‘Numero verde Siaarti e terapia del dolore in Italia’, online il talk
Solo 8 pazienti su 100 in cura in centri dedicati, l’impegno della società scientifica
Da alcuni mesi, per chi soffre di dolore cronico, è attivo un numero verde gratuito a cui rispondono esperti della Siaarti, Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva. Lanciato il 22 ottobre, solo nel primo giorno di attività ha registrato oltre mille chiamate, confermando l'importanza di questa iniziativa dedicata ai quasi 10 milioni, per la precisione 9,8 milioni di italiani, che soffrono di dolore cronico. Del resto, ai centri dedicati, si rivolgono appena 800 mila pazienti, quindi 8 su 100. A un bisogno così urgente, la società scientifica risponde non solo con il servizio del numero verde (800.624.244), dove si trovano indicazioni e informazioni, ma anche con una serie di attività. "La prima è promuovere buone pratiche cliniche o linee guida per dare sicurezza ai professionisti nello svolgimento del loro lavoro quotidiano", spiega Elena Bignami, presidente Siaarti, intervenendo al Talk ‘Numero verde Siaarti e terapia del dolore in Italia’, promosso da Adnkronos, in collaborazione la Società scientifica, e trasmesso oggi nei canali web e Social del gruppo editoriale, dove resta disponibile.
Il secondo ambito all’attenzione di Siaarti, "ovviamente, è la formazione". In particolare "nei confronti dei medici anestesisti e rianimatori - continua la professoressa Bignami - nel momento in cui sono in scuola di specializzazione, ma anche nel loro percorso quotidiano di lavoro. Fondamentale, con questi 2 primi punti, è anche il rapporto con le istituzioni, il ministero della Salute e l'Istituto superiore di sanità", o chi intenda "occuparsi, in modo corretto, scientifico e puntuale di queste problematiche che sono trasversali nella nostra quotidianità". C’è poi da considerare la necessità del "supporto per creare il team con altri specialisti, ma anche con i colleghi infermieri, e l'utilizzo delle nuove tecnologie - intelligenza artificiale, telemedicina - per cercare di aiutare i nostri pazienti anche dal lato emotivo".
A tale proposito, "una corretta presa in carico del paziente affetto a dolore cronico si fonda su 2 pilastri - sottolinea Arturo Cuomo, Osservatorio Siaarti Buone pratiche cliniche per Area dolore - Il primo è la multimodalità della terapia, che non è solo farmaci, ma è farmaci più supporto psicoemozionale e tecniche non farmacologiche, comprese le tecniche mininvasive e invasive che sono più propriamente afferenti alla disciplina del dolore. L'altro pilastro su cui si fonda un corretto approccio alla terapia del dolore cronico è l’interdisciplinarità. Ciò significa che noi non possiamo pensare di curare un paziente affetto a dolore cronico solo attraverso un unico approccio professionale. La terapia del dolore cronico - precisa lo specialista - ha di riferimento lo specialistica, il terapista del dolore che si avvale però di un'equipe variamente strutturata, e comunque coordinata, composta da altri specialisti, che sono il fisiatra, l'ortopedico, il neurologo, il neurochirurgo, il neuroradiologo o il radioterapista, nel caso del dolore oncologico" che, infatti, richiede un approccio di cura diverso da quello cronico.
Il dolore è trasversale su tutte le discipline. "Tutti i medici trattano il dolore. Tutti hanno le competenze per poter trattare un dolore semplice - chiarisce Silvia Natoli, responsabile Area Culturale Siaarti Medicina del dolore e cure palliative - Ma esiste anche il dolore complesso, quel dolore refrattario che non risponde alle terapie convenzionali e, per questo, il riferimento è il terapista del dolore, che è proprio della disciplina di anestesia, rianimazione e terapia del dolore. La Siaarti è l'unica società che ha analgesia nel suo nome e non solo: il motto di Siaarti è 'pro vita contra dolorem semper'. È proprio nel nostro Dna essere terapisti del dolore e prendere in carico il paziente" con questo problema .
L’Italia ha da quasi 15 anni una legge dedicata. C’è però la necessità di migliorare l'accesso alla terapia del dolore e di sensibilizzare i cittadini sui diritti garantiti dalla stessa norma. "È ovvio che servano dei percorsi - rimarca la professoressa Natoli - serve una rete funzionante, servono le competenze. È necessario però che il paziente venga indirizzato precocemente al centro di terapia del dolore quando non risponde alle terapie. Invito i pazienti, ma anche i medici, a chiedere informazioni attraverso il nostro sito, attraverso il nostro numero verde".
Cronaca
Passaporti, Altroconsumo: migliorano tempi attesa ma non...
Da 1 a quasi 6 mesi per rilascio-rinnovo documento
Migliorano i tempi di attesa per il rilascio e il rinnovo dei passaporti migliorano, ma non abbastanza nelle grandi città. E' quanto emerge da un'inchiesta di Altroconsumo su un campione di 20 città.
Nella maggior parte dei centri urbani (14 su 20) l’appuntamento in questura è disponibile dopo uno o due giorni o al massimo una settimana (Bari e Bolzano). "Un segnale importante che va nella direzione di una normalizzazione del servizio tanto più se consideriamo che in molte città solo sei mesi fa si aspettavano mesi per avere l’appuntamento, parliamo di Pordenone, Bologna e Cagliari", si rileva. Invece nella città friulana si è passati da un’attesa di più di 8 mesi registrata nell’aprile scorso, ai 2 giorni del 12 novembre. I bolognesi hanno trovato l’appuntamento per il giorno dopo, mentre sei mesi fa dovevano aspettare più di due mesi. Lo stesso vale per Cagliari dove nell’aprile scorso si aspettavano 4 mesi circa e ora si può andare in questura il giorno dopo.
La fotografia Altroconsumo mostra, però, che nelle città più grandi restano tempi di attesa troppo lunghi per un documento così importante: a Bergamo, Milano, Trento. Torino, Genova e Napoli tra questure e commissariati l'attesa si dilata da un mese fino a quasi 6 mesi. Ci sono casi di miglioramento ma l'attesa resta comunque lunga: come a Napoli passata da quasi tre mesi a poco più di un mese o Genova che è uscita dal profondo rosso di aprile quando la piattaforma non dava appuntamenti disponibili attestandosi a quasi due mesi di attesa. A consentire l'accelerazione, l’agenda prioritaria e la possibilità di fare il passaporto anche negli uffici postali.
Cavallo, bene rilascio Poste ma non scaricare costi su cittadini
"Le nuove misure introdotte da luglio per il rilascio dei passaporti negli uffici postali hanno in parte risolto la situazione per i cittadini, ma non per tutti visto che restano criticità in molte grandi città e c’è anche il nodo dei costi per il rilascio. La via del rilascio del passaporto negli uffici postali ha avuto benefici sui tempi ma purtroppo ha comportato anche una crescita dei costi sostenuti dai cittadini italiani, che sono già tra i più alti d’Europa: il costo complessivo per il rilascio del passaporto aumenta, infatti, di altri 14,20 euro, arrivando a ben 130,20 euro", afferma Federico Cavallo, responsabile Relazioni esterne Altroconsumo.
"Lo Stato non dovrebbe scaricare sui cittadini i costi originati dalle proprie inefficienze: andrebbero per esempio anche valutate altre soluzioni come rendere i Comuni punti di accesso per fare il passaporto, cosa che accade già in altri Paesi europei", sottolinea. E, incalza, "resta ancora il problema di dover recuperare per forza recuperare i bollettini in Posta per pagare il contributo spese; assurdo che non si possa avere una completa digitalizzazione dei pagamenti, come peraltro previsto dal Codice della pubblica amministrazione".
Infine, conclude Cavallo, "ricordiamo che i lunghi tempi di attesa non sono solo quelli per ottenere l'appuntamento, ma anche quelli per ricevere materialmente il passaporto: anche su questo continueremo a monitorare la situazione, chiedendo soluzioni e tempi certi da parte di chi ha la responsabilità di garantirle di fronte ai cittadini".
Cronaca
Salute, oculista Appiotti: “Lenti Icl efficaci anche...
Lo specialista: "Tra i vantaggi dell'impianto delle lenti intraoculari l'impiego in chi non è indicato il laser e la reversibilità"
"Contrariamente a quanto si pensava, ovvero che le lenti Icl fossero perfette solo per i valori elevati di miopia o ipermetropia, da molti anni io adotto l'impianto di queste lenti fachiche anche per pazienti con miopie moderate, ottenendo una qualità visiva spesso nettamente superiore rispetto a qualsiasi metodica laser. Inoltre, le lenti Icl", intraoculari (in inglese Implantable Collamer Lens), "mi permettono di curare pazienti che non possono essere operati con il laser e che presentano secchezza oculare ed anche patologie come il cheratocono, anche in stadio iniziale". Così Angelo Appiotti, medico oculista che opera a Milano e Verona, racconta il caso di "un paziente con 18 diottrie di miopia, con nessuna possibilità di essere operato con tecniche laser", per il quale "l'unica metodica per ottenere un'ottima qualità visiva e una correzione visiva adeguata era quella di sottoporlo all'impianto delle lenti Icl o lenti fachiche. Ho scelto questa procedura - aggiunge - affinché il paziente avesse un recupero veloce e, soprattutto, una qualità visiva nettamente superiore a quella delle lenti a contatto sotto corrette che utilizzava".
Tra i vantaggi dell'impianto delle lenti intraoculari Icl, secondo Appiotti, "c'è sicuramente quello della reversibilità. Qualora la lente non fosse perfetta o ruotasse a causa di un astigmatismo non completamente corretto, può essere sempre risistemata rimossa o sostituita con un'altra". La percentuale di correzione visiva "è molto vicina al 100% - assicura lo specialista - Ci sono poi diversi parametri di cui tenere conto: età, caratteristiche anatomiche dell'occhio, condizioni generali anche lacrimali, difetto visivo, diametro pupillare e le necessità del paziente. Questa tecnica permette anche agli sportivi professionisti di avere un ottimo risultato con un visus perfetto e meno rischi rispetto a un possibile indebolimento corneale per un intervento laser troppo spinto".
L'intervento di Icl "è rapido - chiarisce Appiotti - si esegue in anestesia topica, mediante la somministrazione di alcune gocce di anestetico. Una volta ottenuta una buona midriasi ( dilatazione della pupilla), si procede con una micro-incisione di 2 millimetri e mezzo, si riempie la camera anteriore con un viscoelastico per creare spazio e permettere l'inserimento della lente Icl dietro l'iride e davanti al cristallino in modo che, una volta che l'iride si richiuderà, nessuno potrà accorgersi che il paziente ha qualcosa all'interno dell'occhio". L'intervento mediamente "può durare 5-10 minuti - conclude - ma non è un problema di velocità; l'importante è eseguire ogni manovra nel modo giusto", coi giusti tempi e il massimo rispetto delle strutture anatomiche dell'occhio.
Cronaca
Lecce, trova assegno da 49 milioni e lo riconsegna:...
"Pensavo fosse uno scherzo, ma non lo era", ha raccontato Andrea Guido
Una cifra da capogiro, 49 milioni di euro, trovata in terra e restituita. È accaduto a Lecce e l'autore del gesto non ha ricevuto neppure una telefonata di ringraziamento.
Il responsabile del ritrovamento, come racconta 'Il Corriere della Sera', è Andrea Guido, assessore comunale con delega alle Politiche ambientali, che ha trovato per terra un assegno circolare di 49 milioni di euro in una delle vie più trafficate di Lecce, viale Francesco Lo Re, all'altezza dell’attività di servizio corriere 'Mail Boxes etc'. "Pensavo fosse uno scherzo, ma non lo era, - ha raccontato al quotidiano - . Quando ho visto tutti quegli zeri, non riuscivo a crederci, era una cifra surreale. Ho pensato di portarlo in questura, poi mi è venuto in mente di contattare il corriere per capire se conoscessero il proprietario. Era un suo cliente e lo ha subito avvisato: era già dai carabinieri per denunciare lo smarrimento dell'assegno".
I proprietari del negozio effettivamente conoscevano chi l'aveva perso, un facoltoso imprenditore edile salentino, e così l'assessore ha lasciato in custodia l’assegno e il proprietario è tornato in possesso del denaro. I due per ora non si sono incontrati e Guido non è stato in alcun modo contattato. "Il mio compito è di risolvere i problemi dei cittadini - ha sottolineato Guido a 'La gazzetta del Mezzogiorno' - Ho consegnato subito l’assegno al titolare dell'attività che aveva già chiamato il legittimo proprietario. L'imprenditore in questione ha passato dei momenti di grande tensione, ma poi finalmente ha riavuto il suo bene. Sicuramente questa storia è a lieto fine per l'interessato, ma anche per noi leccesi, perché abbiamo saputo che quei soldi saranno investiti in strutture ricettive sul nostro territorio. La nostra città è ancora in grado di attrarre capitali per lo sviluppo turistico. Tutti quei soldi resteranno a Lecce". "Non mi ha ancora chiamato per ringraziarmi – chiarisce a 'Il Corriere della Sera' l'assessore, – ma sono felice per lui, perché dormirà sonni tranquilli".