Fondazione Open, Renzi prosciolto con altri 10 indagati: nessun illecito
Lo ha stabilito il gup del Tribunale di Firenze, che ha emesso una sentenza di non luogo a procedere nei confronti degli 11 imputati, tra cui Boschi, Lotti e Carrai
Matteo Renzi, Maria Elena Boschi e altri 9 indagati - tra cui l'ex ministro Luca Lotti, l'imprenditore Marco Carrai e l'avvocato Alberto Bianchi - sono stati prosciolti dal gup del Tribunale di Firenze, Sara Farini, per l'inchiesta sulla fondazione Open.
Il giudice, al termine della camera di consiglio, ha emesso una sentenza di non luogo a procedere nei confronti degli 11 imputati (a cui si aggiungevano 4 società), stabilendo che non ci sono presunte irregolarità nei finanziamenti alla fondazione attiva tra il 2012 e il 2018 per sostenere l'ascesa e l'attivitа politica di Renzi, prima come sindaco di Firenze e poi come segretario del Pd. Le motivazioni del verdetto saranno depositate dal giudice entro 90 giorni.
"Cinque anni di massacro mediatico per un'accusa infamante e ingiusta. Ora che è finita il mio primo pensiero va a chi non ha mai dubitato mai di noi, a cominciare dalla mia famiglia, da mia moglie e dai miei figli", ha commentato al TG1 Matteo Renzi.
Boschi: "Dopo anni di sofferenza finisce incubo"
"Finisce l’incubo. Dopo anni di sofferenza silenziosa oggi si chiude la pagina di Open: sono stata prosciolta", scrive in un post su Facebook la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi. "Da avvocato - spiega - conoscevo l’assurdità delle accuse. Da parlamentare ero certa della correttezza del nostro operato. Ma da donna ho sofferto molto, quasi sempre in silenzio. Ringrazio Giulio per avermi abbracciata e capita. Ringrazio i miei genitori e i miei fratelli, tutta la famiglia, per avermi aiutata e sostenuta, a cominciare da mio padre che aveva dovuto soffrire un trattamento persino peggiore ma altrettanto ingiusto. Ringrazio i miei avvocati, Nanni e Pellegrini e soprattutto Paola Severino collega amica e faro. Abbraccio Matteo, Luca e tutti i miei amici e colleghi. E do a tutti l’appuntamento alla prossima Leopolda, a ottobre 2025". "Non smettiamo di lottare per un Paese più giusto. E più garantista", conclude Boschi.
La vicenda e il verdetto
"Letti ed applicati gli articoli 424 e 425 terzo comma 3 del Codice di procedura penale", il giudice ha dichiarato "il non luogo a procedere nei confronti degli imputati in quanto gli elementi acquisiti non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna". Alla lettura del dispositivo della sentenza in aula erano presenti il pubblico mistero Luca Turco (andrà in pensione per raggiunti limiti di età alla vigilia di Natale), che con il sostituto procuratore Antonino Nastasi aveva chiesto il rinvio a giudizio, e gli avvocati difensori degli imputati.
I due pm il 9 febbraio 2022 avevano chiesto il processo, tra gli altri, per l'ex premier e leader di Italia Viva Matteo Renzi, l'ex ministra Maria Elena Boschi, l'ex deputato e ex ministro Luca Lotti, l'ex presidente della Fondazione Open Alberto Bianchi e l'imprenditore Marco Carrai, i componenti del cosiddetto 'giglio magico'. A tutti loro era contestato il presunto reato di finanziamento illecito ai partiti, dal momento che la Procura riteneva la Fondazione Open un'articolazione di partito riconducibile e funzionale all'ascesa politica di Renzi.
L'udienza preliminare era iniziata il 15 aprile 2022 e si è conclusa due anni e otto mesi dopo. Nel periodo temporale di svolgimento dell'udienza preliminare sono stati avviati e conclusi cinque procedimenti penali nei confronti dei due pubblici ministeri (tutti definiti con provvedimento di archiviazione), sono state presentate numerose interrogazioni parlamentari, si è pronunciata la Corte di Cassazione sui materiali sequestrati dai magistrati agli indagati, dando ragione agli imputati, e il Senato e la Camera hanno fatto ricorso alla Corte costituzionale sollevando conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato per gli irregolari sequestri condotti dalla Procura che aveva violato le prerogative dei parlamentari.
La Procura aveva contestato anche due presunti episodi di corruzione per l'esercizio della funzione a Lotti, ex membro del cda della Fondazione e membro del governo tra il 2014 e il 2017, prima come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e poi come ministro dello Sport. Lo stesso reato di corruzione attribuito a Lotti era contestato anche a Bianchi e all'imprenditore Patrizio Donnini, considerato collaboratore diretto della Fondazione.
A Bianchi, Carrai, Lotti e Boschi, in quanto componenti del consiglio direttivo di Open, e a Renzi (che i pm avevano qualificato come "direttore" di fatto della Fondazione) era contestato il reato di finanziamento illecito continuato "perché in concorso tra loro" avrebbero utilizzato la Fondazione come "articolazione politico-organizzativa del Partito democratico (corrente renziana)", ricevendo "in violazione della normativa" sul finanziamento pubblico ai partiti contributi in denaro per un totale quantificato dalla procura in 3.567.562 euro provenienti dalle donazioni private dei finanziatori: 257mila per il 2014, 332.500 per il 2015, 1.420.988 per il 2016, 805.010 per il 2017 e 752.064 per il 2018. Talune delle somme versate alla Fondazione, sempre secondo la Procura, sarebbero state utilizzate, inoltre, per fornire a Renzi, Lotti e Boschi "beni e servizi" di cui avrebbero fruito personalmente.
L'ex presidente Bianchi era accusato anche del reato di fatture false, per aver emesso quattro fatture che in realtà per i pm sarebbero andate a finanziare Open. L'imprenditore Alfonso Toto era imputato di corruzione, finanziamento illecito e traffico di influenze illecito. L'imprenditore Riccardo Maestrelli era accusato di finanziamento illecito. Accuse di corruzione e finanziamento illecito anche per Carmine Ansalone (all'epoca dei fatti responsabile dell'ufficio relazioni esterne della British American Tobacco Italia) e Giovanni Caruci (sempre all'epoca dei fatti vice presidente della British American Tobacco Italia). L'imprenditore Pietro Di Lorenzo, amministratore delegato della Imbr di Pomezia era accusato di traffico di influenze illecite per aver consegnato a Bianchi la somma di 130mila euro in cambio del suo appoggio con Lotti riguardo all'erogazione di finanziamenti pubblici per la realizzazione di una tv scientifica su piattaforma digitale a cui era interessato.
Il gup Sara Farini ha scagionato, infine, tutti gli imputati da ogni accusa, perchè gli elementi proposti dalla Procura "non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna".
Economia
Vicenzaoro january, brand iconici made in Italy e...
Dal 17 al 21 gennaio
L’alta gioielleria Made in Italy e internazionale danno appuntamento alla business community di Vicenzaoro dal 17 al 21 gennaio. Brand iconici, ritorni prestigiosi e alcune new entry offriranno la più completa panoramica sul gioiello luxury. Il boutique show di Italian Exhibition Group apre il calendario internazionale delle fiere orafe e del gioiello con un nuovo sold-out da 1.300 brand espositori; 170 dei quali nel salone delle tecnologie T.Gold. Tra i sette distretti merceologici in cui Vicenzaoro January si articola, dalle gemme di “Essence” all’oreficeria di “Creation”, sino alla gioielleria contemporanea di “Look” al packaging di “Expression”, è “Icon” che presenta al mercato l’alto di gamma.
Il Made in Italy sarà rappresentato dai gioielli firmati Damiani e dal sofisticato costante tributo alla storia e allo stile veneziano delle collezioni di Roberto Coin. Tanti i red carpet per Crivelli, il cui tocco artigianale ha conquistato il music biz italiano e per Fope e le sue catene elastiche. A Vicenza, anche le silhouette che rendono i gioielli Annamaria Cammilli quasi delle sculture. E ancora. Palmiero con le sue creazioni artistiche e scultoree. La versatilità dinamica dei gioielli Roberto Demeglio, le linee classiche di Leo Pizzo e Mirco Visconti o quelle contemporanee e sempre realizzate a mano di Davite & Delucchi. Il classico, senza tempo, di Giorgio Visconti.
La sperimentazione di Peruffo Jewelry. I diamanti hand made di World Diamond Group. Il tocco contemporaneo di Adolfo Courrier. Le textures di Nanis. Le cromie delicate di Giovanni Ferraris. L’impronta artigianale di Staurino Fratelli. La creatività di K di Kuore. La passione per il dettaglio di Mariani 1878 e, infine, tre brand che ben identificano tradizione ed evoluzione della gioielleria campana: Chantecler, De Simone Fratelli e Coscia. Nel lounge, al primo piano della Hall 7 nel quartiere fieristico, Morellato Group. E per la gioielleria maschile, infine, Zancan e Barakà.
Tra le case di alta gioielleria europee e internazionali: a Vicenzaoro January esporranno le tedesche Schreiner Fine Jewellery, Hans Krieger, Breuning, Niessing, Jörg Heinz e Heinz Mayer, Yana Nesper, Al Coro, Stenzhorn e Autore. Le spagnole Dámaso Martinez, Carrera y Carrera. Le francesi Akillis e La brune et la blonde. La svizzera Fullord. La turca Terzhian. L’americana, fondata a Mumbai, Sutra. Infine l’iconica Fabergé dal Regno Unito. Tra le novità di Vicenzaoro January 2025, i ritorni della maison italiana Gianni Carità, della greca Etho Maria e della francese Matthia’s & Claire, le new entry francesi Copin, Chrstns, Rouvenat e Oscar Massin. Inoltre, l’indiana PG Design, vincitrice del Singapore Jewellery Design Award 2024 che Ieg Asia ha voluto durante l’ultima edizione di Sije – Singapore International Jewelry Expo assieme all’Associazione dei gioiellieri di Singapore e la Jewellery Design & Management International School. Tema di quest’anno era il “lusso sostenibile” e da Singapore si vedranno a Vicenza le sue creazioni.
Nel distretto “Icon”, Design Room è lo spazio dedicato ai designer di alta gioielleria che reinterpretano il gioiello con creazioni spesso audaci e non convenzionali. A gennaio la Design Room sarà popolata dai brand Vicky Shawe, Chiarelli Milano, Miseno, Jmg Designer, Antonini Milano, Cédille Paris, Karen Suen, Busatti Milano, Mousson Atelier, Misani, Mattia Cielo, Netali Nissim e Mike Joseph oltre ad Alessio Boschi. Lo stesso Boschi e Alessia Crivelli sono i mentori del progetto “The 8”, voluto da Ieg per valorizzare i nuovi talenti italiani e internazionali della gioielleria. I designer scelti per questa edizione provengono da istituti come Ied, Tads - Tarì Design School, e il Master in Storia, Design e Marketing del Gioiello di Arezzo, sono Emma Calce, Lal Dal Monte, Enrico Valenza e 512 LAB (Carolina Lazzaro e Cristiano Di Iorio).
In contemporanea, dal 17 al 20 gennaio si svolgerà con ingresso gratuito al pubblico, previa registrazione sul sito, la sesta edizione di VO Vintage, salotto dell’orologeria e della gioielleria vintage di pregio aperto agli esperti, ai collezionisti e agli appassionati.
Ultima ora
Portuale morto a Genova, guidatore ralla positivo alla...
L'uomo, positivo ma non sotto effetto di cannabinoidi, è indagato per omicidio colposo
È risultato positivo ai cannabinoidi, ma non sotto effetto, il lavoratore della Culmv alla guida della ralla che la notte tra il 17 e il 18 dicembre, con una manovra azzardata ha causato la morte del collega Giovanni Battista Macciò nel terminal Psa del porto di Genova Pra'. Le analisi sono state fatte al Galliera nell'immediatezza dell'incidente, il portuale, da un primo controllo della polizia locale è risultato negativo all'alcol test, ma prima dell'incidente avrebbe assunto cannabis, il cui effetto si era però esaurito nel frattempo, probabile quindi che l'assunzione risalga ad alcuni giorni prima dell'incidente
L'uomo, difeso dall'avvocato Paolo Scovazzi, è indagato per omicidio colposo, la procura ha acquisito le immagini delle telecamere in porto. In un video, pubblicato dai giornali, si vede la ralla cambiare direzione all'improvviso, impattando sull'altro mezzo e travolgendo Macciò che stava verificando alcuni containers. Una manovra strana, su cui indagano gli inquirenti che però non contestano per ora l'aggravante per l'uso di cannabinoidi. Inoltre non risulta che il portuale stesse utilizzando il cellulare mentre era alla guida della ralla.
Le indagini sono coordinate dalla pm Arianna Ciavattine e seguite dalla capitaneria di porto e dal gruppo Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro di Asl3. Oltre al video già trasmesso ne sono stati sequestrati altri, insieme allo stato di servizio, l'idoneità e le verifiche periodiche del mezzo, che però risulterebbe essere nuovo e perfettamente funzionante. Rimane da capire il perché di quella manovra costata la vita al collega e il ferimento di un altro che era a bordo della ralla con cui si è scontrato il mezzo.
Salute e Benessere
Tumori, Perrone (Aiom): “Meno casi e morti tra under...
Il presidente degli oncologi alla presentazione del censimento 'I numeri del cancro in Italia 2024', 'aumentano i guariti ma errate abitudini comportamentali sono ancora troppo diffuse'
"Le notizie sul cancro in Italia sono positive: la stima del numero di nuovi casi è di poco inferiore a quelle del 2022 e del 2023, un dato che ci fa stare sereni. Un altro dato positivo, diversamente a quanto sta accadendo in altri Paesi - dove si registra un incremento dei tumori tra i giovani nella fascia di età 20-49 anni - è che in Italia notiamo una riduzione significativa della mortalità e di chi si ammala sotto i 50 anni, sebbene si tratti di numeri piccoli". Lo ha detto il presidente dell'Associazione italiana oncologia medica, Aiom, in occasione della presentazione del quattordicesimo censimento 'I numeri del cancro in Italia 2024' oggi a Roma (Palazzo Baldassini).
"Tra i giovani uomini under 50 - sottolinea Perrone - c'è una riduzione di chi si ammala di tumore pari al 28%. Non solo, la metà di chi oggi ha una neoplasia potrà raggiungere nei prossimi 15 anni un'aspettativa di vita uguale a quella di chi di non ha il cancro. Quindi aumentano i guariti perché riusciamo a cronicizzare il cancro". Per il presidente degli oncologi, tuttavia, "ci sono ancora abitudini comportamentali ancora troppo diffuse, come consumo eccessivo di alcol, fumo, sedentarietà, sovrappeso e obesità, che si possono e si devono modificare", conclude.