Ottavia Piana: una storia di coraggio e resistenza nelle profondità dell’Abisso Bueno Fonteno
Cosa spinge una persona ad avventurarsi nelle viscere della terra, affrontando freddo, oscurità e pericoli senza fine? Ottavia Piana, 32 anni, ce lo ha dimostrato con la sua incredibile vicenda. Una storia che ha tenuto l’Italia col fiato sospeso per 75 ore, tra speranza e angoscia, e che si è conclusa con un lieto fine nella notte del 18 dicembre 2024.
L’incidente: un attimo, e tutto cambia
Era la sera del 14 dicembre. Ottavia, speleologa esperta, si trovava insieme a un gruppo di colleghi all’interno dell’Abisso Bueno Fonteno, una delle grotte più temibili del territorio bergamasco. Il suo nome non è scelto a caso: cunicoli stretti, umidità opprimente, temperature intorno ai 4°C. Un mondo ostile, dove ogni passo va calcolato. Eppure, anche i più esperti possono inciampare. Una caduta di cinque metri. Cinque metri che l’hanno bloccata, ferita e immobilizzata in uno dei passaggi più angusti della grotta.
Lesioni alle vertebre, fratture al ginocchio e alle costole, ferite al volto. Un quadro clinico che avrebbe piegato chiunque. Ma non Ottavia. La sua capacità di mantenere la calma e collaborare con i soccorritori è stata fondamentale.
Appena è partito l’allarme, si è acceso qualcosa di incredibile. Centocinquantanove persone – tecnici, speleologi, gente che conosce la montagna e la rispetta – hanno lasciato tutto e sono arrivate lì. Da tredici regioni diverse. Hanno unito le loro mani, i loro strumenti, i loro pensieri. Ogni gesto sembrava un pezzo di un disegno più grande, un incastro perfetto fatto di sudore, concentrazione e cuore. Spiegarlo è complicato: era come vedere un gigantesco ingranaggio in moto, con ogni singolo pezzo che si muove per salvare una vita. Corde che si tendono, voci che si incrociano nel buio. Ogni respiro pesava. Ogni secondo contava. E lì, in mezzo a tutto, non era questione di sola tecnica. Era passione. Quella che ti fa andare avanti anche quando sei stanco, freddo, esausto.
Le operazioni sono iniziate alla mezzanotte del 15 dicembre. Ogni singolo movimento è stato studiato al millimetro. Ottavia è stata assistita da medici specializzati direttamente sul posto. Antidolorifici, trattamenti per evitare complicazioni e soprattutto tanta umanità. Perché in quei cunicoli non si tratta semplicemente di procedure tecniche: ci sono persone, con le loro paure e la loro determinazione.
Immaginate una barella che deve essere sollevata e calata per oltre 100 metri verticali, tra passaggi strettissimi e rocce scivolose. Ogni movimento richiedeva un’attenzione maniacale. Eppure, nonostante le difficoltà, il lavoro di squadra ha fatto la differenza.
La risalita: il momento che tutti aspettavano
Sono le 2:59 del 18 dicembre. Un applauso esplode nell’oscurità. Ottavia emerge finalmente dalla grotta, visibilmente provata ma lucida. I soccorritori, molti dei quali non avevano dormito per giorni, la accolgono con lacrime di gioia.
Trasportata immediatamente in elicottero all’ospedale di Bergamo, ora è sotto osservazione. Le sue condizioni sono stabili, ma la strada verso la piena guarigione sarà lunga. Eppure, conoscendo il suo spirito, c’è da scommettere che ce la farà.
Quello del 2024 non è il primo incidente per Ottavia nell’Abisso Bueno Fonteno. Nel luglio del 2023, una frattura alla gamba l’aveva già bloccata per oltre 40 ore nello stesso sistema di grotte. Anche allora, un’operazione di soccorso aveva permesso di salvarla. Una coincidenza? Forse. Ma è chiaro che questo luogo ha un legame profondo con lei, un misto di sfida e attrazione.
I costi delle operazioni: un dibattito sempre acceso
Ogni grande impresa porta con sé delle domande. Chi paga per tutto questo? Le operazioni di soccorso in grotta, si sa, sono complesse e costose. Alcuni hanno sollevato critiche, chiedendosi se i contribuenti debbano farsi carico di tali spese. Ma Sergio Orsini, presidente della Società Speleologica Italiana, ha chiarito: gli speleologi come Ottavia sono coperti da assicurazioni specifiche, finanziate attraverso le loro polizze. I costi non gravano sulla collettività. Una risposta che dovrebbe mettere a tacere le polemiche ma che non sempre riesce a convincere tutti.
La riflessione: perché rischiare?
“Le grotte non sono per tutti”, ha commentato Mario Tozzi, noto geologo. E come dargli torto? L’esplorazione speleologica è un mondo a parte. Fascino, certo, ma anche rischio. Chi si avventura in questi luoghi deve essere consapevole dei propri limiti.
Ma c’è qualcosa di più. Qualcosa che va oltre il pericolo. L’esplorazione è una spinta primordiale, un bisogno di andare oltre, di scoprire ciò che è nascosto. E Ottavia è l’incarnazione di questa passione.
Questa è una di quelle storie che ti prendono lo stomaco e lo stringono forte. Ti fanno riflettere su cosa significhi davvero coraggio. Ottavia e i soccorritori che hanno rischiato tutto per salvarla non sono eroi da film, no. Sono persone, vere, con paure, con dubbi, con un’incredibile forza di volontà. In quei cunicoli neri come la pece, dove ogni suono rimbalza e ti ricorda quanto sei piccolo, non si è trattato solo di paura. C’è stato qualcosa di più grande, più potente: un legame. Una di quelle connessioni umane che nascono quando tutto sembra perduto e invece trovi la mano di qualcuno che ti tiene stretto.
“Non avrei potuto farcela senza di loro”, ha dichiarato Ottavia dal letto d’ospedale. Una frase semplice ma che dice tutto.
Il futuro: una lezione per tutti
Quello che è successo nell’Abisso Bueno Fonteno è un monito. Per gli speleologi, certo, ma anche per tutti noi. La natura è affascinante ma richiede rispetto. Esplorare significa conoscere i propri limiti e non sottovalutare mai i pericoli.
Ottavia Piana ha vissuto qualcosa di difficile anche solo da immaginare. Eppure, quel buio profondo, quelle ore interminabili, l’hanno resa un simbolo. Un simbolo di una forza che non è da tutti, una resistenza che ti entra dentro e ti fa riflettere. Perché, alla fine, è di questo che si tratta: trovare la forza di andare avanti, anche quando sembra impossibile. E quei soccorritori, quelle persone incredibili, hanno fatto qualcosa che va oltre la tecnica, oltre le corde e le barelle. Hanno portato speranza, luce. Hanno dimostrato cosa vuol dire davvero esserci, fino in fondo.
Questa storia ti colpisce dritta al cuore. Ti fa pensare che, in fondo, anche nei momenti più bui, possiamo trovare mani tese. Mani che ci tirano su, che ci ricordano che non siamo mai soli, nemmeno nell’oscurità più profonda. È questo il regalo che ci lascia Ottavia: la prova che, con coraggio e con il giusto aiuto, si può tornare alla luce, sempre.
Attualità
La Roma delle borgate raccontata con il cuore: il ritorno...
Roma. Anni ’70, ’80. Una città che sembra vivere due vite. Da un lato, la poesia struggente di Pier Paolo Pasolini, con le sue borgate illuminate da una bellezza malinconica. Dall’altro, l’ombra scura della Banda della Magliana, con i suoi intrecci di criminalità e potere. In mezzo, una generazione di ragazzi che cerca disperatamente di crescere, sognare, sopravvivere. Questo è il cuore pulsante di Storie Bastarde, il libro di Davide Maria Desario è una finestra aperta sulle contraddizioni, le speranze e i tormenti di una città in perenne trasformazione.
Un autore radicato nella sua Roma
Davide Maria Desario. Un nome che, a molti, dice già qualcosa. Magari per il suo lavoro come direttore di Adnkronos, ma a chi lo conosce davvero basta poco per capire che è molto più di un giornalista. Nato a Roma, febbraio 1971, si potrebbe dire che è cresciuto respirando i vicoli, i tramonti rossi sui tetti e quelle mille contraddizioni che rendono questa città un po’ crudele e un po’ magica. Desario, però, non si è mai fermato a guardare.
Ha vissuto ogni piega di Roma, imparando a raccontarla con parole che non graffiano, ma scavano. Prima la cronaca, che gli ha insegnato a non girare mai la testa dall’altra parte. Poi la narrativa, dove ogni racconto sembra un pezzo di cuore che ha deciso di mettere sulla carta. E quando leggi Storie Bastarde lo senti: è vivo. Ogni pagina ti prende per mano e ti trascina dentro un’anima fatta di poesia e disperazione, bellezza e buio, con quella voce che solo chi Roma ce l’ha nel sangue può avere.
Ostia, una palestra di vita
Molte delle storie di Desario prendono vita a Ostia, quel quartiere che non è solo mare ma anche un microcosmo di speranze e paure. È qui che i bambini crescono giocando tra strade polverose e bar di quartiere, imparando presto che ogni scelta può essere decisiva. Criminalità, droga, sogni infranti: tutto è a portata di mano… ma anche la resilienza, quella forza incredibile di chi, nonostante tutto, non smette di credere in un futuro migliore. Desario cattura questa dualità con una maestria che colpisce al cuore.
Quello che rende Storie Bastarde speciale è la sua capacità di trascendere i confini geografici. Certo, è un libro profondamente romano ma le sue storie parlano a tutta l’Italia. La Roma di Desario non è quella dei monumenti e dei turisti, ma quella delle borgate, delle persone comuni che combattono ogni giorno per un pezzo di felicità. E queste lotte, queste speranze, risuonano ovunque. Perché in fondo, chi di noi non ha mai sentito il peso di un sogno troppo grande per il posto in cui vive?
La trasposizione teatrale: un altro livello di intensità
Il successo di Storie Bastarde non si è fermato alle pagine. L’opera è stata portata sul palcoscenico da Ariele Vincenti e Fabio Avaro, trasformandosi in una rappresentazione che amplifica l’essenza dei racconti. Il teatro ha il potere di rendere tutto ancora più crudo, più diretto. E il pubblico ha risposto con entusiasmo, dimostrando che queste storie non sono solo romanze, ma pezzi di vita che meritano di essere vissuti.
Un nuovo capitolo: la riedizione
Nel 2010 Storie Bastarde ha fatto il suo debutto ma quest’anno il libro torna a prendersi il suo spazio. Una nuova edizione, curata da Avagliano Editore, arricchita da una storia inedita e dalla prefazione appassionata di Francesca Fagnani. Ecco, stavolta è come se il libro avesse trovato una seconda vita, un’energia rinnovata, pronta a parlare ancora più forte.
Il 20 novembre 2024 è successo qualcosa di speciale. Al palazzo dell’informazione Adnkronos si è celebrata la nuova vita di queste storie. Tra i presenti, volti noti come il prefetto di Roma, Lamberto Giannini e la giornalista Eleonora Daniele. Ma quello che contava di più non erano i titoli, no. Era il silenzio che si creava quando si parlava di queste storie. Perché alla fine si tratta di questo: non dimenticare. Tenere vivo quello che spesso scivola via, nell’indifferenza. E forse, solo forse, imparare qualcosa in più su chi siamo.
Una Roma che resiste
Tra criminalità e poesia, tra disperazione e speranza, emerge una Roma che non si arrende. Storie Bastarde è un omaggio a questa città ma anche all’Italia intera. Racconta di un’infanzia difficile, di scelte che cambiano il corso della vita, ma anche di una resistenza silenziosa, fatta di piccoli gesti quotidiani. Desario ci ricorda che, anche nelle situazioni più buie, c’è sempre spazio per la speranza.
Oltre il libro: un autore poliedrico
Desario non si ferma a Storie Bastarde. Con opere come #RomaBarzotta (2015) e #RomaBarzotta 2 (2017), ha continuato a esplorare le dinamiche della Capitale. E il suo impegno culturale va oltre la scrittura: nel 2022 è stato nominato presidente della giuria per la selezione della “Capitale italiana della cultura” 2025, un ruolo che testimonia la sua dedizione alla valorizzazione del patrimonio italiano.
Se c’è una cosa che Storie Bastarde ci insegna, è che le storie hanno il potere di cambiare il mondo. Raccontando la Roma delle borgate, Desario non ci offre solo un pezzo di letteratura ma un documento storico, un atto d’amore verso una città e le sue mille sfumature. E ci lascia con una certezza: anche nelle difficoltà, c’è sempre una luce che brilla, anche se fioca. Sta a noi trovarla.
Attualità
Claudia Conte in Polonia per il reportage “Italia e...
Il 1° gennaio la Polonia assumerà la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea. Per l’occasione l’Ambasciata di Polonia in italia in collaborazione con Claudia Conte sta promuovendo il progetto “Italia Polonia: un viaggio nel cuore dell’Europa”.
Attraverso il viaggio a Varsavia della giornalista e scrittrice italiana, sarà realizzato uno speciale reportage teso a valorizzare i plurisecolari e profondi legami di amicizia tra le due nazioni.
L’Italia e la Polonia si considerano partner strategici politici ed economici nell’ Unione Europea e nella NATO, condividono gli stessi valori di promozione della pace, difesa della sicurezza internazionale e solidarietà.
Il viaggio inizierà a Roma con gli auguri dell’Ambasciatore Ryszard Schnepf che dichiara: “Auguri di buon viaggio alla scoperta o alla riscoperta del nostro passato comune e del nostro presente proiettato verso il futuro. Sicuramente la Polonia vi accoglierà a mani aperte, con tutti i buoni sentimenti che i Polacchi nutrono per gli Italiani. I Polacchi sono molto simili agli Italiani e fra tante nazioni probabilmente gli Italiani sono i più amati da loro, grazie alla memoria storica e all’amicizia plurisecolare che sicuramente continuerà”. A Varsavia ad accoglierla il Viceministro degli Esteri Anna Radvan.
Attraverso la voce di Claudia Conte, gli italiani potranno ripercorrere la storia della Polonia e delle numerose circostanze che hanno unito i due Paesi nel corso dei secoli.
Il racconto avverrà attraverso la visita nei luoghi più iconici della capitale come il centro storico patrimonio dell’Unesco, il Parco Reale Łazienki, il Museo d’Arte Moderna, il Museo Polin – Museo della storia degli ebrei polacchi, Vistula Boulevards, la Passeggiata Via Krakowskie Przedmieście con il Castello Reale e per concludere il meraviglioso Mercatino di Natale con i suoi mille colori. Non mancherà un momento dedicato alla solidarietà con la visita ai rifugiati ucraini e volontari del Gruppo di sostegno per madri e bambini che avranno in dono un regalo speciale: la maglia della Nazionale Italiana di Calcio grazie alla collaborazione con la FIGC.
Attualità
Gioco d’azzardo in Italia: il governo tra innovazione,...
L’Italia si trova a un bivio cruciale in materia di regolamentazione del gioco d’azzardo. Il settore del gioco d’azzardo in Italia sta attraversando un’importante fase di trasformazione. L’obiettivo del governo è chiaro: modernizzare il comparto, garantire un quadro normativo trasparente e, allo stesso tempo, rafforzare la tutela dei cittadini. Le decisioni contenute nel disegno di legge di Bilancio 2025 e altre riforme annunciate, puntano a coniugare crescita economica, sicurezza per i consumatori e impegno nella lotta contro la dipendenza.
Questa visione ambiziosa arriva in un momento cruciale. Il gioco d’azzardo legale rappresenta una risorsa economica importante, con volumi di raccolta che hanno raggiunto 147,5 miliardi di euro nel 2023 e una proiezione di crescita fino a 160 miliardi entro il 2024. Tuttavia, la necessità di proteggere i giocatori vulnerabili e contrastare il gioco illegale impone interventi concreti e bilanciati, che però sembrano aver solo amplificato le contraddizioni esistenti.
Le principali novità introdotte: un sistema più moderno e controllato
Tra le misure annunciate dal governo spiccano interventi volti a riorganizzare e semplificare la gestione del settore:
- Una quarta estrazione settimanale del Lotto per rispondere alla crescente domanda di gioco legale. Questa iniziativa mira a contrastare l’espansione dei canali irregolari, riportando i giocatori verso piattaforme autorizzate e sicure.
- Riforma del sistema delle concessioni per i giochi online e le scommesse, con l’obiettivo di garantire trasparenza, competizione equa e una maggiore protezione dei consumatori. Le nuove regole renderanno il mercato più accessibile agli operatori che rispettano gli standard richiesti dallo Stato.
- Monitoraggio tecnologico avanzato: grazie all’uso di strumenti digitali e dell’intelligenza artificiale, sarà possibile individuare comportamenti di rischio, migliorare i controlli e contrastare più efficacemente il gioco illegale.
Queste azioni rappresentano un passo concreto verso una gestione più efficiente e sicura del settore, permettendo allo Stato di aumentare le entrate fiscali, stimolare l’innovazione e offrire ai giocatori un ambiente regolamentato e protetto, nonché bonus benvenuto scommesse studiati a tavolino.
Responsabilità sociale e tutela dei giocatori: un pilastro centrale
L’attenzione del governo non si ferma alla crescita economica. Al centro delle nuove politiche resta la tutela dei giocatori, con particolare riguardo alle categorie più vulnerabili. La lotta al disturbo da gioco d’azzardo (DGA) è una priorità, e le nuove misure prevedono azioni mirate per affrontare il fenomeno con strumenti più efficaci.
Secondo molte associazioni che combattono la ludopatia, la decisione del governo di sopprimere il fondo ministeriale e di abolire l’Osservatorio nazionale costituisce però una cesura grave. Si cancella non solo una risorsa economica fondamentale per il trattamento e la prevenzione, ma anche un’architettura istituzionale che ha reso possibile affrontare il fenomeno con continuità e competenza. In altre parole, un segnale chiaro di disimpegno da parte dello Stato nei confronti di un problema complesso e multidimensionale.
Dall’altro lato però il governo prevede un maggiore coinvolgimento delle regioni nella gestione degli interventi di prevenzione. Questa decentralizzazione può rendere le politiche di supporto più capillari ed efficaci, adattandole ai bisogni specifici dei territori tramite un approccio multidisciplinare. La prevenzione e il monitoraggio della dipendenza devono infatti camminare di pari passo con la regolamentazione economica del settore.
Tecnologia e innovazione: la chiave per un gioco più sicuro
L’adozione di nuove tecnologie è un altro aspetto cruciale della strategia governativa. Sistemi digitali avanzati, come l’intelligenza artificiale, permetteranno di monitorare i comportamenti dei giocatori e di individuare tempestivamente segnali di rischio. Questo approccio non solo migliorerà i controlli, ma contribuirà anche a rendere il gioco più trasparente e responsabile.
Gli strumenti tecnologici potranno essere utilizzati per:
- Identificare piattaforme non autorizzate e combattere il gioco illegale.
- Garantire la protezione dei dati personali e finanziari dei giocatori, grazie a sistemi di sicurezza aggiornati.
- Promuovere un approccio consapevole al gioco, fornendo ai consumatori informazioni chiare sui rischi e sulle modalità per giocare in sicurezza.
In questo contesto, l’Italia ha l’opportunità di posizionarsi come un modello europeo nella regolamentazione del settore, dimostrando come l’innovazione tecnologica possa contribuire a migliorare la sicurezza e la trasparenza.
Gioco d’azzardo e sviluppo economico: un equilibrio possibile
Uno dei temi più discussi riguarda la possibilità di reintrodurre le sponsorizzazioni delle società di scommesse all’interno del mondo dello sport, in particolare nel calcio. Questa misura, pur controversa, potrebbe rappresentare una boccata d’ossigeno per i club italiani, specialmente quelli più piccoli, che necessitano di nuove fonti di finanziamento.
Il governo sta valutando questa opzione con un approccio equilibrato, proponendo di destinare una parte dei proventi derivanti dalle sponsorizzazioni al contrasto della dipendenza da gioco. Si tratta di un compromesso che, se gestito correttamente, potrebbe sostenere il mondo dello sport senza trascurare la responsabilità sociale.
La riforma del settore del gioco d’azzardo potrebbe rappresentare una grande opportunità per l’Italia. Con un approccio basato su innovazione, controllo e responsabilità, il governo punta a costruire un sistema più moderno, sicuro e sostenibile.
Sebbene alcune scelte abbiano sollevato dubbi, il quadro generale delle riforme mostra una chiara volontà di bilanciare gli interessi economici con la tutela dei cittadini. La chiave del successo risiederà nella capacità di monitorare i risultati, coinvolgere tutti gli attori del settore e mantenere alta l’attenzione sui fenomeni di rischio.