Fiere, a Vicenzaoro january 2025 futuro industria del gioiello con 1.300 brand espositori
Il mondo dell’oreficeria, della gioielleria e dell’orologeria si dà appuntamento dal 17 al 21 gennaio a Vicenza per la nuova edizione di Vicenzaoro January - The Jewellery Boutique Show.
Il mondo dell’oreficeria, della gioielleria e dell’orologeria si dà appuntamento dal 17 al 21 gennaio a Vicenza per la nuova edizione di Vicenzaoro January - The Jewellery Boutique Show. Celebrati nel 2024 i primi 70 anni di storia, traguardo che ha reso la manifestazione di Italian Exhibition Group l’evento più longevo nel panorama globale di settore, Vicenzaoro è pronta a scrivere il futuro a partire con un’edizione che, anche nel 2025, apre il calendario mondiale degli eventi di settore tracciando trend, tendenze e rotte di business per l’industry internazionale del prezioso. In contemporanea T.Gold, vetrina B2B globale di tecnologie e macchinari per l’oreficeria, mentre VO Vintage attende dal 17 al 21 gennaio al pubblico di appassionati e collezionisti dell’orologio e del gioiello vintage di pregio.
Saranno 1.300 i brand espositori presenti al quartiere fieristico di Vicenza per un appuntamento che riunirà l’intera filiera del prezioso offrendo ai buyer di tutto il mondo il meglio della produzione Made in Italy e le anteprime internazionali con una proposta completa tra tecnologie e pietre preziose, semilavorati e componenti, oreficeria e alta gioielleria, fino al packaging. La manifestazione sarà nuovamente boutique e piattaforma di riferimento per business, networking e formazione di settore grazie alle eccellenze in mostra e al contributo delle voci più autorevoli come l’osservatorio indipendente di Ieg sui trend del lusso Trendvision Jewellery + Forecasting, think tank di innovazione per tutte le novità dell’oreficeria e della gioielleria. Filo tematico della prossima edizione saranno i giovani, in un contesto di confronto e scambio intergenerazionale: leva di cambiamento e di continuità per l’industry, fattore di innovazione e valorizzazione delle conoscenze, che contraddistinguono il prezioso Made in Italy.
In contemporanea T.Gold, salone B2B leader mondiale per le tecnologie e i macchinari per l’oreficeria, che torna con 170 aziende espositrici da 16 Paesi per un 40% di provenienza estera, con Germania, Turchia, Svizzera, Stati Uniti e Regno Unito tra i Paesi più rappresentati. Punto di riferimento globale per il settore, l’appuntamento che contraddistingue l’edizione di gennaio del salone di Ieg sarà vetrina di un mercato in costante evoluzione, sempre più competitivo e attento alla sostenibilità di prodotti e processi produttivi, alla personalizzazione e alla massima precisione tecnica.
Dal 17 al 20 gennaio 2025, la sesta edizione di VO Vintage accoglierà il pubblico di collezionisti e appassionati di orologeria e gioielleria vintage di pregio con circa quaranta espositori tra i più importanti leader nazionali ed esteri in uno spazio esclusivo e dedicato, offrendo l’opportunità di ammirare pezzi rari, dialogare con esperti del settore e partecipare a momenti formativi e di approfondimento. Nei giorni di manifestazione, il centro di Vicenza si animerà con gli eventi ViOff, il fuorifiera organizzato in collaborazione con il Comune di Vicenza, che anima il centro cittadino offrendo ulteriori opportunità di networking, o le iniziative del Museo del Gioiello. Occasioni per assaporare la bellezza della città e del territorio, con il suo ricco patrimonio storico, artistico, culturale ed enogastronomico.
Vicenzaoro January è voce del mercato e momento di incontro e confronto per il mondo istituzionale e associativo grazie alla presenza di ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ice - Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, Confindustria Federorafi, Confartigianato Orafi, Confcommercio Federpreziosi, Cna Orafi, Club degli Orafi Italia, Confimi Industria Categoria Orafa ed Argentiera, Assogemme, Assocoral, Afemo - Associazione Fabbricanti Esportatori Macchinari per Oreficeria.
Contribuiscono all’agenda della manifestazione anche autorevoli realtà internazionali: da Cibjo - Confederazione Mondiale della Gioielleria, che promuove la sostenibilità economica e sociale della filiera del gioiello, a Gjepc India - Gem and Jewellery Export Promotion Council, Hkjja - Hong Kong Jewellery & Jade Manufacturers Association, e Francéclat tra gli altri.
Economia
Fiere, posata da Ieg prima pietra del nuovo padiglione del...
celebrato questa mattina l’avvio della fase di costruzione dell’edificio da 22mila metri quadrati due livelli, progettato dallo Studio Gmp di Amburgo nella persona del professore e architetto Volkwin Marg, con una cerimonia che ha visto la presenza dei vertici del Gruppo, delle istituzioni e dei rappresentanti delle associazioni dell’oreficeria e della gioielleria nazionali
Il nuovo padiglione che sorgerà nel cuore del quartiere fieristico di Vicenza ha la sua prima pietra. A dieci mesi esatti dall’inizio dei lavori di riqualificazione, Italian Exhibition Group ha celebrato questa mattina l’avvio della fase di costruzione dell’edificio da 22mila metri quadrati due livelli, progettato dallo Studio Gmp di Amburgo nella persona del professore e architetto Volkwin Marg, con una cerimonia che ha visto la presenza dei vertici del Gruppo, delle istituzioni e dei rappresentanti delle associazioni dell’oreficeria e della gioielleria nazionali. Dopo la benedizione impartita dal vicario generale della Diocesi di Vicenza, don Giampaolo Marta, Volking Marg ha consegnato il progetto dell’ampliamento in un contenitore al presidente Ieg, Maurizio Ermeti, che a sua volta lo ha posizionato nel blocco di cemento. Assieme al sindaco di Vicenza Giacomo Possamai, al presidente della Provincia di Vicenza Andrea Nardin e al presidente della Camera di commercio di Vicenza Giorgio Xoccato, Ermeti e Marg hanno dato il simbolico colpo di cazzuola sulla prima pietra. Per Ieg, presenti anche l’amministratore delegato Corrado Peraboni, il direttore operations e direttore della sede vicentina di Ieg Mario Vescovo, il chief corporate officer Carlo Costa e il chief business officer Marco Carniello.
Maurizio Ermeti, presidente Ieg, ha dichiarato: "Più di cinquant’anni fa, dei visionari posero la prima pietra della 'chiocciola' con la speranza di migliorare le loro vite, le imprese e il territorio. Oggi, con questo gesto simbolico, rinnoviamo quel proposito, ricostruendo una struttura più grande, tecnologica e potente per mantenere Vicenzaoro come leader europeo e internazionale nel settore del gioiello. Non solo, questa nuova infrastruttura ci permetterà anche di ampliare il nostro calendario delle nostre manifestazioni e quello del nostro centro congressuale, rendendoci sempre più attrattivi. Un grazie alla città, al territorio e agli stakeholder che hanno sostenuto la nostra visione".
Corrado Peraboni, amministratore delegato Ieg, ha affermato: "Rendere più competitivo il quartiere di Vicenza in termini infrastrutturali significa mantenere la posizione di leadership di Vicenzaoro in Europa e mantenere la sua specificità nel contesto internazionale. Ma significa anche rafforzare la strategia di internazionalizzazione che Ieg ha impostato per le sue fiere orafe con gli hub di Dubai e Singapore: creare piattaforme per mercati che poi hanno un impatto positivo sulla visitazione degli operatori esteri in Italia".
Volkwin Marg, Studio Gmp di Amburgo, progettista dell’ampliamento, ha commentato: "Siamo grati di poter progettare per Italian ExhibitionGroup. Abbiamo una fantastica collaborazione creativa che dura da 25 anni, sin dalla nascita della Fiera di Rimini. È un buon segno per Vicenza che sia in costruzione una nuova stazione e che l'ambiente intorno alla fiera possa essere riqualificato. In questo contesto immaginiamo un futuro business fieristico che diventerà sempre più attraente per il mondo esterno anche in termini di percezione architettonica".
Giacomo Possamai, sindaco di Vicenza, ha detto: "La posa della prima pietra del nuovo padiglione della Fiera è un segnale importantissimo per la città. È un segnale che testimonia la volontà di Ieg di investire su Vicenza e che dà un futuro luminoso al quartiere fieristico vicentino e all'economia della nostra città, da sempre legata alla Fiera, dandoci quindi l'idea di una Vicenza che continua a crescere e a investire e che guarda al futuro con fiducia".
Per Andrea Nardin, presidente Provincia di Vicenza, "Vicenza sta vivendo una rivoluzione infrastrutturale e la nuova fiera ben si inserisce in un contesto urbanistico che guarda al futuro". "Un restyling che non è solo di facciata, ma che significa potenziare il quartiere fieristico rendendo Vicenzaoro ancor più attrattiva e rafforzando l’identità dell’economia vicentina. La posa della prima pietra è un segnale forte che vogliamo dare anche ai nostri imprenditori: ci aspettano sfide importanti, ma ci rinforziamo per affrontarle", ha aggiunto.
Giorgio Xoccato, presidente Camera di commercio di Vicenza, ha sottolineato: "Va riconosciuto l'impegno di Ieg per una riqualificazione che offre grandi opportunità, in primis per Vicenzaoro. Il quartiere, all’ingresso della città, sarà un 'biglietto da visita' per quell’accoglienza che Vicenza vuole dare al visitatore. L'investimento sarà potenziato dalla futura fermata Tav, progetto su cui la Camera di commercio e il sistema Vicenza hanno lavorato con determinazione e unità".
La 'fase 2' dell’opera di ampliamento e riqualificazione del quartiere fieristico di Vicenza, condotta dal direttore operations e direttore della sede vicentina di Ieg Mario Vescovo, relativa alla costruzione del nuovo edificio moderno e funzionale, che sorgerà sull’area precedentemente occupata dai padiglioni 2 e 5, procede nel pieno rispetto del cronoprogramma stabilito da Ieg. Dopo le fasi di demolizione dei vecchi fabbricati e di bonifica dei terreni, il cantiere è stato consegnato all’impresa delle opere civili che è al lavoro con le palificazioni necessarie a sostenere le successive fondazioni.
Per Vicenzaoro January 2025 sarà già possibile vedere l’inizio della costruzione fuori terra, mentre nell’edizione di settembre 2025 della manifestazione con a capo il global exhibition manager Ieg Matteo Farsura sarà visibile la costruzione al grezzo nel suo complesso, grazie al completamento che avverrà nel corso della stagione estiva. I lavori proseguiranno poi con le opere impiantistiche e le finiture per essere completati nella primavera del 2026.
Economia
Mutui, chi risparmia e quanto con i tassi sotto il 3%
L'analisi di Fabi: con tassi al 2,9% si risparmiano 80 mila euro su mutuo da 200 mila euro di 25 anni
I tassi sui mutui, già diminuiti a ottobre 2024, scenderanno ancora sull'onda dei tagli della Bce. Le famiglie indebitate, in Italia, sono 6,9 milioni, pari a circa il 25% del totale: di queste, oltre 3 milioni e mezzo hanno un mutuo per l’acquisto di una casa. Nel corso del 2022 e del 2023, i tassi di interesse sui prestiti sono assai aumentati con il costo del denaro progressivamente arrivato al 4,5% per poi ripiegare al 3%. Da alcuni mesi, tuttavia, le banche, in previsione di un ritorno a una politica monetaria meno restrittiva da parte dell’Eurotower, hanno anticipato la prevista riduzione dei tassi e la discesa potrebbe proseguire nei prossimi mesi.
Di qui, vantaggi giù significativi per le famiglie, sia per comprare casa sia per comprare automobili o elettrodomestici. I tassi sui mutui sono già diminuiti a una media del 3,27% a ottobre, rispetto a livelli medi superiori al 5% del 2023 e potrebbero calare ancora sotto quota 3%: una riduzione che comporterà, nel caso di un prestito immobiliare di 25 anni da 200.000 euro, un risparmio complessivo di quasi 80.000 euro (-21,9%). E' quanto sottolinea la Fabi in un'analisi. I tassi sul credito al consumo sono scesi a una media dell’8,32%, dopo picchi superiori al 14%, e potrebbero calare ancora all’8%: vuol dire che un’automobile da 25.000 euro comprata interamente a rate, con un finanziamento di 10 anni, costerà oltre 11.705 euro in meno (-23,9%) rispetto al 2023; mentre per una lavatrice da 750 euro, con un credito di 5 anni, il risparmio, nei prossimi mesi, sarà di 167 euro (-15,1%).
Cosa succede ai vecchi mutui
Per quanto riguarda i mutui erogati lo scorso anno, le rate di quelli a tasso fisso erano di fatto raddoppiate, mentre per quelli a tasso variabile il 'rimborso' mensile è salito del 60-70% o anche oltre. Quanto ai vecchi mutui, invece, nessuna differenza per quelli a tasso fisso, mentre le rate di quelli a tasso variabile hanno subìto aumenti fino al 78% e adesso potrebbero imboccare un percorso per una progressiva riduzione. Il 2023 è stato un anno particolarmente difficile e costoso per i mutui, il peggiore dal 2009, mentre il 2024 è andato in progressivo miglioramento. Il valore complessivo dei mutui per l’acquisto di abitazioni ammontava, a fine ottobre 2024, a 423,3 miliardi di euro, in crescita di circa 33 miliardi rispetto a fine 2020 (+9%), ma in calo di circa 3 miliardi rispetto a fine 2022 (-1%).
Sul totale di 423,3 miliardi erogati, circa un terzo, cioè 144 miliardi, è a tasso variabile e i restanti 279 miliardi sono a tasso fisso. Sul totale di 25,7 milioni di famiglie italiane, quelle che hanno un mutuo sono circa 3,5 milioni, su complessivi 6,9 milioni di cittadini indebitati anche con altre forme di finanziamento, come il credito al consumo e i prestiti personali. Tra credito al consumo e prestiti personali, le banche hanno erogato 241,9 miliardi di euro di prestiti ai cittadini, in leggero calo con i valori di fine 2020 e in progressivo rallentamento rispetto alla tendenza degli ultimi mesi, segno dell’incidenza negativa dell’aumento dei tassi d’interesse registrato a partire da luglio 2022.
Le rate dei vecchi mutui a tasso fisso, cioè quelli erogati fino alla fine del 2021 / inizio 2022, non cambiano e resteranno intatte fino al termine del piano di rimborso. Le rate dei vecchi mutui a tasso variabile sono cresciute fino al 78% in più: vuol dire che chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga, al mese, 890 euro ovvero 390 euro in più; è molto probabile che, alla luce della decisione del 6 giugno, le rate dei vecchi mutui a tasso variabile possano iniziare una progressiva discesa, anche se è difficile, al momento, indicare una traiettoria precisa. A partire da luglio 2022, i nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa l’1,8% fino a oltre il 6% nel 2023 con le rate mensili che, pertanto, sulla base delle offerte delle banche, erano anche più che raddoppiate.
A partire da gennaio 2024, le banche hanno iniziato una progressiva riduzione dei tassi praticati alle famiglie con il tasso medio fisso che si è attestato al 3,27% a ottobre scorso, che adesso potrebbe scendere sotto il 3% attorno al 2,8-2,9%. La riduzione è stata meno accentuata sui mutui a tasso variabile con la media stabile vicina al 4%. Nel corso del 2024, i nuovi mutui a tasso variabile sono stati in media oltre il 4% dallo 0,6% di fine 2021, oggi la media è pari al 4%: vuol dire che per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile è di 920 euro, ben 255 euro in più (+38,29%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta tre anni fa ovvero 665 euro.
A fine 2021 il tasso medio era dell’8,1%, nel corso del 2023, quando il costo del denaro ha toccato quota 4,50%, è arrivato fino al 14,55%. Nel corso del 2024 la media, con le banche che hanno anticipato la politica monetaria, è scesa all’8,32% e potrebbe calare a breve fino all’8% per acquistare un’automobile da 25.000 interamente a rate, con un finanziamento da 10 anni, il costo totale è passato da 37.426 euro di fine 2021 a 48.961 euro di fine 2023, mentre adesso potrebbe scendere a 37.725 euro, con un risparmio complessivo di 11.705 euro (-23,9%) rispetto ai tassi di fine 2023 per acquistare una lavatrice da 750 euro interamente a rate, con un finanziamento da 5 anni, il costo totale è passato da 942 euro di fine 2021 a 1.106 euro di fine 2023, mentre adesso potrebbe scendere a 939 euro con un risparmio complessivo di 167 euro (-15,1%) rispetto ai tassi di fine 2023.
Economia
Natalità, Mangone (UniSa): “Denatalità problema...
"Pur avendo indipendenza economica i giovani sono a casa con genitori"
“Sulla denatalità le risposte che in questo momento si stanno dando sono tutte legate ad aspetti di carattere economico e relativi ad alcune politiche. Quello che invece è emesso dalla nostra ricerca è un tantino diverso, o meglio, si aggiunge un pezzetto a questo che orami è un problema strutturale: il trend delle nascite è in discesa già quasi dagli anni 70. Parlare di emergenza oggi è un errore”. Lo ha detto Emiliana Mangone, professoressa ordinaria di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, Università di Salerno - Centro Studi Fondazione Magna Grecia nel suo intervento, oggi a Roma, all’Adnkronos Q&A, 'Essere genitori oggi, tra scienza e welfare'.
“La nostra ricerca, che ha riguardato i giovani in età fertile, quindi 18-35 anni - illustra Mangone - mostra che, sostanzialmente, pur avendo un'autonomia di carattere economico, vivono quasi tutti ancora con la famiglia. Pur potendo avere un'abitazione propria, decidono di fare un figlio solo se avvertono questo grande desiderio di diventare genitori. C'è poi un aspetto estremamente paradossale, nella ricerca. Questi giovani si fidano solo delle relazioni di prossimità. Alla domanda ‘a chi ti rivolgeresti in caso di difficoltà nel momento in cui avrai un figlio?’, la risposta è la famiglia, gli amici e il partner. Non si rivolgono alle amministrazioni pubbliche, non si rivolgono alle istituzioni private e non si rivolgono neanche all'azienda. Mettere al mondo un figlio significa creare relazioni di carattere fiduciario. Nel momento in cui però esiste solo un rapporto fiduciario con la famiglia, è difficile che questi soggetti si assumano la responsabilità di mettere al mondo i figli se vogliono una responsabilità condivisa solo ed esclusivamente per la loro famiglia”.
Bisogna “rendere” i giovani “più fiduciosi nei confronti degli altri, ma non solo. Bisogna rendere il sistema di welfare comunitario - conclude Mangone - Paradossalmente, dobbiamo fare un passo indietro. Oggi si parla tanto di intelligenza artificiale, ma l'IA non può controllare un figlio che nasce. Quindi bisogna tornare alle relazioni umane. Questo significa però creare un'educazione nei giovani che li faccia sentire anche parte di una comunità per cui condividere le responsabilità, oltre all'aspetto di solidità economica a cui loro aggiungono, una solidità nella coppia, per poter mettere al mondo un figlio”.