rispetto della sensibilità umana. Le storie sono le più varie, tipiche del genere romance impegnato. Inizio pacato e positivo, conflitto aperto e sofferto, ampio ventaglio di crescita dei personaggi e finale felice. I libri hanno, secondo me, il potere di far comprendere problematiche nuove e consentire una condivisione col lettore più ampia. Pertanto possono offrire l’opportunità di vivere momenti di lucidità che rendono le persone più capaci di gestirsi".

Ossessione è la sua ultima opera letteraria. Pubblicato da Delos Digital l’ebook racconta la vita di Erika, giovane donna in preda alla depressione devastata da esperienze molto dolorose. Lorenzo, marito innamorato che ha accettato anche Claudia, la figlia di lei avuta da un altro uomo, si prodiga nel dimostrarle il più ampio e generoso affetto, soprattutto dopo la nascita di Luca, il loro figlio. Ma la donna, presa dal vortice di una vita godereccia, lo lascia e si concede esperienze di alcool e droga: "Si apre per lei -afferma la Moscini- una voragine che la inghiotte fino al desiderio di recupero che l'aspetta solo dopo il ritrovamento di Lorenzo, avvenuto per caso. Alla fine sarà l'amore a salvarla".

Sono dieci i libri pubblicati da Caterina Moscini, sono in vendita sulle piattaforme online. "Trovo ogni giorno le motivazioni e gli spunti per scrivere di fatti veri -ricorda l'autrice- e li interpreto attraverso la mia esperienza di vita. Non disdegno, tuttavia, il ricorso a scritture ricche di storie e fantasie con riferimenti a epoche diverse. In queste settimane, sto ultimando un altro testo “Scolpito nell’anima” che raccoglierà le mie memorie. Mi pongo come obiettivo, per questa lettura, quello di proporre spunti e riflessioni su eventi realmente accaduti nella mia vita che hanno fatto parte anche della quotidianità di chi viveva con me quel momento".

Per informazioni:

https://caterinamosciniautrice.com/

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Riccardo Mazza, vi spiego come funziona il self-publishing...

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Riccardo Mazza, vi spiego come funziona il self-publishing e perché bisogna formarsi su questo nuovo modello di business

Roma, 4 dicembre 2024.Si tratta di un mondo in decisa crescita che permette a chi ha qualcosa da raccontare di renderlo pubblico. Si intende per self publishing l’auto-pubblicazione su Amazon di romanzi, racconti ed altre opere letterarie senza il coinvolgimento di una casa editrice. Ma cos'è e come funziona? Riccardo Mazza è un giovane imprenditore che, con l'aiuto dell'Intelligenza artificiale e un'attenta analisi di mercato, dà vita a libri a consumo. Volumi per bambini o per coppie e persino quaderni dove annotare le varie password che condizionano la nostra vita quotidiana: "Il fenomeno -spiega- è ormai consolidato e vive su poche e semplici regole".

Riccardo Mazza, a 25 anni è alla guida di un business di successo nel settore del self-publishing e tiene corsi di formazione ad hoc ma cosa bisogna sapere per entrare in questo mondo? "Fare self-publishing -afferma Mazza- vuol dire pubblicare le proprie opere in maniera autonoma tramite l'utilizzo di un sito o una piattaforma digitale online, la più nota è Amazon. Qui si carica il file del libro ed è possibile pubblicarlo nel formato che si preferisce, tra ebook e cartaceo. In questa fase non avrai nessuna spesa, perché non dovrai sostenere costi per stampa o pubblicazione. Dopo la vendita, Amazon trattiene una percentuale sul tuo incassato, pari al 30% per gli e-book e 40% sui libri cartacei. Con un'avvertenza: per accedere a questo tipo di servizio, occorre avere una partita Iva come ditta individuale che ti consente l'iscrizione contemporaneamente al registro delle imprese all'Inps per il pagamento dei contributi".

Per poter vendere prodotti online, bisogna inoltre inviare la Scia, la Segnalazione certificata di inizio attività, e abbonarsi ad un servizio per la firma digitale e per una casella PEC: "Le tasse si pagano -sottolinea Mazza- in base al proprio regime fiscale. Mentre i guadagni vanno dal 35% al 70%, a seconda del prezzo di vendita del libro. La scelta del 35% è sempre disponibile, per qualsiasi prezzo di vendita. L'opzione del 70% è possibile invece solo se il prezzo di vendita dell'ebook va da 2,99 euro a 9,99 euro. Un business model che ha insomma grandi potenzialità ma che consente di coronare un sogno a chi ha voglia di scrivere. Un sogno realizzabile con passaggi semplici e sicuri".

Per informazioni:

https://www.instagram.com/riccardomazzareal/

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