Manovra, Spandonaro (Tor Vergata): “Con pochi soldi per Ssn difficile fare programmazione”
"A causa dei tassi di crescita del Paese risorse inferiori rispetto alle aspettative"
"Quest'anno sembra che ci siano veramente pochi soldi per la sanità in legge di bilancio, dopo un anno, quello passato, molto più generoso. Questo dimostra che c'è una difficoltà nella programmazione. Il dato di fondo è che, purtroppo, con i tassi di crescita del Paese, i fondi che ci sono per la sanità sono molto inferiori a quelli che ci si aspetterebbe per riportare il sistema sanitario in una situazione di comfort". Così Federico Spandonaro, professore dell’università degli studi di Roma Tor Vergata e presidente comitato scientifico C.R.E.A. Sanità, in occasione degli Stati generali Associazione coordinamento ospedalità privata (Acop).
"Tutti i Centri studi, fra cui quello che coordino, sono concordi nel dire che oggi, con le risorse disponibili, il Servizio sanitario nazionale non riesce più a onorare le promesse che fa alla popolazione - spiega - e quindi bisogna decidere se, come qualcuno sostiene, basta una manutenzione, ancorché straordinaria, o se, come pensiamo al nostro centro studi, sia necessario pensare a qualcosa di più di una semplice manutenzione, una vera e propria trasformazione. Dobbiamo riportare in linea le promesse con le risorse".
Le risorse "purtroppo sono limitate. Dobbiamo pensare che cosa sarà il Ssn nei prossimi anni e questo vuol dire ripensare la governance. Abbiamo un quarto di spesa privata che è completamente scissa da quella pubblica e abbiamo una serie di altre esigenze da coordinare, ripensando i principi del Servizio sanitario nazionale. Oggi, temi come l'equità e l'integrazione, declinati 40 anni fa, non sono più al passo con i tempi moderni e quindi su quelli dobbiamo lavorare per trovare una nuova base condivisa. È chiaro - conclude - che il Servizio sanitario nazionale è una conquista di civiltà e per riformarlo ci vuole l'accordo di tutti".
Cronaca
Omicidio Diabolik, nuovi atti sull’identità del...
Fabrizio Piscitelli, noto come ‘Diabolik’, venne ucciso con un colpo di pistola alla testa il 7 agosto del 2019 nel parco degli Acquedotti
Screenshot, conversazioni con la sorella, foto di famiglia e con gli amici. La procura di Roma ha depositato nuovi atti relativi all’identità del presunto killer di Fabrizio Piscitelli, noto come ‘Diabolik’, ucciso con un colpo di pistola alla testa il 7 agosto del 2019 nel parco degli Acquedotti. Lo scorso settembre il pm Mario Palazzi in aula chiedendo l’acquisizione agli atti del processo della risposta alla rogatoria delle autorità argentine aveva spiegato che “Raul Esteban Calderon non esiste, il nome che ha speso è falso, utilizzato evidentemente in Italia per la sua attività criminosa” e che gli accertamenti fatti avevano portato a scoprire che "in realtà si chiamerebbe Gustavo Alejandro Musumeci". Ora nuovi elementi arrivano dal deposito da parte della procura relativo al contenuto delle copie forensi di due telefoni entrambi sequestrati in occasione dell’arresto dell’imputato.
In particolare dall’analisi sui dispositivi è stata individuata una chat WhatsApp intercorsa con il contatto registrato sul telefono con il nome "Hermana" (sorella ndr.) in cui è stata inviata una foto e, come riportato nella nota della polizia giudiziaria, dalla consultazione di fonti aperte è stato individuato un profilo social sulla piattaforma Facebook nel quale sono presenti fotografie ritraenti l'utilizzatrice del profilo: confrontando le immagini presenti sul profilo social con la fotografia, inviata nella chat Whatsapp del telefono si riscontrerebbe, secondo gli investigatori, una chiara somiglianza tra le persone ritratte.
A supporto anche gli auguri di ‘buon compleanno’, il giorno 30 aprile, data corrispondente al giorno di nascita di Gustavo Alejandro Musumeci, ricevuti sul telefono sequestrato all’imputato. Tra i dati è stata individuata anche una chat con alcune foto che lo ritraggono in giovane età e alcuni documenti giudiziari in lingua spagnola riguardanti Musumeci.
Il 4 marzo 2021, l'interlocutore chiamato ‘Chato’ invia poi la foto di un documento con il messaggio: "tiene una captura vigente",”Hai una cattura in atto”. Nella stessa annotazione viene riportato anche come in una conversazione intercettata in lingua spagnola parlando con la madre diceva di essere "Gustavo" e la donna gli chiedeva notizie dei figli con i nomi corrispondenti a quelli dei figli di Calderon, a processo davanti alla Terza Corte di Assise di Roma per le accuse di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso e detenzione abusiva di armi.
Cronaca
Vaccini, anti-Rsv importante in assenza di trattamenti...
De Grazia (Gsk): "Aautorizzazione una svolta per proteggere popolazione adulta più vulnerabile"
Il virus respiratorio sinciziale (Rsv) rappresenta una minaccia significativa per la salute pubblica non solo per i neonati: gli adulti sono forse quelli più a rischio, con conseguenze anche infauste. Ad oggi non esistono trattamenti specifici contro Rsv negli adulti e la terapia supportiva può comprendere broncodilatatori, supplemento di ossigeno, reintegrazione di liquidi e antipiretici. “L'autorizzazione del vaccino contro l’Rsv rappresenta una svolta fondamentale per proteggere la popolazione adulta più vulnerabile”. Così, Sara De Grazia, Vaccines medical head di Gsk Italia, in occasione di un incontro con la stampa a Roma, organizzato dalla farmaceutica, sottolinea che “oggi abbiamo a disposizione uno strumento per difendere gli adulti fragili da questa insidiosa infezione per la quale non esistono trattamenti terapeutici e la prevenzione resta l’unica arma. Una dimostrazione del bisogno medico esistente in tale ambito è che l’Ema ha valutato la domanda di autorizzazione all'immissione in commercio del vaccino con una procedura fast-track accelerata, consentendo un più rapido accesso a questa opzione profilattica”.
Secondo uno studio americano sulla mortalità per Rsv - si legge in una nota - fra il 1999 e il 2018, l’89% dei decessi è stato registrato negli ultra 65enni per un totale di 5800 persone contro un totale di 116 fino ai quattro anni di età. Si stima, inoltre, che 20 milioni di persone, tra i 50 e 59 anni, in 30 paesi europei presentino una condizione medica che aumenta il pericolo di andare incontro ad una malattia da Rsv. Questo virus può causare infezioni severe, in particolare, proprio negli anziani, a causa del declino naturale del sistema immunitario legato all’età, e negli adulti immunocompromessi o con patologie concomitanti, come malattie respiratorie, cardiovascolari e diabete. Rsv, inoltre, può provocare infezioni del tratto respiratorio inferiore, per esempio la polmonite, l’aggravamento delle patologie pre-esistenti (riacutizzazioni di malattie come asma e Bpco), complicanze cardiovascolari, ricoveri ospedalieri e, nei casi più gravi, portare al decesso. Ad oggi, Rsv è la terza causa più frequente di malattia del tratto respiratorio negli adulti, insieme al virus influenzale e Sars-CoV-2. Inoltre, secondo le stime, il numero di decessi causati da Rsv è più alto nella popolazione adulta rispetto a quella pediatrica.
In Italia, negli adulti di età superiore ai 60 anni, si stima che Rsv provochi circa 290 mila casi di infezione respiratoria acuta, 26.000 di ospedalizzazione e 1.800 morti in ospedale. Tuttavia, secondo gli esperti, il reale impatto clinico di questo virus nella popolazione adulta e anziana è probabilmente maggiore rispetto a quello riportato in letteratura, poiché la diagnosi non rientra fra le pratiche di routine. Insomma, possiamo dire che Rsv è "un patogeno globale in un mondo che invecchia", l’ha definito AR Falsey sul 'New England Journal of Medicine'. L’Italia è uno dei Paesi più longevi in Europa, al secondo posto dopo la Spagna.
In particolare, gli over 65 italiani sono il 23% della popolazione totale, e nel 2050 si prevede che arriveranno al 35%. Questa fascia di popolazione è anche una vera e propria economia – la chiamano Silver economy - che vale il 19,4% del Pil nazionale ed il 25% dei consumi delle famiglie italiane. È necessario perciò soddisfare le legittime attese di salute di queste persone che vogliono giustamente restare attive ed evitare, quando possibile, ricoveri e trattamenti e in egual modo soddisfare le attese della società e dell’economia che richiedono a questa fascia di popolazione di essere attiva, produttiva e possibilmente di non sovraccaricare il Ssn, grazie alla prevenzione.
Quest’anno la stagione invernale si preannuncia molto impegnativa, con una recrudescenza contemporanea di diversi virus respiratori che rischiano di mettere a letto o in terapia larga parte della popolazione italiana e in seria difficoltà i soggetti più fragili: non a caso l’Osservatorio influenza, fondato 13 anni fa come punto di riferimento per l’informazione sull’influenza stagionale, amplia il proprio raggio d’azione e diventa Osservatorio Virus Respiratorie.
Seguendo l’approvazione da parte di Ema e il parere positivo espresso dalla Commissione consultiva tecnico-scientifica dell’Aifa, il vaccino adiuvato di Gsk contro Rsv è stato inserito nella Classe di rimborsabilità C mediante Determina n. 727/2023 del 29 novembre 2023, pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 291 del 14 dicembre 2023. La vaccinazione anti-Rsv è attualmente raccomandata in diversi Paesi dai rispettivi gruppi tecnici nazionali sulle vaccinazioni (Nitag) e dalle principali società scientifiche. Sebbene non sia ancora inclusa nel Piano nazionale di prevenzione vaccinale (Pnpv) italiano, a gennaio 2024, il Board del Calendario della Vita ha pubblicato un documento in cui raccomanda la vaccinazione contro Rsv per i soggetti di età pari o superiore ai 75 anni e per quelli di età pari o superiore ai 60 anni con patologie croniche. Il vaccino contro l’Rsv di Gsk è un vaccino che parla italiano. Nello stabilimento di GSK di Parma, dal 2023 al 2024, sono state prodotte 7 milioni di dosi, distribuite in oltre 50 paesi in tutto il mondo, con prevalenza in Europa, negli Stati Uniti e in Cina.
Cronaca
Libri, ‘La Vela Magica’: spiegare vele delle...
La capacità di ricominciare a progettare dopo avere ricevuto la diagnosi di una malattia e quella di vivere il mare e la vela come ambiente riabilitativo a bordo di imbarcazioni sottratte al malaffare e impiegate oggi in attività di pubblico interesse
Rinascita, libertà e valori. La capacità di ricominciare a progettare dopo avere ricevuto la diagnosi di una malattia e quella di vivere il mare e la vela come ambiente riabilitativo a bordo di imbarcazioni sottratte al malaffare e impiegate oggi in attività di pubblico interesse. Sono i temi centrali del libro "La Vela magica" scritto da Giusy Scandurra e Agatino Catania con le illustrazioni di Seby Genovese, che sarà presentato sabato 14 dicembre alle 10.30 da JoyHub Event Factory, in via Scuto Costarelli, 26 a Catania. Il volume è il risultato di un progetto che rivede insieme al lavoro la professoressa Giusy Scandurra, direttore Uoc Oncologia Medica, Ospedale Cannizzaro, ricercatrice presso l’Università Kore di Enna ed esperta nel trattamento di tumori ginecologici e mammari e il contrammiraglio (aus) Agatino Catania, presidente della Lega Navale Italiana Sezione Aci Trezza e Delegato della Lega Navale Italiana per la Sicilia Orientale. Insieme, o meglio, “a quattro mani” hanno unito mondi solo ipoteticamente distanti come quello della Lega Navale Italiana e dell’Oncologia Medica dell’Ospedale Cannizzaro che affianca l’attività di Alleanza Contro il Tumore Ovarico (Acto) Sicilia, riuscendo a intrecciare parole ed emozioni capaci di far ritrovare se stessi e riconnettersi con gli affetti più cari: di “spiegare le vele” come viene descritto ne “La Vela magica”.
La “Vela magica” è la storia di Gioia, Samyra e della loro mamma. Delle vele bianche che guardavano all’orizzonte e che diventano sempre più lontane. Ma anche quando soffia il vento forte della tempesta basta “orientare le vele” e continuare a navigare stretti, tutti insieme come un vero equipaggio. Gioia, Samyra e la mamma diventano marinai di un equipaggio, su splendide barche a vela, che con l’aiuto della Lega Navale Italiana raggiungono un porto sicuro in cui essere di nuovo “libere” di guardare l’orizzonte.
“Le gioiose protagoniste del libro - racconta Giusy Scandurra - vivono guardando il mare, ma arriva una brusca interruzione nella loro vita: la malattia. Una delle problematiche quando una malattia oncologica compare nella vita di un individuo e quindi di una famiglia è quella di non poter vedere il futuro, di non poter guardare l’orizzonte. Grazie a questi progetti e alla possibilità di andare fisicamente per mare insieme agli uomini e alle donne della Lega Navale, riusciamo in qualche modo a riappropriarci della capacità di tornare a progettare”.
“Incrementare e costruire attraverso lo spirito di equipaggio dei legami sempre più forti – aggiunge Agatino Catania – per chi vive momenti di difficoltà è estremamente importante. Rappresenta il valore aggiunto che insieme alle terapie mediche consente di affrontare la malattia con una prospettiva diversa. Con le nostre imbarcazioni, che provengono da un passato fatto di illegalità e che lo Stato ha affidato alla Lega Navale Italiana, oggi portiamo avanti una nuova missione e desideriamo offrire alle pazienti la possibilità di potere vedere di nuovo l’orizzonte e ricaricarsi di un’energia che consentirà loro di vincere i momenti di difficoltà”.
Questa intensa esperienza con Acto, per la Lega Navale, è solo l’ultima di una lunga serie di attività sulla vela e la salute promosse dalla Sezione di Aci Trezza e dalle strutture della Lni della Sicilia Orientale. Con il progetto LEGAmi, infatti, è stato possibile giocare ai nodi con i figli delle pazienti per enfatizzare il valore dei “legami” tra mamma, figlio e famiglia. In “Trezza in Vela”, una regata competitiva, le pazienti sono state parte attiva nel preparare striscioni con i colori di Acto che sono stati posti a riva in ciascuna imbarcazione e con essi sensibilizzare la società al tema della prevenzione.
“La prevenzione dei tumori ginecologici, dunque, non è solo un problema di donne e del parlarne tra donne. Anzi – come sottolinea la presidente di Acto Sicilia, Annamaria Motta – la malattia oncologica si ripercuote sull’intera famiglia e la diffusione dell’informazione riguarda tutti. In questo senso, l’attività che Acto Sicilia porta avanti è volta ad avviare collaborazioni con settori solo apparentemente lontani, ed invece nascono iniziative magiche come questa con la Lega Navale”.