Assad: “Non sono fuggito, Siria in mano ai terroristi”
"Mai considerata la possibilità di dimissioni o di lasciare il Paese"
L'ex presidente siriano Bashar Assad riappare e sostiene che la sua evacuazione dalla Siria, avvenuta lo scorso 8 dicembre, non era stata pianificata ma che è stata chiesta dalla Russia dopo che la base di Hmeimim, dove si sarebbe recato, a suo dire, per coordinare l'intervento militare della Russia, era stata attaccata da droni. In una dichiarazione, l'ex Presidente siriano ha aggiunge di essere rimasto a Damasco "a svolgere i miei compiti", fino alle prime ore del mattino di quel giorno.
"Mai pensato di dimettermi"
"In nessun momento ho considerato la possibilità di dimettermi o di chiedere rifugio né questa proposta è stata fatta da qualcuno o da una fazione" nei giorni della presa del Paese da parte di Hayat Tahir al Sham, ha scritto Bashar Assad in una dichiarazione. "L'unica strada era quella di combattere contro il massacro operato da terroristi", ha aggiunto.
"Lo Stato è nelle mani dei terroristi"
"Quando lo Stato cade nelle mani dei terroristi e la possibilità di fare contribuiti significativi è persa, qualsiasi posizione si svuota di scopo, rendendo l'occupazione di tale carica, priva di significato. Questo non significa in alcun modo sminuisce il mio profondo senso di appartenenza alla Siria e alla sua popolazione, un legame che rimane immutato in qualsiasi posizione o circostanza. E' una appartenenza piena della speranza che la Siria tornerà a essere libera e indipendente", ha scritto Bashar Assad, in una dichiarazione.
"Il flusso di disinformazione e narrativa ben lontana dalla realtà" sulla sorte di Bashar Assad il 7 dicembre è servito per "presentare il terrorismo internazionale come una rivoluzione per la liberazione della Siria", ha scritto lo stesso Assad in una dichiarazione diffusa dal canale Telegram della presidenza siriana in cui parla di blackout dell'informazione necessaria "per ragioni di sicurezza", ragioni che hanno quindi "ritardato la pubblicazione di questa dichiarazione". Per Assad i miliziani che "hanno esteso la loro presenza in Siria fino a prendere Damasco la sera dello scorso sette dicembre" sono terroristi.
Esteri
Germania, Scholz perde la fiducia in Parlamento: voto...
Come previsto, è stata votata la sfiducia al governo di minoranza guidato dal cancelliere. Nuove elezioni il prossimo 23 febbraio
Come era previsto, è stata votata oggi la sfiducia al Bundestag al governo di minoranza guidato da Olaf Scholz, aprendo le porte a elezioni anticipate in Germania il 23 febbraio. Lo stesso cancelliere socialdemocratico nel suo intervento questa mattina in aula aveva affermato che il suo "obiettivo è indire elezioni generali anticipate".
"Abbiamo bisogno di una maggiore crescita economica", aveva aggiunto Scholz citando la necessità di investimenti per continuare a supportare l'Ucraina nella sua difesa contro l'invasione russa e a rafforzare l'esercito tedesco. "Nessun elettore avrebbe potuto prevedere le sfide che avremmo dovuto affrontare negli ultimi tre anni", le parole del cancelliere.
Scholz ha sottolineato che è la sesta volta nel periodo postbellico che un cancelliere chiede un voto di fiducia. Ed è il quinto cancelliere a farlo, dopo che il socialdemocratico Gerhard Schroeder ha utilizzato la misura due volte.
Dei 717 deputati presenti, 394 hanno votato contro Scholz e 207 in favore e 116 si sono astenuti, ha reso noto il presidente Bärbel Bas. Ora quindi il cancelliere chiederà al presidente Frank-Walter Steinmeier di sciogliere il Parlamento e convocare nuove elezioni, con un anticipo di circa sette mesi rispetto alla scadenza naturale.
Il risultato era scontato dopo che un mese fa era caduta la coalizione tripartita, formata da Spd, Verdi e Fdp, che sosteneva il governo di Scholz dal 2021, con la fuoriuscita dei liberali a seguito del licenziamento del ministro delle Finanze, l'esponente di Fdp Christian Lindner.
Esteri
Barilla al fianco delle Nazioni Unite agli UNCA Awards, un...
Iniziativa organizzata dall'associazione che rappresenta il corpo stampa delle Nazioni Unite che ogni anno premiano giornalisti e personalità di rilievo che si distinguono per l'impegno nel documentare il lavoro e le attività delle agenzie ONU
C'era anche Barilla alla 28ª edizione degli UNCA Awards, l'iniziativa organizzata dall'associazione che rappresenta il corpo stampa delle Nazioni Unite che ogni anno premiano giornalisti e personalità di rilievo che si distinguono per l'impegno nel documentare il lavoro e le attività delle agenzie ONU. La cerimonia, tenutasi a New York, presso Casa Cipriani venerdì 13 dicembre, ha riunito 500 ospiti tra giornalisti e personaggi di spicco, tra cui il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres e l'attore Theo James, già Goodwill Ambassador delle Nazioni Unite, insignito durante la serata del titolo Global Citizen of the Year.
Barilla, sinonimo di pasta e eccellenza italiana in oltre 100 paesi, lavora per un futuro in cui i suoi prodotti rappresentino occasioni di gioia, di emozione e di condivisione. E condivide con le Nazioni Unite la visione di un futuro più giusto, equo e sostenibile. Per questo gli ospiti degli UNCA Award hanno ricevuto in omaggio un pacco di pasta Barilla Al Bronzo. A rappresentare non solo un prodotto premium nato da 147 anni di eccellenza nell'arte pastaria, ma un alimento umile nella sua semplicità e amato in tutto il mondo, adatto a tutte le culture e stili di vita, nutrizionalmente equilibrato, accessibile e sostenibile.
Secondo Barilla, le scelte alimentari di oggi hanno il potere di plasmare il futuro, e ogni decisione consapevole può contribuire a un impatto duraturo. Dove anche un piatto di pasta può essere una risposta per sfamare in modo sostenibile un mondo diviso tra obesità e malnutrizione.
Esteri
Fifa invia lettera a Kiev: “Rammaricati per svista su...
La Federazione calcistica internazionale ha risposto alla denuncia del ministero degli Esteri ucraino
La Fifa si è detta rammaricata per aver trasmesso una mappa che mostra la Crimea come parte della Russia durante il sorteggio per le qualificazioni alla Coppa del Mondo 2026 di venerdì scorso. La Federazione calcistica internazionale ha risposto così alla denuncia del ministero degli Esteri ucraino, che aveva chiesto scuse pubbliche.
Senza scusarsi pubblicamente, la Fifa ha inviato una lettera alla Federazione calcistica ucraina, che ne ha pubblicato una copia sul proprio sito web. Nella lettera viene incolpato un “fornitore esterno di servizi”, e si promette di prendere “misure immediate” per affrontare la situazione. È in corso una revisione per evitare che il problema si ripeta. La lettera utilizza il termine “svista”, ma non dice mai “errore” o “sbaglio”. Elkhan Mammadov, responsabile delle associazioni affiliate alla Fifa, ha firmato la lettera e afferma che “siamo sinceramente rammaricati per qualsiasi preoccupazione che possa aver causato”.
Cosa è successo
Durante un video prima del sorteggio di venerdì, è stata mostrata una mappa che indicava che la Crimea faceva parte della Russia, non dell'Ucraina. La Russia ha annesso la penisola nel 2014, ma la comunità internazionale non lo riconosce.
"Non solo ha agito contro il diritto internazionale, ma ha anche supportato la propaganda russa, i crimini di guerra e l'aggressione criminale contro l'Ucraina", ha detto alla Fifa Heorhii Tykhyi, portavoce del ministero degli Esteri ucraino, tramite un post su X nella tarda serata di sabato, chiedendo delle scuse pubbliche.
Un portavoce della Fifa ha affermato che la grafica è stata rimossa dal video e che la situazione è stata discussa con gli ucraini. La Russia sta conducendo una guerra di aggressione contro la vicina Ucraina da quasi tre anni. L'Ucraina ha ripetutamente annunciato la sua intenzione di liberare la Crimea dall'occupazione russa.