Connect with us

Published

on

Addio a John Marsden, scrittore della serie per ragazzi ‘Il domani che verrà’

L'autore australiano aveva 74 anni

John Marsden - Facebook / John Marsden

Lo scrittore australiano John Marsden, amato per i suoi romanzi per ragazzi 'Il domani che verrà. The tomorrow series' (Fazi, 2011) e 'I conigli' (Tunué, 2018), è morto mercoledì 18 dicembre all'età di 74 anni dopo una lunga malattia. I suoi romanzi sono stati tradotti in nove lingue, con oltre 5 milioni di copie vendute, e viveva vicino a Melbourne, dove era stato preside di un liceo. La Alice Miller School, una delle due scuole fondate da Marsden nel Victoria, ha confermato la sua scomparsa in una lettera ai genitori. "È morto alla scrivania di casa sua, facendo ciò che amava, scrivere", si legge nella dichiarazione.

La vita e la carriera

Erano nato il 27 settembre 1950 in Australia, era cresciuto tra Kyneton, nello stato di Victoria, e Devonport, in Tasmania, e ha vissuto un'adolescenza e una giovinezza tribolate. All'età di 10 anni, la famiglia Marsden si trasferì a Sydney e John fu mandato alla King's School di Parramatta. Marsden ha scritto di essere sopravvissuto "a malapena" alla rigida scuola, "avendo ignorato o sfidato la maggior parte delle regole scolastiche durante i suoi anni di permanenza", e di aver trascorso il tempo in punizione leggendo.

Nel 1967, da adolescente, scrisse una lettera per la rivista scolastica in cui criticava il sistema dei prefetti della scuola, suscitando una polemica che gli provocò altre punizioni. Studiò arte e legge all'Università di Sydney, ma abbandonò gli studi e tentò il suicidio; venne ricoverato in un ospedale psichiatrico, che secondo lui gli permise di iniziare a "costruire una nuova vita".

Dopo aver perso la testa tra un lavoro e l'altro, a 28 anni iniziò un corso di insegnamento e alla fine è diventato docente di inglese, e proprio in quel periodo ha iniziato a scrivere libri. Fin dall'inizio si era proposto di scrivere per i giovani, dopo aver osservato il fiorire del genere 'young adult' negli Stati Uniti. Terminò il suo primo romanzo in sole tre settimane: 'So Much to Tell You', pubblicato nel 1987, vincendo diversi premi australiani.

John Marsden è autore di 40 libri, tra cui spicca la serie di grande successo 'Tomorrow'. I sette libri della saga, pubblicati tra il 1993 e il 1999, immaginano un gruppo di adolescenti che conduce una guerriglia contro le forze nemiche che circondano la loro città natale, Wirrawee. I romanzi hanno ispirato il film 'Il domani che verrà - The Tomorrow Series' (2010) di Stuart Beattie con Caitlin Stasey, Rachel Hurd-Wood e Lincoln Lewis, e la serie tv 'Tomorrow, When the War Began' (2016).

Per gran parte della sua carriera, Marsden ha continuato a lavorare come insegnante a tempo pieno. Ha acquistato una proprietà vicino a Hanging Rock dove ha gestito corsi di scrittura per gruppi scolastici, e ha fondato e diretto due scuole nello stato di Victoria: Candlebark, vicino a Romsey, e Alice Miller a Macedon.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Continue Reading

Attualità

La Roma delle borgate raccontata con il cuore: il ritorno...

Published

on

Roma. Anni ’70, ’80. Una città che sembra vivere due vite. Da un lato, la poesia struggente di Pier Paolo Pasolini, con le sue borgate illuminate da una bellezza malinconica. Dall’altro, l’ombra scura della Banda della Magliana, con i suoi intrecci di criminalità e potere. In mezzo, una generazione di ragazzi che cerca disperatamente di crescere, sognare, sopravvivere. Questo è il cuore pulsante di Storie Bastarde, il libro di Davide Maria Desario è una finestra aperta sulle contraddizioni, le speranze e i tormenti di una città in perenne trasformazione.

Un autore radicato nella sua Roma

Davide Maria Desario. Un nome che, a molti, dice già qualcosa. Magari per il suo lavoro come direttore di Adnkronos, ma a chi lo conosce davvero basta poco per capire che è molto più di un giornalista. Nato a Roma, febbraio 1971, si potrebbe dire che è cresciuto respirando i vicoli, i tramonti rossi sui tetti e quelle mille contraddizioni che rendono questa città un po’ crudele e un po’ magica. Desario, però, non si è mai fermato a guardare.

Ha vissuto ogni piega di Roma, imparando a raccontarla con parole che non graffiano, ma scavano. Prima la cronaca, che gli ha insegnato a non girare mai la testa dall’altra parte. Poi la narrativa, dove ogni racconto sembra un pezzo di cuore che ha deciso di mettere sulla carta. E quando leggi Storie Bastarde lo senti: è vivo. Ogni pagina ti prende per mano e ti trascina dentro un’anima fatta di poesia e disperazione, bellezza e buio, con quella voce che solo chi Roma ce l’ha nel sangue può avere.

Ostia, una palestra di vita

Molte delle storie di Desario prendono vita a Ostia, quel quartiere che non è solo mare ma anche un microcosmo di speranze e paure. È qui che i bambini crescono giocando tra strade polverose e bar di quartiere, imparando presto che ogni scelta può essere decisiva. Criminalità, droga, sogni infranti: tutto è a portata di mano… ma anche la resilienza, quella forza incredibile di chi, nonostante tutto, non smette di credere in un futuro migliore. Desario cattura questa dualità con una maestria che colpisce al cuore.

Quello che rende Storie Bastarde speciale è la sua capacità di trascendere i confini geografici. Certo, è un libro profondamente romano ma le sue storie parlano a tutta l’Italia. La Roma di Desario non è quella dei monumenti e dei turisti, ma quella delle borgate, delle persone comuni che combattono ogni giorno per un pezzo di felicità. E queste lotte, queste speranze, risuonano ovunque. Perché in fondo, chi di noi non ha mai sentito il peso di un sogno troppo grande per il posto in cui vive?

La trasposizione teatrale: un altro livello di intensità

Il successo di Storie Bastarde non si è fermato alle pagine. L’opera è stata portata sul palcoscenico da Ariele Vincenti e Fabio Avaro, trasformandosi in una rappresentazione che amplifica l’essenza dei racconti. Il teatro ha il potere di rendere tutto ancora più crudo, più diretto. E il pubblico ha risposto con entusiasmo, dimostrando che queste storie non sono solo romanze, ma pezzi di vita che meritano di essere vissuti.

Un nuovo capitolo: la riedizione

Nel 2010 Storie Bastarde ha fatto il suo debutto ma quest’anno il libro torna a prendersi il suo spazio. Una nuova edizione, curata da Avagliano Editore, arricchita da una storia inedita e dalla prefazione appassionata di Francesca Fagnani. Ecco, stavolta è come se il libro avesse trovato una seconda vita, un’energia rinnovata, pronta a parlare ancora più forte.

Il 20 novembre 2024 è successo qualcosa di speciale. Al palazzo dell’informazione Adnkronos si è celebrata la nuova vita di queste storie. Tra i presenti, volti noti come il prefetto di Roma, Lamberto Giannini e la giornalista Eleonora Daniele. Ma quello che contava di più non erano i titoli, no. Era il silenzio che si creava quando si parlava di queste storie. Perché alla fine si tratta di questo: non dimenticare. Tenere vivo quello che spesso scivola via, nell’indifferenza. E forse, solo forse, imparare qualcosa in più su chi siamo.

Una Roma che resiste

Tra criminalità e poesia, tra disperazione e speranza, emerge una Roma che non si arrende. Storie Bastarde è un omaggio a questa città ma anche all’Italia intera. Racconta di un’infanzia difficile, di scelte che cambiano il corso della vita, ma anche di una resistenza silenziosa, fatta di piccoli gesti quotidiani. Desario ci ricorda che, anche nelle situazioni più buie, c’è sempre spazio per la speranza.

Oltre il libro: un autore poliedrico

Desario non si ferma a Storie Bastarde. Con opere come #RomaBarzotta (2015) e #RomaBarzotta 2 (2017), ha continuato a esplorare le dinamiche della Capitale. E il suo impegno culturale va oltre la scrittura: nel 2022 è stato nominato presidente della giuria per la selezione della “Capitale italiana della cultura” 2025, un ruolo che testimonia la sua dedizione alla valorizzazione del patrimonio italiano.

Se c’è una cosa che Storie Bastarde ci insegna, è che le storie hanno il potere di cambiare il mondo. Raccontando la Roma delle borgate, Desario non ci offre solo un pezzo di letteratura ma un documento storico, un atto d’amore verso una città e le sue mille sfumature. E ci lascia con una certezza: anche nelle difficoltà, c’è sempre una luce che brilla, anche se fioca. Sta a noi trovarla.

Continue Reading

Cultura

Paolo Cognetti: “Ho subito un Tso per depressione e...

Published

on

L'autore de 'Le otto montagne' racconta il ricovero in psichiatria: "Mandavo foto di me nudo agli amici e regalavo soldi, è arrivata l'ambulanza con la polizia"

Paolo Cognetti - Agenzai Fotogramma

Lo scrittore e regista Paolo Cognetti ha subito un Tso (trattamento sanitario obbligatorio) per una "grave depressione sfociata in una sindrome bipolare con fasi maniacali". L'autore de 'Le otto montagne' è stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano e ha deciso di raccontare, in un'intervista a 'Repubblica', la sua esperienza "per dire pubblicamente che le malattie nervose non devono più essere una vergogna da nascondere e che la risalita comincia accettando chi realmente si è".

Sul perché della crisi che lo ha portato in ospedale, Cognetti spiega: "In primavera e d’estate, senza un apparente perché, sono stato morso dalla depressione. Nelle scorse settimane invece, sceso dal mio rifugio sul Monte Rosa, ero in una fase bella e creativa. Un giorno mi sono accorto che il mio pensiero e il mio linguaggio acceleravano. Gli amici mi hanno fatto notare che facevo cose strane. Il 4 dicembre il medico ha disposto il Tso: trattamento sanitario obbligatorio". Che cosa era successo? "Nelle fasi maniacali si può perdere il senso del pudore o quello del denaro. Io ho inviato ad amici immagini di me nudo e ho regalato in giro un sacco di soldi. Si sono allarmati tutti: c’era il timore, per me infondato, che potessi compiere gesti estremi, o che diventassi pericoloso per gli altri".

Da lì le cure imposte: "Mi sono ritrovato sotto casa un’auto della polizia e un’ambulanza. Sono stato sedato: da inizio dicembre, causa farmaci, non ho fatto che dormire". La fragilità si è acuita con il successo: "Dopo il successo con 'Le otto montagne', una storia urgente e necessaria, mi sono chiesto: 'E adesso cosa faccio?'. Non ho trovato una risposta convincente. Forse ho temuto che il mio massimo editoriale, con il Premio Strega, fosse stato toccato: la popolarità è spietata e ha un prezzo significativo". Ma dalle parole dello scrittore si evince che anche la sua vita sentimentale ha avuto un peso nella crisi: "Io so che mi sono innamorato di una donna e che per lei, dopo dodici anni, ho lasciato la mia compagna. Per non abbandonare chi mi è stata vicina a lungo, ho chiuso anche la nuova relazione. Non si deve mai rinunciare all’amore, che non ritorna". Oggi per raggiungere la serenità Cognetti chiede tre cose: "Vorrei avere cinque o sei amici sinceri, per contare su una mia famiglia vera. E poi essere libero, con un’agenda sempre vuota per i successivi sei mesi. Riuscire a godermi il pianeta, rifugiandomi negli ultimi luoghi rimasti originari. Alla fine anche per me è vivere la cura per riuscire a vivere", conclude lo scrittore 46enne.

Continue Reading

Cultura

L’ascensore a Natale: un piccolo mondo sospeso, traboccante...

Published

on

Non so se capita anche a voi, ma quando arriva dicembre, le luci scintillanti delle strade, i profumi dei dolci e quell’aria gelida, nitida, quasi pungente, sembrano amplificare ogni sensazione. Basta poco, persino il ronzio di un impianto di risalita, per sentirsi addosso un turbinio di sentimenti che vanno dalla pura gioia alla più intensa malinconia. E l’ascensore, sì, proprio l’ascensore, in questo periodo dell’anno si trasforma in una sorta di scatola magica capace di accogliere, amplificare, riflettere, deformare e riconsegnare emozioni pure. Una minuscola stanza che va su e giù, come un’altalena che danza nel cuore dei palazzi, soprattutto a Natale, quando l’atmosfera carica di significato può trasfigurare anche un banale percorso verticale in una piccola avventura umana.

Noi ci pensiamo spesso, sapete, guardando le commedie natalizie o i film ambientati durante le feste: quante volte il cinema ha scelto l’ascensore come palcoscenico di scene memorabili? Non è mai soltanto uno strumento di servizio. A volte, in quei pochi secondi di tragitto, si addensa un concentrato di paura, amore, ansia, stupore, gioco, desiderio, attesa. E tutto questo – strano a dirsi – riesce a condensarsi in uno spazio di pochi metri quadrati, perfetto per mettere a nudo l’umanità dei personaggi.

La paura di essere scoperti: un ascensore che nasconde segreti

Pensate a certe situazioni in cui l’imbarazzo si mescola al terrore puro di essere colti sul fatto, lì, in quello spazio neutro che non dà scampo. È il caso di “Merry Christmas”, uno di quei cinepanettoni italiani che tutti, volenti o nolenti, abbiamo incrociato in televisione almeno una volta. Christian De Sica – che di questi film è stato un volto iconico – interpreta un pilota d’aerei con una doppia vita: due famiglie, due donne inconsapevoli l’una dell’altra, due mondi paralleli che non dovrebbero mai incrociarsi.

Ma a Natale, si sa, tutto può succedere. E così l’ascensore di un aeroporto ad Amsterdam diventa la trappola perfetta. De Sica si ritrova in cabina con entrambe le mogli, giunte fin lì all’insaputa l’una dell’altra. Panico. In quei secondi che sembrano eterni, l’ascensore diventa un confessionale forzato, un ring senza vie d’uscita. È un attimo, eppure dentro quel minuscolo box verticale la tensione si taglia a fette, e noi, che osserviamo la scena attraverso la cinepresa, ci sentiamo morire dal ridere e dall’ansia. C’è qualcosa di grottesco e profondamente umano in tutto questo: quell’ascensore ci sta sbattendo in faccia la verità sulle nostre fragilità, sulle bugie, sui nodi che prima o poi vengono al pettine.

Se la paura e il segreto fanno da padroni in certe scene, in altri film l’ascensore diventa un altare del destino. Pensiamo a “Serendipity”, una storia d’amore che sembra sempre sul punto di compiersi e insieme di sfuggire tra le dita. Nel cuore di una New York natalizia, addobbata e sfavillante, John Cusack e Kate Beckinsale si promettono un incontro che dipende dalla fortuna e dall’allineamento imprevedibile degli eventi. Ci sono due ascensori, due direzioni, due pulsanti: se entrambi arriveranno allo stesso piano, allora quella storia merita di essere vissuta. Ma il tempo corre, le porte si aprono e si chiudono, e un bambino giocherellone si mette di mezzo, toccando tutti i pulsanti disponibili. Il risultato? John arriva in ritardo, non trova Kate, e il momento perfetto sfuma in un attimo. Eppure, il ricordo di quell’ascensore, di quella possibilità mancata, resta. La morale è chiara: per il cinema, l’ascensore a Natale non è solo un mezzo di trasporto, ma un detentore di chiavi per entrare nel regno dell’amore. A volte apre porte, a volte le chiude ma non lascia mai indifferenti.

Da panico a calma imperturbabile: il contrasto di “Natale in India”

Non possiamo ignorare il teatro dell’assurdo di “Natale in India”, uno dei tanti film che hanno associato la stagione delle feste alle coppie comiche del cinema italiano. Qui c’è di nuovo Christian De Sica, questa volta a fianco di Massimo Boldi. I due si trovano chiusi in ascensore all’interno di una clinica, un incontro fortuito e bizzarro che scatta per un guasto tecnico. L’ascensore diventa un nido di emozioni contrastanti: da una parte, l’ansia incontenibile di De Sica, dall’altra la tranquillità quasi zen di Boldi. Il cortocircuito è spassoso e allo stesso tempo, trasmette quel senso di instabilità emotiva tipico dei giorni di festa. Sarà che a Natale ci sentiamo tutti più vulnerabili? O forse l’ascensore, chiuso, limitato, ci obbliga a fare i conti con noi stessi e gli altri in un modo che raramente accade al di fuori di quelle pareti?

Non siamo noi i soli ad aver notato la forza narrativa degli ascensori durante le feste. Sergio Alvarez, Marketing Manager di KONE Italy & Iberica, ce lo ricorda con entusiasmo: “Non esiste periodo migliore del Natale per mettere in risalto gli ascensori con una chiave di lettura più leggera e simpatica”. La KONE, multinazionale specializzata nella realizzazione di impianti di elevazione intelligenti, sa bene quanto un ascensore non sia solo una macchina di design e ingegneria, ma un vero spazio sociale. A Natale, ci suggerisce Alvarez, l’atmosfera rende tutto più intenso, le luci e le decorazioni attorno si riflettono nelle superfici lucide della cabina, i cuori sono più aperti, più fragili. E il cinema, da grande cassa di risonanza delle emozioni umane, ha sfruttato questa miscela per regalarci momenti indelebili.

L’ascensore, il contenitore di tutti gli imbarazzi

Forse Fabrizio Caramagna ha ragione, quando dice che “L’ascensore è il contenitore di tutti gli imbarazzi”. Quante volte ci siamo trovati a fissare il pavimento, trattenendo il respiro, desiderando ardentemente che le porte si aprissero il prima possibile per fuggire via? Durante il periodo natalizio, tutto ciò diventa più acuto, più potente. Il cinema ha il merito di mostrarci come un banale viaggio da un piano all’altro possa trasformarsi in un microcosmo emotivo. E così ci ritroviamo a guardarci dentro, a chiederci: se capitasse a noi, come reagiremmo?

C’è poi chi, in ascensore, incontra la possibilità di riscrivere intere esistenze. In “Un Bacio Prima di Natale”, il protagonista Ethan Holt, stanco e annoiato dalla sua quotidianità, esprime un desiderio: cambiare, e cambiare davvero. Nella sua vita “originale”, si era ritrovato bloccato per ore in ascensore con una donna, Joyce, che sarebbe poi diventata sua moglie. Lui, però, chiede di arrivare al piano desiderato senza quel fastidioso intoppo. Ed ecco che la mattina del 1° dicembre si risveglia in una realtà parallela, dove fa carriera ed è vice presidente, ma non è sposato, non ha figli e non conosce davvero Joyce se non come rivale di lavoro. L’ascensore, in questo racconto, è l’incrocio tra due universi: uno fatto di vincoli, legami, piccoli contrattempi trasformati in amore e l’altro una landa sterile di successi materiali ma senza calore umano. Per tornare alla vita vera, Ethan dovrà riconquistare il cuore di Joyce entro Natale. L’ascensore, prima teatro del caso, diventa allora la soglia tra due mondi, e la morale è limpida come la neve: a volte restare bloccati in un luogo scomodo serve a trovare la persona giusta.

Un Natale ingenuo e stupefatto: “Elf – Un elfo di nome Buddy”

Non è solo l’amore a scaldare l’atmosfera natalizia in ascensore, ma anche lo stupore di chi guarda il mondo con occhi da bambino. “Elf – Un elfo di nome Buddy” è l’esempio perfetto: Will Ferrell si cala nei panni di un elfo grande e grosso ma col cuore innocente, che sbarca a New York per conoscere il suo padre biologico. Lì, tra i grattacieli della Grande Mela, sale su un ascensore e… scopre che i pulsanti illuminati possono diventare come le lucine di un albero di Natale. Quella scena, tenera e buffa, condensa una sensazione di meraviglia difficile da scacciare. Ci ricorda che a Natale siamo tutti un po’ bambini e ogni singolo dettaglio può accendere qualcosa di magico dentro di noi.

L’amore che scatta tra due estranei: “A Christmas Kiss”

La passione che esplode all’improvviso è un altro filo conduttore in queste storie verticali. “A Christmas Kiss” ne fa un punto cardine: un ascensore diventa il luogo di un incontro fugace e inatteso, in cui un bacio rubato definisce il destino di una coppia. C’è tensione, c’è la sensazione che nulla sarebbe stato possibile senza quei pochi secondi di sospensione. A volte l’ascensore, soprattutto a Natale, simboleggia uno scarto improvviso dal nostro percorso lineare. È un luogo di transizione, certo, ma anche un portale che mette in contatto due esistenze. Quel bacio, incastonato in una manciata di secondi, diventa un seme che germoglierà fuori da quel minuscolo spazio.

Fuga e intraprendenza: “Mamma ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York”

Natale e ascensori possono anche voler dire avventura. Prendiamo un classico: “Mamma ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York”. Il piccolo Kevin, interpretato da Macaulay Culkin, ci aveva già abituati ai colpi di scena. Questa volta è solo, in un gigantesco hotel di lusso, inseguito dalla sicurezza. L’ascensore diventa la via di fuga perfetta: un improvviso rifugio verticale per scappare, per depistare chi lo bracca. È l’infanzia che trova sempre una strada originale per cavarsela, un po’ come ogni bambino che, a Natale, cerca un posto sicuro in cui ripararsi dal mondo degli adulti. Il cinema di quegli anni ci ha regalato l’immagine di Kevin che sfugge tra porte scorrevoli, sorprese inattese e scivolate rocambolesche. Anche questo è Natale: una corsa frenetica che culmina in uno spazio ristretto, come la cabina di un ascensore, da cui ripartire con un pizzico di leggerezza.

Il ruolo del cinema e la sua “stanza segreta”

Ci si potrebbe chiedere: perché il cinema è così affascinato dagli ascensori proprio a Natale? Forse perché nelle feste siamo più disponibili a credere alle coincidenze, ai miracoli, agli incontri fatali. Forse perché l’ascensore riduce le distanze: due persone che di solito non si parlerebbero mai, in quell’ambiente costretto, si vedono costrette a condividere un frammento d’intimità. E in una società in cui cerchiamo di tenere il resto del mondo a distanza, quell’improvvisa vicinanza può scatenare reazioni imprevedibili.

Di fronte a uno schermo, noi e voi, guardiamo quei personaggi e ridiamo, sospiriamo, ci agitiamo. Perché sappiamo bene che sotto sotto è un po’ anche la nostra vita: quanti ascensori abbiamo preso senza ricordare nulla? E quanti invece sono rimasti impressi nella memoria? Il cinema li carica di significato, li trasforma in metafore dell’esistenza, in simboli di un ascesa (o di una discesa) emotiva che trova nel Natale il suo momento culmine. Le storie che abbiamo passato in rassegna – dalla paura di “Merry Christmas” all’amore negato di “Serendipity”, dall’imbarazzo di “Natale in India” all’effetto sliding door di “Un Bacio Prima di Natale”, dallo stupore di “Elf” alla passione di “A Christmas Kiss”, fino all’astuzia del piccolo Kevin – ci mostrano tutte le sfumature di un luogo che, in fondo, potrebbe sembrare anonimo e freddo. Invece l’ascensore, soprattutto a Natale, è un crocevia di emozioni umane.

L’ascensore come specchio dell’anima natalizia

Alla fine, è questo che conta: capire che l’ascensore, tra luci sfavillanti e fiocchi di neve, diventa uno specchio dell’anima. Ci fa vedere ciò che tentiamo di nascondere, esalta i contrasti, rende possibile l’incontro e la fuga. A Natale, l’immaginario collettivo ci vuole tutti più vicini, più empatici, pronti a scambiare sguardi e parole. E l’ascensore, anche grazie al cinema che ne ha esaltato la potenza simbolica, diventa un teatro perfetto. C’è chi teme che le porte non si riaprano, chi spera che si fermino sul piano giusto, chi preme tutti i pulsanti per creare un albero di Natale luminoso. In quella manciata di secondi, chiusi tra quattro pareti, possiamo incontrare il nostro lato più autentico.

Non esiste tecnologia, per quanto avanzata, che possa sopprimere la natura profondamente umana di questo spazio in movimento. Sergio Alvarez di KONE lo ribadisce: a Natale l’ascensore si veste di nuovo significato. È un occhio di bue puntato sulle nostre emozioni più genuine. E noi, con voi, lo celebriamo, lo ricordiamo, lo osserviamo nel riflesso delle porte d’acciaio, convinti che, mentre lo guardiamo, sia lui a guardare dentro di noi.

Continue Reading

Ultime notizie

Immediapress20 minuti ago

Alfa Sistemi annuncia fatturato di gruppo che sale a 17...

Udine 19 dicembre 2024 - Il Gruppo Alfa Sistemi ha snocciolato i dati di un 2024 che ha portato all’azienda...

Finanza25 minuti ago

Fuga da Piazza Affari, l’esperto: ‘Si parla di...

"Pesano costi di quotazione elevati, la storica dipendenza dal credito bancario e una mentalità di breve termine che scoraggia gli...

Sport25 minuti ago

Usyk-Fury già nella storia. Anche l’intelligenza...

L'attesissimo incontro di Riyadh vedrà l'entrata in scena di una novità sperimentale Il rematch tra tra Oleksandr Usyk e Tyson...

Spettacolo25 minuti ago

Concerto Capodanno, shitstorm social su colleghi solidali...

"Tanta confusione solo per offendermi", scrive l'artista e, intanto, la polemica si allarga anche alla casa discografica del rapper È...

Immediapress25 minuti ago

Azienda: Bios Srl “Disinfestazioni, così gli insetti...

  Il trattamento permette di eliminare uova e larve degli infestanti e si può effettuare senza bloccare gli impianti di...

Attualità26 minuti ago

La Roma delle borgate raccontata con il cuore: il ritorno...

Roma. Anni ’70, ’80. Una città che sembra vivere due vite. Da un lato, la poesia struggente di Pier Paolo...

Spettacolo30 minuti ago

Ascolti tv mercoledì 18 dicembre, vince ‘Sarà...

L'anno scorso la finale di Sanremo Giovani ottenne 1.806.000 spettatori con il 14.40% di share 'Sarà Sanremo', lo show di...

Demografica34 minuti ago

Rivoluzione fiscale per le famiglie italiane, tra quoziente...

Il 2025 si prospetta un anno di rivoluzione fiscale per le famiglie italiane: la Manovra introduce il quoziente familiare, stringe...

Immediapress45 minuti ago

Ballando con le Stelle – Guaccero favorita ma occhio alla...

Roma, 19 dicembre 2024 – Tutto è pronto per la finalissima di Ballando con le Stelle 2024, in programma sabato...

Attualità46 minuti ago

Ottavia Piana: una storia di coraggio e resistenza nelle...

Cosa spinge una persona ad avventurarsi nelle viscere della terra, affrontando freddo, oscurità e pericoli senza fine? Ottavia Piana, 32...

Immediapress48 minuti ago

Virgo Cosmetics rinnova la partnership con il Grande...

Milano, 19 dicembre. Virgo Cosmetics, eccellenza italiana nel settore della cosmetica, annuncia il rinnovo della collaborazione con il Grande Fratello,...

Ultima ora58 minuti ago

Ucraina, Putin: “Russia avanza, vicina agli...

Il presidente russo risponde alle domande nella conferenza di fine anno La Russia è vicina a raggiungere gli obiettivi con...

Immediapress59 minuti ago

L’importanza di networking e convention nel mondo...

Roma, 19/12/2024 - In un mondo sempre più interconnesso, dove il talento e le competenze viaggiano oltre confini e oceani,...

Ultima ora1 ora ago

Francia, Dominique Pelicot condannato a 20 anni per stupri...

L'uomo è colpevole anche di aver ripreso immagini a sfondo sessuale riguardanti la figlia Caroline e le sue ex nuore...

Cultura2 ore ago

Addio a John Marsden, scrittore della serie per ragazzi...

L'autore australiano aveva 74 anni Lo scrittore australiano John Marsden, amato per i suoi romanzi per ragazzi 'Il domani che...

GR Audio (Giornali Radio)2 ore ago

GrAudio Flash delle 09:50 del 19 dicembre

Politica2 ore ago

Meritocrazia: “Caro voli, mercato libero non sia...

"Il prezzo dei biglietti è regolato, si sa, dalle dinamiche del libero mercato. Ma le ragioni del buon funzionamento del...

GR Audio (Giornali Radio)2 ore ago

GrAudio edizione delle 09:30 del 19 dicembre

Cultura2 ore ago

Paolo Cognetti: “Ho subito un Tso per depressione e...

L'autore de 'Le otto montagne' racconta il ricovero in psichiatria: "Mandavo foto di me nudo agli amici e regalavo soldi,...

Cronaca2 ore ago

Napoli, tra i botti illegali di Capodanno c’è anche...

Nell'ultimo sequestro 365 artifici pirotecnici privi di etichettatura e di fabbricazione artigianale del peso lordo di 18 kg circa Mancano...