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Turismo, tra storia e arte Philadelphia sempre più attrattiva, nel 2024 è record di arrivi

Mentre si accendono le luci del Natale la città guarda già ai grandi appuntamenti del 2026

Turismo, tra storia e arte Philadelphia sempre più attrattiva, nel 2024 è record di arrivi

Archivia un anno da record per il turismo Philadelphia, tra le più antiche città degli Stati Uniti e prima nel paese ad essere dichiarata Patrimonio mondiale dell’Umanità. Nel cuore della East Coast, a metà strada tra New York e Washington, è il simbolo della sua seppur recente storia perché è qui che l’America e con essa la più grande democrazia del mondo è nata. E mentre il Natale entra nel vivo, con la sua magica atmosfera, lo sguardo è rivolto, con ottimismo, più che al prossimo di anno, già a quello dopo: nel 2026, infatti, sarà celebrato il 250° anniversario della firma della Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti, che avvenne, il 4 luglio 1776, proprio a Philadelphia. Se ogni anno la festa dell’Indipendenza in questa che è la città più grande dello Stato della Pennsylvania dura per settimane, a partire dal 19 giugno con il Juneteenth per concludersi con i concerti e gli spettacolari fuochi d’artificio del 4 luglio, nel 2026 le celebrazioni andranno avanti per mesi.

E per il turismo a Philly, come viene simpaticamente chiamata dai locals, sarà un vero e proprio boom, rafforzando i già lusinghieri risultati raggiunti quest’anno. A tracciare un bilancio del 2024 è stato, in occasione dell’Annual Luncheon di Philadelphia, Gregg Caren, presidente e Ceo del Philadelphia Convention and Visitors Bureau (Phlcvb), l’ente di promozione turistica della destinazione. Tra il Memorial Day (27maggio) e il Labor Day (2 settembre), nel centro di Philadelphia sono state vendute più di 1,6 milioni di notti, con un aumento dell'8,2% rispetto al 2023, il numero più alto mai registrato. Gli arrivi sono aumentati di quasi il 7%, mentre la spesa dei visitatori internazionali è cresciuta dell’8% tra maggio e agosto, rispetto allo stesso periodo del 2023, e del 27% considerando l’intero anno.

Questo incremento è frutto di soggiorni più lunghi e di una maggiore offerta dell’industria turistica, che sostiene oltre 80mila posti di lavoro e che - forte dell’incoronazione da parte di Lonely Planet, che ha incluso Philadelphia tra le migliori località da visitare nel 2024 - ha permesso di superare i livelli pre-pandemia. “Grazie al lavoro del Phlcvb, il profilo di Philadelphia nel mondo si è rafforzato ospitando importanti convention, eventi sportivi e visitatori internazionali. Tutto questo lavoro è essenziale per prepararci ad accogliere i visitatori nel 2026”, dichiara Cherelle L. Parker, sindaco di Philadelphia.

Il 2026, dunque, per ‘Philly’ sarà un anno chiave e al tempo stesso un banco di prova. Oltre al 250° anniversario della firma della Dichiarazione d'Indipendenza, sono in programma importanti eventi sportivi e numerosi congressi internazionali, tra cui: sei partite della Coppa del Mondo Fifa (una si terrà simbolicamente proprio il 4 luglio), l'All-Star Game della Mlb, il Pga Championship, il convegno Pmca.

Fra le iniziative legate alle celebrazioni dell’anniversario, alcune sono già state svelate. Al Museo della rivoluzione americana, che rappresenta un unicum e un must-see per chiunque voglia avvicinarsi agli albori della storia degli Usa, dal 18 ottobre 2025 al 3 gennaio 2027 si terrà ‘The Declaration’s Journey’, un viaggio per scoprire come la Dichiarazione di indipendenza americana è diventato il documento politico più influente dell’epoca moderna, i cui ideali e valori sono stati fatti propri da oltre 200 nazioni. Da gennaio a dicembre 2026, l’Historic District di Philadelphia ospiterà ’52 Weeks of Firsts’ per celebrare i più grandi traguardi raggiunti dalla città lungo tutto l’anno. Mentre il 2 luglio 2026 si terrà la terza edizione di un evento inaugurato quest’anno: ‘Red, White, & Blue To-Do’, che unisce in un filo comune musei, attrazioni, ristoranti e molto altro.

Del resto, come sottolinea Gregg Caren, presidente e Ceo del Philadelphia Convention and Visitors Bureau, “Philly è un intreccio di storia, cultura, arte e innovazione, e ognuno di noi fa la sua parte; è più di una semplice città, è una vera e propria esperienza, che lascia in chi la visita il desiderio di tornarci”.

Oltre ad attirare grandi eventi, Philadelphia ha beneficiato anche dell'investimento di American Airlines come punto di accesso per le rotte transatlantiche. Nel 2024, la compagnia ha lanciato tre nuove rotte stagionali senza scalo da Philadelphia - Copenaghen, Nizza e Napoli - che saranno confermate nel 2025, insieme a nuovi voli stagionali per Milano ed Edimburgo. Il nuovo volo diretto giornaliero Milano Malpensa-Philadelphia sarà introdotto dal 24 maggio. Nell'estate del 2025, inoltre, ci saranno 2 voli giornalieri diretti da Roma (il secondo, stagionale, inizierà il 5 giugno). L'aggiunta della tratta Philadelphia-Milano Malpensa alla già consolidata Philadelphia-Napoli offre, quindi, ancora più opzioni ai viaggiatori italiani per scoprire la città.

“Siamo entusiasti di confermare l’importanza di Philadelphia - afferma Gregg Caren - come porta d’accesso alla East Coast anche nel 2025. Queste nuove rotte da Philadelphia e la conferma delle altre dimostrano come American Airlines creda fortemente nel carattere internazionale che Philadelphia può avere come destinazione. La sua fiducia nel rinnovare e ampliare le rotte da Philadelphia sottolinea l'interesse sempre crescente che la città suscita da parte di viaggiatori business e leisure da tutto il mondo".

Questi voli diretti stagionali per l'Aeroporto internazionale di Philadelphia, collegato al centro città tramite treno, rendono la destinazione facile da raggiungere. Tra l’altro, per il secondo anno consecutivo, Philadelphia è stata eletta ‘Most Walkable City to visit’ nel concorso 2024 Usa Today 10Best Readers' Choice Awards.

Camminare tra i suoi quartieri, infatti, è il modo migliore per scoprire Philadelphia, ammirandone i monumenti storici che si alternano agli onnipresenti grattacieli e che rendono il suo skyline così diverso da quello delle altre città americane. Sono 68 i monumenti nazionali sparsi per la città, in quello che viene definito “il miglio quadrato più storico del paese”. Quelli più significativi per la storia americana sono concentrati attorno alla sede principale del Visitor Center, dove sono disponibili informazioni e vendita di biglietti per le attrazioni, consulenza in 12 lingue e un Welcome Wall digitale e interattivo.

Nell’ampia piazza sono visibili le vestigia del primo palazzo presidenziale degli Stati Uniti, che fu dimora dei presidenti George Washington e John Adams e che ora ospita uno spazio museale dove è narrata la storia della schiavitù e dove è custodita l’iconica Liberty Bell, la campana simbolo della libertà e dell’indipendenza americana. Alle spalle si trova l’Independence Hall, dove i padri fondatori firmarono, il 4 luglio 1776, la Dichiarazione di Indipendenza e la Costituzione degli Stati Uniti. L’edificio, patrimonio Unesco, è visitabile anche con guide che narrano le gesta e il fermento dell’epoca. Sul lato opposto della piazza, il National Constitution Center, unico museo del paese dedicato alla Costituzione degli Stati Uniti.

Non lontano la sede del primo Congresso Continentale del 1774, oggi Carpenters’ House, e il Benjamin Franklin museum, dedicato al fondatore di Philadelphia, che fu scienziato e diplomatico, co-fondatore della American Philosophical Society nel 1743, sepolto nel cimitero annesso alla chiesa più antica, Christ Church, fondata nel 1695. Si può visitare anche la casa di Betsy Ross, che si ritiene abbia realizzato la prima bandiera americana. Tra le vie più antiche della Old Town, Elfreth’s Alley, rimasta sempre abitata, con case del 18° secolo. Ma il più iconico degli edifici storici di Philadelphia è sicuramente il City Hall, sede del Comune e centro nevralgico della città, di cui si può attraversare il cortile interno e salire fino alla torre da cui si gode il panorama.

Se incontrare edifici di oltre due secoli in una città americana desta, soprattutto agli occhi europei, un certo stupore, lascia ancora più sorpresi la scoperta delle ricchissime collezioni d’arte che Philadelphia custodisce, concentrate soprattutto lungo l'iconica Benjamin Franklin Parkway, viale conosciuto proprio come ‘Museum Mile’, una sorta di work in progress del polo artistico-museale. A cominciare dal Philadelphia Museum of Art, che domina sullo sfondo, uno dei maggiori musei degli Stati Uniti. Raccoglie oltre 240mila opere di due millenni di storia, provenienti soprattutto da Asia, Americhe ed Europa, oltre a mostre temporanee. Tra le più imponenti, l’unica ricostruzione di un tempio indù fuori dall’India e poi riallestimenti di chiostri medievali e di sale di castelli.

Ospitato in una costruzione a forma di tempio del 1928, il museo è stato recentemente rinnovato con l’intervento dell’architetto Frank Gahry. Gli spazi sono stati ampliati e resi più efficienti in modo da offrire un’esperienza di maggiore impatto al visitatore e, con l’occasione, sono state aggiunte anche nuove sale dedicate alla prima arte indigena americana. Questo edificio è divenuto un Landmark nazionale, reso ancora più famoso dalla celebre serie dei film ‘Rocky’, ambientata proprio a Philadelphia: all’eroico protagonista è dedicata una statua in bronzo di fronte alla quale i turisti fanno la fila per scattarsi una foto, proprio ai piedi della scalinata che porta al museo, ribattezzata ‘Rocky steps’ perché è qui che il pugile impersonato da Sylvester Stallone si allenava risalendo di corsa i 72 gradini; un’impresa oggi emulata da non pochi tra veri sportivi e irriducibili fans.

Sempre sulla Benjamin Franklin Parkway si trova la nuova sede della Barnes Foundation, una delle più raffinate e ricche collezioni private di impressionisti, post-impressionisti e modernisti: conta 181 opere di Renoir, 69 Cézanne, 59 Matisse, 46 Picasso, 16 Modigliani e molti altri. Fu fondata nel 1925 dal chimico e imprenditore Albert Coombs Barnes, appassionato d’arte e collezionista, impegnato anche sui temi dei diritti sociali e nella cultura afro-americana. Precedentemente ospitata in altra sede, è stata spostata nel 2012 nel nuovo edificio disegnato da Tod Williams Billie Tsien Architects Partners, concepito come una galleria in un giardino e un giardino in una galleria. I dipinti sono esposti insieme a pezzi di antiquariato e artigianato artistico, secondo un percorso studiato dal fondatore e fedelmente mantenuto, che trascende le classiche divisioni tematiche e cronologiche, ma si ispira alle simmetrie di luce, colore e spazio. La Fondazione mantiene un forte impegno anche sul fronte della formazione, con iniziative rivolte a scuole e università, attività culturali e mostre temporanee (attualmente è in corso fino al 12 gennaio l’esposizione ‘All about love’, la prima a livello internazionale dedicata all’artista pop Mickalene Thomas).

E non tutti sanno che a Philadelphia si trova anche un museo dedicato allo scultore Auguste Rodin, la più grande raccolta delle sue opere fuori dalla Francia, tra cui il calco del Pensatore alto 180 cm e posto all’esterno. Nella stessa area, il Campus dell’Università della Pennsylvania ospita l’Institute of Contemporary Art, che organizza mostre sin dal 1965, quando ospitò la prima personale di Andy Warhol. Poi, The Franklin Institute, centro per la scienza e l’innovazione, e l’‘Academy of Natural Sciences’, il più antico museo di storia naturale delle Americhe, nonché una delle principali istituzioni scientifiche del paese, con oltre 200 anni.

A Philadelphia ha sede anche la ‘Academy of fine arts’, fondata nel 1805, la prima accademia di arti del paese. Un viaggio nella storia si può fare anche visitando il Penn Museum, con oltre un milione di oggetti e reperti archeologici, dall’Asia all’America passando per il Mediterraneo, tra cui la sfinge più grande dell’emisfero occidentale. Atri interessanti musei sono dedicati alla rivoluzione americana, alla storia degli ebrei d’America e degli afro-americani. C’è poi la casa di Edgar Allan Poe, dove lo scrittore americano ha ideato alcuni dei suoi più famosi gialli, più in periferia. Ed esiste persino una prigione diventata museo, una delle più antiche d’America, che ha ospitato tra gli altri il gangster Al Capone

Ma a Philadelphia l’arte si può ammirare non solo nei musei ma anche per strada, tra murales, sculture, mosaici. Molte sono diventate opere iconiche, come la scultura ‘Love’ di Robert Indiana (composta da 4 lettere rosse giganti a formare la parola ‘Love’ su un piedistallo argento), tanto da aver dato il nome al parco che la ospita (‘Love park’). Con l’obiettivo di rendere l’arte accessibile a tutti, sparsi per la città si possono trovare oltre 4mila murales, grazie al Mural Art Philadelphia, il più ampio programma di arte pubblica del paese che ha preso il via sin dal 1984 e oggi è internazionalmente conosciuto; ogni anno vengono create 100 nuove opere. Una vera e propria galleria su strada è Philadephlia’s Magic Gardens, una installazione-museo ricoperta di mosaici. E non mancano i tour guidati alla scoperta della street art, organizzati dalla Association for Public art.

Anche le arti dello spettacolo hanno un posto d’onore in questa città, che vanta una famosa Philarmonic Orchestra e il Philadelphia Ballet, oltre a rinomate compagnie teatrali. Tra le istituzioni artistiche più importanti che si trovano nella via che è il polo dello spettacolo, si trovano il Kimmel Center, il Merriam Theater, la Philadelphia Theater Company e la Academy of Music. Il più antico teatro è il Walnut, fondato nel 1809 e tuttora attivo.

Ma a Philadelphia la storia si respira anche a tavola e una visita della città non può prescindere da un giro dei suoi mercati. Il più famoso è il Reading Terminal Market, che sorge dove arrivavano i vecchi convogli. E’ uno dei più antichi d’America, con oltre 80 espositori e vi si può trovare di tutto, americano e non solo: dal tipico cheesesteak (panino con bocconcini di manzo e formaggio fuso) ai cookies e ai muffins, fino alla cucina etnica e ai banchi di carne e pesce. Un mercatino di produttori locali si tiene in Rittenhouse Square, intorno ai giardini della piazza. C’è anche un Italian market a Philadelphia, dove, nonostante il nome, si trovano specialità di ogni angolo del mondo, anch’esso immortalato nelle gesta di Rocky e dove ogni anno a maggio si celebra un food festival. Sì, perché a Philadelphia non mancano eventi dedicati al cibo, soprattutto negli ampi spazi verdi lungo la riva del fiume Delaware, che si animano in primavera ed estate.

La più vecchia locanda della città, McGillin’s, risale al 1860 e sempre a Philadelphia si trova la più antica pasticceria del paese, Shane Confectionery, tuttora in attività. Ma per conoscere tutto sulla storia culinaria della città e averne letteralmente un ‘assaggio’ si può seguire uno degli originali giri guidati proposti da Foodcitytour.com: non solo la visita dei mercati, ma anche il tour nella popolosa Chinatown di Philadelphia, o quello dell’happy hour tra rooftop e jazz cafés o, ancora, in questo periodo, il tour del Christmas market.

Anche Philadelphia, infatti, per le festività di fine anno si accende di luminarie, decorazioni e bancarelle e ospita uno dei più grandi mercatini di Natale del paese, il ‘Christmas Village in Philadelphia’, a Love Park: più di cento casette di legno dove gli artigiani vendono i loro prodotti, circondate da piccoli stand che offrono birre o vin brulé e attività per tutta la famiglia. C’è anche il ‘Made in Philadelphia Holiday Market’, nel vicino Dilworth Park, che ospita artigiani, designer e gioiellieri locali. Attrazione imperdibile è il ‘Macy's Christmas Light Show’, una tradizione che si rinnova sin dal 1956 nello storico Wanamaker Building che ospita i famosi magazzini americani Macy’s, con uno spettacolo di 100mila luci accompagnato dal suono di uno degli organi a canne più antichi del mondo.

Le grandi attrazioni non sono solo per le strade della città, ma anche a Center City. Tra questi due le soste quasi obbligatorie. La prima è il Comcast Technology Center, con il suo show ‘The Comcast Holiday Spectacular’, che, fino all’1 gennaio, allo scocco di ogni ora, dalle 10 alle 20 (escludendo le 17 nei giorni feriali), proietta sul megaschermo esibizioni di 15 minuti di grandi classici natalizi realizzate dal Philadelphia Ballet. O ancora, per vivere uno scenario da cartolina natalizia, basta passare sulla South 13 Street, più precisamente all’incrocio con Morris Street, dove da qualche anno si tiene il ‘Miracle on South 13th Street’, uno spettacolo di luci che anima il quartiere durante le feste grazie a più di 300mila luminarie piazzate dai residenti sulle case o tra i due lati della strada a tema natalizio.

Durante la stagione invernale, i famosi Longwood Gardens - giardino botanico a un’ora dal centro di Philadelphia che ospita un’enorme collezione di piante provenienti da tutto il mondo - si trasformano in uno spettacolo di luci e colori per l’evento ‘A Longwood Christmas’. Un’altra location che cambia il proprio aspetto durante le festività natalizie è lo Zoo di Philadelphia, in occasione di LumiNature: un milione di lampadine che danno vita a magnifiche statue di stampo animalesco. Sono davvero infinite le opportunità di vivere Philadelphia e di scoprire i mille volti della sua storia e della sua cultura. Per orientarsi si possono consultare i siti web www.discoverphl.com e www.visittheusa.com.

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Fisco, da tributaristi lettera felicitazioni al nuovo...

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E di ringraziamento a Ernesto Maria Ruffini

 - (Fotogramma)

L’Istituto nazionale tributaristi (Int), per mano del suo presidente Riccardo Alemanno, ha inviato una lettera di felicitazioni e di buon lavoro al nuovo direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vicenzo Carbone, in cui il numero uno dell’Int scrive: “Sono certo che grazie alla Sua competenza e alla Sua esperienza saprà affrontare l’impegnativo incarico con la necessaria determinazione ed equità, in un settore sempre più importante per la Nazione” ribadendo la piena disponibilità al confronto e alla collaborazione.

“L’Istituto nazionale tributaristi, che mi pregio di presiedere, sarà a sua disposizione per proseguire nel confronto costruttivo e nella collaborazione, instaurati negli anni sia a livello centrale che territoriale, con l’Amministrazione finanziaria.”

Ma Alemanno ha inviato anche una lettera al dimissionario Ernesto Maria Ruffini, ringraziandolo per il suo operato e per aver dialogato con equità e senza pregiudizi con tutte le rappresentanze degli intermediari fiscali, augurando all’ex direttore ogni successo nei suoi prossimi impegni professionali. “La lettera al direttore Carbone va oltre ai doveri istituzionali, è un messaggio sentito per confermare e ribadire la nostra disponibilità a collaborare per contribuire a migliorare il rapporto fisco contribuente e affrontare i cambiamenti legati alla riforma tributaria” dichiara il numero uno dei tributaristi Int, che precisa “così come sentito è il ringraziamento inviato a Ruffini per il lavoro svolto. Ritengo che anche nei rapporti istituzionali non si possa mai dimenticare il lato umano e l’importanza della persona”.

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Montagna, nasce Winterland San Bernardino: la magia del...

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Evento organizzato da San Bernardino Swiss Alps fino al 6 gennaio

Montagna, nasce Winterland San Bernardino: la magia del Natale illumina le alpi svizzere

Ha preso il via, fino al 6 gennaio, Winterland San Bernardino, che trasforma il cuore del villaggio svizzero in una fiaba con proiezioni luminose, un food market a cielo aperto, un piccolo mercato, intrattenimento musicale e attività per i più piccoli. L’evento è organizzato da San Bernardino Swiss Alps in collaborazione con Winterland Locarno, evento che anima Piazza Grande da novembre a gennaio. La stessa atmosfera fiabesca avvolgerà questo inverno San Bernardino e il suo villaggio di Natale pop up, in cui troveranno spazio casette di legno che proporranno dagli hamburger alla raclette, dai churros al vin brulé, così come bancarelle di artigianato locale.

Tutt’intorno le luci scintillanti degli alberi illuminati a festa e dei principali edifici del villaggio, che risplenderanno grazie alle proiezioni luminose della fiaba ‘Un abbraccio di stelle’. Ogni giorno dalle 15.30 in avanti attività per bambini e famiglie seguite da dj set, après ski, cori gospel, serate a tema, live music, in un giusto mix tra divertimento e una selezione artistica di qualità, che punta prevalentemente su gruppi emergenti locali e nazionali per valorizzare il territorio anche dal punto di vista culturale.

“Winterland San Bernardino è un evento di festa che vuole diventare un punto di riferimento nei prossimi inverni, forte della collaborazione con una delle realtà ticinesi più in vista, Winterland Locarno", ha dichiarato Niccolò Meroni, Head of marketing Sbsa. Anche nella visione del promotore di San Bernardino Swiss Alps, Stefano Artioli, il Natale è da sempre uno dei periodi fondamentali per il rilancio del villaggio, con l’obiettivo di creare un momento che sappia emozionare: "Come abbiamo già fatto in altre occasioni, vogliamo che anche questo format possa ripetersi negli anni a venire: una tipologia di eventi che sia un volano per lo sviluppo di San Bernardino e che permetta di scoprire il territorio e le sue bellezze, crescendo parallelamente allo sviluppo della destinazione turistica”.

“Un aspetto importante per San Bernardino è la sua attenzione nei confronti delle famiglie - aggiunge Michael ‘Micha’ Lämmler, project manager di Winterland Locarno - ed ecco perché, come già organizzato a Locarno, verranno offerte attività per bambini e famiglie, in collaborazione con la realtà di Sanbe Kids. Quella che abbiamo instaurato con San Bernardino Swiss Alps è sì una collaborazione, ma soprattutto una visione condivisa di creazione di contenuti e intrattenimento per rendere ancora più interessanti le nostre località nel periodo invernale”.

“La collaborazione tra le nostre due realtà - prosegue Meroni - vuole essere un fil rouge unico che unisce San Bernardino e Locarno. Anche le proiezioni sugli edifici delle due località appartengono a uno stilema artistico unico e condiviso, e pertanto facilmente riconoscibile. È importante per noi ringraziare quelle realtà che si sono messe a disposizione per completare le proiezioni anche su stabili non di nostra proprietà, per avere un colpo d’occhio ancor più gradevole. Anche per le esibizioni musicali abbiamo voluto scegliere qualcosa che potesse essere condiviso tra i due eventi, con artisti che in alcuni casi suoneranno in entrambe le destinazioni. Chi verrà a San Bernardino questo inverno troverà un po’ di Locarno, e viceversa. In Piazza Grande, sta avendo un ottimo successo lo chalet a brand San Bernardino Swiss Alps per le fondue”.

Tanti gli appuntamenti invernali anche subito dopo le festività: sabato 11 gennaio si terrà il Winter Classic, torneo di hockey con glorie storiche dell’HC Ambrì Piotta e HC Lugano, mentre l’ultimo weekend di gennaio e il 1° di febbraio andrà in scena lo Snow Open Golf, torneo di golf sulla neve. Note jazz all’Hotel Brocco & Posta domenica 2 marzo, mentre gli ultimi due fine settimana di marzo torna SanBeats, il format che porta le sonorità elettroniche in alta quota sulla terrazza della Capanna Confin.

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Turismo, Moxy Hotels: da Barcellona a Nyc 10 anni tra...

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Il brand di Marriott Bonvoy che in dieci anni, Moxy Hotels ha ridefinito l'esperienza di ospitalità e le regole del soggiorno alberghiero convenzionale,

Turismo, Moxy Hotels: da Barcellona a Nyc 10 anni tra design iconico e ospitalità innovativa

Si chiude l'anno del decennale e si apre un 2025 denso di novità con nuove aperture in programma, in Europa e negli Stati Uniti, per Moxy Hotels, parte del portfolio di oltre 30 brand Marriott Bonvoy. Un brand innovativo, che combina stile e design tipici dei boutique hotel, a prezzi abbordabili, lanciato a settembre 2014 con l’apertura di Moxy Milan. In dieci anni, Moxy Hotels ha ridefinito l'esperienza di ospitalità e le regole del soggiorno alberghiero convenzionale, guardando alla prossima generazione di viaggiatori, con il suo design industriale, spazi comuni animati e una programmazione sempre viva. L'esperienza non convenzionale inizia con il check-in e prende vita in spazi pubblici sociali, per proseguire nelle camere da letto smart. Oggi il brand si è affermato nel segmento upper-midscale lifestyle, con 89 alberghi operativi in 18 destinazioni europee, che rappresentano il 60% del suo portfolio globale. Nel mondo sono oltre 135 le proprietà aperte in 25 Paesi e, per celebrare questo importante anniversario, ha annunciato che sta per raggiungere il traguardo dei 100 hotel in Europa entro la fine del 2025, con l'aggiunta prevista di 17 strutture, tra cui le nuove aperture in mercati inediti quali Spagna, Turchia e Lussemburgo.

Fresco di inaugurazione il Moxy Barcelona, nel vivace quartiere di Sants, che segna l'ingresso del brand in Spagna: con 414 camere, il design fonde i tradizionali mosaici di ceramica catalani trencadís con lo stile industrial chic di Moxy, creando un ambiente colorato e contemporaneo che incarna lo spirito del luogo. Altro debutto la Turchia, con l'apertura di Moxy Istanbul Beyoğlu (nello storico edificio Afrikahan, a pochi passi da Piazza Taksim), seguito dal Moxy Izmir. Il brand è sbarcato anche in Lussemburgo, con l'inagurazione del Moxy Luxembourg Airport, dotato di 130 camere, all'interno dello Skypark Business Center presso l'aeroporto e direttamente collegato al terminal tramite una passerella interna.

Il brand prevede, inoltre, di espandere la propria presenza in Francia, Italia, Portogallo, Irlanda, Belgio, Polonia, Serbia e Germania entro la fine del 2025. Grande attesa per le aperture previste in Italia con Moxy Pompei e Moxy Verona. In Francia, Moxy Annecy, seguito da Moxy Nice, e in Germania Moxy Kupferzell, Hohenlohe. E Moxy prevede di aprire il suo quinto hotel in Polonia con Moxy Warsaw City. In Irlanda arrivano Moxy Dublin Docklands e Moxy Cork. Moxy è poi pronto ad aprire il suo terzo hotel in Portogallo: Moxy Alfragide Lisbon. Moxy Brussels Airport e Moxy Antwerp ne rafforzeranno la presenza in Belgio. Il secondo hotel in Serbia sarà il Moxy Belgrade Skadarlija Downtown. Mentre in Svizzera è prevista l’apertura di Moxy Zurich, Letzigrund.

"L'espansione di Moxy in tutta Europa riflette le aspirazioni e le aspettative della prossima generazione di viaggiatori. Le nostre aperture rimarranno fedeli alle origini del brand e si concentreranno su una narrazione di design local in ogni spazio comune, assicurando che ogni hotel si senta radicato nella cultura locale", ha affermato Sandra Schulze-Potgieter, vicepresident Premium & Select Brands Europe, Middle East and Africa, Marriott International.

Per oltre un decennio, Moxy Hotels ha sfidato lo status quo dei soggiorni alberghieri tradizionali in Europa, dal check-in al bar con un c/mocktail omaggio all’arrivo alla valorizzazione della valenza sociale degli spazi comuni dell’hotel dalla mattina alla sera. Con ciascuno dei suoi hotel, Moxy mira a essere un punto nevralgico sociale della destinazione, innescando l'impegno della comunità locale e promuovendo la connessione tra viaggiatori d'affari e di piacere, così come con la gente del posto. "Festeggiamo il decimo anniversario di Moxy Hotels orgogliosi di come la visione audace del brand abbia trovato uno straordinario riscontro nei viaggiatori di tutta Europa. Con piacere notiamo una forte domanda di esperienze di ospitalità nella regione che siano stylish ma a tariffe ragionevoli. I nostri ambiziosi piani di espansione per Moxy non sono capillari in senso geografico ma più alla ricerca delle destinazioni che ben comprendano lo spirito giocoso tipico del brand", ha sottolineato afferma Jerome Briet, Chief Development Officer Europe, Middle East & Africa, Marriott International.

Il design è un elemento di differenziazione chiave per il brand da sempre, con camere smart e spazi eclettici che offrono agli ospiti la possibilità di divertirsi durante il loro soggiorno. Il successo dietro il design di Moxy è stato l'attenzione rivolta a incoraggiare ogni hotel ad aggiungere i propri componenti di stile unici come autentici cenni local, pur rimanendo fedeli alla narrazione comune del brand. Pensato appositamente per i viaggiatori moderni, Moxy Hotels ha introdotto anche il Moxy Guestbook, diventando uno dei primi marchi a sfruttare i contenuti generati dagli utenti in una piattaforma interattiva digitale in ogni struttura nel mondo.

Un format che lo rende al tempo stesso globale e si ritrova anche negli indirizzi Oltreoceano, dove pure il brand è in piena espansione. Negli Stati Uniti, infatti, nel 2025 sono previste una serie di aperture che rappresentano lo sbarco in altrettanti Stati: Moxy Charlotte Downtown (North Carolina), Moxy Allentown (Pennsylvania) e Moxy Fayetteville (Arkansas). E in Canada aprirà il Moxy Montreal (il primo in Quebec). Sempre gettonatissime le strutture di New York, a cominciare dalla prima, Moxy Times Square, cui hanno fatto seguito Moxy Chelsea e Moxy East Village, e poi Moxy Lower East Side, Moxy Downtown e, fra gli ultimi arrivati, Moxy Brooklyn Williamsburg.

Ognuno dei Moxy Hotels newyorchesi riflette le caratteristiche del quartiere in cui è nato. Basta vedere, ad esempio, il Moxy East Village, situato sulla East 11th Street tra la Third e la Fourth Avenue, di fronte alla leggendaria sala da concerti Webster Hall. E' pensato come una linea del tempo verticale, che segue le diverse fasi della storia del quartiere: dai primi insediamenti fino ad oggi, passando per il periodo punk. Il design è ispirato all’archeologia urbana: i 13 piani rendono omaggio al passato e al presente dell’East Village, oltre che al suo futuro. Il design degli interni è stato curato dal Rockwell Group, mentre l’architettura da Stonehill Taylor. I desk per il check-in sono opera dell’artista locale Michael Sanzone, costruiti con materiali e oggetti di recupero, mentre l’alternarsi di graffiti e segni grafici ricorda gli strappi dei poster pubblicitari, quando vengono rimossi dalle facciate degli edifici. Come in tutti i Moxy Hotels, le 286 camere sono state progettate con cura per ottimizzare gli spazi e adattarsi alle esigenze degli ospiti in maniera flessibile. Ogni stanza propone opere commissionate appositamente all’artista di New York Xan Padrón, con fotografie in time lapse di cittadini newyorkesi ripresi mentre si muovono per le strade dell’East Village.

L’hotel offre spazi per il co-working, ristorante, bar e un’ampia offerta culturale. L'Alphabet Bar & Café, nella lobby, è il cuore sociale di Moxy East Village e comprende area bar, terrazza, lounge per il co-working e sale riunioni. Gli ospiti possono consultare gratuitamente i libri proposti in un carrello dell’iconico Strand Bookstore e ascoltare un vinile dalla collezione in collaborazione con la vicina Academy Records, rappresentativa della musica dell’East Village. Fiore all’occhiello di Moxy East Village è Cathédrale, il ristorante franco-mediterraneo cui si accede dalla lobby scendendo una scala che ricorda le uscite di emergenza tra gli edifici nell’East Village. La sala da pranzo è sovrastata dalla scultura teatrale in rete metallica dell’artista italiano Edoardo Tresoldi, che offre l’effetto di un grande soffitto a volta. Successivamente, all'ultimo piano, è stato aggiunto il rooftop bar, ispirato ai tipici giardini posti sul retro delle abitazioni newyorkesi, con luci pendenti, piante rampicanti, arredi colorati e un tetto retrattile che permette l'uso in ogni stagione. Dietro al bancone, le bottiglie di liquore esposte in casse di plastica per il trasporto del latte, come quelle che si vedono sui marciapiedi dell’East Village.

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