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Siria, fazioni armate sono entrate a Hama. Truppe Assad si ritirano da città

Le forze governative sono state dislocate fuori dall'area centrale per "tutelare le vite dei civili". I ribelli entrano nella prigione centrale e liberano "centinaia di detenuti"

Ribelli nella città di Hama (Afp)

Violenti scontri si sarebbero registrati tra le fazioni armate, guidate da Hayat Tahrir al-Sham e le forze fedeli al leader siriano Bashar al-Assad, dopo l'ingresso dei gruppi armati nella parte nordorientale di Hama. Lo riferisce sul suo sito web l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito e fonti nel Paese arabo. L'Osservatorio parla anche di raid aerei delle forze di Assad sulla parte orientale della città, di attacchi aerei e bombardamenti sulle località nei pressi di Hama e nei sobborghi della città.

Damasco conferma il ritiro dell'esercito dalla città. Le forze, fedeli a Bashar al-Assad, secondo un comunicato del ministero della Difesa diffuso dall'agenzia siriana Sana, sono state "dislocate fuori dalla città". Nel comunicato si afferma che si tratta di una decisione presa per "tutelare le vite dei civili ed evitare combattimenti in città".

"Chiedo a Dio onnipotente che sia una conquista senza vendetta" ha detto Abu Mohammed al-Jawlani, leader di Hayat Tahrir al-Sham, in un video diffuso su Telegram.

Centinaia di detenuti liberati dal carcere

I combattenti entrati a Hama affermano di aver "liberato centinaia di detenuti" dal carcere di questa città della Siria centrale. "Le nostre forze sono entrate nella prigione centrale di Hama e hanno liberato centinaia di prigionieri ingiustamente detenuti", ha rivendicato via Telegram Hassan Abdel Ghani, un comandante militare della coalizione di fazioni armate guidate da Hayat Tahrir al-Sham.

Isolata la città di Hama

Hama sarebbe isolata. Le fazioni armate protagoniste dell'offensiva in Siria contro le forze fedeli a Bashar al-Assad hanno interrotto le strade che collegano la città con altre zone del Paese. I combattenti guidati da Hayat Tahrir al-Sham hanno interrotto le strade tra Hama e le città di Aleppo e Raqqa.

La situazione nella zona di Aleppo

Blackout delle comunicazioni anche nella provincia di Aleppo. A riferire dell'interruzione è l'agenzia ufficiale siriana Sana che punta il dito contro gli "attacchi dei terroristi contro centraline dati nelle zone centrali e settentrionali" della regione.

Damasco: "Abbattuti due droni sulla capitale"

La Siria afferma di aver abbattuto due droni "nemici", intercettati dalla difesa aerea sulla capitale siriana Damasco. La notizia arriva dall'agenzia ufficiale siriana Sana che cita una fonte militare. Secondo la Sana, non ci sono vittime né danni.

Hezbollah: "Aggressione orchestrata da Usa-Israele, al fianco di Assad"

"L'aggressione in Siria è orchestrata dagli Stati Uniti e da Israele. Questi gruppi takfiristi sono strumenti che stanno usando per cercare di distruggere la Siria". E' l'accusa lanciata dal leader di Hezbollah, Naim Qassem, nel suo secondo discorso pubblico da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco nel sud del Libano. Qassem ha successivamente espresso il suo sostegno al governo di Bashar al-Assad: "Saremo al fianco della Siria per sconfiggere gli aggressori".

Onu: "Escalation per fallimento cronico collettivo"

Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, denuncia l'evoluzione “grave e drammatica” della situazione in Siria, dove il conflitto si è intensificato a causa di un'offensiva dei ribelli e dei jihadisti che, a suo dire, sarebbe la conseguenza di anni di “fallimento cronico collettivo”. “Dopo 14 anni di conflitto, è tempo che tutte le parti si impegnino con Geir Pedersen, il mio inviato speciale per la Siria, per parlare finalmente di un nuovo approccio inclusivo e globale per risolvere la crisi” ha detto Guterres, rivolgendo un appello diretto a un dialogo "serio" e a un vero processo politico.

Secondo il numero uno del Palazzo di Vetro, "migliaia di civili sono in pericolo in una regione già in fiamme". In questo contesto, “ancora una volta esorto tutti gli attori che hanno un'influenza a fare la loro parte per porre fine alle lunghe sofferenze del popolo siriano”.

Pechino ai suoi cittadini: "Via dal Paese al più presto"

Pechino sollecita i cittadini cinesi che si trovano in Siria a lasciare il Paese "il prima possibile" per evitare "rischi estremamente elevati per la sicurezza". In un avviso dell'ambasciata cinese in Siria rilanciato dai media ufficiali del gigante asiatico si parla della "situazione tesa nel nordovest e della situazione sicurezza ulteriormente peggiorata" a livello generale con la raccomandazione "a sfruttare i voli commerciali ancora operativi" o a lasciare via terra il Paese.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Esteri

Siria, la moglie di Assad gravemente malata: “Ha la...

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Lo riferisce The Telegraph, secondo il quale l'ex first lady di origine britannica è stata isolata per ridurre al minimo il rischio di infezione

Asma al-Assad - (Fotogramma)

Asma al-Assad, moglie del deposto presidente siriano Bashar al-Assad, starebbe combattendo contro la leucemia e avrebbe una probabilità di sopravvivenza del 50%. Lo riferisce The Telegraph, secondo il quale l'ex first lady di origine britannica è stata isolata per ridurre al minimo il rischio di infezione e sta seguendo un trattamento.

Asma aveva già combattuto contro il cancro al seno nel 2019, da cui era guarita dopo un anno di cure. Ma si ritiene che la sua leucemia sia ricomparsa dopo un periodo di remissione. La presidenza siriana aveva annunciato a maggio di quest'anno che all'allora first lady era stata diagnosticata una leucemia mieloide acuta, un cancro aggressivo del midollo osseo e del sangue.

Nata a Londra nel 1975 da genitori siriani, Asma al-Assad ha una doppia cittadinanza britannica e siriana. Ha conseguito lauree in informatica e letteratura francese al King's College di Londra prima di intraprendere una carriera nell'investment banking. Asma ha sposato Bashar al-Assad nel dicembre 2000. La coppia ha tre figli: Hafez, Zein e Karim.

L'8 dicembre, in seguito a un'offensiva ribelle guidata da Hayat Tahrir al-Sham (HTS) contro il regime di Damasco, la famiglia è fuggita dalla Siria e si è rifugiata in Russia. Sembra che Asma abbia cercato di esiliarsi a Londra con i suoi figli da quando è iniziata la rivolta siriana, ma il ministro degli Esteri inglese David Lammy ha dichiarato che l'ex first lady siriana non benvenuta nel Regno Unito.

I resoconti suggeriscono che abbia anche chiesto il divorzio dal presidente siriano detronizzato perché "insoddisfatta" della sua vita a Mosca. Tuttavia, il Cremlino ha respinto le indiscrezioni, affermando che " non corrispondono alla realtà".

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Esteri

Ucraina, Lavrov: “Una tregua ora sarebbe...

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Il ministro degli Esteri russo: "Abbiamo bisogno di accordi giuridici definitivi"

Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov - (Afp)

La Russia gela le speranze di una tregua in Ucraina. "Un cessate il fuoco è una strada che non porta da nessuna parte", ha detto in una intervista a giornalisti russi e stranieri il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, secondo il quale "sono necessari degli accordi affidabili".

"Sulla questione molto è stato detto. Ne ha parlato anche il Presidente russo. Non ci accontenteremo di chiacchiere. Finora abbiamo sentito parlare della necessità di arrivare a un cessate il fuoco, ma nessuno nasconde che l'obiettivo di una tregua è quello di guadagnare tempo per continuare a inondare l'Ucraina di armi e consentire alle forze ucraine di raggrupparsi, di mobilitare personale e osì via”, ha osservato.

“Il cessate il fuoco è un vicolo cieco”, ha sottolineato Lavrov. “Abbiamo bisogno di accordi definitivi e giuridicamente vincolanti che documentino le condizioni per garantire la sicurezza della Russia e, naturalmente, gli interessi legittimi dei nostri vicini, ma in un modo basato sul diritto internazionale, che renderà impossibile la violazione di tali accordi”, ha aggiunto.

Qatar, Arabia saudita o Emirati località possibili per vertice Trump-Putin

La Russia prova intanto a definire le condizioni per il vertice fra Donald Trump e Vladimir Putin che non è ancora stato fissato e prima ancora dell'insediamento del Presidente americano eletto. Il quotidiano Izvestia cita esperti secondo cui le località più probabili sono in Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Paesi neutrali, impegnati da tempo in uno sforzo di mediazione fra Mosca e Kiev sulla facilitazione degli scambi di prigionieri di guerra (ma anche sul ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, ndr) e che non hanno aderito alla Corte penale internazionale. Izvestia precisa che pur se la Svizzera ha confermato la sua disponibilità a ospitare un vertice Trump-Putin, non potrebbe andare bene perché per Mosca non è più un Paese neutrale. Scarse probabilità anche che la riunione si tenga in un Paese europeo. Ma non si esclude la Turchia.

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Esteri

Gaza, nuovi attacchi Israele. Neonata muore di freddo il...

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Nelle ultime 48 ore almeno tre i bambini morti a causa delle basse temperature. Raid sul campo profughi di Nusseirat: uccisi 5 reporter di Al-Quds

Sfollati a Gaza - (Afp)

Continuano gli attacchi di Israele sulla Striscia di Gaza, dove anche a causa dell'inverno la situazione degli sfollati palestinesi è sempre più drammatica. L'emittente televisiva palestinese Al-Quds Today ha dato notizia della morte di cinque suoi giornalisti, uccisi all'alba durante un attacco israeliano nel campo profughi palestinese di Nusseirat. In una dichiarazione, il canale televisivo ha affermato di piangere i suoi "cinque giornalisti martiri Faisal Abu Al-Qumsan, Ayman Al-Jadi, Ibrahim Al-Sheikh Khalil, Fadi Hassouna e Mohammed Al-Lada'a, che sono stati uccisi in un attacco sionista contro un veicolo di trasmissione esterno mentre svolgevano il loro dovere giornalistico e umanitario".

Testimoni oculari hanno riferito che un missile lanciato da un aereo israeliano ha colpito direttamente il veicolo dei giornalisti, parcheggiato di fronte all'ospedale Al-Awda nel campo di Nousseirat, uccidendo tutti e cinque i dipendenti dell'emittente.

Neonata morta di freddo

Ieri, il giorno di Natale, una neonata è morta di freddo in un accampamento ad Al-Mawasi, nel sud di Gaza. Sela Mahmoud Al-Fasih “è morta congelata per il freddo estremo” ad Al-Mawasi, ha scritto mercoledì su X il dottor Munir Al-Bursh, direttore generale del Ministero della Salute di Gaza.

Ma non è stata l'unica. Nelle ultime 48 ore, Al-Fasih e almeno altri due neonati, uno di tre giorni e uno di un mese, sono morti a causa delle basse temperature e della mancanza di accesso a un rifugio caldo, ha detto alla Cnn il dottor Ahmed Al-Farra, primario di pediatria e ostetricia presso l'ospedale Nasser di Khan Younis.

Al-Mawasi, una regione costiera a ovest di Rafah, precedentemente designata da Israele come "area umanitaria", è stata ripetutamente sottoposta ad attacchi israeliani. Migliaia di palestinesi sfollati si sono trasferiti lì in cerca di rifugio, vivendo per mesi in tende improvvisate fatte di stoffa e nylon.

Le riprese della Cnn da un cortile di Al-Mawasi hanno mostrato il piccolo corpo di Al-Fasih avvolto in lenzuoli bianchi, con il padre trentunenne, Mahmoud, che la teneva in braccio. In un'altra scena, un gruppo di giovani uomini e ragazzi palestinesi si accovacciano sulla sua tomba. "[Sela] è morta di freddo", ha detto sua madre, Nariman. "La stavo scaldando e tenendola in braccio. Ma non avevamo vestiti e coperte a sufficienza".

L'assalto di Israele, lanciato dopo l'attacco del 7 ottobre guidato da Hamas, ha sventrato i quartieri un tempo vivaci di Gaza, ha cancellato intere famiglie e ha generato una crisi umanitaria di fame, sfollamento e malattie dilaganti. Più di 45.000 palestinesi sono stati uccisi e 107.000 persone sono rimaste ferite, ha riferito lunedì il ministero della Salute locale.

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