Per gli anziani con un animale -15% visite mediche. I geriatri: “Sono come farmaci”
Tutti i benefici dei pet descritti dall'associazione VETeris al congresso Sigg di Firenze
"Animali come farmaci", specialmente per gli anziani. Avere un amico a 4 zampe riduce del 15% le visite mediche, elemento che insieme a una minor spesa farmacologica può portare a un risparmio per il Servizio sanitario nazionale stimato in 4 miliardi di euro. A passare in rassegna i benefici di cani, gatti, conigli - di un pet in generale - sono gli specialisti dell'associazione VETeris, in occasione del 69esimo Congresso nazionale della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg) che si chiude oggi a Firenze. "Gli animali non sono soltanto compagni di vita in grado di colmare un senso di solitudine, soprattutto durante le festività natalizie - sottolineano dalla Sigg - ma anche un distillato di benefici per la salute, specialmente di quella degli over 65. Il loro effetto può essere paragonato a quello di un farmaco: antipertensivo, antidepressivo, antidolorifico".
"Sono ormai tanti - ricordano gli esperti - gli studi scientifici che elencano i vantaggi di 'dottor Fido' e compagni, non solo per gli anziani in buona salute, ma anche per la cura di specifiche patologie a cui può essere applicata la pet-therapy come terapia complementare". Una realtà che si sta consolidando sempre di più in Italia anche grazie alla nascita di VETeris, associazione che "per la prima volta in Italia - spiega una nota - vede la collaborazione tra medici geriatri e medici veterinari, con l'obiettivo di definire le specifiche modalità degli interventi assistiti con animali rivolti alla popolazione geriatrica e promuovere il rapporto con gli animali domestici tra gli anziani senza particolari difficoltà, al fine di combattere la solitudine e mantenersi in salute".
"Si individuano 2 livelli di benefici per la salute e il benessere degli anziani attraverso la relazione con gli animali", illustra Andrea Ungar, presidente della Sigg, ordinario di Geriatria all'Università di Firenze e presidente dell'associazione VETeris. Ci sono "quelli che derivano dall'introduzione di animali di compagnia per la cura di specifiche patologie, riconoscendo agli amici a 4 zampe il ruolo di co-terapisti nel trattamento, e quelli che derivano dalla presenza di un animale nel contesto casalingo che favorisce l'interazione sociale, aiuta a colmare il senso di solitudine e inutilità attraverso l'accudimento, donando benessere e gratificazione affettiva di grande valore, con benefici non solo psicologici ed emotivi, ma anche sulla salute fisica. Il dato che ora emerge, certificato dalla pratica clinica - rimarca il geriatra - è che lo stimolo all'attività motoria derivato dal rapporto di accudimento dell'animale da parte dell'anziano porta a vere e proprie modificazioni dei parametri fisici, come l'abbassamento della pressione, il rallentamento del ritmo cardiaco e respiratorio, fino addirittura alla riduzione del colesterolo e dei trigliceridi, con meno attacchi cardiaci e minore mortalità per malattie cardiovascolari". Ed ecco i numeri: "Una ricerca pubblicata su 'Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes' - riporta Ungar - ha evidenziato che avere un cane riduce del 33% il rischio di morte nei pazienti reduci da infarto che vivono soli. Tutto ciò si traduce in una necessità ridotta del 15% di visite mediche, per cui gli anziani trascorrono in media 21 giorni all'anno fuori casa, come dimostra un recente studio pubblicato sugli 'Annals of Internal Medicine', senza contare un risparmio di circa 4 miliardi per il Ssn".
"La capacità degli animali di sviluppare un complesso sistema comunicativo non verbale con gli esseri umani, che nulla ha a che fare con il linguaggio e la memoria, competenze spesso compromesse in presenza di demenza, è alla base del loro utilizzo come terapia complementare, soprattutto negli anziani con difficoltà cognitive, anche gravi, o con patologie psichiatriche", descrive Marco Melosi, veterinario e vice presidente di VETeris. "Infatti - precisa - anche una semplice azione, come accarezzare l'animale, riesce a generare rilassamento e un calore che, attraverso la produzione di vari neurotrasmettitori, migliora rigidità e ipertrofia muscolare tipica delle patologie neurologiche, ravviva i meccanismi cerebrali dell'attenzione e stimola il coordinamento psicomotorio".
Lo dimostra, ricorda la nota, anche "un recente studio pilota osservazionale condotto da VETeris insieme all'associazione Humanimal su anziani con demenza lieve residenti in una Rsa di Firenze nella quale sono stati introdotti interventi assistiti con gli animali condotti sotto controllo veterinario e con operatori specializzati nel settore e cani addestrati ad hoc. Sulla base dei dati ottenuti dalla valutazione geriatrica multidimensionale realizzata prima e dopo il ciclo di intervento assistito con l'animale, è stata osservata una riduzione dei disturbi psico-comportamentali associati alla demenza dell'83,3%, tra i quali anche il senso di smarrimento, un miglioramento della postura, un progressivo aumento delle interazioni e del contatto, sia con i cani che con gli operatori e gli altri pazienti".
"Essere soli a Natale può sicuramente aumentare l'ansia e la depressione anche nell'anziano senza specifiche patologie, soprattutto se ha da poco perso una persona cara - commenta Chiara Mussi, ordinaria di Geriatra all'Università di Modena e Reggio Emilia e co-fondatrice di VETeris - In queste situazioni, il contatto con un animale può essere un antidoto alla solitudine e colmare anche parzialmente la sensazione di 'vuoto'". Tanto che "lo scorso anno è stato approvato in Senato un emendamento proposto dalla Sigg e da VETeris, che ha introdotto il principio di promozione del mantenimento degli animali domestici per contrastare la solitudine, preservare l'indipendenza funzionale e mantenere una buona qualità di vita in età avanzata", conclude Maria Chiara Catalani, medico veterinario comportamentalista e co-fondatrice di VETeris.
Salute e Benessere
Natale, nutrizionista: “Tra un cenone e l’altro...
Come ogni anno le feste natalizie, già cominciate con cene e aperitivi di auguri, si dipanano sotto il segno del cibo. "Tanto e con piatti 'importanti' come prevede la tradizione, sia per il cenone, molto 'carico' soprattutto al Sud, sia per il pranzo". In questo periodo, da Natale a Capodanno, anche gli avanzi di prelibatezze spesso sono in quantità notevoli e rischiano di lasciare il segno sulla bilancia. "Consumarli tra una festa e l'altra va bene, purché lo si faccia con una programmazione razionale, in piccole quantità divise per i 5 pasti. Senza esagerare, meglio congelare o condividere con chi ha meno di noi", consiglia Giorgio Calabrese presidente del Comitato nazionale per la sicurezza alimentare del ministero della Salute.
Per ridurre il rischio di un "ciclo continuo di pranzi-cene caloriche a base di avanzi", illustra l'esperto all'Adnkronos Salute, nelle giornate 'normali' gli avanzi "ben conservati" che si vogliono consumare "vanno suddivisi in cinque piccoli pasti. Ci organizziamo in modo da usare i dolci per la colazione, e per piccoli spuntini a metà mattina o metà pomeriggio. Le pietanze salate - dalla pasta alla carne al pesce e quant'altro - le divideremo per pranzo (pesce e carne) e cena (pasta, riso). Con questo piccolo accorgimento non solo salvaguardiamo la nostra salute e appaghiamo il palato, ma soprattutto non buttiamo nulla in un periodo in cui il risparmio conta". Importante, però, la sicurezza del cibo e la corretta conservazione. "Buona parte dei piatti cucinati possono essere conservati fino a 48 ore".
Ma molte pietanze possono essere congelate, consentendo un consumo prolungato nel tempo. "Una buona idea usare l'abbattitore, strumento oggi presente in molte case, anche una buona idea regalo per le feste. Questo apparecchio consente di mantenere tutte le caratteristiche dell'alimento che, anche caldo, si porta rapidamente a una temperatura oltre i -18 gradi. Ed è come una foto che lascia tutte le caratteristiche nutrizionali di quel momento". Ovviamente va benissimo anche il normale congelatore, conclude, "tenendo presente che prima è necessario che il piatto sia freddo e che si raffreddi in un ambiente non troppo riscaldato".
Salute e Benessere
Salute, nei centri Marilab aromaterapia e filodiffusione...
Mira a migliorare il benessere emotivo dei pazienti durante i loro percorsi di cura e che richiama il valore rigenerante dell’acqua
"Il benessere dei pazienti è una priorità assoluta per Marilab, che si impegna quotidianamente a creare un ambiente capace di promuovere una condizione di serenità emotiva e psicologica. Due importanti iniziative che da gennaio saranno introdotte nei centri di Roma e Ostia ne sono un esempio concreto, testimoniando l’approccio olistico che da sempre contraddistingue la struttura. La prima innovazione riguarda l’introduzione di un profumo d’ambiente esclusivo, creato dal maestro profumiere Mauro Malatini: 'Mari'". Così in una nota Marilab.
"Mari è una Body&Home Fragrance che vibra con l’anima dell’acqua. Ogni goccia - si legge - di questa essenza artigianale è un viaggio nel potere dell’amore, un incontro con le memorie più profonde e pure dell'acqua, una fusione con il mare della vita. Le componenti della piramide olfattiva di Mari sono il mare, il legno e l’ambra. Ispirato alla forza benefica dell’acqua, il profumo è stato realizzato seguendo le teorie dello scienziato giapponese Masaru Emoto, noto per aver dimostrato come l’acqua sia in grado di memorizzare segnali energetici dall’ambiente, influenzando la formazione di cristalli vivi e pieni di energia. Il corpo umano è composto in media per il 60% di acqua, ma la sua percentuale varia con l’età: da giovani ne siamo 'più ricchi', ma con il passare degli anni la sua quota si riduce progressivamente. Si passa così da valori medi del 75-80% nel neonato a valori del 40-50% nell’anziano.
L’approccio scelto da Marilab rientra quindi nell’ambito dell’aromaterapia, che mira a migliorare il benessere emotivo dei pazienti durante i loro percorsi di cura e che richiama il valore rigenerante dell’acqua, elemento principale che compone il nostro corpo. Da gennaio, nelle sedi Marilab, Mari diffonderà l’essenza di un’acqua che ascolta e risponde, calma e riequilibra, avvolge e protegge. La seconda innovazione riflette l’impegno di Marilab per offrire non solo cure eccellenti, ma anche esperienze che rigenerano corpo e mente. Al centro di tutto c'è il paziente, la cui cura viene concepita in modo integrato, riconoscendo la sua unicità e il legame profondo tra benessere fisico ed emotivo. L’introduzione della web radio 'Marilab Wave Radio' nei centri Marilab, con la diffusione di musica a 432 Hz, la frequenza dell’universo, non è solo un sottofondo ma trasforma l’esperienza sonora in un potente strumento di rigenerazione e armonia. Questa scelta si ispira agli studi di neuroscienze e alle ricerche del compositore Emiliano Toso, che ha dimostrato, con il suo progetto 'Translation Music', come la musica a questa frequenza possa favorire la meditazione, il rilassamento profondo e un equilibrio emotivo. La musica, infatti, agisce come un potente stimolo per il sistema nervoso, attivando il circuito dell’empatia, preservando le funzioni cognitive e favorendo il rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore associato al piacere e al benessere".
"'Nei nostri centri i pazienti non troveranno solo i più moderni ed efficienti percorsi di diagnosi, cura e prevenzione ormai consolidati da tempo – dichiara Luca Marino, amministratore unico di Marilab – ma percepiranno una condizione di benessere e di fiducia, coerente con l’approccio olistico avviato fin dall’inizio dalla nostra struttura. La nostra mission è garantire il benessere delle persone e dei pazienti a 360 gradi, prendendoci cura di tutti coloro che si affidano a noi, sia a livello fisico sia a livello emotivo e psicologico. Il corpo e l’anima sono profondamenti collegati e a questo principio ci ispiriamo da sempre nei nostri percorsi di cura'. Con queste due iniziative, Marilab - conclude la nota - conferma il proprio impegno verso un modello di cura che unisce innovazione e scienza, mettendo il benessere dei pazienti al centro di ogni azione".
Salute e Benessere
Christmas blues, come affrontare il ‘mal di...
Per alcuni il Natale è sinonimo di gioia, per altri invece porta tristezza, ansia e stress
Natale non è per tutti il momento più bello dell'anno. In realtà tante persone non sono felici di trovarsi a un passo dalle feste: si tratta del 'Christmas blues'. A descriverne gli effetti è Assosalute: secondo la ricerca condotta da Human Highway per l'associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica, un italiano su tre associa anche sensazioni negative a queste giornate, mentre per uno su cinque (il 20,4%) la pausa natalizia significa solo emozioni negative e, principalmente, tristezza, malinconia, ansia, stress, noia.
I consigli per affrontare il Christmas blues
Per affrontare il 'Christmas blues' gli esperti di Assosalute hanno messo a punto cinque consigli. Lo scopo è quello di trasformare il periodo natalizio in un’occasione di cura e benessere personale.
1) Pianifica il tuo tempo con equilibrio: crea una lista di attività che ti piacciono e alternale ai tuoi impegni natalizi. Evita di sovraccaricarti con troppi eventi o aspettative. Ritagliati del tempo per stare da solo o per rilassarti, ad esempio leggendo un libro o passeggiando nella natura.
2) Mantieni uno stile di vita sano: non trascurare il tuo benessere fisico, anche durante le feste; segui un’alimentazione equilibrata, cerca di fare attività fisica regolarmente (anche una breve camminata, soprattutto dopo i pasti, può aiutare) e assicurati di dormire a sufficienza (almeno 7 ore notte). Queste abitudini riducono lo stress e migliorano l’umore.
3) Accetta, accogli e condividi tristezza, ansia e frustrazione: è normale e umano provare malinconia o tristezza durante le feste. Per gestire l'ansia o l’irritabilità, si consiglia di praticare tecniche di rilassamento come meditazione e respirazione profonda, scrivere in un diario o connettersi con amici e parenti tramite videochiamate. Partecipare a eventi locali o attività di volontariato può anche donare un senso di appartenenza. Trascorrere il tempo con persone positive e ridurre gli incontri percepiti come obbligatori aiuta a migliorare il benessere emotivo.
4) Limita le aspettative e pratica la gratitudine: non cercare la 'perfezione' nelle feste, le celebrazioni non devono necessariamente seguire uno standard ideale. Concentrati invece su ciò che hai e apprezza le piccole gioie, come un momento tranquillo con un amico o un familiare, una buona tazza di tè o una passeggiata sotto le luci natalizie.
5) Se necessario, ricorri ai farmaci da banco che possono essere utili per gestire alcuni disturbi fisici comuni associati al Christmas blues.