Medici e infermieri Ssn stanchi, frustrati in cerca di fuga, 50% in burnout
Eurispes-Enpam, 'aumento aggressioni contribuisce a far crescere il disagio'
Medici e infermieri "stanchi, frustrati, in cerca di vie di fuga" in un servizio sanitario che "trascura il suo personale", sempre più 'consumato' da un lavoro meno stabile e in continuo peggioramento, con oltre 1 operatore su 2 in burnout. Mentre sono in atto cambiamenti con una sempre maggiore presenza di donne tra i professionisti sanitari (oggi il genere femminile rappresenta i 2 terzi) e l'avvio di un cambiamento generazionale che significa anche approcci differenti. E' il quadro che emerge dal III Rapporto sulla 'Salute e il sistema sanitario', presentato questa mattina a Roma dall'Osservatorio Salute, legalità e previdenza, che vede insieme Eurispes ed Enpam, Ente nazionale di previdenza dei medici.
Sul personale dipendente - 625.282 persone al 31 dicembre 2022 - si sono concentrate, ricorda il report, le politiche di contenimento e di riduzione della spesa pubblica destinata alla sanità. Ciò ha contribuito all'esplosione di problemi legati alla disaffezione dei dipendenti e soprattutto allo svuotamento di valore del lavoro nel Ssn. "Il blocco del turnover, e dunque la carenza cronica di personale all'interno delle strutture sanitarie, da decenni costringe gli operatori a sforzi prolungati, continui e ad alto coinvolgimento fisico e psicologico", indica il documento. Una survey condotta qualche tempo fa dalla Federazione dei medici internisti ospedalieri (Fadoi) ha evidenziato come 1 medico su 2 sia in burnout (52%). Per gli infermieri il problema riguarda poco meno di 1 su 2 (45%). Per entrambe le professioni, l'incidenza è più del doppio tra le donne, dove permangono difficoltà di conciliazione lavoro-vita familiare.
Ad aumentare il disagio del personale sanitario c'è poi la crescita di episodi di violenza con circa 18mila operatori coinvolti. A segnalare i 2 terzi delle aggressioni sono le donne; la professione più colpita è quella infermieristica, seguita da medici e operatori sociosanitari. Questi fattori hanno contribuito a ridurre l'attrattività del Ssn, rendendo difficile reclutare nuovi operatori e trattenere quelli in servizio. Chi lascia il Ssn va all'estero o nel privato alla ricerca di orari più flessibili, maggiore autonomia professionale, minore burocrazia. Anche il cambiamento generazionale sembra aver determinato differenze nel modo di vivere e di esercitare la professione medica. Esiste un gap piuttosto marcato tra la prima generazione (Baby boomers), composta peraltro quasi esclusivamente da uomini, e le seconde due (Gen X e Millennials), altamente femminilizzate. Queste ultime, infine, sembrano differenziarsi a loro volta dalla Generazione Z, i nativi digitali, ancora più flessibili e mobili rispetto ai colleghi. (segue)
Cronaca
Farmaci, ok Aifa a icosapent etile per rischio...
Amarin ottiene rimborso del trattamento come soluzione a pazienti che non avevano terapie alternative
L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha concesso il rimborso di icosapent etile (Vazkepa), nuova molecola indicata per il trattamento del rischio cardiovascolare residuo. Il via libera per il farmaco, disponibile in Italia su prescrizione medica, segna un passo significativo nella lotta alle malattie cardiovascolari, offrendo una soluzione a pazienti che non avevano alternative terapeutiche. Le malattie cardiovascolari - si legge in una nota diffusa da Amarin - affliggono circa 9,6 milioni di italiani. Con 670mila ricoveri ospedalieri imputabili a queste patologie, che rappresentano la principale causa di mortalità, e oltre 217mila decessi annui, hanno un impatto determinante sulla disabilità. Nonostante i progressi ottenuti negli ultimi anni, sia grazie a nuovi farmaci, sia a una migliore e più efficace gestione organizzativa della rete di emergenza-urgenza, rimane un gruppo di pazienti a rischio cardiovascolare residuo. Sono persone che, pur seguendo terapie standard come farmaci ipolipemizzanti, antidiabetici e antipertensivi, possono comunque sviluppare nuovi eventi cardiovascolari, spesso gravi e fatali.
"Il trattamento del colesterolo Ldl rappresenta una componente essenziale nella gestione del rischio cardiovascolare, ma per i pazienti con rischio residuo non è sempre sufficiente. Anche quando il colesterolo Ldl è controllato, infatti, l'elevato livello di trigliceridi ci indica la presenza di un rischio aterogeno che contribuisce significativamente all'insorgenza di nuovi eventi cardiovascolari - spiega Pasquale Perrone Filardi, presidente Sic, Società italiana di cardiologia - Icosapent etile è la nuova entità chimica che mancava all'attuale armamentario terapeutico per il trattamento del rischio cardiovascolare".
La probabilità di incorrere in un nuovo evento cardiovascolare cresce per chi ha già vissuto un episodio simile. Questo accade perché il primo evento spesso lascia il sistema cardiovascolare in una condizione di maggiore vulnerabilità, esacerbata da fattori come l'infiammazione persistente, l'accumulo di lesioni aterosclerotiche e il rischio trombotico elevato. La gestione del rischio residuo diventa quindi una priorità assoluta per ridurre la probabilità di recidive e migliorare la qualità della vita dei pazienti. "In Italia, circa il 20% delle 170mila sindromi coronariche acute annuali va incontro a recidiva entro 1 anno - sottolinea Francesco Dentali, presidente Fadoi, Società scientifica di medicina interna - Studi clinici hanno dimostrato che icosapent etile è in grado di ridurre significativamente la ricorrenza di eventi cardiovascolari multipli, fornendo così una soluzione a lungo attesa dai pazienti e dai medici. Grazie a un meccanismo multifattoriale che agisce su infiammazione, stato trombotico e trigliceridi, riduce la mortalità per cause cardiovascolari del 20% e il rischio di eventi cardiovascolari del 25%".
Come ha dimostrato lo studio Reduce-It, icosapent etile è in grado di ridurre in maniera statisticamente significativa gli eventi cardiovascolari in pazienti trattati con statine e trigliceridi elevati nonostante un buon controllo del colesterolo Lld. Il farmaco è stato ben tollerato, con un profilo di sicurezza in linea con quello del placebo. "Grazie ai risultati clinici ottenuti, icosapent etile è oggi raccomandato da numerose società scientifiche internazionali - evidenzia Fabrizio Oliva, presidente Anmco, Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri - Come società scientifica, riconosciamo il valore di questi risultati e il ruolo innovativo" del farmaco, "l'unico trattamento ad aver dimostrato la riduzione del rischio di eventi cardiovascolari in pazienti in prevenzione secondaria a rischio alto/molto alto, con trigliceridi elevati nonostante un buon controllo del colesterolo Ldl". La molecola è nelle raccomandazioni delle principali linee guida europee e internazionali, tra cui le congiunte Esc/Eas del 2019, le Esc Prevention 2021, le più recenti Esc 2023 per la gestione del paziente diabetico e con sindrome coronarica acuta e le Esc 2024 per la gestione del paziente con malattie arteriose e aortiche periferiche (Paad).
Il rimborso rende finalmente disponibile una risposta a un bisogno clinico a lungo insoddisfatto. "L'approvazione di Vazkepa è il riconoscimento che attendevamo da più di 2 anni - afferma Luca Ruffini, General Manager di Amarin Italia - L'impegno e il lavoro congiunto con l'Agenzia italiana del farmaco hanno permesso di introdurre una soluzione terapeutica efficace per pazienti che in Italia non avevano alcuna possibilità di cura, contribuendo a ridurre in modo significativo il rischio residuo e la recidiva di eventi cardiovascolari severi. Un trattamento dedicato al paziente che ha sofferto di un evento cardiovascolare o che è a rischio di soffrirne e che ha il diritto di avere una buona qualità di vita. L'introduzione di Vazkepa nella pratica clinica rappresenta", inoltre, "una soluzione costo-efficace per l'intero sistema salute, potendo garantire una riduzione degli eventi, delle ospedalizzazioni, delle disabilità e, conseguentemente, dei costi. Siamo orgogliosi di poter offrire questa opzione terapeutica che amplia la portata delle innovazioni in quest'area e - conclude - ridefinisce il trattamento del rischio cardiovascolare residuo".
Cronaca
Ferie non godute, Consulcesi ottiene per suoi assistiti...
Disponibile online il webinar sulla monetizzazione ottenuta alla luce delle ultime novità giurisprudenziali
Non è più una concessione eccezionale, ma un diritto vero e proprio essere rimborsati per le ferie non godute. E' questo il messaggio del webinar organizzato da Consulcesi Club (ora disponibile online) sul tema della monetizzazione delle ferie non godute, alla luce delle ultime novità giurisprudenziali. Grazie a decenni di esperienza e competenza nel fornire supporto legale ai professionisti sanitari, la società, proprio su questa questione, ha ottenuto indennizzi per oltre 310mila euro nel 2024 a favore dei propri assistiti. Con l'ordinanza del 24 luglio 2024 (C-689/22), la Corte di Giustizia dell'Unione europea ha confermato il diritto dei dipendenti pubblici a ricevere l'indennizzo per le ferie non godute.
Al webinar, che si è tenuto lo scorso 10 dicembre - si legge in una nota - hanno partecipato gli avvocati Francesco Del Rio, Carolina Limonta e Laura Usanza, oltre che Simona Gori, responsabile Consulcesi Club, che hanno fatto il punto sulle novità normative in materia, sui diritti ormai conclamati dei professionisti e sulle possibili strategie per ottenere l'indennizzo spettante per la mancata fruizione delle ferie. Gli esperti hanno illustrato l'iter necessario per richiedere la monetizzazione, dialogando con i partecipanti per chiarire dubbi, correggere interpretazioni errate della normativa italiana e fornire consigli pratici su come procedere. Il webinar ha inoltre approfondito i doveri del datore di lavoro, le condizioni legali per presentare la richiesta e le tempistiche da rispettare, spiegando gli oneri di prova e i limiti temporali associati al diritto alla monetizzazione.
"La Corte di Giustizia europea - ha spiegato l'avvocato Del Rio nel corso del webinar - ha finalmente posto un paletto importante a un'interpretazione normativa che si trascinava da tempo e che, ancora oggi, viene talvolta citata nelle comunicazioni delle aziende sanitarie. E' stato chiarito che il divieto assoluto di monetizzazione delle ferie non godute rappresenta un'ipotesi residuale. Si tratta di un ribaltamento significativo rispetto alla visione precedente, secondo cui la monetizzazione era possibile solo in casi eccezionali e ben specificati. Ora, invece, è stato stabilito che la monetizzazione è la regola, e le situazioni in cui il lavoratore non può accedervi sono limitate e circoscritte".
L'ordinanza C-689/22 della Corte di Giustizia dell'Unione europea, la più recente in materia, si allinea alla sentenza del 18 gennaio 2024 (C-218/22) e a un orientamento giurisprudenziale consolidato da oltre 10 anni. Nel corso del tempo, Consulcesi ha riportato numerosi successi in questo ambito, spesso senza dover arrivare alla fase processuale. Molte aziende, infatti, hanno scelto di avviare soluzioni transattive immediatamente dopo aver ricevuto la notifica del ricorso presentato dai legali della società di consulenza, evitando così di affrontare l'udienza davanti al giudice del lavoro e scongiurando una sconfitta pressoché inevitabile.
Consulcesi Club mette a disposizione dei professionisti sanitari una vasta gamma di servizi progettati per sostenere e semplificare la loro attività professionale. Tra i temi di maggiore interesse spicca proprio quello delle ferie non godute: i clienti che hanno avuto un contratto con il Servizio sanitario nazionale, cessato per dimissioni, pensionamento o altre ragioni, e che possiedono un residuo di ferie non utilizzate, possono accedere a una consulenza legale gratuita. Questo servizio comprende la valutazione della possibilità di richiedere la monetizzazione delle ferie e il calcolo dell'importo economico reclamabile. Per agevolare ulteriormente il processo, è disponibile un tool automatico che stima l'indennizzo spettante, rendendo la procedura semplice e immediata, oltre che un modulo scaricabile ed editabile per richiedere l'accesso agli atti e accertare il numero di ferie maturate e non godute.
Cronaca
Ordine medici Roma: “Impegno contro condanna...
"Tribunale del web ingiusto, mina seriamente il principio di presunzione di innocenza"
"In questi giorni stiamo assistendo a casi di colleghi precipitosamente giudicati dal tribunale del web ancor prima che i fatti siano pienamente accertati attraverso le vie legali appropriate. Questo comportamento non solo è ingiusto, ma mina seriamente il principio della presunzione di innocenza, un pilastro fondamentale del nostro sistema giuridico". Così in una nota l'Omceo Roma, Ordine provinciale dei medici chirurghi e odontoiatri della Capitale, ricordando che i medici, come tutti i professionisti, possono commettere errori, ma bisogna distinguere tra un errore involontario e un'azione negligente o dolosa.
"La maggior parte dei medici - sottolinea Omceo Roma - svolge il proprio lavoro con dedizione, competenza e un profondo senso di responsabilità verso i pazienti. In caso di incidenti, esistono procedure stabilite per valutare la condotta professionale e prendere, accertata definitivamente la colpa, eventuali provvedimenti, anche disciplinari. La pressione mediatica e l'ostilità pubblica non fanno altro che aggravare il dolore delle famiglie coinvolte e creare un ambiente di lavoro teso per i medici, che potrebbe deteriorare la qualità e la serenità dell'assistenza sanitaria scatenando i fenomeni di medicina difensiva che ben conosciamo. E' vitale che i media si attengano a una rappresentazione equa e bilanciata degli eventi, dando voce, avendone però il consenso preventivo, a tutte le parti coinvolte e sempre senza fare nomi degli interessati, dei loro avvocati difensori e rispettando il processo giudiziario ed il segreto istruttorio".
L'Ordine dei medici, "organo sussidiario dello Stato - prosegue l'Omceo capitolino - è impegnato da sempre a tutelare i cittadini, ma anche il mondo sanitario dalle condanne pubbliche premature e dalla demonizzazione ingiustificata e, come previsto dalla legge, può agire solo dopo il pronunciamento della sentenza definitiva all'azione disciplinare per giudicare se il comportamento del sanitario sia stato contrario alle norme che regolano il codice di deontologia medica, assicurando che ogni caso venga trattato con la serietà e l'attenzione che merita". Omceo Roma chiede quindi "rispetto per i principi di giustizia e per i diritti dei medici e degli odontoiatri", ma anche "la garanzia di poter esercitare la propria professione senza il timore di condanne ingiuste o di essere oggetto di campagne diffamatorie. Questo anche a tutela dei cittadini che hanno sempre il diritto di trovare un professionista preparato e sereno, mai pauroso di esercitare la propria professione e mai condizionato nelle decisioni professionali. Solo attraverso un dialogo costruttivo e una corretta informazione possiamo sperare di mantenere la fiducia pubblica nel nostro sistema sanitario e nei professionisti che lo rappresentano".
Oltre a chiedere dunque a tutti gli attori coinvolti nelle vicende giudiziarie - avvocati, medici, giornalisti e familiari - di "abbassare i toni perché questo comportamento danneggia tutti quanti", l'Omceo Roma assicura di essere "pronto ad intervenire presso gli Ordini professionali di appartenenza di tutti gli attori coinvolti, ma anche presso il Garante della Privacy, il quale certamente non potrà tollerare, se non a processi chiusi ed eventuali colpe accertate in modo definitivo, la gogna mediatica preventiva che intacca la credibilità e la professionalità di ogni singolo professionista coinvolto".