Sport, Assemblea Asi: dati impietosi su pratica sportiva in Italia, enti fondamentali per cultura
Le parole dei Ministri Lollobrigida, Abodi, del Viceministro Bellucci e del Presidente del Coni Malagò
“L’Italia è terza nel Mondo per numero di medaglie totali e se abbiamo questi numeri lo dobbiamo al lavoro che parte dalla base dello sport, che parte dalle associazioni, che parte da voi”, queste le parole del Presidente del Coni Giovanni Malagò nel giorno conclusivo dell’Assemblea Nazionale Elettiva di Asi, Associazioni Sportive e Sociali Italiane, che ha visto la rielezione a presidente di Claudio Barbaro.
“Asi deve essere orgogliosa del suo percorso: i suoi numeri, impressionanti, li ha raccontati nella splendida festa del Trentennale, la settimana scorsa, nella quale ha avuto la sensibilità non comune di raccontare storie ed emozioni e anche di invitare tutti i presidenti del Coni, che hanno accompagnato la crescita dell’Ente che è adesso chiamato a proseguire il suo lavoro nel prossimo quadriennio: 45 milioni di italiani non fanno attività fisica continuativa. Tra i Paesi dell’Ocse siamo agli ultimi posti per la pratica sportiva, ai primi per l’obesità e mancanza di infrastrutture sportive. Dati impietosi. Questa è la sfida di Asi, sfida da fare sia all’interno delle Istituzioni sia quotidianamente, come già fa, sul territorio”.
Le parole di Malagò sono seguite a quelle del Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida: “In questi ultimi anni, Asi è cresciuta consolidando la sua presenza sul territorio e scegliendo un percorso strategico per elevare la promozione dello sport. Ha svolto un lavoro efficace e il quadriennio che si apre sarà ancora più cruciale. È ora necessario, insieme, anticipare le sfide future, confrontarci e collaborare per rafforzare il ruolo dello sport, renderlo sempre più centrale e contribuire a formare generazioni che un domani potranno riconoscere questa fase della storia come il momento in cui il benessere dell’individuo è diventato un pilastro delle politiche educative nazionali”.
Rivolgendosi direttamente all’assemblea e ai delegati provenienti da tutta Italia il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi ha invece sottolineato: “Un ringraziamento va ad ognuno di voi, partendo dal Presidente Barbaro: per quello che fate per la comunità. Prometto l'impegno da parte mia di non far mancare mai ogni possibile supporto, ogni doveroso ascolto, ogni utile e indispensabile dialogo per centrare gli obiettivi più nobili del nostro futuro. E’ bello immaginare che trent'anni della vostra storia si associno al futuro, scandito a questo punto dalla famiglia elettiva che ogni quattro anni mette nella condizione questo ente di fare un po’ l'esame di coscienza per vedere come migliorarsi per il prossimo quadriennio. Tanto c’è da fare ancora, insieme, per la promozione dello sport”.
Sport e Terzo settore nelle parole di Maria Teresa Bellucci, Viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali che ha sottolineato: “Asi è un punto di riferimento per la promozione sociale, per la sua capacità di arrivare in tutti i territori e dare risposte sul miglioramento della qualità della vita”, ha detto nel suo intervento Maria Teresa Bellucci, quantomai di casa in un Ente che, a fianco dello sport, vede proprio nel Terzo Settore un suo impegno primario.
“Lo Sport è uno strumento anche di libertà. L’educazione e la cultura dello sport sono punti imprescindibili delle politiche governative, tanto ritardo è stato accumulato su questi temi negli anni passati, per noi invece sono centrali. Lo sport permette di imparare meglio a gestire la propria persona, a gestire le proprie paure, a relazionarsi con gli altri. Sport equivale a un miglioramento individuale e collettivo dal quale nessuno deve essere escluso. L’esempio di quanto Asi fa in tutte le stagioni della vita, fino anche nelle carceri, va proprio in questa direzione”.
Politica
Manovra, rush finale alla Camera: fiato sospeso per la...
Oggi riprende la discussione generale del testo. Venerdì (se tutto va bene) l'approvazione
Rush finale alla Camera sulla manovra 2025. La conferenza dei capigruppo ha tracciato il percorso per il via libera di Montecitorio che arriverà venerdì in tarda serata (al Senato, appuntamento a dopo Natale). Per raggiungere l'obiettivo, ai deputati verrà chiesto di procedere a tappe forzate. Sperando che non ci siano intoppi.
Il calendario prevede oggi, 19 dicembre, dalle 8 la discussione generale. Poi il governo metterà la fiducia, ma non prima delle 11. E si passerà direttamente a venerdì: dalle 9,30 dichiarazioni di voto e poi, dalle 11, la 'chiama' dei deputati per il voto di fiducia. Alle 12,30, siamo sempre a venerdì, inizieranno le votazioni sul provvedimento, compresi gli Odg. E dopo l'esame della Nota di variazione, dalle 21 le dichiarazioni di voto e il voto finale della manovra. A quel punto, salvo qualche altro impegno, nulla più dividerà i deputati dalle vacanze di Natale.
Fin qui la 'road map' formale. Confezionata, appunto, con la speranza che non ci siano intoppi. La Camera ha indicato, per le dichiarazioni di voto e il voto finale, la finestra 21-22.30 di venerdì. Quando, su richiesta dell'opposizione, è stata chiesta e ottenuta la diretta televisiva sulla Rai.
L'incognita dichiarazioni di voto
La 'suspense' è legata proprio alle dichiarazioni di voto e, soprattutto, alla messa in onda sulla Rai. La preoccupazione è quella di 'lisciare' la finestra messa a disposizione dalla Tv di Stato che, tra l'altro, non avrebbe senso far slittare, per una questione di ascolti e di spazi televisivi. Per questo la dead line fissata alle 22,30 di venerdì.
Il punto è che subito dopo il voto della commissione Bilancio è partito il lavoro frenetico di scrittura vera e propria della manovra, il cui testo è stato più volte rivisto in questi giorni nel corso dell'esame a Montecitorio. Alle 8 di questa mattina il testo è atteso sugli scranni dei deputati per l'avvio della discussione in aula. Il timore è che durante l'esame possano emergere delle incongruenze che, anche se piccolissime, andrebbero corrette, trattandosi di capitoli di spesa. In questo caso il testo dovrebbe tornare in commissione per poi rifare capolino in aula.
Se questo dovesse accadere, se la tabella di marcia dovesse incepparsi e i tempi allungarsi, le dichiarazioni di voto rischierebbero di non godere più della finestra televisiva. E l'unica ipotesi sarebbe quella di far slittare tutto a sabato mattina, con una comoda diretta Tv ad attendere i deputati.
Esteri
Ucraina, centinaia di morti tra soldati Nordcorea:...
Caduti e feriti tra i militari di Pyongyang, ma il sostegno alla Russia non viene meno
I soldati di Kim Jong-un muoiono a decine in Russia, nella guerra con l'Ucraina che da settimane coinvolge anche i militari della Corea del Nord. Oltre ai video diffusi dai canali telegram ucraini, con immagini che documentano gli assalti sconsiderati dei soldati asiatici, ora spuntano anche intercettazioni che confermerebbero centinaia di perdite, tra morti e feriti, fra le fila delle forze nordcoreane nella regione russa del Kursk.
I servizi di sicurezza ucraini (Sbu), hanno diffuso recenti conversazioni intercettate che conterrebbero indicazioni su perdite significative, riferisce Ukrinform dopo che un ufficiale statunitense ha parlato di "diverse centinaia" di 'casualties' fra le truppe della Corea del Nord.
Una delle conversazioni sarebbe tra un soldato russo e sua moglie, infermiera in un ospedale nella regione di Mosca. La voce femminile, viene riportato, parla di "un treno che ha portato centinaia di persone" in un giorno, di un altro, il giorno successivo, con "altre 120". "Sono già più di 200 - afferma - Quanti altri ce ne sono ancora?".
"Centinaia di nordcoreani in ospedale"
In un altro colloquio la voce femminile afferma che interi reparti degli ospedali russi sarebbero 'riservati' ai soldati nordcoreani feriti, mentre i militari russi verrebbero assistiti in condizioni peggiori: "Dal momento che sono d'élite stiamo liberando per loro alcuni reparti".
L'ufficiale americano, riportano i media statunitensi , ha parlato di "diverse centinaia di perdite", tra caduti e feriti, come stima di quanto subito dalla Corea del Nord, che da ottobre ha inviato migliaia di truppe in Russia.
Un bilancio che, è la valutazione, riguarda militari "tutti i gradi". "Se dovessi descrivere le loro capacità in modo più generale e non pensare all'equipaggiamento, direi che queste (truppe) non sono mai state in combattimento prima d'ora". Secondo gli ucraini, almeno 50 soldati nordcoreani sono stati uccisi in tre giorni di combattimenti nel Kursk.
Ma, evidenzia la Cnn, alcuni analisti invitano a non sottovalutare i nordcoreani anche se poco si sa delle truppe di Kim -la cui presenza non è mai stata riconosciuta ufficialmente da Mosca o Pyongyang- dispiegate a sostegno della Russia che il 24 febbraio di due anni fa ha lanciato l'invasione su vasta scala dell'Ucraina.
"Kim manderà reparti più addestrati"
E anche se un'unità ucraina ha segnalato che i nordcoreani, con indosso divise diverse da quelle dei russi, hanno sferrato attacchi con tattiche della fanteria "identiche a 70 anni fa", il generale a riposo Chun In-bum, veterano dell'Esercito sudcoreano, è convinto che Kim Jong Un invierà "il meglio" di una forza d'élite di soldati molto ben addestrati e "indottrinati", gli Storm Corps.
Di "trucchi psicologici" parla Michael Madden dello Stimson Center di Washington. "Questi ragazzi sono programmati, sono indottrinati - dice in dichiarazioni rilanciate dalla Cnn - Ma il punto è quanto bene indottrinati? Quanto ben programmati? Probabilmente sono posizionati meglio rispetto ad altri dell'esercito o ad altri militari impiegati in un conflitto all'estero, ma in termini di preparazione mentale".
Potrebbe non essere sufficiente, evidenzia la rete americana, alla luce di come - ad esempio - la guerra dei droni abbia trasformato il campo di battaglia in Ucraina. In Russia, secondo il Dipartimento di Stato Usa, l'addestramento include artiglieria, droni e operazioni di base della fanteria, "cruciali per attività al fronte" e il successo di Mosca nell'impiego delle truppe "dipenderà in gran parte da come i russi riusciranno a integrarli fra le loro forze".
Come vive un soldato in Corea del Nord
Se nella Corea del Nord di Kim si muore di fame, alcune unità militari nordcoreane sono ben rifornite, "hanno forniture regolari di generi alimentari e logistiche", afferma Madden. "Hanno abbastanza da mangiare, comunque di più rispetto al cittadino medio nordcoreano - aggiunge - Son ben equipaggiati a livello di vestiario, c'è il riscaldamento nelle basi".
E, prosegue la rete americana, nella società nordcoreana un soldato dell'11° Corpo d'armata ha probabilmente una posizione privilegiata. La lealtà è fondamentale. "Controllano il background familiare fino al secondo grado, fino ai cugini di secondo grado - osserva Madden - Se vai bene nell'addestramento puoi essere reclutato o riassegnato all'11° Corpo d'armata, fatto per lo più da soldati con forma fisica e abilità fisiche e con un certo background". Fa parte dell'11° Corpo d'armata una divisione con 10.000 militari addestrati al paracadutismo o per infiltrarsi in territorio nemico, sottolinea. C'è anche chi viene addestrato a togliersi la vita nel caso non possa sfuggire alla cattura.
Negli ultimi anni Kim ha cercato di 'lavorare' sull'efficienza dell'esercito nordcoreano. Non si sa se i soldati nordcoreani inviati in Russia abbiano potuto scegliere, se siano stati offerti 'incentivi' alle famiglie. Ma "probabilmente la Russia sta pagando per tutti i costi del dispiegamento"e "anche gli stipendi delle truppe", ritiene il Centro di Studi strategici e internazionali di Washington.
Secondo l'intelligence sudcoreana, i soldati nordcoreani in Russia potrebbero arrivare a una paga fino a 2.000 dollari al mese. Mentre, dice Chun, "in media un soldato nordcoreano guadagna un dollaro al mese" e se anche "non avrà nelle tasche tutti i soldi russi" perché "Kim tratterrà almeno il 90%", al soldato "arriveranno circa 300 dollari, tanti soldi per un nordcoreano". Per i militari ucraini, le truppe nordcoreane restano inesperte, impreparate, ma anche incuranti del pericolo, considerate obiettivi facili da eliminare.
Cronaca
Idrossiclorichina cura il covid? L’articolo viene...
Ufficializzata la ritrattazione del lavoro del noto scienziato francese Didier Raoult e di alcuni colleghi per "motivi etici e metodologici"
"Ritirato". Oggi compare questa scritta accanto al titolo dello studio che nel 2020 suscitò l'entusiasmo diffuso per l'idrossiclorochina come potenziale trattamento per il Covid-19. La decisione di ritirare l'articolo, pubblicato sull'International Journal of Antimicrobial Agents, arriva dopo anni di campagne da parte di scienziati che sostenevano che la ricerca conteneva gravi difetti scientifici e potrebbe aver violato le norme etiche.
L'avviso di ritrattazione parla di preoccupazioni etiche e problemi metodologici, come riporta anche 'Science' in una news pubblicata online. Il lavoro era stato guidato da Philippe Gautret dell'Hospital Institute of Marseille Mediterranean Infection (IHU), e sosteneva che il trattamento con idrossiclorochina, un farmaco antimalarico, riduceva i livelli di virus nei campioni di pazienti Covid e che il farmaco era ancora più efficace se usato insieme all'antibiotico azitromicina.
L'entusiasmo dell'allora direttore dell'Ihu Didier Raoult, autore principale dell'articolo, riguardo alla 'promessa' rappresentata da questo farmaco, ha viaggiato su social media e Tv, scatenando un'ondata di clamore, cavalcata anche dall'allora presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Ma gli scienziati hanno subito sollevato preoccupazioni in merito al documento, notando la dimensione del campione di soli 36 pazienti e il tempo insolitamente breve di revisione paritaria: il documento è stato presentato il 16 marzo 2020 e pubblicato 4 giorni dopo.
Il 24 marzo, la consulente per l'integrità scientifica Elisabeth Bik ha osservato sul suo blog che sei pazienti trattati con idrossiclorochina erano stati esclusi dallo studio, uno dei quali era morto e tre dei quali erano stati trasferiti in terapia intensiva, il che potenzialmente aveva distorto i risultati a favore del farmaco. Studi più ampi e rigorosi condotti più avanti nel 2020 hanno dimostrato che l'idrossiclorochina non ha portato benefici ai pazienti con Covid-19.
Un'indagine condotta da Elsevier non è riuscita a stabilire se i ricercatori avessero ottenuto l'approvazione etica per lo studio prima di reclutare i pazienti, né se i pazienti avessero dato il consenso informato per essere trattati con l'antibiotico azitromicina. Questo farmaco non avrebbe fatto parte delle cure standard per i pazienti in Francia all'epoca, ha concluso l'indagine, quindi lo si sarebbe dovuto considerare un trattamento sperimentale che richiedeva il consenso.
Secondo l'avviso, i tre autori che hanno sollevato preoccupazioni in merito al documento "non desiderano più vedere i loro nomi associati all'articolo". Gautret e diversi altri autori hanno invece detto di non essere d'accordo con la ritrattazione, e gli investigatori non hanno ricevuto risposta da Raoult, l'autore corrispondente. Ad oggi, 32 documenti pubblicati da autori Ihu sono stati ritrattati, 28 dei quali co-firmati da Raoult, e 243 contengono 'espressioni di preoccupazione'.
Anche la Société Française de Pharmacologie et de Thérapeutique è intervenuta sulla ritrattazione in una nota, "attesa da 4 anni". E afferma che lo studio, ora ritirato, è stato la "pietra angolare" di uno scandalo che ha visto milioni di persone assumere idrossiclorochina inutilmente, mettendo a rischio i pazienti che hanno sperimentato effetti collaterali tra cui attacchi di cuore. "Questa serie di eventi serve a ricordare un punto essenziale quando si tratta di medicinali: anche in tempi di crisi sanitaria, prescrivere medicinali senza solide prove di efficacia, al di fuori del rigoroso quadro di studi clinici ben condotti, rimane inaccettabile", afferma la società scientifica.