In che modo l’inverno influisce sulla salute del pavimento pelvico?
Intimina ha condotto un sondaggio in tutta Europa sui problemi del pavimento pelvico durante l'inverno: la dott.ssa Susanna Unsworth offre soluzioni Milano, 19 dicembre 2024. Con l'abbassarsi delle temperature, le donne in tutta Europa non solo affrontano il freddo, ma anche sfide inaspettate per la loro salute pelvica. Un recente sondaggio condotto da Intimina, brand impegnato nell'educazione e nella rottura dei tabù che circondano la salute del pavimento pelvico, rivela che le abitudini invernali e le condizioni climatiche fredde influiscono in modo significativo sulla salute pelvica delle donne. In collaborazione con la ginecologa Dott. ssa Susanna Unsworth, Intimina mira a far luce su questo problema e a fornire consigli pratici su come mantenere la salute del pavimento pelvico durante i mesi più freddi.
L'indagine*, che ha coinvolto 3.001 donne di età compresa tra 30 e 55 anni provenienti da Regno Unito, Francia e Italia, ha evidenziato diverse sfide stagionali. La prima è legata all’attività fisica e alla motivazione: il 39% delle intervistate ha dichiarato di ridurre la propria attività fisica durante l’inverno, e più della metà (il 53%) trova difficile restare motivata, con ripercussioni sulla normale routine sportiva. Le italiane sembrano essere più attente a questo aspetto, ma comunque quasi un terzo (il 28%) riduce le attività sportive, con il 35% che dichiara un calo della motivazione. Il calo dell’attività fisica può avere ripercussioni negative sul pavimento pelvico, che è spesso già un’area trascurata.
Un altro aspetto da considerare durante i mesi più freddi è quello legato allo stimolo a urinare , che aumenta per il 69% delle intervistate e per ben il 79% delle italiane. Anche le piccole perdite urinarie dovute a tosse e sternuti aumentano (per il 36%).
La dottoressa Susanna Unsworth spiega: "Il pavimento pelvico è fatto di muscoli e, come tutti i muscoli, ha bisogno di esercizio regolare per mantenersi in forma. Una ridotta attività fisica in inverno può avere un impatto negativo sulla salute del pavimento pelvico. Consiglio alle donne di incorporare nella loro routine esercizi mirati per il pavimento pelvico, che possono essere facilmente eseguiti al chiuso per contrastare gli effetti dell'inattività stagionale".
Soluzioni pratiche per la salute pelvica
Il sondaggio ha anche esplorato come le donne percepiscono la loro salute pelvica durante l'inverno. Il 34% pensa di più alla propria salute pelvica a causa dei sintomi di raffreddore e influenza, mentre l'82% ha espresso interesse nell'apprendere esercizi per il pavimento pelvico per combattere gli effetti dell'inverno. Incoraggiante è il fatto che il 75% delle donne sia aperto ad aggiungere esercizi per il pavimento pelvico indoor alla propria routine di benessere. Sembra essere un tema caro anche alle italiane, dato che più dell’85% delle intervistate si è dichiarata interessata ad apprendere esercizi e il 77% dice di volervi aggiungere alla propria routine.
La dottoressa Unsworth sottolinea che gli esercizi regolari per il pavimento pelvico sono fondamentali per la salute a lungo termine: "I benefici degli esercizi per il pavimento pelvico non sono sempre immediatamente evidenti, il che può rendere più difficile mantenersi motivati. Spesso consiglio di usare app o dispositivi di promemoria come KegelSmart di Intimina, che guidano le utenti attraverso routine personalizzate. Questi strumenti facilitano la creazione di un'abitudine che rafforza i muscoli pelvici nel tempo".
Oltre agli esercizi, la Dott.ssa Unsworth fornisce consigli pratici alle donne per proteggere la salute pelvica durante l'inverno:
- Moderazione di caffeina e alcol: "La caffeina agisce come diuretico, aumentando la frequenza urinaria, e l'alcol può avere effetti simili. Le donne dovrebbero prendere in considerazione la riduzione di queste bevande, soprattutto durante l'inverno".
- Mantenere l'idratazione: "La disidratazione può irritare la vescica, quindi è fondamentale mantenersi idratati con bevande senza caffeina".
- Modifiche alla dieta: "Alcuni cibi, come i piatti piccanti, possono irritare la vescica. Limitare i fattori scatenanti noti può aiutare a ridurre al minimo il disagio".
La dottoressa Unsworth consiglia inoltre di adottare buone abitudini in bagno, come evitare di forzarsi ad urinare "per ogni evenienza" e non sforzarsi eccessivamente durante la defecazione, entrambi fattori che possono affaticare il pavimento pelvico. Altre abitudini da evitare in bagno sono fermare l'urina a metà flusso, restare sospese sul water, stare sedute sul water per troppo tempo dopo aver urinato e sforzarsi molto per urinare.
Ancora un taboo
Per molte donne, discutere di salute pelvica resta un argomento tabù. Intimina, tuttavia, ha la missione di cambiare questa narrazione. Con prodotti innovativi come i pesi vaginali Laselle e il dispositivo KegelSmart, il marchio mira a fornire strumenti efficaci per le donne in ogni fase della vita, promuovendo al contempo conversazioni aperte sulla salute pelvica.
"Non credo che l'educazione sulla salute del pavimento pelvico sia stata tradizionalmente molto buona", afferma il dott. Unsworth. "Spesso le donne sono costrette a normalizzare problemi come la perdita di urina, ma questi sono segnali di problemi di fondo curabili ".
Il ruolo dello stress invernale e del disturbo affettivo stagionale nella salute pelvica
L'indagine ha anche rivelato la sfumata connessione tra salute mentale e salute del pavimento pelvico durante l'inverno: il 34% delle donne ritiene che lo stress invernale o il disturbo affettivo stagionale (SAD) influenzino la salute pelvica, sottolineando l'importanza di affrontare sia il benessere fisico che quello emotivo.
La dott. ssa Unsworth sottolinea la natura ciclica dello stress e della disfunzione del pavimento pelvico: "La perdita di urina può avere un effetto estremamente negativo sulla salute mentale e lo stress o la tensione spesso contribuiscono alla disfunzione muscolare del pavimento pelvico. Quando si affrontano problemi del pavimento pelvico, è essenziale considerare potenziali fattori aggravanti come stress, caffeina, alcol e disidratazione".
Sottolinea inoltre il ruolo dei cambiamenti correlati agli ormoni, in particolare nelle donne in menopausa o in quelle che usano contraccettivi ormonali: "La perdita di estrogeni può avere un impatto sul pavimento pelvico e sulla vescica, ma l'estrogeno vaginale topico localizzato può trattare efficacemente questi sintomi e migliorare i benefici degli interventi sul pavimento pelvico. Le donne devono sapere che queste soluzioni esistono e che è disponibile un aiuto".
Per combattere queste sfide, la dott. Unsworth raccomanda un approccio olistico:
Cerca supporto professionale: un fisioterapista specializzato nella salute delle donne può fornire una guida personalizzata per gli esercizi del pavimento pelvico.
Affronta la salute mentale: tecniche come la consulenza o la terapia cognitivo comportamentale (CBT) possono alleviare lo stress che esacerba i problemi del pavimento pelvico
Ora di agire!
I risultati del sondaggio di Intimina sottolineano un'esigenza critica di consapevolezza e azione. Le donne che trascurano la salute del pavimento pelvico possono avere problemi a lungo termine, tra cui incontinenza e prolasso, ma fare piccoli passi, come regolari esercizi indoor, può avere risultati trasformativi.
Come conclude la Dott. ssa Unsworth: "Prima le donne incorporeranno gli esercizi per il pavimento pelvico nella loro routine, migliori saranno i loro risultati. L'inverno non dovrebbe essere un momento per mettere la salute pelvica in secondo piano; al contrario, è un'opportunità per creare abitudini che supportino il benessere per tutta la vita".
Affrontando le idee sbagliate e offrendo risorse, Intimina spera di incoraggiare le donne a dare priorità alla loro salute pelvica indipendentemente dalla stagione.
***
*La ricerca è stata condotta da Censuswide su 3.001 donne di età compresa tra 30 e 55 anni nel Regno Unito, in Francia e in Italia nel novembre 2024. Censuswide rispetta e impiega membri della Market Research Society, che si basa sui principi ESOMAR, ed è membro del British Polling Council.
Immediapress
Vueling: consigli last minute per viaggi di Natale Brat o...
Milano, 19 dicembre 2024. Per Natale, sull’onda del trend che ha spopolato sui social quest’anno, Vueling, parte del gruppo IAG e che celebra il ventesimo anniversario, propone una selezione di destinazioni “demure” e “brat”: a seconda del modo di esprimere la propria identità e personalità, le prime mete sono consigliate a chi cerca un viaggio più intimo e semplice, di un’eleganza senza eccessi, mentre le seconde sono ideali per chi preferisce vivere un’esperienza fuori dagli schemi e che rifletta il proprio spirito audace.
Tra le prime, la compagnia propone la finlandese Rovaniemi e la croata Dubrovnik: entrambe sono centri tranquilli e dal fascino non ostentato, dove la magia delle festività si fonde con atmosfere raccolte e accoglienti, all’insegna della bellezza e della tradizione. Per chi volesse un tocco più esuberante, invece, la britannica Londra e la catalana Barcellona non hanno bisogno di troppe presentazioni: con la loro forte identità, offrono avventure e divertimento anche ai più esuberanti. Ma per chi in cuor suo sente di avere sia delle note demure sia degli slanci brat? Come buon mix tra i due poli, Vueling per queste festività propone la spagnola Santiago di Compostela, capace di fondere raccoglimento e dinamismo.
DESTINAZIONI DEMURE: PER UN NATALE INTIMO E DI CLASSE
ROVANIEMI
Ideale per gli amanti della neve e incastonata nel cuore del Circolo Polare Artico, Rovaniemi è uno scrigno di incanto e magia. La sua atmosfera raccolta, intima e profondamente legata alle tradizioni, la rende sicuramente “demure”.
Il Natale qui è vissuto con semplicità e meraviglia e propone numerosi spunti: emozionanti visite alla Casa di Babbo Natale, scenari mozzafiato illuminati dall’aurora boreale, escursioni sulla neve nella natura incontaminata, relax avvolti dal tepore delle tipiche saune e mercatini natalizi con prodotti locali, il tutto sulle delicate note di carole natalizie o immersi nel candido silenzio del paesaggio artico. Non si può poi non assaggiare alcune delle tipiche leccornie finlandesi e ammirare o prender parte al momento di festa e condivisione dell’allestimento del "joulupöytä" (la tavola natalizia) con addobbi a tema, come candele e ghirlande, e piatti come il pane di panpepato (piparkakku), la mousse di salmone, il rosolje (insalata di patate con aringhe) e mille altre delizie da gustare insieme.
Dall’Italia, con Vueling Rovaniemi è raggiungibile con voli in connessione da Barcellona, con fino a 2 voli settimanali (mercoledì e sabato), dal 30 novembre all’11 gennaio.
DUBROVNIK
Per gli amanti del clima più mite, invece, la compagnia aerea spagnola consiglia la croata Dubrovnik, ideale per chi è alla ricerca di un luogo che durante il periodo festivo regali il giusto tocco di eleganza in un contesto suggestivo e dal fascino intimo. Lontano dalla frenesia dei mesi estivi, a Natale il centro storico medievale della città si veste di un’atmosfera più tranquilla e raccolta: ospita, ad esempio, un grazioso Mercatino di Natale in Piazza Luža, dove acquistare artigianato locale, propone semplici celebrazioni religiose natalizie ma anche spettacoli di balletto e concerti di musica sacra e non. Come sempre, in giro per i locali o per le vie della città non mancano gli assaggi tipici dei piatti invernali e natalizi, dal baccalà al capretto arrosto, fino ai dolci come il rožata, un tipo di budino. Infine, all’atmosfera “demure” contribuiscono gli scorci unici sui paesaggi che circondano la Perla dell’Adriatico, in primis lo sconfinato mare punteggiato da isole selvagge, come Mljet, Lopud e Korcula, da esplorare anche fuori stagione.
Dubrovnik è raggiungibile con Vueling in connessione da Barcellona, con voli il 23, 27 e 30 dicembre e il 3 gennaio.
DESTINAZIONI BRAT: PER UN NATALE FUORI DAGLI SCHEMI
LONDRA
Controparte dell’innevata Rovaniemi, nel periodo festivo Londra accoglie i visitatori con un’atmosfera vivace, dinamica, per alcuni un po’ ribelle, insomma, in perfetto stile “brat”. Se da una parte, certamente, continua ad abbracciare il suo passato dalla storia millenaria e le sue tradizioni natalizie, come il tipico Christmas pudding e le celebri Carole, dall’altra la City esalta e mette in mostra con orgoglio il suo spirito più moderno e audace, reinventandosi continuamente, abbracciando la diversità e sfidando le convenzioni. In particolare, offre una nightlife travolgente e senza sosta, mercatini alternativi e multiculturali come il Southbank Centre Winter Market, street food con influenze internazionali, festival irriverenti come il London Christmas Beer Festival, vernissage e mostre di arte contemporanea e tanto, esageratamente tanto, altro.
Dall’Italia, Londra è raggiungibile grazie a Vueling da Roma Fiumicino e da Firenze con fino a 14 voli settimanali, da entrambi gli aeroporti.
BARCELLONA
Sempre nell’ottica di dare anche un’alternativa più calda, con forti tinte brat ma temperature decisamente più miti, Vueling non può che suggerire Barcellona, la sua città…Natale, appunto: anche in questo periodo, la frizzante metropoli catalana conserva e, anzi, amplifica la sua energia esuberante e inimitabile. Offre, infatti, numerosi appuntamenti come il "Festivals of Lights", il "Festival de Jazz de Navidad" o la "Festa de Cap d'Any" (la festa di Capodanno) e party per festeggiare tutta la notte nei club della città, con musica techno, elettronica e danze fino all'alba. Non mancano poi anche mercatini natalizi alternativi e moderni, come il Mercado de Navidad de la Sagrada Família o il Mercato di Santa Llúcia, con installazioni artistiche che si alternano a stand di prodotti tipici, e vari punti urbani nodali come Passeig de Gràcia e Plaça Catalunya si illuminano con vere e proprie opere d'arte contemporanea. Barcellona in veste natalizia propone anche una cucina “rivisitata”, che riflette la sua anima cosmopolita, tra tapas gourmet e street food che mescolano influenze internazionali con la cucina catalana. Infine, simbolo dell’irriverenza della destinazione è il famoso Caga Tió, il catalano "tronco di Natale" (ma che, letteralmente, vuol dire "Ceppo che cag*"), decorato con una faccia sorridente, un berretto e una coperta rossi, che durante la Vigilia i bambini, al ritmo di una filastrocca, colpiscono con dei bastoni per fargli "produrre" regali e dolciumi.
Dall’Italia, Barcellona è raggiungibile grazie a Vueling da Milano Malpensa, con fino a 42 voli settimanali, Roma Fiumicino (38), Firenze (22), Venezia (16), Bologna (10), Napoli (12), Torino (5), Bari (5), Cagliari (5), Catania (5), Palermo (6), Genova (4).
TRA BRAT E DEMURE: SANTIAGO DI COMPOSTELA
Infine, per chi per queste vacanze invernali cercasse una destinazione un po’ a metà strada tra lo stile “brat” e quello “demure”, Vueling suggerisce la spagnola Santiago di Compostela. Una delle città più affascinanti della Spagna, offre spunti anche molto diversi tra loro: se da un lato, infatti, affascina per la sua atmosfera raccolta e spirituale, sia in quanto nota meta dell’omonimo cammino sia per le tradizionali messe della Nochebuena (la Vigilia di Natale) e dell'Epifania, stupisce dall’altro anche per il suo spirito vibrante. Santiago è sì una destinazione che invita alla riflessione e a un percorso fisico e interiore, ma si anima con l'energia dei pellegrini in festa dopo centinaia di chilometri: con concerti alternativi, illuminazioni artistiche e tante proposte vivaci, a Natale il centro galiziano sa soddisfare i gusti anche di chi cerca qualcosa di più audace.
Da Roma Fiumicino, Vueling ha riattivato la rotta verso Santiago de Compostela con fino a voli il martedì, dal 24 dicembre al 7 gennaio.
Immediapress
Ciro D’Aniello, ecco come recuperare quei crediti...
Lo stock complessivo di crediti deteriorati in Italia dovrebbe attestarsi a 290 miliardi di euro a fine 2024. Qualora confermata tale stima, il dato rivelerebbe la riduzione di circa 71 miliardi di euro. Un risultato interessante che aiuta e non poco le imprese italiane: "Un problema -spiega Ciro D'Aniello, Ceo di Cosmos- che diventa attuale nel periodo in cui si chiudono i bilanci. La presenza dei cosiddetti Npl, Not performing load, finiscono per pesare e non poco, riducendo gli utili e accentuando le perdite. Per questo, occorre intervenire con rapidità per evitare situazioni spiacevoli e per recuperare quei crediti che spesso mettono a rischio la solidità e, a volte, la vita delle aziende nostrane".
Un tema dunque molto delicato: "L'indagine sul debitore -spiega D'Aniello- è il primo atto da compiere. Poi bisogna avviare una seria transazione che tuteli il cliente sotto diversi punti di vista. Un'azione volta non solo a far quadrare i bilanci, ma anche a preservare, secondo quanto stabilito dalle norme vigenti, l'amministratore sotto il profilo penale e civile. Si tratta di un tema che, da un anno a questa parte, sta diventando sempre più diffuso e che riguarda in particolare il settore dell'edilizia e dell'automotive. Un fenomeno sociale che va governato per evitare di inquinare la nostra già fragile economia e comprometterne il futuro".
Cosmos dunque è un particolare osservatorio dal quale analizzare le cose da fare per rendere nuovamente esigibili crediti incagliati: "Sono 45 i giorni necessari per ottenere un risultato -afferma D'Aniello che ha ereditato le redini della società da suo padre Domenico. Un risultato che, nell'80% dei casi è possibile. Ma la nostra esperienza ci ha portato anche a diversificare le azioni aprendo diverse sezioni. Fra tutte, spicca Cosmos Finance che fornisce supporto a PMI e grandi aziende nell'ottenere i finanziamenti agevolati erogati da Regione, Stato e Comunità europea e finanziamenti alternativi erogati da piattaforme di crowdfunding autorizzate dalla Consob".
Per informazioni:
https://www.cosmostuteladelcredito.com/
Immediapress
Alzheimer E Disturbo Cognitivo, In Puglia I Casi Sono...
La Regione pronta a lavorare a una legge per costruire una rete efficace
- A Bari la quarta tappa di una Road Map multiregionale sulle traiettorie da esplorare per affrontare le nuove sfide analizzando best practice e criticità
- La Puglia mira a diventare un esempio per le Regioni del Sud, ma tra i problemi da risolvere ci sono i tempi delle diagnosi che, in alcuni casi, richiedono due anni
- Il professor Logroscino: “Occorre partire dai numeri per realizzare un Pdta concreto e una rete efficiente per i nuovi farmaci”
- L’assessore Amati: “Pronti a legiferare per costruire una rete a maglie strette anche per l’Alzheimer”
Bari, 19 dicembre 2024 - Con 48 milioni di persone colpite nel mondo, di cui 600.000 in Italia e 70mila soltanto in Puglia, l’Alzheimer si sta affermando come una delle principali cause di disabilità, con proiezioni che indicano una progressiva crescita, anche in relazione all’invecchiamento della popolazione. L’Italia, dal canto suo, ha messo in campo importanti risorse finanziarie, che ora possono essere investite promuovendo la sinergia tra la sanità pubblica, l’assistenza socio-sanitaria e sociale e la ricerca scientifica che, negli ultimi anni, ha fatto importantissimi passi avanti dal punto di vista diagnostico-terapeutico, dell’innovazione e della tecnologia. Di questo, e molto altro, si è parlato a Bari in occasione del convegno “Nuove sfide per il disturbo cognitivo. Traiettorie da esplorare”.
Un incontro, quello organizzato da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Lilly e di Project Way, che ha preso spunto dall’azione dell’Intergruppo Parlamentare per le Neuroscienze e l'Alzheimer e rappresenta la quarta tappa di un percorso iniziato a Padova e proseguito a Brescia e Napoli per poi continuare in altre Regioni. A Bari, si sono confrontati clinici, esperti, stakeholders e rappresentanti delle istituzioni, tutti concordi sul fatto che i sistemi regionali siano chiamati a nuove sfide e sia arrivato il momento di dare risposte, traducendo raccomandazioni e suggerimenti in azioni concrete.
La ricerca scientifica ha affrontato numerose sfide nel corso degli anni, con significativi investimenti, perseverando sull'importanza dell’innovazione tecnologica per la diagnosi precoce, per il trattamento delle fasi iniziali della malattia e sull’importanza della riabilitazione cognitiva al fine di contrastare, su molteplici fronti, la progressione della malattia sin dalle sue fasi iniziali. Alla luce di queste considerazioni, emerge come prioritaria la necessità di una collaborazione sinergica tra il Servizio Sanitario Nazionale e i Sistemi Sanitari Regionali per favorire uniformità di percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali dedicati alle persone con Disturbo Neurocognitivo con l'obiettivo di garantire diagnosi precoce e tempestiva per una presa in carico integrata, multidisciplinare e continuativa. In conclusione, solo unendo gli sforzi della ricerca, della sanità pubblica e dell'assistenza sociale, possiamo sperare di migliorare significativamente la vita dei pazienti e delle loro famiglie, affrontando al contempo le sfide organizzative che questa malattia pone alla nostra attenzione.
I DATI DELLA PUGLIA: 100MILA PERSONE COLPITE DA MALATTIE NEURODEGENERATIVE
In Puglia, dove oltre il 23,5% della popolazione ha più di 65 anni, le malattie neurodegenerative rappresentano una sfida crescente: circa 100mila persone si stima soffrano di demenza (il 60-70% di Alzheimer), ma solo il 15-20% accede ai servizi di diagnosi e cura. Per colmare il gap, allora, serve una svolta culturale, ma anche organizzativa. Combattendo – come ha sottolineato un luminare come il professor Giancarlo Logroscino – lo stigma, ma anche attuando una pianificazione concreta attraverso un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (Pdta) regionale basato su numeri reali, per poi arrivare a istituire una rete che, sviluppandosi a partire da un centro di eccellenza, sia pronta ad affrontare la sfida delle nuove terapie.
LOGROSCINO: “SOLO IL 15-20% DEI MALATI ACCEDONO ALLE CURE, OCCORRE COSTRUIRE UN PDTA E UNA RETE PARTENDO DAI NUMERI”
Come ha sottolineato Giancarlo Logroscino, Professore Ordinario di Neurologia, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, e Direttore del Centro di Malattie Neurodegenerative e invecchiamento cerebrale, Dipartimento di Ricerca Clinica in Neurologia Azienda Ospedaliera Card. G. Panico di Tricase, per comprendere il fenomeno occorre partire dai numeri. Considerando le stime di prevalenza, ma anche i numeri reali di chi accede ai servizi. In Italia, le demenze (disturbo cognitivo maggiore) sono circa 1.400.000 circa e circa 1.200.000 rientrano nel disturbo cognitivo minore. Di questi casi, circa 60-70% sono Alzheimer e gli altri sono determinati da altre eziologie (vascolare, Mista FTD, LBD).
“La Puglia – ha spiegato Logroscino – è l’unica Regione ad aver fatto un survey durato un anno con una rappresentatività importante del territorio. E i soggetti che entrano nel sistema di diagnosi e cura, è emerso, sono solo una parte, circa il 15-20% del totale”. Questo, secondo il professore, “è uno dei problemi più grossi su cui va focalizzata l’attenzione”. Soprattutto in un momento in cui la ricerca scientifica ha fatto passi da gigante, con l’arrivo di nuove terapie che potrebbe essere imminente.
“Occorre avere chiari i numeri del mondo reale – ha sottolineato Logroscino - al fine di poter fare qualsiasi discorso di gestione del sistema di diagnosi e cura, incluso, in futuro, l’arrivo di potenziali farmaci causali diesase modifying therapies (DMT) che richiederà un processo di selezione molto attento”. Selezione che dovrà riguardare i pazienti, ma non solo. “I farmaci – ha spiegato Logroscino – non potranno essere distribuiti in maniera estesa da tutte le strutture, ma occorrerà individuare quelle che siano capaci, da un lato, di applicare i criteri di inclusione ed esclusione e, dall’altro, di gestire eventuali complicanze”.
“Con Regione Puglia– ha proseguito Logroscino – stiamo arrivando all’idea di avere un centro con capacità di selezione e distribuzione dei farmaci ogni 700-800mila persone, costituendo una rete”. Il centro che dirige il professor Logroscino è un’eccellenza a livello nazionale, e non solo. Con una larga esperienza che permetterà di fare una “gemmazione di altre strutture in singole Asl” che siano in grado di svolgere questo tipo di attività. Avendo “ben chiari i concetti di equità di accesso e appropriatezza, ma anche di sostenibilità, attraverso un report di building capacity che ho voluto coinvolgesse noi tecnici della salute, ma anche gli esperti di economia sanitaria”.
Per far sì che si colmi il gap tra persone colpite da queste patologie e pazienti che entrano nel sistema di diagnosi e cura, secondo Logroscino occorre lavorare su “un cambio di cultura”. Da parte delle famiglie, che ancora oggi, troppo spesso, subiscono lo stigma che sovente accompagna queste patologie. Ma non solo. “Molto spesso – spiega Logroscino – i sintomi iniziali di perdita della memoria vengono definiti normali perché una persona è anziana. E questo è un problema che riguarda anche il mondo medico, visto che la perdita di memoria è un segno patologico, da identificare e diagnosticare come malattia”.
Altra questione su cui ragionare è quella “dei problemi strutturali e delle capacità ricettive del sistema, attualmente inadeguate al flusso enorme di pazienti”. Per farvi fronte, “la strada da percorrere è quella di un Pdta per questo tipo di patologie, che non sia una mappa teorica, ma tenga conto, da un lato, dei numeri e, dall’altro, dei livelli di efficienza dei sistemi presenti”.
I problemi principali con cui fare i conti, secondo Logroscino, sono due. Innanzitutto, “solo una parte delle diagnosi, circa il 50%, è corredata da una diagnosi eziologica”. E poi “ci vuole troppo tempo – oltre due anni - per fare la diagnosi”. Nonostante il mondo della ricerca di cui il professore è un eminente rappresentante ormai concordi su quanto sia “fondamentale fare la diagnosi rapidissimamente, possibilmente a livello di disturbo cognitivo lieve”. Dal lavoro di analisi svolto fin qui, però, ha aggiunto Logroscino “sono emerse anche grandi potenzialità della nostra Regione”. Una Regione che è sempre stata portatrice di best practice nel mondo della sanità e ora, dopo aver ricevuto in un recente evento al Senato i complimenti dai rappresentanti dell’Istituto superiore di Sanità che gestiscono per conto del ministero della Salute il progetto demenze, mira a diventare un esempio anche in questo campo, non soltanto al Sud.
Al convegno organizzato da Motore Sanità presso la sede di Regione Puglia, sono intervenuti anche i rappresentanti delle istituzioni.
L’ASSESSORE AMATI: “PRONTI A LEGIFERARE PER COSTRUIRE UNA RETE A MAGLIE STRETTE ANCHE PER L’ALZHEIMER”
L’assessore al Bilancio della Regione Puglia, Fabiano Amati, ha ricordato l’importanza dell’approfondimento, come nell’occasione odierna, con il mondo scientifico, fondamentale per assumere poi le decisioni politiche. “La decisione politica – ha sottolineato – deve essere sempre fondata sulla prova scientifica”. Come in Puglia è avvenuto “per la diagnosi precoce della Sla con eziologia genetica, che ha permesso di individuare precocemente i malati e avviare il percorso di verifica sulla eventuale eredofamiliarità attraverso una legge che prescrive obbligatoriamente, salvo rinuncia, le verifiche sulla mutazione di origine genetica e quindi la possibilità per i clinici di ritenere congrua la prescrizione di un farmaco innovativo che in questo momento assicura risultati molto promettenti”. La stessa cosa è accaduta per la SMA. E ora ci si augura possa accadere per l’Alzheimer. Per cui l’assessore si è preso un impegno. “Anche in questo caso – ha spiegato Amati - ho compreso che la questione, per poter utilizzare i farmaci innovativi, è la diagnosi precoce. Mi consulterò con il professor Logroscino e con chi egli riterrà perché, qualora dovesse esserci un ambito di lavoro che può trasformare la prova scientifica in un fattore normativo che possa servire a stendere anche per l’Alzheimer una rete a maglie strette per individuare i casi, farò in modo di renderlo plausibile”. Così che le ricerche, gli studi e l’impegno dei ricercatori e dei clinici, “ci portino a legiferare affinché nella gamma dei successi sulla diagnosi precoce che abbiamo già raggiunto finora possiamo aggiungere quello sull’Alzheimer”.
Vito Montanaro, Direttore di dipartimento Sanità Regione Puglia, dal canto suo ha garantito la propria disponibilità a predisporre un atto legislativo da sottoporre alla Giunta regionale che nella sua autonomia politica potrà decidere di approvare.
“La Puglia – ha spiegato Montanaro – ha assolutamente condiviso il percorso tracciato dal professor Logroscino, approvando i contenuti del suo progetto fin dall’inizio e ha concesso al professore, d’intesa con il dipartimento e con la Giunta, di verificare e programmare il riparto di risorse tra i diversi centri che fanno parte della rete e che puntiamo a integrare con una serie di nodi diffusi in tutte le province. La logica della rete – ha proseguito - consente di catturare il maggior numero di soggetti possibili che aderiscono ai percorsi di screening dai quali si traggono informazioni molto interessanti sulla patologia”. L’obiettivo, “attraverso percorsi di salute, è quello di evitare che il percorso diventi un percorso di cura. La differenza tra percorso di salute e il percorso sanitario è l’investimento di risorse finanziarie, l’impatto sull’organizzazione del sistema sanitario che, nel secondo caso, è molto più rilevante”. Un passo fondamentale, è emerso nella giornata di lavori di Bari, sarà la predisposizione di un Pdta regionale. E di costruire una rete. “Stiamo valutando di istituire un tavolo delle reti in Regione – ha spiegato Montanaro - Non solo occorre approvare per ogni patologia una rete, ma anche che il dipartimento, l’assessorato e il presidente della Giunta abbiano periodicamente un incontro con i referenti di ciascuna rete, per comprenderne l’organizzazione e eventuali differenze tra le aree geografiche. Il tavolo delle reti – ha aggiunto – deve essere anche il luogo in cui si fa cross selling tra pubblico e privato convenzionato. Abbiamo ben chiaro cosa c’è da fare. Chiederemo nei prossimi giorni alla politica aiuto affinché possa essere realizzato, attraverso un provvedimento di legge piuttosto che con una deliberazione di giunta”.
Vito Peragine, Professore Ordinario di Economia Politica all’Università di Bari “Aldo Moro”, ha affrontato il tema dal punto di vista dei costi diretti e indiretti nelle demenze e nella malattia d’Alzheimer, evidenziando il peso economico e sociale della patologia.
Un’analisi degli attuali gap del sistema assistenziale è stata proposta da Katia Pinto, Presidente della Federazione Alzheimer Italia, ed Emanuela Tatulli, Coordinatrice del Centro per le Demenze “Gocce di Memoria” di Giovinazzo (BA), che hanno sottolineato la necessità di migliorare i percorsi di diagnosi e cura. Percorsi che sono stati al centro di una tavola rotonda in cui sono stati approfonditi temi chiave come l’utilizzo del neuroimaging, il ruolo dei centri territoriali e le opportunità offerte dal PNRR per i centri Alzheimer.
Moderata da Enrico Rossi e Annamaria Minicucci dell’Osservatorio Innovazione Motore Sanità, ha visto la partecipazione di Antonio Anastasia, Direttore dell’U.O.C. Medicina Nucleare dell’Azienda Ospedaliera Card. G. Panico di Tricase, Francesco Scapati, Presidente AIP Regione Puglia, Antonio Velluto, Vicario FIMMG Bari, e Maria Pia Prudenzano, Dirigente Medico della Clinica Neurologica "L. Amaducci" presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Consorziale Policlinico Bari e Rappresentante SIN Regione Puglia, che ha sottolineato come “l’arrivo di nuove terapie innovative, da un lato, ci riempia di gioia, perché possiamo dare una risposta di cura di molti nostri pazienti, ma dall’altro, ci fa un po’ preoccupare perché molte richieste non potranno essere esaudite. A Milano – ha spiegato Prudenzano - c’è stata una Riunione alla Bocconi tra esponenti delle varie Neurologie d’Italia, esponenti dell’Agenas e alcuni assessori alla Sanità ed è emerso che in Italia abbiamo circa 8 milioni di visite specialistiche neurologiche ambulatoriali e solo quattromila neurologi che dovrebbero esaudire queste richieste. È dunque importante che il ruolo dello specialista, in questo caso del neurologo, venga valorizzato di più anche a livello dei tavoli tecnici negli Assessorati. E anche dal punto di vista formativo, le società scientifiche possono fare molto, innanzitutto migliorando l’informazione e la cultura della popolazione generale con opportune iniziative che facciano comprendere chi siano i reali beneficiari delle terapie innovative”.
Secondo Prudenzano, bisognerebbe poi “formare in maniera specifica non solo i medici di famiglia, ma anche gli specialisti che operano a tutti i livelli, sia territoriali che ospedalieri, perché non tutti hanno nel proprio curriculum una particolare preparazione su questa tematica specifica”. Un tema toccato anche da Lora Accettura, Medico di Medicina Generale presso ASL Bari, che ha sottolineato l’importanza di fornire ai medici di famiglia, così centrali nella gestione dell’Alzheimer e degli altri disturbi neurocognitivi, le conoscenze utili alla diagnosi precoce, attraverso la formazione e i corsi Ecm, ma anche gli strumenti per poi intervenire in maniera concreta a sostegno dei pazienti e delle loro famiglie.
Ufficio stampa Motore Sanità
comunicazione@motoresanita.it
Stefano Tamagnone - 338 3703951
www.motoresanita.it